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mercoledì 30 novembre 2011

Sos Tata riparte dalla famiglia bolzanina extra large



Tata Lucia si è commossa
BOLZANO.Otto sotto un tetto era il titolo di un celebre serie televisiva che raccontava gesta e peripezie di una famiglia americana “allargata”. Un’opera di fantasia che trova a Bolzano un contatto con la realtà dietro la porta della famiglia “Peroni-Artioli” in via Maso della Pieve e la televisione, guarda un po’, ci ha messo ancora lo zampino. E’ dell’altro giorno, infatti, la messa in onda della prima puntata della nuova stagione del reality “Sos Fata” targato “Fox” girata proprio a Bolzano. Protagonisti Sabrina Artioli, dipendente presso un distributore cittadino, il cuoco Giorgio Peroni e i loro sei figli Michael (16 anni, frequenta il Cfp Einaudi), Martina (14, istituto De’Medici), Simone (11, media Foscolo), Ginevra (5, asilo Melarancia), Sarah (2, nido Oltrisarco) e Gabriele di appena cinque mesi. Una famiglia lunga persino da scrivere, con una fitta rete di rapporti da controllare, il tutto complicato dal padre differente dei primi due ragazzi rispetto al resto dei figli. Ingredienti che hanno ingolosito gli autori di un programma che vuole per copione l’invio di una Tata capace di stemperare qualsiasi tensione con i propri preziosi consigli e riportare l’armonia in tutte le case.
 "E’ stata una bella esperienza – sorride mamma Sabrina – perché ci ha permesso di vedere da vicino come operano le troupe televisive e raccogliere preziosi consigli.  Non tutto, però, è oro colato come viene mostrato". C’è stato un tocco di spettacolarizzazione? "Inevitabile, ma sapevamo che avrebbe fatto parte del gioco quindi non ci lamentiamo, anzi. Il bello è aver potuto portare all’attenzione generale le difficoltà, ma anche le bellezze di una famiglia così numerosa". Tra le finzioni televisive, comunque, non c’è la durata del programma: "Sono rimasti realmente da noi per una settimana intera come raccontano, quindi sicuramente Tata Lucia ha avuto modo di conoscerci in modo approfondito e personale. Io stessa ho scoperto alcune cose solamente guardando la puntata perché c’erano colloqui da cui ero esclusa. Non sapevo, per esempio, che la stessa Lucia si fosse commossa ascoltando il dialogo tra Michael e Simone". La reazione della Tata, infatti, è stata salutata con acceso entusiasmo dagli stessi fan della trasmissione che sui social network non hanno esitato a definire il pianto come “un vero e proprio evento”. La causa delle lacrime è stata la riappacificazione tra i due ragazzi: figli, come detto, di padri diversi e con un rapporto complicato dal carattere fumantino di Simone. "Conciliare le loro personalità – continua Artioli – è una difficoltà concreta che abbiamo sempre avvertito. Simone spesso rinfaccia a Michael la differente paternità naturale allontanandolo con un “non sei mio fratello”. Ovviamente io e mio marito cerchiamo, al contrario, di spiegare che la famiglia viene prima di tutto e bisogna sempre essere compatti". La vita di tutti i giorni di questo nucleo familiare iscritto all’associazione “Famiglie Numerose” è, tuttavia, assai più interessante della tv. "Sei figli comportano uno sforzo organizzativo importante, ma ha come effetto benefico la responsabilizzazione veloce dei ragazzi e il loro aiutarsi continuo per volontà e necessità. A qualsiasi età. Fuori da scuola, per esempio, mi capita di vedere mamme e papà che portano la cartella ai propri bambini: ecco, da me si sono sempre arrangiati da soli, anche perché avevo sempre un altro bebè in braccio". In casa, poi, non è certo una passeggiata. "I due più grandi ci danno una mano e sono piuttosto autonomi – continua Sabrina – quindi la situazione è gestibile, anche se ci svegliamo alle 5.45 e andiamo a letto alle 23.30. Assolutamente parsimonioso, invece, l’utilizzo della tv perché diventa uno strumento pericoloso nel bombardare la testa dei bambini con vizi e desideri inutili". Logicamente l’abbonamento a Sky che trasmette “Sos Tata” rientra nella categoria. "No, non lo abbiamo – ride Artioli – ma l’altra sera ci siamo organizzati andando a casa di amici". La gestione economica di una simile tribù, infatti, è una sfida che spaventerebbe tutti. " soldi bisogna farseli bastare, quindi magari evitiamo la pizza o i divertimenti che comportano delle spese. Un bel giro in montagna, però, non ce lo facciamo mancare di certo". Nel suo piccolo anche l’Alto Adige ha fatto la sua parte. "Un anno fa abbiamo vinto il concorso per un anno di spesa gratis con il quotidiano. Una soddisfazione".  Le donne, infine, si chiedono come si possano sopportare 54 mesi di gravidanza e 6 parti? "E’ dura – chiude sorridendo Sabrina – ma l’ultimo fortunatamente è stato il più semplice". Davvero l’ultimo? 

lunedì 28 novembre 2011

Il Rainerum digitale lancia la sfida ai cinema


La locandina del concerto lancio 
BOLZANO.Il Rainerum vira sulla tecnologia digitale e lancia la sfida ai cinema cittadini con un…teatro. E’ importante l’investimento sostenuto dai salesiani che hanno rilanciato lo storico teatro dell’istituto in via Cappuccini aggiungendo alla bobina la nuova tecnologia di proiezione digitale. Un esborso di 90.000 euro che si intende far fruttare attraverso un’offerta ampia e a largo spettro generazionale: si parte con l’evento lancio della diretta live del concerto parigino della pop star Shakira alla rassegna dei migliori spettacoli del balletto del Bolshoi di Mosca, passando per un cartellone strettamente cinematografico importante. Se le proiezioni di concerti e balletti sono una novità perfettamente calzante con la natura del rinnovato teatro da 405 posti della scuola, ecco che la crescente attenzione al mercato dei film è, se non altro, un pirmo segnale di nuova competitività. "Fino a poco tempo fa – spiega don Gianfranco Ferrari, economo e anima del Rainerum – le pellicole che proiettavamo arrivavano con un certo scarto temporale rispetto a quanto offerto dai cinema. Nei prossimi mesi, però, questo ritardo è destinato ad assottigliarsi di molto". La sfida a Cineplexx, Eden e Capitol, insomma, è velatamente lanciata anche nel distacco verso la tecnologia 3D e l’insistenza sull’offerta, caso unico in città, di un parcheggio privato esattamente all’entrata del teatro. "Il 3D non intendiamo adottarlo perchè rimaniamo pur sempre una comunità particolarmente attenta sui giovani e alcuni studi ammettono che questo genere di fruizione dello spettacolo può ledere la salute. Il parking, invece, è senza dubbio un punto di forza perché chiunque sia diretto al Rainerum può percorrere via Cappuccini senza incorrere in contravvenzione, entrare nella nostra sbarra e trovare un posto da noi".
 Il contenitore, dunque, è stato tirato a lucido, ma anche il contenuto, messo a punto dallo staff formato dai curatori artistici Valeria Errighi e Sebastian Cincelli coadiuvati dal tecnico di sala Guido Dalla Fior, presenta diversi appuntamenti di punta. Detto del lancio con il live a Parigi di Shakira proiettato in esclusiva sul territorio e in contemporanea con migliaia di sale internazionali giovedì sera alle 20.30 (10 euro il biglietto intero, 8 il ridotto), vale la pena soffermarsi sui cinque balletti proposti in diretta con il Balletto del Bolshoi moscovita. Si parte domenica 18 dicembre alle 16 con un classico come “Lo Schiaccianoci”, si prosegue l’11 marzo sempre alle 16 con “Il Corsaro” e il 29 aprile con “The Bright Stream” alle 17 per finire il 24 giugno con “Raymonda”. Martedì 15 maggio, invece, appuntamento speciale con “Romeo e Giulietta” dall’Opèra National de Paris. Per tutti gli spettacoli il biglietto è di 15 euro, 12 il ridotto. Chicca cinematografica, invece, sarà la proiezione del restaurato “Colazione da Tiffany” il 9 dicembre alle 21: una riproposizione del grande film con Audrey Hepburn che ha già incantato il pubblico del Festival del Cinema di Roma. Il cartellone poi si completa con le rassegne curate storicamente dal Rainerum, i musical dell’associazione “Juvenes” e gli spettacoli proposti da vari progetti e associazioni. Diverse sorprese, tuttavia, sono in arrivo: "Stiamo valutando – spiegano Errighi e Cincelli – le varie offerte di pacchetti e spettacoli e proseguiremo sulla linea del teatro di livello proposto in diretta, ma anche di un cinema che possa incontrare sempre più il gusto dei bolzanini. Tutti gli appuntamenti, comunque, saranno tempestivamente comunicati sul sito www.rainerum.it/teatro da dove, in futuro, si potrà anche accedere alla prevendita". Per ora, però, i biglietti in anteprima si possono trovare solo alla cassa del teatro in via Cappuccini 15 dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18 oppure sabato e domenica nell’orario di apertura del cinema. Per ogni altra informazione si può chiamare lo 0471/972283 oppure scrivere una mail a teatro@rainerum.it
Alan Conti


