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venerdì 6 maggio 2011

Iniziativa “Partendo da via Cagliari”, bilancio positivo


05 maggio 2011 — pagina 29 sezione: Agenda

BOLZANO. Portare Bolzano nelle case dei bolzanini. Quello che sembra un paradosso diventa la semplice descrizione di quanto fatto dai volontari del progetto “Partendo da via Cagliari”, che ha fatto della cultura offerta porta a porta un’idea innovativa e di successo. In collaborazione con l’Azienda di soggiorno, infatti, nelle battute finali dell’iniziativa ad andare per la maggiore sono state le visite gratuite al centro città e ai segreti di castel Mareccio. «Solitamente si tratta di percorsi per turisti o scolaresche - specifica il curatore di “Partendo da via Cagliari”, Sergio Camin - quindi avvicinare i cittadini a questa esperienza è un importante salto di qualità. Può essere un primo passo per la conoscenza diffusa di una città che crediamo di conoscere e nasconde tanto da scoprire».
Buone, comunque, le sensazioni quasi a fine percorso. «Buona parte delle famiglie ci hanno accolto con interesse e il nostro intento è stato di avvicinare agli eventi culturali, dalla danza al teatro passando per la musica o il cinema, chi non è mai stato molto attratto da questo mondo. Con le persone che già frequentano un qualche settore artistico, invece, abbiamo provato a stuzzicare la curiosità su altri ambiti».
Grimaldello l’offerta di ticket gratuiti. All’orizzonte, intanto, si profila una stagione estiva di “Partendo da via Cagliari” con appuntamenti di musica, teatro e danza che partiranno dall’anfiteatro di via Alessandria per propagarsi in vari luoghi del quartiere. «Stiamo modellando un ipotetico cartellone - conclude Camin - sulle esigenze e i bisogni espressi dalla cittadinanza, dalle associazioni e dalla Circoscrizione Don Bosco. Si tratta di proposte culturali alte che si sposteranno dai luoghi solitamente deputati a ospitarle e desteranno sicuramente l’interesse e la partecipazione dell’intera città».
La prossima strada che entrerà nell’orbita di un rilancio culturale sarà viale Trento. (a.c.)

Via Goethe: negozianti divisi sull'apertura serale. Sì all'orario continuato


di Alan Conti
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BOLZANO. Trovare un'intesa unitaria sugli orari d'apertura e l'offerta complessiva: i commercianti del Centro su questo punto sono tutti d'accordo. Peccato sia anche l'unico fronte davvero comune perché, entrando nei dettagli concreti, le esigenze dei singoli continuano ad apparire inconciliabili fra loro. Orario continuato o prolungamento serale, chiusura al sabato pomeriggio o aperture totali compresi i festivi: le polarizzazioni sono queste anche in un segmento commerciale ridotto come quello di via Goethe. A corollario fanno capolino alcune controversie "storiche" per i negozianti del quartiere centrale legate all'eccessivo traffico di bici e furgoncini del carico-scarico o al passaggio di persone e turisti che non si distribuisce uniformemente tra le varie strade. A dare il la alle discussioni, comunque, è stata la scelta di alcuni commercianti di via Leonardo Da Vinci di tenere aperto fino alle 22 in occasione di manifestazioni particolari come "Godetevi la primavera" (avverrà domani) o in occasione - e questa volta saranno coinvolti tutti i negozianti bolzanini - dell'inizio dei saldi. Le reazioni, per la verità, sono abbastanza tiepide. «La stragrande maggioranza della clientela interessata agli acquisti - spiega Fernando Moz Nicolussi di "Bata" - viene durante il giorno, quindi non vedo tutta questa necessità di rincorrere per forza l'orario lungo». Miriam e Franziska Gostner, dal canto loro, guardano la questione dal punto di vista delle dipendenti presso "Tally Weijl": «L'idea di essere al lavoro anche alla sera tardi richiede una certa fatica, ma è evidente che se si tratta di una misura condivisa da più negozi, in occasione di qualche evento particolare, si può prendere in considerazione. Lo stesso dicasi per quanto riguarda il sabato pomeriggio». Andrea Filidei di "Oro mania" è più cauto. «Io chiudo sia il sabato pomeriggio sia a un'ora decente alla sera. Non dimentichiamoci che esiste una dimensione umana e familiare che va salvaguardata prima ancora di tutti i ragionamenti sull'appeal commerciale e le sue formule. Bisogna considerare, inoltre, che Bolzano e il suo centro vivono molto sulla componente turistica che, di norma, è molto più presente durante la giornata che non dopo cena». «Non c'è nessuna convenienza nell'orario notturno - interviene risoluto Stefan Vettori dell'omonimo negozio che da 65 anni si affaccia sulla strada - piuttosto è meglio il continuato. È l'esperienza a dettarmi queste considerazioni ed è certamente vero che più unità c'è e meglio è per tutti, ma non possiamo negare come le esigenze mutino a seconda degli articoli proposti, quindi trovare posizioni uniformi su questi temi piuttosto complesso. Via Goethe, però, è cambiata molto negli anni e oggi il traffico di biciclette e, soprattutto, furgoncini del carico-scarico fuori dall'orario loro riservato sta diventando eccessivo. Sono lontani, infine, i tempi in cui il parcheggio al posto del teatro stabile disegnava un ideale percorso verso piazza Walther o i Portici che passava di qua. Oggi tutte le direttrici turistiche si sono spostate». Franz Stuppler, titolare della liberia "Südtiroler Buchhandlung", tira il freno. «È evidente che chi vende libri come me non ha nessun interesse a puntare forte, per esempio, sulle serate di inizio svendite quando noi di saldi non ne abbiamo. Tenere aperto alla sera, quindi, non porterebbe vantaggio. Al sabato pomeriggio, invece, ci siamo accorti che dopo le 15 le visite calano drasticamente». Dopo quell'ora, dunque, serrande abbassate. Analisi lucida ma non troppo incoraggiante, infine, quella di Konrad Erlacher dell'omonima gioielleria: «Questa strada non è più quella di venti anni fa, inutile nasconderselo. La fidelizzazione del passato è stata importante perché possiamo contare su uno zoccolo duro di clientela che, evidentemente, è contenta degli orari che facciamo al momento. Evidente, invece, come le grandi catene internazionali puntino di più verso un mercato più aggressivo e un servizio continuativo perché guardano a un bacino più mutevole. Difficile che collimino gli interessi». Specie quando, non a caso, si guardano solo quelli di bottega.
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Nuova vita per il piccolo Ale: ha vinto la solidarietà


