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lunedì 12 aprile 2010

Le coop: da noi orari più flessibili e più cura


BOLZANO. Mauro Mantovan è un genitore che ha scelto il nido comunale Sole di via Milano: «Ci piace l’organizzazione. Le tariffe? Chiaro che pagare 300 euro a figlio pesa ma, tutto sommato, mi sembra un prezzo abbastanza equo». Gabriella Cortelletti, operatrice, cerca di smorzare la contrapposizione con le microstrutture: «Si tratta di servizi diversi che hanno, però, una linea pedagogica condivisa». La collega Angelica Piro chiude le riflessioni con uno sguardo alle tariffe: «Modularle anche qui in base all’orario non mi sembra una soluzione applicabile. La professionalità di queste strutture giustifica i prezzi richiesti dalle famiglie, calcolati, oltretutto, in base al reddito». Sonia Martinato e Laura Montel lavorano invece nella microstruttura “Aquilone”, avamposto di “Baby Coop” in piazza Don Bosco. «Il rapporto delle nostre cooperative è di un’operatrice ogni cinque bambini, in luoghi magari più intimi e raccolti: sono questi gli aspetti maggiormente apprezzati dai genitori». La scelta dell’orario, invece, sembra essere un vantaggio solo sulla carta: «Rispetto a qualche anno fa, oggi i bambini sono tutti qui alle 9 e il 90% rimane anche il pomeriggio fino alle 16, quindi da quel punto di vista siamo simili all’asilo». Maria Mattina lavora nella microstruttura della coop “Tagesmutter” di via Bari: «Sbagliato pensare che a noi si rivolgano solo le famiglie rimaste fuori dalle graduatorie per il nido. Si tratta, anzi, di una scelta consapevole basata sulla flessibilità dell’orario e della possibilità di seguire i piccoli più da vicino». (a.c.)

Il Comune: no alla tariffaria nei nidi


Alto Adige — 11 aprile 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. E’ scontro aperto tra Comune e cooperative per il complicato rapporto tra asili nido comunali e microstrutture gestite dalle coop. Il presidente di Federsolidarietà Paolo Tanesini accusa il Comune di mantenere in piedi strutture (gli asili nido) troppo costose e incapaci di essere flessibili in termini di orari e tariffe. Ieri - giornata delle porte aperte - la replica dell’assessore comunale alle politiche sociali Patrizia Trincanato e del direttore dell’Assb Bruno Marcato. «Le dichiarazioni di Tanesini - attacca Trincanato - sono prive di fondamento. La questione della chiusura estiva è una falsa informazione dato che le strutture dei nidi chiudono a rotazione. Non solo, quando si chiede di rivalutare le fasce di reddito per le tariffe non si calcola che solo il 2% delle famiglie, pari a 6 unità, paga la retta massima di 310 euro, mentre il 31%, ovvero 96 nuclei familiari, gode del prezzo minimo di 88 euro. Nel mezzo ci sono 206 bambini, pari al 67%, che pagano cifre diverse in un range complessivo di addirittura 20 fasce: mi sembra più che sufficiente. Sul tempo prolungato fino alle 18, inoltre, le tariffe vanno da un minimo di 105 euro a un massimo di 422». Per qualcuno, però, le graduatorie sono un’incognita: «Guardi, nel 2009 abbiamo soddisfatto il 91% delle richieste (387 bambini) contro il 9%, ovvero 37 bimbi, rimasti fuori. Il vero problema sulle tariffe, semmai, è legato al discorso del finanziamento e alla volontà di uniformare anche l’asilo nido sulla tariffa oraria che potrebbe portare al rischio concreto di aumento dei costi gravanti sulle famiglie. Le strutture, infatti, in qualche modo vanno pagate. In un momento di crisi non mi sembra il caso». Tanesini, comunque, propone di bloccare lo sviluppo dei nuovi nidi in favore delle microstrutture. «Per noi non è una soluzione percorribile». Marcato, intanto, si dedica a un’analisi dei costi: «Dire che le coop costano di meno è come scoprire l’acqua calda. Logico che un appartamento singolo richiede meno risorse di edifici più complessi, così come il personale ha contratti a volte più bassi. Non solo, nel nido, per esempio, quando si deve far fronte a una maternità o altri costi sociali tutto grava sulla gestione, mentre le coop possono poggiare sull’Inps. Non scordiamoci, comunque, che Bolzano è l’unica realtà italiana dove gli asili nido rientrano nel settore sociale e non in quello pedagogico-educativo». Insomma asili nido e miscrostrutture un poco come i “fratelli coltelli”: ci si affanna a minimizzare le contrapposizioni, ma nelle sfumature si coglie un pizzico di competitività di fondo. Ieri giornata delle porte aperte anche operatori e genitori hanno voluto dire la loro. «Le differenze contribuiscono ad accrescere l’offerta - dichiara Bruna Baldo, coordinatrice dell’asilo nido “il Sole” di via Milano -. Da una parte, infatti, abbiamo edifici più grandi e consoni, dall’altra la possibilità di modulare l’orario. Dire che il nido non copre il periodo estivo non corrisponde al vero. Ogni struttura, infatti, chiude per un mese, però tutto è organizzato a turn-over in modo che sul territorio ci sia sempre un asilo aperto dove, per le famiglie che lo richiedono, si può mandare il bambino per l’estate. Le liste d’attesa chilometriche, infine, sono un altro falso mito: solo al “Sole” soddisfiamo ben più dell’80% delle richieste». Ci sono poi degli aspetti professionali che differenziano le due soluzioni, come spiega l’operatrice Mara Spadina: «E’ vero che l’asilo ha orari fissi, però abitua i bambini a dei ritmi quasi “scolastici” che dovranno affrontare più avanti. Il rapporto operatori-bambini, comunque, è di 1 a 6 per i lattanti e 1 a 8 per gli altri: non tanto più alto di quello delle microstrutture». - Alan Conti