Parte anche il Mercatino della Solidarietà


Tipica decorazione natalizia

BOLZANO. Non solo il Mercatino di Natale con il suo indotto milionario e il suo strascico di polemiche. L’avvento bolzanino ha salutato ieri un’altra importante tradizione che come ogni anno si tiene in piazza del Grano: il Mercatino della solidarietà. Un raccolto grappolo di 24 tra stand e bancarelle si snoda tra la piazzetta e il principio di via Argentieri arrivando a lambire l’infiocchettata piazza Walther distanziandosene parecchio, però, nella filosofia di fondo. Il commercio e la ragione dell’incasso lasciano qui spazio al freddo patito per volontariato e il tintinnar di casse utile ad aiutare le popolazioni di Haiti piuttosto che gli ammalati di leucemia. Se è indubbio che a comprare un regalo al Mercatino si aiuta anche l’economia altoatesina, pochi metri più in là lo si può fare ugualmente abbinandola a una dose, piccola o grande che sia, di beneficenza. "Siamo particolarmente fieri di poter riproporre questo mercatino – le parole dell’assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi – che merita la stessa attenzione del “cugino” più famoso. Per cercare di aiutare gli operatori contro le rigidità delle temperature, inoltre, quest’anno abbiamo ristrutturato alcune bancarelle riparandole maggiormente. Non potendo lavorare su tutte abbiamo dato la precedenza a quelle associazioni che sappiamo avere una presenza più assidua durante i giorni del Mercatino". Fino al 23 dicembre, quindi, si potrà concedersi un giro tra le varie organizzazioni, ma una mano la si può dare anche nelle farmacie delle città. Nelle Comunali, infatti, durante tutto il periodo natalizio si potranno donare vecchi giocattoli destinati a bambini che li tratteranno come nuovi.
Passeggiando tra le bancarelle, comunque, incontriamo le speranze di Danilo Conforti, volontario dell’Associazione Volontari per il Servizio Internazionale, impegnato nel vendere piccoli ricordi in favore di un programma nutrizionale nella funestata Haiti. "L’anno scorso registrammo un buon risultato e speriamo tanto di ripeterci. E’ importante riuscire a sfruttare il traino di piazza Walther convogliando parte del turismo anche nella nostra zona. Il freddo, invece, lo affronteremo come sempre".  Di fronte, però, c’è qualcuno che proprio non è portato per il clima rigido e si scalda lasciandosi andare al mondo delle percussioni: è l’associazione Baobab che offre prodotti tipicamente africani a favore di una scuola a Dakar in Senegal. In ordine , tra gli altri, si possono trovare Emergency per un centro chirurgico in Sierra Leone, Global Village in piazza gli impianti fotovoltaici in Rwanda, Il Girotondo a favore di una casa asilo in Romania e Take Care Kids attenta a una casa famiglia a Pattaya in Thailandia. Gran parte dell’offerta è chiaramente di stampo artigianale, molto spesso prodotta dagli stessi operatori o utenti delle varie associazioni. Ci sono, inoltre, diverse realtà che utilizzano proprio l’offerta natalizia per inseguire un difficile autofinanziamento tra cui Adisco, Admo, Assb Laboratori Protetti, Cri Unità Cinofile, Hands, Jinnah Pakistan, Lega Tumori, Siipac, Telefono Amico e Waldorf. Particolarmente vivaci gli Alpini alla ricerca di introiti per la propria Adunata attraverso prodotti gastronomici e, ci mancherebbe, il più classico dei brulè. Da segnalare pure la vendita di un dolce friulano il cui ricavato è destinato all’aiuto dell’alpino ferito in Afghanistan Luca Barisonzi.  Il Natale non è anche generosità? Basta scegliere la propria. 
Alan Conti

sabato 26 novembre 2011

Anziani, la casa domotica per risparmio e sicurezza


Casa collegata al computer: il futuro?
BOLZANO. Bolzano è sempre più anziana e deve cercare l’aiuto della tecnologia per non strozzare i budget sociali nelle spese di assistenza. Oggi un bolzanino su cinque è un over 65 e tra dieci anni ogni 100 giovani o adulti si registreranno 169 senior: un’incidenza media che supera abbondantemente i 108,6 della Ue, ma anche i 144 di tutta Italia.  Considerando che già adesso il Comune spende complessivamente 2,3 milioni di euro per l’assistenza domiciliare, si è resa necessaria la ricerca di metodi alternativi individuati nella tecnologia del progetto “Abitare sicuri”. Attraverso una sinergia con la “Ibm”, infatti, il piano prevede l’installazione di sensori nelle abitazioni degli anziani che permettano di registrare e rilevare dati di varia natura. Prevenire perdite di gas, acqua o fumo, ma anche registrare tassi di umidità, fumo e monossido di carbonio, infatti, permette di ricostruire, attraverso smart phone e computer, quadri generali dettagliati su bisogni e abitudini delle singole persone semplificano anche eventuali interventi in ambito sanitario. Posto che le ore erogate per cura, igiene e aiuto domestico non possono essere sostituite dall’high tech, ecco che la voce su cui potrebbero insistere i risparmi del progetto è quella dell’attività socio-geriatrica. "Complessivamente – ha spiegato l’assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi alla conferenza stampa tenutasi ieri nel centro per anziani di via Vintler – spendiamo per questo capitolo 368.640 euro che diventeranno 380.252 nel 2016. Virando sulla tecnologia e chiedendo un canone di 20 euro mensili dovremmo far fronte a un esborso iniziale di 241.000 euro, ma di soli 18.600 euro di gestione annuale. In sostanza nel 2012 risparmieremmo “solo” 91.540 euro, ma da lì in poi ogni anno potremmo accantonare 320.000 euro in più per altre attività di Assb". Il risparmio, insomma, è di quelli consistenti dato che addirittura il 58,4% delle problematiche degli anziani a Bolzano sono proprio di natura assistenziale, a fronte del 14,3% di problemi di salute e 11% di non autosufficienza. Collateralmente la speranza "è di consentire agli anziani di vivere più a lungo nella propria abitazione favorendone il benessere. Dobbiamo anche considerare, al di là degli scontati auspici di buona salute, che ogni ricovero nel reparto di geriatria ha una durata di 9,2 giorni per un costo unitario di circa 4.600 euro". L’indotto di “Abitare sicuri”, insomma, sembra garantito.
 La fase sperimentale del progetto, dunque, pare aver restituito riscontri incoraggianti sulla base dei 30 anziani coinvolti tra i 66 e gli 80 anni (11 a Europa Novacella che è statisticamente il quartiere più “anziano” della città, 7 a Don Bosco e Gries e 5 in Centro). L’età media dei partecipanti, di cui 24 donne e 6 uomini, è stata di 77 anni e la fase sperimentale ha avuto una durata di un anno. In questo periodo sono stati raccolti 238.000 dati, con 500 avvisi di allerta e 128 situazioni di attenzione per possibili rischi. Per ognuno degli anziani è stato stilato un quadro di condizioni e possibili interventi, oltre ovviamente alla sicurezza di una casa costantemente monitorata. La rilevazione sulla presenza di monossido di carbonio, per esempio, consente di registrare picchi in corrispondenza dei pasti individuando immediatamente eventuali digiuni. Tutto bello, anche se sull’applicazione globale pesa un pesante quesito legato alla disposizione degli anziani a queste novità in casa propria: non a caso sei dei loro hanno abbandonato il progetto prima del termine. "All’inizio non è stato facile convincerli – interviene Angela Bon – ma una volta compresi i vantaggi in termini di sicurezza e salute abbiamo fatto breccia e si sono sentiti partecipi in prima persona". Contenuti anche i costi sostenuti dall’amministrazione per la sperimentazione: dei 231.600 euro necessari, infatti, 153.600 sono arrivati dai partner, 50.000 dalla Fondazione Cassa di Risparmio e 28.000 direttamente dal Comune.