Ale ha una nuova vita. Completato la scorsa notte all’ospedale di Padova il trapianto di midollo osseo di Alessandro Polì, il bimbo bolzanino di 11 anni che da mesi combatte la leucemia sostenuto da tutta la città. L’infusione della sacca di sangue è cominciata alle 21.12 ed è terminata alle 00.02 alla clinica di oncoematologia pediatrica di Padova seguita con grande intensità sul gruppo di Facebook che la mamma Emanuela Imprescia ha aperto e condotto a una vera e propria comunità emotiva. E’ la stessa Emanuela che, raggiunta per telefono, riesce ancora una volta a raccontarci la storia di Alessandro inquadrandola in un contesto generale di conoscenza e solidarietà intorno al movimento delle donazioni ed è proprio questa capacità di unire particolare e generale che ha fatto della battaglia di questo piccolo una battaglia di decine di migliaia di persone. Bastano, quindi, le sue parole a raccontare una rinascita verso nuove e delicate sfide. «Il trapianto è andato bene. La sacca di sangue del donatore, 402 ml particolarmente ricchi, è arrivata a Padova intorno alle 17 di martedì, ma l'infusione, prevista poco dopo, è stata rinviata alle 21.12 quando l'hanno attaccata. E' stata una vera emozione, oltretutto in un orario palindromo che, secondo qualcuno, porta fortuna». E ancora: «Ovviamente lo svuotamento è stato lungo e si è chiuso con successo alle 00.02 che, letto al contrario, restituisce la data di nascita di Ale. Prima dell'infusione, comunque, abbiamo affrontato la premedicazione con cortisone che è andata altrettanto bene. E' importante, però, spiegare come avviene il trapianto che non implica alcuna operazione chirurgica, ma semplicemente una procedura simile alla trasfusione che avviene attraverso il catetere venoso centrale del ricevente. Il plasma del donatore, una volta arrivato in Italia, è stato deplasmatizzato dato che è proprio il plasma l'elemento potenzialmente più indicato per scatenare reazioni allergiche. Un altro falso mito da sfatare è che tutto dipenda dal gruppo sanguigno che può, semplicemente, mutare. Ale, per esempio, era A+, ma dopo l'infusione cambierà e diventerà 0+». «Durante il trapianto, comunque, sono rimasta nella stanza con Alessandro e abbiamo cantato. L'abbiamo promesso a Laura Pausini e Ale ama ripetere la massima di S.Giustino "cantare è come pregare due volte". Così ho postato anche su Facebook un video della nostra "esibizione"con una delle sue canzoni e con il "Cerchio della vita". Sappiamo che ieri, nel suo tour, ha suonato un brano apposta per lui. La mattina prima del trapianto, invece, Ale mi ha chiesto come poteva fare per ricambiare un dono così grande: gli ho detto che troverà anche lui la sua strada per migliorare la vita di qualcun altro. E' assolutamente cosciente, comunque, di quello che sta vivendo e di cosa sta accadendo». «Abbiamo avuto una grande fortuna nel trovare un donatore che fosse parzialmente compatibile, ma sappiamo che adesso ci aspettano altre importantissime sfide da affrontare. Va combattuta, infatti, la Tvh, una malattia del trapianto contro l'ospite, in cui il midollo nuovo attacca alcuni tessuti non riconoscendoli. Per fronteggiare questo processo Ale deve assumere degli immunosoppressori che tengono basso il sistema immunitario in attesa che le cellule attecchiscano e, come dei semi, trovino il proprio posto per impiantarsi. Senza globuli rossi o bianchi e le piastrine molto basse è necessario l'isolamento clinico totale per 20 giorni per evitare qualsiasi infezione. Dopo 2 mesi potrà tornare a casa, dove dovrà rimanere altri sei mesi senza particolari contatti. Per gennaio 2012, però, potrebbe tornare tra i banchi di scuola. E su facebook: «Il gruppo su facebook è straordinario, ieri si è addirittura bloccato. Era nato come una finestra per Alessandro costretto all'isolamento in casa ed è diventato una vera comunità di circa 11.600 persone con cui stiamo ottenendo risultati in tutta Italia. L'affetto è anche uscito dalla pagina internet e un altro membro ci ha inviato i santini di Padre Pio presi direttamente da San Giovanni Rotondo. Sono arrivati proprio la mattina del trapianto: un bel segnale».
Alan Conti