Blocco Studentesco contro la Riforma


Dopo gli insegnanti prendono posizione anche gli studenti schierandosi a difesa degli Istituti Tecnici e Professionali, minacciati dalla Riforma Gelmini che in Alto Adige verrà applicata il prossimo anno. E’ questo il senso della manifestazione intitolata “La Riforma la facciamo noi, giovinezza al potere” e promossa dall’associazione “Blocco Studentesco”, storicamente orientata verso la Destra Sociale. Partiti da piazza IV Novembre i manifestanti, non più di una cinquantina, sono infine approdati sotto Palazzo Widmann per far sentire la propria voce a chi è chiamato a gestire la patata ardente dell’imminente Riforma del ciclo della scuola superiore, ovvero l’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini. Mirko Gasperi, organizzatore della manifestazione, ha le idee chiare: “L’accorpamento degli Istituti Tecnici e Professionali, che mette in pericolo in particolar modo le scuole Galilei e De’Medici a Bolzano, è uno sbaglio e un danno enorme per la realtà altoatesina, dove questo tipo di formazione è basilare. Intendiamo, quindi, far sentire la nostra voce con chi dovrà decidere”. Decisioni ufficiali, in realtà, non sono ancora arrivate. “Certo, però l’assessore Tommasini non ha ancora fornito adeguate rassicurazioni e l’esempio di Trento, dove gli Istituti sono stati soppressi, non è incoraggiante. Gli stessi insegnanti, oggi in sciopero con la Cgil, hanno espresso la propria preoccupazione e ci piacerebbe coinvolgere in questa protesta pure altre organizzazioni studentesche, anche di orientamento politico diverso dal nostro come gli “Studenti Consapevoli”. Pochi , in questo senso, gli spiragli lasciati aperti dal coordinamento di “Alternativa Studentesca” , in orbita Pdl e destra moderata. Per bocca del presidente provinciale Alessandro Bertoldi l’associazione prima apprezza “i toni propositivi adottati da “Blocco Studentesco” che ha condotto una manifestazione costruttiva, senza lasciarsi andare alla sola critica di tutto” poi stigmatizza i motivi della protesta. “Non condividiamo – continua Bertoldi - la posizione, la richiesta e i principali contenuti dell’iniziativa e non avvertiamo, in questo senso, alcuna seria motivazione per la quale l’Alto Adige debba essere esentato dalle disposizioni previste dalla Riforma”.