CENTRO ANZIANI
Mantenere gli anziani nelle proprie abitazioni è uno degli obiettivi futuri del Comune, ma intanto un’alternativa alle classiche case di riposo è offerta proprio dai centri per anziani con annesse residenze. E’ il caso della struttura in via Vintler, analoga a quella di via Claudia Augusta a Oltrisarco, dove più di una decina di abitazioni sono organizzate attorno al centro vero e proprio. Ciascun anziano, quindi, può vivere all’interno della propria unità abitativa, perfettamente predisposta ai bisogni di una casa, contando però sui servizi di assistenza. Pedicure, massaggi, visite di controllo, ma anche la possibilità di usufruire di una cucina comune e del personale sono i punti di forza delle strutture che, dopo un periodo di ambientamento, incassano spesso e volentieri la soddisfazione degli anziani. Di fatto si continua ad abitare all’interno di una propria abitazione, senza barriere architettoniche e con l’assicurazione di un costante aiuto. Non è poco. 
 
Alan Conti

venerdì 25 novembre 2011

4/4 per il nuovo Kubo: "Ora la giunta decida!"


Il logo del vecchio Kubo a Bolzano
 BOLZANO. "È previsto nel programma di coalizione comunale e sono stati stanziati 2 milioni di euro per il 2012 nel documento voto collegato alla Sill: ora la giunta deve trovare un posto per un circolo cultuale e musicale per giovani. Senza ulteriori rinvii". Alza la voce l'associazione "4/4" impegnata da tempo nel proporre un modello gestionale per un "nuovo Kubo" da aprire entro la fine del 2012. E’ fallita, infatti, la proposta della palazzina ex Anas in viale Trento che fino a 18 mesi veniva da tutti, compresi politici comunali, indicata come soluzione perfetta per il nuovo centro. "La struttura è dell'Anas - spiega il presidente di "4/4" Andrea "Jack" Frison - e dovrebbe passare prima alla Provincia, poi al Comune. Una trafila burocratica consistente: aprire lì significa aspettare almeno una decina d’anni ad essere ottimisti. Senza contare che il passaggio del cavalcavia autostradale sopra l’edificio comporta diverse problematiche connesse al rilascio dei permessi per l’organizzazione di manifestazioni". La burocrazia, tanto simile all’irrisolto caso della palazzina dell’aeronautica militare di via Novacella, blocca gli ingranaggi del meccanismo e in attesa di sapere quale sia il destino di quel terreno dimenticato “4/4” ha ripiegato sulle possibili alternative. "Abbiamo subito elaborato un progetto alternativo – prende la parola Sarah Hell – concentrandoci sulla necessità di creare vere e proprie interazioni tra i due gruppi linguistici e predisporre un luogo per i giovani nella fascia d’età più alta di quella adolescenziale, con grande attenzione alla musica, ma comunque versatile. Oggi Bolzano non presenta nulla di simile perché si tratta di qualcosa di molto diverso rispetto a un centro giovanile". Tra la voglia di allestire un archivio della musica rock locale e una collezione di cimeli delle band alternative altoatesine, però, c’è sempre un interrogativo gigante che pende sulla questione: dove? "Noi ci stiamo muovendo anche autonomamente – interviene deciso Davide Ferrazzi, anima della nota band “Eugenie” – e abbiamo valutato due o tre proposte. Non possiamo dire con precisione il posto per non far innalzare il prezzo di eventuali trattative, ma si tratta essenzialmente della “prima cintura” tra i quartieri residenziali e la Zona Industriale". Scartate intanto Alumix, che la Provincia vuole tenere come open space (sacrificato sull’altare delle esigenze di Upload?), e i Magazzini Generali già inclusi nelle novità previste dal piano Podrecca sull’Areale. L’assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi, però, recentemente aveva indicato uno spazio in via Montecassino a Don Bosco. "Non va assolutamente bene per quelle che sono le nostre esigenze – ribatte con fermezza Ferrazzi – perché abbiamo la necessità di un luogo predisposto esclusivamente per la musica, capace di offrire eventi in modo continuativo. Randi non ha capito e si immagina semplicemente un centro giovanile, ma non è affatto così". Fa parte dell’associazione pure il consigliere comunale dei Verdi-Projekt Bozen Tobias Planer, compagno di partito dell’assessore alla cultura Patrizia Trincanato. "Vogliamo mettere un po’ di pressione alla giunta – ammette senza giri di parole – perché è ora che ci assegnino un posto. Non è un mistero che il programma di coalizione preveda specificatamente un nuovo centro culturale in sostituzione del Kubo che doveva fare i conti con 9.000 euro mensili di affitto. All’interno del documento sulla Sill, inoltre, abbiamo votato un finanziamento di due milioni di euro finalizzato proprio a questo progetto. Non intendiamo mettere le mani su quel denaro, ma semplicemente poter contare su una struttura da condurre all’autofinanziamento in breve periodo e che si basi su un programma di stampo educativo. Birra e acqua, per esempio, non costeranno uguali come in altri luoghi e presteremo particolare attenzione al rispetto della quiete: non a caso stiamo già valutando soluzioni che non arrechino particolari disturbi. Potremmo, infine, essere una concreta alternativa alla tanto discussa piazza Erbe". Sotto quel punto di vista, intanto, va registrato il tavolo politico che, sottotraccia, “Freie Musica Musik Libera” sta conducendo con le amministrazioni attorno a possibili modifiche dei regolamenti. Pare, inoltre, che la stessa Trincanato stia valutando possibili sistemazioni con parte dei dodici rappresentanti di “4/4” che ora, però, attendono risposte risolutive. Per ora, infatti, il Comune si limiterà a chiudere il “Vintola 18”.
Alan Conti
 