giovedì 5 maggio 2011

Giretto d'Italia: a Bolzano 2.355 ciclisti censiti e rifocillati


Alan Conti

BOLZANO. Passare in bicicletta alla mattina e vedersi bloccare per consegnarti tra le mani un gustoso krapfen, una mela e un bicchiere di fresco succo di mela, è di certo una di quelle sorprese da catalogare dritte dritte nella sezione "segnali dell'inizio di una buona giornata"... Non è un caso, dunque, che i sorrisi che i bolzanini hanno spalancato ai funzionari comunali e ai volontari di Legambiente, nelle tre stazioni di rilevamento del "Giretto d'Italia" ieri mattina, siano stati cospicui. L'iniziativa, sostanzialmente, consisteva nel rilevare in tre punti di controllo, uno in via Leonardo da Vinci, uno in via Laurino e uno in via Stazione, il numero di transiti pedonali e ciclabili tra le ore 7.30 e le 9.30; il totale sarà poi raffrontato con quello di altre 27 città italiane, per assegnare una sorta di scudetto dell'utilizzo delle due ruote, nel primo "Giretto d'Italia", campionato italiano della ciclabilità urbana. Considerate le più di 1.200 bici registrate solo in via da Vinci, e che il totale è stato di 2.355, possiamo dire che Bolzano se la gioca alla grande con Ferrara e Ravenna, accreditate tra le rivali più temibili, nel lotto delle concorrenti che comprendeva anche Trento, Padova, Vicenza, Modena, Parma e Reggio Emilia.
Ivana Trentini brinda alla colazione mattutina improvvisata: «Non me l'aspettavo e mi sembra senz'altro una bella idea. Io, oltretutto, sono ciclista convinta tutti i giorni e in questo Bolzano è sicuramente una città che aiuta a muoversi sulle due ruote. La rete ciclabile, infatti, è tra le più lunghe d'Italia e d'Europa». Ciclista "fondamentalista" è anche Alessandro Fiorani che volentieri si racconta addentando un krapfen alla crema: «Inverno o estate, bello o brutto che sia, io prendo la bici per i miei spostamenti quotidiani. Mi piace, inoltre, partecipare alle tante iniziative organizzate dalla città per celebrare le due ruote. Non appena ho saputo del "Giretto d'Italia", quindi, non ho esitato a venire anche per dare una mano nella gara contro le altre realtà italiane. Effettivamente possiamo portare a casa il successo, Ferrara permettendo».