Il Centro senza parcheggi


Alto Adige — 10 aprile 2010 pagina 18 sezione: CRONACA

BOLZANO. Se c’è un problema democratico a Bolzano è quello del parcheggio. Non c’è quartiere che non ne lamenti la mancanza e, tra questi, il Centro è sicuramente una delle zone più critiche. Sono gli stessi residenti che protestano per una situazione che, già problematica per costituzione, si è aggravata negli ultimi mesi con l’apertura di alcuni cantieri e la difficile gestione della Zona a Traffico Limitato. Corollario delle lamentele un comportamento “anarchico” da parte dei ciclisti, i disagi degli artigiani e i prezzi elevati dei garage sotterranei. «I posti bianchi in Centro- esordisce Franco Comunello - sono una specie in via d’estinzione: continuano a levarne e ogni occasione è buona. Gli stessi cantieri lungo via Cavour hanno sottratto qualche posteggio e causano code regolari. Bisogna mettersi il cuore in pace e rassegnarsi a girare per le strade in attesa del colpo di fortuna visto che non tutti hanno la disponibilità per acquistare i costosissimi garage della zona. Un pericolo, infine, arriva dalle bici che percorrono la strada contromano e tra loro capita anche il sindaco». Una stilettata a Spagnolli la rifila anche Alberto Locher, idraulico: «Per lavoro mi devo muovere con il furgone, ma in questa zona è un’operazione praticamente impossibile. Il carico e scarico nella Ztl è gestito in modo confuso anche perché le piazzole specifiche sono regolarmente occupate dalle auto. Adesso, infatti, basta esporre il disco orario di mezz’ora per posteggiare e qualcuno si limita a scendere ogni trenta minuti per aggiornarlo: l’Amministrazione dovrebbe intervenire. Le biciclette, infine, sembrano godere di una certa impunità in Centro, mentre gli automobilisti vengono regolarmente tartassati dalla polizia municipale». Josef Schrott è il titolare del bar “Ally” di via Cavour «dove - spiega - le lamentele dei clienti sul tema sono all’ordine del giorno. Io stesso ho dovuto comprare un posteggio privato se non volevo impazzire quotidianamente». Anna Hofler, invece, punta il dito contro il traffico “esterno”: «Chiuderei direttamente il Centro a tutti i non residenti perché le macchine sono davvero troppe e i penalizzati, alla fine, siamo soltanto noi». La questione dei cantieri viene ripresa da Savino Ferrari: «Non è possibile, per favorire chi costruisce, arrecare disagio a tutti i residenti della zona levando posteggi e creando ingorghi. La stessa Ztl non sempre è gestita al meglio e il nuovo senso unico in via Bottai non mi convince più di tanto». Marco Franzosi si iscrive al partito degli “arresi”: «Abito ai Piani e devo venire spesso qui in Centro, ma lo faccio sempre a piedi, altrimenti sarebbe impossibile rispettare gli appuntamenti». Giuseppe Simonazzi, invece, ammette «una carestia cronica di parcheggi che non si riesce a risolvere». Roberto Copercini punta il dito verso via Piave: «Quello è il tratto che crea maggiori intasamenti nella Ztl. I posteggi, invece, sono un miraggio durante l’ora di punta: è una fortuna avere il parcheggio privato perché anche chi ha l’abbonamento all’Hotel Luna deve fare i conti con la calata dei turisti nei giorni festivi che blocca via Molini». Adriano Feltrin è un altro artigiano in difficoltà: «Col furgone è praticamente impossibile trovare posto sui “bianchi”, quindi non mi restano che le soste a pagamento, ma di certo non è il massimo per il portafoglio, specie in Centro. Nella Ztl, invece, non è raro imbattersi in furgoncini ammassati ai lati in disordine». Insomma, una convivenza difficile tra gli abitanti e chi, nella Zona a tarffico limitato ci entra per lavoro. Chiude il giro di opinioni la signora Elisabeth, che in centro non abita ma ha le idee chiare: «Io qui vengo solo per lavoro, ma non mi sogno di venire in auto. Meglio affidarsi al bus». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