Cambia il clima: più caldo e meno acqua


E' un mondo che si scalda e anche l'Alto Adige fa la sua parte

BOLZANO. Un grado e mezzo negli ultimi trent’anni, due nel giro di un secolo e per il 2050 previsto un aumento della temperatura media annuale in Alto Adige tra gli 1,2 i 2,7 gradi centigradi. Il termometro dei cambiamenti climatici in provincia corre verso l’alto e lo fa a un ritmo doppio rispetto alla media europea costringendo tutti a riflessioni e contromisure. Riscaldamento e diminuzione delle risorse idriche sono i due temi portanti del “Rapporto sul clima-Alto Adige” presentato ieri all’Eurac e curato in tre anni da quattro differenti istituti dell’Accademia Europea. Un quadro che, seppur non catastrofico, costringerà territorio, società, economia e politica a delle contromisure che potrebbero cambiare le abitudini di tutti. Le condizioni autunnali che già adesso impediscono l’apertura della stagione sciistica in molti impianti, per esempio, appaiono come il più classico dei presagi.
GAS SERRA. Accennate le principali conseguenze in termini di aumento della temperatura, l’esperto Marc Zebisch dell’Eurac comincia la trattazione concentrandosi sulle cause. "Le emissioni di gas serra sono aumentate negli ultimi 150 anni del 70% e provengono per 2/3 da trasporti, energia, industria e necessità domestiche e 1/3 dalle attività agricole e forestali". La sola Bolzano, comunque, presenta un dato piuttosto lodevole con un totale di 9,72 tonnellate di CO2 emessa a fronte di una produzione massima pro capite fissata dalla UE in 2 tonnellate.
CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI. L’Alto Adige è, per la sua conformazione geografica, territorio piuttosto vulnerabile alle modifiche delle condizioni climatiche. L’incrocio di caldo e meno disponibilità d’acqua, quindi, produrrà una sequela di fenomeni preoccupanti. Previsto il progressivo scioglimento dei ghiacciai e del permafrost, l’innalzamento del limite della neve, la diminuzione delle precipitazioni nevose in favore di quelle piovose, l’aumento del pericolo di frane, più piogge intense, modificazioni nella varietà di alcune specie, esondazioni, stagioni di crescita più lunghe e una maggiore resistenza di alcuni organismi nocivi. Variazioni che intrecciandosi disegnano scenari diversi per la salute e il futuro di vari settori produttivi.
LA SALUTE. La maggiore siccità comporta l’aumento di stress da caldo, con particolare preoccupazioni per le fasce deboli  come anziani e malati. Un dato significativo indica il sensibile aumento delle notti tropicali (con temperatura costantemente sopra i 20 gradi) dalle 5 contate nel 1995 alle 20 dell’anno passato. Un clima simile, inoltre, è una sorta di “bengodi” per insetti e parassiti vettori di malattie come le zecche o le zanzare tigre, non a caso moltiplicatesi nella scorsa estate. Importante il ruolo dell’urbanistica nel predisporre aree verdi nelle città.
TURISMO. Tutto ruota attorno alla neve che rischia di diventare sempre più merce rara, specie se naturale. Non va dimenticato, comunque, che i cannoni necessitano di grandi quantità di acqua sempre più difficili da reperire. Le garanzie di innevamento, specialmente negli impianti ad altitudine inferiore ai 1800 metri, non saranno più le stesse e diventerà così decisivo orientarsi nel potenziare il turismo estivo che indirettamente potrebbe avvantaggiarsi dell’aumento delle temperature roventi nei centri urbani.
GESTIONE RISORSE IDRICHE E PERICOLI NATURALI. Il punto fermo è che la disponibilità di acqua andrà calando innescando potenziali conflitti tra chi la usa per produrre energia, innevare le piste, irrigare i campi o semplicemente come servizio domestico ai cittadini. Centrale, dunque, l’organizzazione dei bacini dove il Rapporto esprime una chiara preferenza per le falde freatiche rispetto ai bacini superficiali più sensibili alle mutazioni delle precipitazioni. Difficile, invece, prevedere l’andamento tendenziale delle piogge, ma quel che appare certo è l’aumentare di fenomeni intensi, con annessi pericoli come alluvioni e frane. Prevenzione, pianificazione dello sviluppo infrastrutturale e sistemi efficaci di allerta le contromisure auspicate. Nessun legame, invece, tra le variazioni climatiche e i fenomeni di grandine.
AGRICOLTURA E BOSCHI. "Fioritura e maturazione anticipate – spiega il ricercatore Georg Niedrist nella sua sezione – sono già evidenti, ma l’Alto Adige ha buone capacità di reazione. Una sperimentazione condotta in val Mezia con trapianto di zolle di prato su un terreno 500 metri più basso e 3,5 gradi più caldo, per esempio, ha mostrato un aumento di produttività. Il riscaldamento, inoltre, potrebbe favorire il foraggio, mentre costante attenzione va posta al proliferare dei parassiti, alcuni arrivati perché trasportati da noi e non per le variazioni climatiche. Ci si può cautelare con una scelta ponderata delle colture e l’istituzione di una banca dati sui danni prodotti proprio dai cambiamenti". L’aumento di C02, invece, potrebbe favorire l’aumento dei boschi, ma il caldo costringe a rivolgersi a specie più resistenti come le latifoglie anziché i tradizionali abeti rossi. Cautela sul versante incendi.
COSA FARE? Gli esperti dell’Eurac non si risparmiano, in chiusura, una frecciatina alla Provincia che ha finanziato in larga misura il Rapporto. "A livello tecnico - si legge nelle conclusioni – l’Alto Adige è all’avanguardia, ma sul piano politico-istituzionale mancano misure e strategie multisettoriali specifiche che si occupino dei cambiamenti climatici. Bisogna porsi l’obiettivo dell’introduzione di un piano di azione trasversale e la nomina di un rappresentante ufficiale, trattasi di un ufficio o di una nuova ripartizione".
IL RAPPORTO: “Il Rapporto sul clima-Alto Adige” è una pubblicazione curata da quattro istituti dell’Eurac e finanziata dalla Provincia. Al progetto triennale hanno partecipato l’Istituto Telerilevamento Applicato, per l’Ambiente Alpino, per lo Sviluppo Regionale, il Management del Territorio e il Management Pubblico. Frequenti gli interventi di esperti del settore. Il volume di 106 pagine può essere ordinato gratuitamente scrivendo apress@eurac.edu o chiamando lo 0471/055033. Sul sito www.eurac.edu/cambiamenticlimatici è possibile, invece, scaricare la versione on line. 
Alan Conti


Scuola bilingue: alle Foscolo prossimo anno si raddoppia


Una veduta del cortile delle Foscolo

BOLZANO. La scuola bilingue è cresciuta e arriva alle medie puntando su materie scientifiche e laboratori. Dopo che la settimana scorsa gli studenti delle superiori sono scesi in piazza per chiedere un percorso formativo basato sul bilinguismo, ecco che nell’istituto comprensivo Bolzano VI la sperimentazione continua a favore di ragazzi ancora piccoli per scendere in piazza, ma con le spalle abbastanza grandi per fare da apripista. Gran parte della classe, infatti, è composta dagli stessi alunni che per primi si lanciarono nel progetto “sezione bilingue” della primaria Manzoni circa sei anni fa. Terminato il percorso alle elementari, dunque, tutti si attendevano la naturale prosecuzione dello schema didattico al grado successivo. Un’operazione, però, che ha comportato un’intricata serie di aggiustamenti legati alle differenze imposte dalle medie, non fosse altro per la maggiore pluralità di materie e insegnanti. La dirigente dell’istituto Mirca Passarella, in concerto continuo con la Sovrintendenza, ha quindi messo a punto la nuova offerta didattica e, dopo aver messo sui binari il nuovo anno scolastico, l’ha illustrata ieri in un’affollata assemblea pubblica all’interno della scuola di via Novacella. Uno spazio importante se lo ritagliano le discipline di carattere scientifico, con laboratori di matematica e scienze nella seconda lingua che affiancheranno la più “tradizionale” geografia. Intanto per il prossimo anno è già previsto un raddoppio delle sezioni sulla falsariga di quanto avvenuto alla primaria: è boom di richieste.
  La denominazione ufficiale del progetto, comunque, è “sezione plurilingue” dato che tutta la scuola è organizzata su un’intelaiatura generale chiamata “trilingue”. "In sostanza – spiega Passarella avremo un modello orario con 13 ore settimanali in tedesco comprensive di 5 di lingua, 2 di geografia, 2 laboratoriali di matematica in codocenza, 1 laboratoriale di scienze in codocenza e fino a 3 ore in L2 da definire secondo le competenze dei docenti". Spazio ampio, quindi, anche alla libera progettualità degli insegnanti, sostanzialmente un modo per coinvolgerli totalmente. "Ho sempre riscontrato grande partecipazione da parte loro – ha ribadito la dirigente – e mi fido molto delle loro capacità di sviluppo. Gli insegnanti, a mio parere, dovrebbero sempre avere la possibilità di esprimersi anche nel ruolo di ricercatori". Attenzione, inoltre, a non stritolare l’inglese tra le questioni di casa nostra e nel monte orario la lingua di Shakespeare si difende con 4 ore settimanali, di cui una con insegnamento veicolare di educazione tecnica o informatica. Delle 34 ore settimanali previste, insomma, esattamente la metà è prevista in un’altra lingua. "Ci sono elementi di continuità con quanto fatto alle “Manzoni” – continua Passarella – ma anche novità come la costante presenza di due professori in classe. In futuro, infatti, intendiamo rafforzare l’asse scientifico abbinato all’aspetto linguistico attraverso la formazione di personale appositamente qualificato. Intendiamo garantire una qualità di insegnamento della materia disciplinare in linea con la didattica linguistica, come prevede un buon Clil". Fissato anche l’obiettivo in termini di certificazioni linguistiche: "Alla fine puntiamo al “Fit in Deutsch A2”". Il gradimento delle famiglie, infine, è evidente nella grande partecipazione all’incontro, ma si concretizza nel numero di richieste d’iscrizione. "E’ molto probabile – chiude la dirigente – che il prossimo anno si parta con due sezioni. Già quest’estate avremmo avuto domande sufficienti, ma abbiamo preferito partire con calma per affinare tutti i meccanismi".
Alan Conti
 