sabato 10 aprile 2010

Piano Rifiuti, no dai quartieri


Alto Adige — 09 aprile 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. Stavolta a finire nel bidone della spazzatura è direttamente il Piano rifiuti. Non piace per nulla nei quartieri, in particolare a Don Bosco ed Europa Novacella, la prospettiva imposta dalla Provincia al Comune di sostituire i 3.900 cassonetti verdi con 18.000 piccoli bidoni condominiali, ma soprattutto non viene digerita la perdita complessiva di 429 posti auto, 200 aree private e 92 aiuole prospettata dalla Seab. Ciliegia amara sulla torta il probabile aumento delle tariffe denunciato dai Consumatori nell’ordine del 15-20%. «E’ una porcheria bella e buona - l’attacco diretto di Antonio Mancuso al Piano rifiuti - che non piace a nessuno, se non a qualche politico che cura i suoi interessi. La gente non trova parcheggio? Leviamone più di 400. Si fa fatica ad arrivare alla fine del mese? Aumentiamo la tariffa Seab. Non sono queste le risposte che cerchiamo dalla politica e poi non ci si stupisca se i cittadini ignorano le urne». «Pensare di avere il bidone praticamente in casa non è proprio piacevole - riprendono Sabrina Casarotto e Grazia Sapio - anche se questo tipo di misure in altri paesi ha funzionato». Fabio Moreni è titolare di un negozio e non nasconde qualche preoccupazione: «Già adesso davanti alla nostra porta abbiamo dei bidoni che sono un problema per la puzza e il disordine che creano. Non vorrei che con il nuovo sistema ci si presentasse un accumulo di bidoncini, con tanto di perdita di parcheggi, aumenti delle tariffe e, da non dimenticare, la classica spazzatura selvaggia che si trova alla mattina o dopo i weekend. Bisognerebbe pensare anche a come arginare il fenomeno di chi viene a Bolzano a buttare divani, lavatrici, televisioni o quant’altro per non incorrere in sanzioni nel proprio paese». Dura anche la voce di un commerciante che intende rimanere anonimo: «Da una parte ci fanno lavorare di più e dall’altra ci sfilano i soldi dal portafoglio. Non è un’azione corretta». Antonio Mancin, poco più in là, scuote la testa: «Non sono d’accordo con quanto è stato deciso con il Piano rifiuti. L’aumento delle tariffe è davvero scandaloso: ma era così necessario farlo?». Concetti poi ripresi da Antonio Benassai: «Abbiamo tutti l’impressione che sia solo una misura per dare lavoro alla Seab. I bidoni nei cortili, poi, sono un’idea sbagliata perché porteranno scomodità, attornieranno i bambini che giocano e potrebbero attirare i clochard in ogni angolo della città. Per non parlare dei parcheggi che verranno a mancare...». «Ci sono sempre più auto e meno aree di sosta - riprende l’amico Michele Feroleto - quindi non riesco a capire perché levarne ancora. Forse, in questo modo, si può avere la scusa per costruire nuovi garage sotterranei». Contraria in modo netto è anche Loredana Viola: «In via Bari già è un’impresa trovare posto adesso - commenta - figuriamoci dopo questa misura scellerata. Mi auguro, perlomeno, che abbiano la decenza di fornirci i bidoncini comprensivi di chiave privata visto che tanto il lavoro di portarli in strada dovremmo farlo noi mentre, come ringraziamento, ci fanno pagare gli aumenti delle tariffe». L’unica voce favorevole, intanto, è quella di Meleta Catak: «Accolgo con positività tutto quello che potrebbe servire a salvare un poco l’ambiente, anche se in piccola parte». Subito, però, arriva il giudizio negativo di Walter Ganz e Michela Valli: «Sarà un fallimento che costerà a tutti molto caro. Il primo cruccio è quello del parcheggio, poi c’è da considerare gli aumenti in bolletta. Già con l’umido si rischiano multe e c’è molta confusione su quali rifiuti è lecito buttare e quali no, ora aggiungono altre difficoltà. La sensazione - concludono - è che ci stiano prendendo in giro e che si mascheri da ambientalismo il bisogno di avere abbastanza materiale per il prossimo inceneritore». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

Festa d'addio a via Manci, domani (oggi, ndr) il liceo Classico riprcorre il suo passato


Alto Adige — 09 aprile 2010 pagina 28 sezione: AGENDA

BOLZANO. Solitamente le feste si fanno per le inaugurazioni, ma nessuno vieta che pure una demolizione possa ricevere i giusti onori. Nasce così la festa “Lic’Ero” che andrà in scena domani nell’ormai ex sede del Liceo classico “Carducci” in via Manci. E’ di pochi giorni, infatti, il trasloco della scuola nella vicina via Longon, all’interno dell’edificio occupato prima dal pedagogico (fu magistrale) “Pascoli”, e tanto basta per stringere il cuore a chi nella vecchia struttura ha passato il quinquennio che porta alla maturità. In via Manci, dunque, studenti, dirigenti, docenti e personale di oggi e di ieri si apprestano a salutare aule e stanze che per anni li hanno ospitati. Più che un addio, comunque, è un arrivederci visto che nel giro di tre anni l’edificio verrà ristrutturato per tornare ad ospitare il “Carducci”, stavolta in via definitiva. Ma è evidente che, se pure la localizzazione “geografica” rimarrà la stessa, con un edificio scolastico costruito ex novo, nulla ci sarà più di quello che tanti liceali hanno visuto fra le mura del “loro” classico. «Si tratta di una precisa richiesta - precisa la dirigente Carmen Siviero - arrivata dagli alunni, soprattutto quelli che hanno lasciato il liceo da qualche tempo. Si tratta, quindi, di un’occasione per festeggiare da una parte l’aspetto affettivo di chi in via Manci ha intrecciato amori, amicizie con la formazione scolastica e dall’altra una tappa importante nella storia di un istituto storico della città». Già, perché il “Carducci” era di stanza in via Manci “solo” dal 1972: «Prima - riprende Siviero - c’è stata la storica sede di piazza Domenicani, istituita già negli anni Venti. Oggi contiamo 620 alunni distribuiti in 31 classi, con una proiezione di 650 per il prossimo anno scolastico». Fitto il programma della festa. Si parte alle 8, classico orario scolastico, con l’apertura dei laboratori di storia e poesia, cinema e documentazione, musica, teatro e danza e grafica. Tutti, ragazzi ed ex alunni, potranno così dare libero sfogo alla creatività. Alle 10.30 ci sarà la visita alle realizzazioni e alla mostra di foto e documenti, con tanto di intrattenimento di ex alunni e docenti divisi per annate e classi. Alle 11.30 tutti in aula magna per i saluti e i discorsi dell’assessore provinciale alla scuola italiana, Christian Tommasini, della sovrintendente Nicoletta Minnei e del sindaco Luigi Spagnolli, peraltro anche lui ex carducciano. Alle 12 pausa con aperitivo in cortile, per poi ritrovarsi alle 14 con la proiezione delle pellicole girate nei decenni dalle classi liceali. Alle 16 spazio alla musica offerta dai gruppi misti di ex allievi, mentre alle 18 suonerà l’ultima campanella con i saluti. Nel pomeriggio è prevista anche la diretta Rai sotto la supervisione del caporedattore Maurizio Ferrandi, altro cuore carducciano. La festa è finanziata in parte dagli enti pubblici e, particolare curioso ma che dice ancora quanto affetto lega chi ha studiato in quel liceo alla propria scuola, in parte da donazioni degli stessi ex studenti: «La scuola - precisa a questo proposito la dirigente - non ha dovuto sborsare nemmeno un euro». Il tutto, logicamente, si svolgerà all’ombra dell’ormai noto dipinto a muro realizzato da Senesi che, non a caso, campeggia sulla copertina del flyer di presentazione dell’evento. Fra tre anni ci sarà ancora, per la festa, questa volta sì, dedicata all’inaugurazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