mercoledì 23 novembre 2011

Torna il mercatino....delle polemiche



Una veduta aerea del Mercatino in una delle scorse edizioni



 MERCATINO 2011. Bancarelle pronte, inaugurazione alle porte e tradizioni rispettate con puntualità svizzera. Il Mercatino versione 2011, composto da 78 stand anziché 80 come nel 2010, sarà il solito caratterizzato dall’artigianato, dalla gastronomia e dalle aziende locali. Angioletti e vin brulè, dunque, saranno il piatto forte confermato ieri nella conferenza stampa di presentazione. Promessa anche una paventata stretta al regolamento che vuole un’offerta di prodotti squisitamente locali. Il 30% degli stand destinati all’artigianato, insomma, dovrebbe aver messo al bando il “Made in Taiwan” di altre edizioni. "Gli aspetti più tipicamente tirolesi – le parole del vicesindaco Klaus Ladinser – sono quelli che ci permettono di essere una spanna sopra gli altri e su questi dobbiamo insistere". Dado Duzzi, presidente dell’Azienda di Soggiorno si coccola la “sua” creatura: "Si tratta dell’evento per cui Bolzano è conosciuta dappertutto, cerchiamo di amarlo per questo". Novità dell’anno le quattro casette a misura di bambino che compariranno in via e piazza della Mostra, impreziosite da un calendario di animazione quotidiana specificatamente pensato per i più piccoli. Per gli organizzatori “una specificità che abbiamo pensato per primi”, per le malelingue “una splendida via d’uscita dalle polemiche innescate dalla rimozione forzata del mercatino dell’artigianato proprio in via della Mostra”.

UN AFFARE DA 27 MILIONI PER L’ALTO ADIGE. Fin qui la prosa promozionale, ma il Mercatino, si sa, è spesso una mina polemica dalla miccia corta. Traffico e paralisi sono ormai un must dicembrino per i bolzanini e non è un mistero che sotto la neve covi un certo malcontento. "Nessun concittadino – mette bene in chiaro Duzzi – può affermare di non ricevere benefici da questo evento. Calcoliamo, infatti, entrate per 120 milioni di euro che, calcolando le imposte di 30 milioni e il rientro di 9/10 di queste in Provincia, si trasformano in 27 milioni di entrate al servizio della comunità altoatesina. In media ogni visitatore spende 100-120 euro e c’è chi arriva a 500 euro al giorno, mentre ci vorrebbero 40.000 alberghi per soddisfare le richieste. Ci aspettiamo centinaia di migliaia di visitatori".  Ladinser conferma tutto l’appoggio politico. "Stiamo già pensando all’edizione 2012 e cerchiamo di abbinare alla manifestazione un minore stress per i bolzanini. Intanto per le illuminazioni abbiamo puntato su tutti i Quartieri cittadini e nel futuro coinvolgeremo maggiormente le Circoscrizioni".

TRAFFICO. Benissimo le casse che tintinnano, ma sull’altro piatto della bilancia pesa il traffico. A22 bloccata, Centro inavvicinabile, parcheggi presi d’assalto e strade ingolfate: tutto destinato a ripetersi? "Abbiamo un piano – interviene l’assessore comunale alla mobilità Judith Kofler Peintner – che ci permetterà di reggere l’urto con tranquillità. Il treno che collega i Piani con la stazione ci costa 17.000 euro, ma è prezioso, così come gli shuttle con Bolzano Sud. Dal Centro, invece, previsto un corridoio d’uscita che parte da via Alto Adige". Meccanismo che dovrà funzionare alla perfezione per lo snellimento del traffico urbano, dato che le responsabilità sulle complicazioni autostradali vengono rispedito al mittente. "Tra il turismo della neve e gli altri Mercatini – spiega Duzzi – è ingiusto addossare alla sola piazza Walther la colpa degli ingorghi sull’Autobrennero". Il vero test, comunque, è fissato per il lungo ponte che da giovedì 8 dicembre, giorno dell’Immacolata, porterà a domenica 11: l’assalto è già messo in preventivo.

CONCORRENZA. Negli ultimi anni, però, Bolzano è molto meno sola e i Mercatini si moltiplicano anche in Italia. Se la nostra ispirazione è stata Norimberga, ecco che a Verona hanno chiamato direttamente un’associazione austriaca per l’organizzazione del proprio Mercatino e Trento apre e chiude le bancarelle prima e dopo piazza Walther. "Da 400 Mercatini dell’anno scorso – continua Duzzi - siamo passati ai circa 1.000 di quest’anno, quindi la concorrenza non sta a guardare. Molto serenamente credo si debba puntare sulla qualità e avviare una riflessione sul periodo che viene dedicato alla manifestazione. Sono migliaia i turisti che vengono a Bolzano il giorno di Natale e rimangono sbigottiti nel non vederlo". Sulla questione, però, il vicesindaco Ladinser schiaccia il freno senza indugio. "I bolzanini hanno bisogno di giorni di tranquillità il 24 e il 25 e la stessa radice cristiana del Natale non va dimenticata". Tanto per cominciare potrebbe essere utile evitare la pubblicità di altri Mercatini fuori Provincia all’interno della rivista “BM-Bolzano Magazine” curata dalla stessa Azienda di Soggiorno.

 IL COMMERCIO CITTADINO. Inevitabile, comunque, l’accenno alle aperture domenicali e il rapporto del Mercatino con il commercio cittadino. Hanno fatto discutere negli ultimi giorni le aperture domenicali dei negozi "che durante l’Avvento sono sempre state tollerate, anche dalla Diocesi" la puntura di Duzzi dopo la contrarietà espressa dal vescovo Ivo Muser nei giorni scorsi. "Va detto, inoltre, che sia la Provincia sia il Comune si stanno orientando verso normative più stringenti per le aperture domenicali prevedendo, per esempio, il permesso al solo commercio di zona in concomitanza di mercati e fiere".  Solo i negozi vicini, quindi, sarebbero autorizzati ad aprire in caso di manifestazioni particolari e non più tutta la città.

L’ARTIGIANATO SFRATTATO. Niente da fare per commercianti, residenti e artigiani che a gran voce avevano chiesto il ritorno del mercatino dell’artigianato in piazza della Mostra, sede storica delle bancarelle per decenni prima del trasloco in piazza Municipio dello scorso dicembre. Il vicesindaco Ladinser, a margine della conferenza stampa, è stato categorico: "Non se ne parla nemmeno di farlo tornare in via della Mostra. Ci sono dei commercianti che sarebbero coperti dagli stand e vanno tutelati". Insomma, i soli due esercizi della strada contrari si dimostrano sufficientemente potenti da bloccare tutto e pare una strana coincidenza la particolare enfasi su cui si insiste nel Mercatino per i bambini che troverà spazio proprio in via della Mostra. Che sia troppo facile farsi scudo dalle polemiche con i piccoli?


lunedì 21 novembre 2011

Venerdì lunga notte nei musei


Il Civico illuminato per la lunga notte
BOLZANO. Giochi e animazione per i bambini, atmosfere e gratuità per i giovani, approfondimenti e visite guidate per gli adulti: l’edizione 2011 della “Lunga Notte dei Musei” si propone come un evento intergenerazionale. Venerdì 25 novembre saranno sette i musei bolzanini ad aprire i battenti e consentire l’ingresso gratuito a tutti dalle 16 all’1 di notte. Dal tramonto alle stelle, dunque, sarà possibile visitare mostre e installazioni della città senza sborsare un quattrino, ma a tutto questo si aggiunge un fitto programma di iniziative che trasformano la nottata in un menù culturale stuzzicante. Non a caso la formula che arriverà venerdì prossimo al decimo anno di vita ha registrato un costante incremento di interesse passando dai 9.000 spettatori della prima edizione del 2002 ai 20.025 dell’anno passato, con la punta di 24.168 nel 2009.
 Venendo al concreto, però, i musei che resteranno aperti sono l’archeologico, il civico, scienze naturali, scuola, Museion, mercantile e Castel Roncolo. Da Ötzi all’arte contemporanea, dunque, l’offerta è temporalmente e qualitativamente ampia. Partendo proprio dalla mummia del Similaun vale la pena ricordare che l’attuale conformazione del museo archeologico rappresenta un unicuum dedicato al ventennale del ritrovamento dell’Iceman. Ogni piano, quindi, è una tappa attraverso le connessioni che collegano l’Uomo venuto dai ghiacci con il mondo contemporaneo oltre, ovviamente, al pezzo forte di Ötzi stesso. Particolare, invece, l’atmosfera del museo civico ancora in cerca di un futuro. In occasione della lunga notte ci si può concedere lo spettacolo della vista che offre la torre con un panorama che abbraccia ad est i tetti della città vecchia e a ovest, oltre il Talvera, la Bolzano di nuova espansione. Nel tragitto si può ammirare la mostra “Doni d’amore” che, tra regali di fidanzamento e piccoli segni d’amore, pare particolarmente azzeccata per gli animi romantici. Anniversario particolare, invece, per il museo della scuola dato che la “Dante Alighieri” che lo ospita celebra quest’anno il proprio centenario e propone alle 22 un appuntamento originale con la possibilità per tutti di portare il proprio libro di scuola preferito e leggerne un passo particolarmente significativo. Una didattica fai da te che può riservare sorprese. Le opere mediali, invece, sono le protagoniste del Museion che alle 1 chiuderà la nottata con uno spettacolo sulla facciata firmata da Michael Fliri. Da non perdere alle 24 la visita guidata all’esposizione condotta da Letizia Regaglia che del Museion è direttrice. Per chi ama i francobolli, invece, circoletto rosso attorno all’appuntamento con l’annullo speciale per la mostra sulla posta del passato al museo mercantile: una vera e propria esplorazione attorno ai cambiamenti del comunicare. Grande attenzione ai bambini, invece, al museo di scienze naturali dedicato ai dinosauri con memory, pittura e teatro dei piedi tra fossili e interessanti ricostruzioni. Suggestivo, infine, il programma di Castel Roncolo che propone dalle 17 musica antica e rappresentazioni medievali e alle 24 la visita guidata al ciclo di affreschi del Medioevo “Vizi e virtù” commissionato dai Vintler. Bus navetta dedicato con fermata in via Cassa di Risparmio. Tutti i musei, comunque, presenteranno fino alle 20 iniziative pensate per le famiglie e i bambini e l’intero programma è consultabile sul sito www.lunganotte.it.
 Particolarmente soddisfatto alla conferenza stampa di presentazione tenutasi ieri mattina a Palazzo Mercantile è Michl Ebner, presidente della Camera di Commercio, che già getta lo sguardo al prossimo anno. "Nel 2012 mi piacerebbe offrire al pubblico la chicca dell’apertura delle cantine del museo mercantile che sono uno spettacolo unico". Si sofferma sul museo civico, invece, l’assessore alla cultura del Comune di Bolzano Patrizia Trincanato: "Dentro quelle sale è depositata la storia della città ed è giusto che questa collezione venga valorizzata. Quest’anno, oltretutto, la lunga notte coinciderà con l’apertura del Mercatino e sono particolarmente contenta di offrire alla città e ai suoi visitatori il volto di una Bolzano attenta alla salvaguardia della cultura oltre che delle sue tradizioni commerciali>>. Qualche numero, infine, viene fornito dal direttore della ripartizione musei provinciali Othmar Parteli: "Ogni singolo museo ha contribuito con 3.000 euro a un fondo comune per la promozione dell’evento. Segno che la manifestazione è sentita e apprezzata". Ora tocca ai bolzanini. 
Alan Conti


Ancora crepato l'arco in via Streiter


L'arco in un bello scatto bianconero di Serenella Margotti

BOLZANO. Ci risiamo. A quattro anni distanza un altro camion ha urtato, danneggiandolo, l’arco del quattordicesimo secolo di via Streiter costringendo il Comune a transennare l’area sottostante per proteggere i pedoni dall’eventuale caduta di calcinacci. L’episodio, del tutto analogo a quanto avvenuto nel dicembre 2007, risale a venerdì pomeriggio quando il mezzo pesante ha toccato il lato dell’arco tutelato dalle Belle Arti causando lo spostamento di parte dell’intonaco. Uno sfregamento sufficiente a creare una situazione potenzialmente a rischio e preoccupare Daniela Martini, titolare del vicino Sonder Bar, e le tre famiglie residenti nella palazzina collegata. "Per l’ennesima volta – attacca Martini – siamo costretti a fare i conti con una situazione pericolosa. Nel 2007 la crepa lunga tre metri, oggi le transenne per evitare la caduta dei calcinacci. Purtroppo non si sono mai prese particolari tutele". Il problema, infatti, è il consistente traffico di mezzi pesanti laddove bisognerebbe limitarlo e prestare particolare attenzione. "Ogni giorno ne conto ben più di una quindicina – continua la barista – che riforniscono l’intera strada e altre zone limitrofe. E’ quasi inevitabile che periodicamente qualcuno si incastri data la particolarità dell’architettura. Ogni urto comporta degli interventi e non aiuta di certo la sicurezza complessiva". Dagli uffici comunali, intanto, il direttore dell’ufficio infrastrutture Fabio Begher ribatte che "le limitazioni le abbiamo messe, ma è la stessa conformazione della strada e dell’arco a renderle complicate". Partiamo dall’aspetto architettonico. "Trattandosi di un sesto acuto tende a stringere molto l’altezza negli angoli, quindi può dare l’impressione agli autisti di essere perfettamente in sagoma al transito quando invece non lo sono. Basta un minimo spostamento, dovuto alla presenza di un pedone o altri motivi, per aumentare le possibilità di contatto in modo sensibile. E’ necessario, quindi, invitare tutti i trasportatori alla massima attenzione: dobbiamo farlo noi, ma anche gli stessi riforniti". Non sarebbe più semplice procedere con limiti o divieti chiari? "Abbiamo già adottato alcune misure specifiche, ma l’unico intervento realmente risolutore avrebbe un impatto estetico discutibile. Si tratterebbe, infatti, di montare due paracarri in mezzo alla via che inducano ai camion la giusta posizione di transito. Non solo, proprio perché in mezzo alla strada dovrebbero forzatamente essere bianchi e neri con catarifrangenti: non esattamente il massimo della valorizzazione estetica, artistica e architettonica per un arco posto sotto tutela dalle Belle Arti".
Alan Conti 