venerdì 9 aprile 2010

C'è la notte per numeri uno


Una notte da numeri uno. E’ lo slogan della celebre trasmissione targata Mediaset “Chiambretti Night”, ma, evidentemente ispirandosi al Pierino nazionale, anche il leit motiv dell’evento organizzato dal gruppo bolzanino Domino Events per dopodomani, sabato sera, al locale “Sei come Sei” di via Buozzi. Una serata che vedrà protagonista il deejay GGdex, ospite d’onore alla consolle e mattatore delle serate in locali cult italiani come il Cocorico, Essenza, Re:flex, Vanilla, Moonpark e The Cube. Al fianco di GGdex, inoltre, si alterneranno volti “da consolle” conosciuti della nostra città come Master B, Cristian Riot, Alessio Costi e Matteo Pighi. A trascinare i presenti nel ballo ci sarà il bravo vocalist Esceman, mentre all’animazione penseranno Sara e Debora, con la galleria fotografica, ormai immancabile negli eventi notturni, sarà affidata a Vincenzo Alessi. “Solo per numeri Uno”, che rientra nel carnet degli eventi che la Domino Events sta creando e allestendo in giro per la città, sta ottenendo su internet un discreto successo, grazie anche al video promozionale montato in perfetto “Chiambretti Style”, con tanto di sigla appropriata. Per info sulla serata: Miky 331/5967383 e Luca 331/2643757. (a.c.)

giovedì 8 aprile 2010

Il rito del caffè è Internazionale


BOLZANO. In via Roma ancora non era stata inaugurata la vecchia Fiera e già era un punto di ritrovo. Oggi in via Roma della Fiera rimane un nostalgico ricordo, ma il luogo d’aggregazione per eccellenza è sempre lì: il Bar Internazionale. Un bancone dove conta la famiglia: quella dei Bez che lo gestiscono, dei Vattai che lo hanno creato e quella allargata della clientela. «Abbiamo rilevato il locale tre anni fa - ci raccontano i fratelli Maurizio e Gabriele Bez - sapendo di entrare in un pezzo di storia cittadina, volendo rilanciarlo dopo un periodo non troppo felice. E abbiamo pensato a un locale multifunzionale: dalla colazione al dopocena passando per gli aperitivi e i pasti della cucina multietnica». Già, perché il nome disegna giù un destino: internazionale. «Il nome - sorridono - ha una storia particolare. La famiglia Vattai, proprietaria delle mura e per anni titolare del bar, lo volle in onore della “Fiera Internazionale” che stavano costruendo di fronte. E non è più cambiato, pur assumendo sfumature diverse: per qualche tempo è stato associato alla squadra di calcio, poi noi abbiamo voluto riportare l’idea di un’apertura dei confini. Per anni, poi, grazie alla posizione e a Vattai questa è stata anche la casa dell’hockey cittadino». La nuova sfida, invece, è di quelle che stuzzicano il palato. «Vorremmo proporre l’happy hour in stile milanese, con i piatti della cucina a buffet gratuito e il pagamento di un forfait per l’aperitivo». Due passi più in là, mamma Annamaria Grando si mangia con gli occhi i due figli. «Sono bravi e capaci: a Bolzano non è più così facile trovare un locale a conduzione familiare con un’armonia generazionale come questa». Concetto ribadito dai clienti Paolo Perbellini e Peter Villotti: «Ci fanno sentire parte di loro e per questo veniamo sempre qui. Ora all’Internazionale è tornato a esserci movimento a tutte le ore. Romina e Roberta, poi, sono le bariste migliori della città». Loro, Romina Rosso e Roberta Antico quasi s’imbarazzano: «Ci fa piacere scambiare qualche chiacchiera con chi viene al bancone e partecipa alla vita di questa piccola comunità». Fanno parte di questa famiglia allargata anche Luciana Beghin e l’amica Alessandra, clienti che da poco hanno scoperto l’Internazionale. «Siamo pensionate e tutte le mattine da quest’inverno veniamo a bere un “macchiattone” e, magari, mangiare un pezzo di torta. Ci piace, oltretutto, farci qualche risata con il personale che ci fa sentire a casa». Chi, invece, di inverni al bancone dell’Internazionale ne ha visti di più è senz’altro Franco Margotti: «Sono 30 anni che vengo qui e mi trovo sempre bene. Questo bar ha scritto la storia del rione e rimane importante». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