Mille al giorno per il check up in Fiera

Il check up fatto in Fiera si pone l'obiettivo della prevenzione
BOLZANO. 
 Mille controlli al giorno, obiettivo quattromila facilmente raggiungibile entro domenica e almeno il doppio di persone rimandate indietro. I numeri descrivono bene il successo dello screening cardiologico gratuito offerto dall’Azienda Sanitaria Locale all’interno dei padiglioni della fiera che da due giorni ospita “Sani&Vital” . Davanti allo stand per i controlli, infatti, la fila è talmente consistente che l’organizzazione ha dovuto srotolare i classici pali con i nastri rossi e disegnare il biscione tipico per banche e uffici pubblici. In un sol colpo, infatti, un pool di cinque infermieri su altrettante postazioni misurano pressione, glicemia, colesterolo e stilano una sorta di quadro generale da passare al medico specialista per un colloquio individuale. Lo scopo è quello di scovare casi a rischio in persone che non lo immaginano o che hanno una certa allergia agli ospedali, ma il risultato è un sostanziale accorciamento dei tempi per una serie di operazioni che, svolto secondo i canoni tradizionali, potrebbe durare ore o giorni tra un ambulatorio e l’altro.

 A presentarci la riuscita iniziativa è il responsabile Massimo Giacometti, caposala di Cardiologia a Bolzano. "Prima di tutto gli interessati devono presentarsi al desk gestito dalle relazioni con il pubblico dove saranno sottoposti a domande preliminari di filtro. Se il quadro può essere considerato potenzialmente a rischio, allora il paziente può sottoporsi alle varie postazioni di analisi, quest’anno cinque rispetto alle tre del 2010, e poi accomodarsi per il colloquio con il medico". Tutto il personale, comunque, è quello ospedaliero: "Certamente, abbiamo sei infermiere e tre medici, rispettivamente un cardiologo, un nefrologo e un dottore di medicina interna. Sono loro a stilare il quadro definitivo al paziente e a rispondere a domande e timori. Tutto in un ambiente diverso dal classico ambulatorio". Il fine, logicamente, è quello della prevenzione. "Certo, contiamo di arrivare a 4.000 screening entro la fine della fiera e siamo già a quota 1.000. Se su questi numeri scoviamo anche solo 30 o 40 casi potenzialmente ad alto rischio, ecco che il consiglio e la programmazione di uno stile di vita differente possono fare la differenza. Non solo, si può tranquillamente rimandare le persone ad analisi più approfondite". Non tutti, proprio perché lo scopo è quello preventivo, possono accedere liberamente agli esami. "Al desk – spiega Karin Dellantonio, impegnata nella distribuzione di alcuni questionari – tendiamo a escludere i maschi under 40 e le donne under 50 e sottoponiamo agli altri specifici quesiti che possano delineare situazioni potenzialmente rischiose. Esclusi anche i nostri pazienti e chi ha già sofferto di patologie cardiache, proprio perché già seguiti con regolarità. Importante, infine, essere a digiuno da almeno 4 ore". Si cerca, insomma, di indagare nel “sommerso” e il pubblico apprezza. "Davvero un’iniziativa lodevole che ci permette uno screening di livello e completo" l’opinione di Marialuisa Dotta. "La sanità altoatesina è di buon livello – interviene Augusto Cavaliere – e, per quanto non lo possano sembrare, operazioni di questo tipo permettono di risparmiare intercettando possibili complicazioni patologiche". Concorde Maria Assunta De Concini che con il marito Albino Ferro arriva da Trento. "Meno male che la vostra Asl ci ha messo a disposizione questo servizio così abbiamo potuto scoprire alcuni valori che vanno tenuti sotto controllo. E’ corretto, infine, apprezzare un percorso che, se svolto all’interno delle normali procedure sanitarie, comporterebbe una perdita di tempo assai maggiore con i rimbalzi tra laboratori di analisi, medici di base e specialisti. Se poi si scopre di stare bene, beh, si ha anche un motivo in più per godersi la visita al resto della fiera".
Alan Conti

venerdì 18 novembre 2011

Insegnanti, preoccupano calendario e graduatorie


Insegnanti, un futuro da scrivere

BOLZANO. Calendario unificato come soluzione impraticabile con tanto di raccolta firme in difesa dell’autonomia scolastica, riapertura delle graduatorie a pettine anche a insegnanti provenienti da fuori provincia e innalzamento degli anni di vincolo alla scuola scelta per l’immissione in ruolo da tre a cinque anni con abolizione dell’assegnazione temporanea per motivi familiari. E’ stata un’assemblea sindacale controversa quella indetta ieri mattina dai settori scuola delle tre confederazioni Cgil, Cisl e Uil: sono pochi, infatti, gli insegnanti ad essere usciti dall’aula magna dell’Iti con il sorriso.
 Occupazione, didattica e autonomia i temi che maggiormente sono comparsi in un acceso dibattito in cui la maggioranza del corpo docente di ogni grado ha manifestato l’assoluta contrarietà all’imposizione di un calendario unificato. L’esigenza manifestata dalla scuola tedesca, dunque, non è assolutamente tale per le cattedre italiane e sono gli stessi sindacati a promuovere una raccolta firme contro quello che viene definito come “un colpo di mano”. "L’autonomia va difesa ad ogni costo – spiega Stefano Fidenti della Cgil Scuola – e la petizione persegue questo obiettivo. Addirittura nelle scorse settimane sono stati rivisti tutti i passaggi normativi in cui si affidava ai singoli istituti la scelta sull’articolazione didattica in cinque o sei giorni. Vero che l’assessore Christian Tommasini si è speso molto per dichiararsi contrario all’unificazione, ma in giunta ci saremmo aspettati un voto negativo all’emendamento". Dal pubblico, invece, un’insegnante ha chiesto una presa di posizione più decisa da parte della Sovrintendenza italiana. Sull’argomento, si sa, Tommasini è abbastanza sensibile e sa di giocarsi parecchio in termini di rappresentatività delle esigenze della scuola italiana."Abbiamo parlato con i dirigenti che hanno poi trasmesso le nostre motivazioni agli insegnanti – le sue parole – quindi pensiamo di aver preso posizione in maniera abbastanza netta a vari livelli. Voteremo contrario e non pensiamo neppure ad eventuali applicazioni particolari. Chiaramente il mio pensiero è anche quello della Sovrintendenza". Uguale risolutezza arriva dalla Sovrintendente Nicoletta Minnei: "Da giugno diciamo che la situazione è complessa e che il nostro monte orario rende difficile adottare un sistema unificato per tutti. Siamo disposti a mediare solo su un’ipotetica uniformità delle vacanze, dell’inizio e della fine delle lezioni".
 Tasto delicato per i precari è invece la futura riapertura delle graduatorie con inserimento a pettine il che comporta, sostanzialmente, la possibilità di iscriversi a Bolzano da qualsiasi altra provincia italiana senza finire in coda per un anno come previsto in precedenza. Insegnanti altoatesini che cominciano a vedere i primi posti e l’immissione in ruolo, quindi, potrebbero ritrovarsi all’improvviso in mezzo al guado. "La Corte Costituzionale – continua Fidenti - si è espressa in modo contrario all’analogo meccanismo di inserimento in coda che vigeva a Trento: evidentemente anche da noi si sono voluti cautelare. Il problema è che il diritto alla mobilità non può ledere quello di una stabilità che garantisca una minima progettualità di vita. Evidente che chi pensava di entrare in ruolo tra pochi anni potrebbe rifare tutti i calcoli considerando pure le massicce sforbiciate operate nella scuola a livello nazionale". Un primo contrappeso, però, è stato trovato nell’innalzamento del vincolo alla scuola in cui si svolge il primo anno di insegnamento a tempo indeterminato da tre a cinque anni. "Questo – interviene Donatella Califano della Cisl – da una parte permette una certa stabilità didattica e occupazionale, ma dall’altra crea delle gravi situazioni di disagio dato che persino l’assegnazione temporanea per motivi familiari è stata cancellata". Sulla questione fa chiarezza Ivan Eccli, direttore di Dipartimento Istruzione e Formazione Professionale. "La sentenza della Corte Costituzionale 41/2011 parla chiaro sull’inserimento a pettine imposto alla provincia di Trento: non potevamo fare altro che adeguarci. Il problema per i nuovi entrati, comunque, si porrà tra due anni con la riapertura integrale delle graduatorie e non solo all’aggiornamento come adesso. L’innalzamento del vincolo a quinquennio, infine, è una misura prevista dalla legge nazionale di luglio voluta dal ministro Umberto Bossi e semplicemente recepita dalla Provincia".  Il prossimo anno, tuttavia, risaliranno gli inseriti in coda per l’anno scolastico 2011/2012 e si potrà cominciare ad avere un quadro più chiaro degli effetti sulla graduatoria.
Alan Conti

Kamtu e il fumetto d'Africa


L'avatar di Popa Matumula 
BOLZANO. E’ un’Africa raccontata attraverso i baloon quella che il vignettista e fumettista Popa Mtolera Mamutula proporrà domani sera in un incontro organizzato alle 17 nella libreria Mardi Gras di via Andreas Hofer. Mamutula, per la verità, è più noto dagli appassionati con il nome d’arte di Kamtu, personaggio creato dalla sua china e diventato davvero famoso, soprattutto nella sua Tanzania. Prima di diventare un fumettista universalmente riconosciuto, infatti, Kamtu si è imposto all’attenzione per la sua affilata analisi politica portata avanti attraverso l’arte del disegno. Un meccanismo che appare abbastanza abituale nei Paesi europei, soprattutto nell’ambito satirico, ma che non è così semplice da mettere in piedi in realtà politiche delicata come quelle africane. A Bolzano, dunque, Mamutula potrà anche raccontare il difficile avvio di una carriera importante. Ben presto, infatti, i suoi lavori varcano i confini delle testate e riviste nazionali per imporsi in pubblicazioni mondiali come, tra gli altri, il Los Angeles Times, il New Africans, The Post Star e il tedesco Entwicklungspolitik. Non solo, tra il 2007 e il 2010 i suoi lavori sono stati esposti presso il World Press Cartoon in Portogallo e anche la London School of Economics and political science gli ha dedicato alcune esposizioni con, evidentemente, particolare attenzione alle tematiche politiche. Il primo premio all’ “Africa Comics” 2009-2010, insomma, è la naturale conseguenza di quello che, forse, viene considerato il miglior fumettista del Continente Nero.
 Cosa porta, però, un simile artista a Bolzano? La risposta è nel percorso che accompagna nei mesi l’avvicinamento all’”Artmaysound” chiamato, per l’appunto, “Road to Artmaysound”. Interculturalità e temi sociali sono gli scenari in cui si muoverà questo cartellone propedeutico alla manifestazione che tornerà in città il 25 e il 26 maggio dell’anno prossimo. Oltre alla libreria Mardi Gras, comunque, hanno contribuito all’organizzazione dell’incontro anche l’associazione “Africa e Mediterraneo”, il centro giovanile “Charlie Brown” e l’associazione “La Strada”. (a.c.)


 

Viale Europa: zebre invisibili


Il cartello della via, almeno lui, si vede
BOLZANO. Don Bosco è quartiere dagli attraversamenti pericolosi e l’asse via Sorrento-viale Europa-via Sorrento-via Resia è la colonna vertebrale del pericolo per i pedoni. A denunciarlo è Sergio Pomalo, responsabile del settore viabilità di Futuro e Libertà che sceglie via del Ronco per una conferenza stampa “sul campo”. "Negli attraversamenti tra la rotonda e via Gutenberg – spiega indicando il viale – sono stati installati dei pali per appendere i cartelli aerei di avvertenza che segnalano la presenza delle strisce agli automobilisti. Un lavoro tecnicamente impeccabile e di buona fattura, peccato che le foglie degli alberi lungo la strada coprano totalmente le indicazioni. Si tratta di un controsenso incredibile dato che in Comune un ufficio disfa il lavoro dell’altro. Gli sforzi della Segnaletica, infatti, vengono vanificati dalle scelte della Giardineria: ci sarebbe bisogno di un coordinamento migliore". C’è, però, un problema più concreto legato alla sicurezza: "Sicuramente la mancanza di visibilità comporta dei rischi perché gli automobilisti non vengono avvertiti delle strisce ed è sufficiente una velocità leggermente più alta per procurare un danno. Lungo tutta viale Europa, oltretutto, contiamo quattro differenti attraversamenti che diventano otto considerando i due sensi di marcia: non sono pochi". La strada, inoltre, è storicamente teatro di incidenti. <
 Alan Conti

giovedì 17 novembre 2011

Cortina sfratta gli ambulanti

Uno scorcio del centro di Cortina all'Adige teatro della sagra
 CORTINA ALL'ADIGE. Sono i titolari dei banchetti che in vent’anni hanno reso la sagra di San Martino a Cortina all’Adige un evento atteso da tutta la Bassa, eppure venerdì scorso hanno raccolto il benservito dell’amministrazione e si sono dovuti accomodare ai bordi della festa, nelle vie secondarie o davanti al parcheggio lontani dalla piazza. Protagonisti quando la manifestazione doveva essere lanciata, comparse oggi che il Comune deve premurarsi di assicurare visibilità ad associazioni e artigianato decisivi sotto elezioni. E’ forte, quindi, la rabbia dei proprietari della storiche bancarelle che si sono rivolti al responsabile provinciale di settore in Confesercenti Mirco Benetello. "Una ventina di anni fa il Comune di Cortina decise di lanciare l’evento e quasi implorò i commercianti di portare i loro banchetti per San Martino. Negli anni sono loro che hanno reso solida la manifestazione, ma a pochi giorni dell’edizione 2011 hanno ricevuto una lettera che comunicava il cambio di postazione rispetto agli anni passati, tutto per favorire una collocazione centrale di associazioni e artigiani. Dalla piazza, quindi, gli ambulanti sono stati spostati all’entrata dei parcheggi o nelle strade secondarie: un danno consistente per chi conta sui clienti fedeli e sui turisti di passaggio, i primi spiazzati dalle modifiche e i secondi naturalmente attratti dal lontano centro della festa. Una buona giornata di lavoro, insomma, si è trasformata in un pianto greco e ora valuteremo se continuare a garantire la nostra presenza data la scarsa gratitudine dimostrata". Per la verità un incontro, interlocutorio, con il sindaco Manfred Mayr c’era anche stato "ma solamente a due giorni dalla sagra – spiega il commerciante di alimentari Giuseppe Baio – e si poteva fare davvero poco. Siamo rimasti molto delusi nel constatare che ci era stato affidato uno spazio vicino al parcheggio, lontano dalla piazza. In cifre possiamo ipotizzare un danno pari ad almeno il 50% in meno di visite e una diminuzione del volume d’affari proporzionale. Ora ci auguriamo che si sia trattato semplicemente di uno spiacevole equivoco e di tornare al nostro posto il prossimo anno". Già perché l’11 novembre non è esattamente giornata dalle poche alternative. "Cornaiano è – interviene il collega Lorenzo Malatesta del settore abbigliamento – molto più appetibile per le sue dimensioni, ma a Cortina ci lega un affetto tradizionale. Io, per esempio, sono stato tra i primissimi a lanciare questa sagra e ricordo bene il vecchio sindaco che ci venne a cercare uno per uno. Abbiamo investito anche noi negli anni rinunciando ad appuntamenti più sicuri per avventurarci e far crescere Cortina, ora non possiamo accettare di essere messi da parte perché qualcuno deve ringraziare gruppi o persone che gli hanno garantito le elezioni". Questione, insomma, di riconoscenza: meglio preferire la doverosa alla clientelare.
Alan Conti