Traslocato il liceo Carducci


Alto Adige — 07 aprile 2010 pagina 13 sezione: CRONACA

BOLZANO. La storica scalinata di via Longon affiancata dal cartello intitolato a “Giosuè Carducci” fa un certo effetto. Quello che per i bolzanini è da sempre “il Pascoli”, da ieri è diventata la nuova sede del liceo classico cittadino. Una novità per la città, ma soprattutto per insegnanti, inservienti e studenti del Carducci che dentro l’uovo di Pasqua hanno trovato una nuova sede di studio e lavoro. Il primo impatto, al netto del prevedibile disorientamento iniziale, è comunque buono e la “nuova” scuola promossa da più parti, anche se i ragazzi si dimostrano particolarmente nostalgici per il «vecchio» che si sono lasciati alle spalle. «Il cambio di sede è stato positivo - dichiara la dirigente del liceo, Carmen Siviero - anche perché i ragazzi erano stati preparati nei mesi scorsi a questo passaggio. Non solo, i lavori di riqualificazione dell’edificio, come l’imbiancatura, il cablaggio e l’allestimento di alcune aule speciali sono andati molto bene. Adesso ci troviamo con ventuno classi, un laboratorio di lingue in più rispetto a via Manci e degli spazi più confortevoli. Le palestre, invece, per quest’anno continueranno a essere quelle del vecchio istituto: da settembre, invece, usufruiremo di quella dell’ex liceo pedagogico e di alcune strutture di via Cadorna. Persino il mio ufficio è più spazioso», conclude la dirigente scolastica. Ottimismo condiviso anche dal custode del liceo classico, Fabio Sambugaro, un volto noto a generazioni di studenti: «Sono qui da febbraio a coordinare i lavori - spiega Sambugaro - e, nonostante la fatica, direi che il risultato è ottimo». «Il trasloco - gli fa eco il collega Valeriano Bontado - è stato pesante, ma organizzato perfettamente, tutto si è svolto senza disguidi. Teoricamente questa diventerà la nostra casa per tre anni: possiamo essere soddisfatti». Gli studenti, mentre si alternano nello scrutare le mappe delle aule affisse all’ingresso, si dimostrano i più sentimentali. «Certo, tutto bello - spiega Daniel Palese - ma per noi dell’ultimo anno sostenere l’esame di maturità nella “nostra” sede avrebbe avuto tutto un altro significato». Miriam Conti punta il dito contro le aule: «Forse sono un poco piccole. Nel complesso, però, la struttura mi sembra adeguata e l’aula magna promette bene». In realtà è di poco più piccola rispetto a quella di via Manci. «A essere sinceri - riprende Paola Cossu - in alcune classi si passa a malapena tra i banchi: noi siamo in pochi, forse per questo abbiamo ricevuto una stanza più piccola». Diletta La Rosa e Licia Biotti, poco più in là, corroborano lo scetticismo: «Così così, però abbiamo bisogno anche noi di un po’ di tempo per abituarci». Più positivo, invece, Sasha Vergolini: «Sono molto contento, il nuovo edificio mi piace molto». Più soddisfatti gli insegnanti, come spiega Mariangiola Asson, voce storica del liceo. «I soffitti alti danno più respiro e sembra che la voce arrivi più chiara e nitida a tutta l’aula. La vecchia struttura, fin dai tempi della progettazione, palesava troppe finestre a nord che raffreddavano, vetrate eccessive e una disposizione inadeguata. Il “Pascoli” va molto meglio, ma per me la vera casa del Carducci rimane sempre quella storica di piazza Domenicani. L’affresco di Sernesi? Spero proprio venga salvato, anche se più che un affresco è un dipinto a muro». A chiudere il giro di pensieri ci pensano due voci abituate a battere palmo a palmo scale e corridoi: le inservienti Anna Cappellupo e Giuseppina Velona: «L’edificio, nel complesso, è più grande e più adatto alle attività di una scuola - spiegano - rimane l’affetto per la vecchia sede, ma dopo un primo attimo di trambusto, riprenderemo il solito lavoro e sapremo adattarci anche a questo facilmente». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

http://www.upload.bz.it/it/insights/la-strada-sul-palco-e-il-palco-come-strada.htm

La strada si guadagna il palcoscenico per meriti acquisiti. Il rap e l'hip-hop sono stati una delle sfide più stuzzicanti della scorsa edizione del Festival di Upload e i risultati sono stati di quelli esaltanti. Il mondo della strada, prolifico anche a Bolzano, è entrato infatti in punta di piedi sulla scena dell'edizione 2009 del concorso, salvo imporsi in modo deciso, addirittura con una menzione d'onore della giuria per il rapper Tachi durante la finalissima ai Prati del Talvera. Di ottima caratura, infatti, il brano "Il tempo" che ha fatto bella figura di sé pure nella compilation "Upload" abbinata alla rivista specializzata "Rumore". Non solo, le iscrizioni già pervenute per il contest di quest'anno dimostrano come il fenomeno sia in crescita costante anche alle nostre latitudini. Sono tanti, infatti, i giovani altoatesini che trovano nella rima di strada e nelle basi che fanno scuotere la testa la via migliore per esprimere i propri pensieri e, perché no, anche i disagi più intimi. Nasce così "Upload on street", una rassegna curata dal centro giovanile Paperlapapp e dall'Arciragazzi che andrà alla scoperta dell'universo della cultura di strada: dalla break dance al writing, dal Mcing allo skate.

Partenza sabato alle 17 per un workshop sul ballo break dance con le sue tipiche acrobazie spettacolari per poi proseguire a cadenze regolari. Tra una settimana dopo, infatti, sarà dato spazio ai lavori di approfondimento attorno a tutto quello che riguarda l'Mcing (il canto rap per i profani) e il Djing (mixaggio). Docente d'eccezione sarà il bolzanino 2diPicche, autentico guru cittadino in materia. L'ultimo appuntamento con li workshop, infine, è fissato per sabato 24 aprile e il tema dell'incontro sarà la cultura del writing. Tutti i laboratori si terranno al Pippo Stage.

Per l'evento che chiuderà la rassegna, invece, ci si sposterà allo Skatepark sui Prati del Talvera dove, domenica 9 maggio dalle 15 alle 23, andrà in scena una non-stop di contest e concerti live per assaporare quanto di meglio possa offrire il panorama rap locale. Spazio anche per le esibizioni di alcuni iscritti al concorso. Per partecipare ai workshop scrivere a info@pippo.bz.it oppure telefonare allo 0471-053855. La strada che porta al palcoscenico è già segnata.

Alan Conti

Per farci sapere di più:

conti.alan@yahoo.it