Arrivati apposta per lo stand sono l'ex presidente della Circoscrizione Don Bosco, Luigi Baratta, e la moglie Nirvana Pedrazza. «Giusto sostenere la manifestazione. Noi, oltretutto, ci siamo sempre mossi con la bici per andare al lavoro o muoverci in città. La rete ciclabile di Bolzano, fortunatamente, invoglia i cittadini».
Qualcuno, nel frattempo, sfreccia via perché il lavoro e i cartellini da timbrare non attendono, ma la commerciante Franca Tabarelli una sosta se la concede: «Ogni tanto è giusto premiare i ciclisti per la loro coscienza ambientale». «Per lavoro inforco sempre la bici - le fa eco Karl Huck - e trovarmi il gazebo con queste delizie regalate mi ha fatto molto piacere. Aiuta a cominciare in modo positivo la giornata».
La partecipazione alla gara, insomma, è stata molto sentita e, semmai dovesse arrivare lo scudetto, tutti sono pronti al tradizionale carosello. Per strada, sì, ma col campanello.
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4 maggio 2011

Via Vigna: passa mozione anti-sbarra


BOLZANO. Il consiglio comunale invita la giunta a sollevare la sbarra di via della Vigna e aprire il passaggio verso la casa di riposo di Firmian entro 90 giorni. Nel caso fosse necessario è previsto anche l'uso dello strumento dell'esproprio. Approvata ieri sera la mozione trasversale presentata da Sel con 29 voti a favore, 10 contrari e 5 astenuti per una conta che ha visto il Pd comunale dividersi nettamente. Del partito del sindaco, infatti, si sono astenuti i consiglieri Sergio Bonagura, Franca Berti, Mauro De Pascalis e Miriam Canestrini mentre lo stesso Luigi Spagnolli e Primo Schönsberg, seppur firmatario della mozione, si sono proclamati contrari assieme all'Svp. A favore, infine, Ubaldo Bacchiega. Fronte piuttosto compatto e lungo tutto lo schieramento italiano, invece, quello dei favorevoli. A presentare la mozione è stato il consigliere Sel Guido Margheri: «C'è l'utilità pubblica e la riapertura valorizzerebbe lo stesso spazio verde. Il pericolo della strada non ha motivo di esistere e i rilievi mossi dal vicesindaco Klaus Ladinser possono essere risolti con un'oculata gestione degli orari e della segnaletica, come peraltro avviene in tutto il resto d'Europa. Se per la terza volta l'atto di indirizzo non troverà applicazione, però, siamo pronti a chiedere la variante urbanistica». Pronta la risposta di Ladinser: «Non ci sono soluzioni legali percorribili e non vorrei si trattasse di una discordia etnica. Una soluzione va trovata, invece, per la struttura di Firmian». Il sindaco, dal canto suo, ha escluso qualsiasi ricorso alla forza: «Non intendo trascinare in tribunale la questione perché si allungherebbero i tempi sensibilmente senza trovare una vera soluzione. Invito l'opposizione a presentarmi avvocati che sosterrebbero questa strada. Continuo a voler cercare, al contrario, uno sbocco condiviso con i proprietari». Per tutta la sera, comunque, il Movimento 5 stelle ha accolto i consiglieri con un cartello di protesta, mentre il rappresentante in aula Claudio Vedovelli ha deciso di non intervenire per non correre il rischio di far slittare il voto imminente. Berti, De Pascalis e Bonagura, dal canto loro, hanno motivato la scelta di smarcarsi dalla mozione: «Il fine è chiaramente condiviso, ma non condividiamo il metodo di uno strumento che, probabilmente, non modificherà molto le cose. Sulla casa lungodegenti, comunque, bisogna insistere sulla soluzione alternativa della ciclabile considerata anche l'apertura del vicesindaco». É stata, comunque, una seduta tesa con tanto di vivace scambio di battute tra il consigliere comunale Pdl Paolo Bertolucci e il sindaco Luigi Spagnolli. Oggetto del contendere l'intervento in aula del presidente dei consorzi altoatesini Florian Brenner, autorizzato da uno votazione promossa dal presidente del consiglio Luis Walcher. «Non è possibile - accusa Bertolucci spalleggiato da gran parte dell'opposizione - che chiunque inviti un privato con interesse a parlare nella seduta. Non posso accettare, inoltre, che il sindaco mi accusi di icnoraggiare le guerre etniche». «Assolutamente normale - ribatte Walcher - ascoltare il parere di un esperto non interessato. Via della Vigna, è oggettivo, non può essere aperta per questioni di sicurezza, assicurazione e tutela dei proprietari che investono nella manutenzione». Lo stesso Bertolucci, infine, durante la seduta ha consegnato nelle mani del sindaco più di 500 firme raccolte nella casa lungodegenti da dipendenti e familiari dei pazienti con la richiesta di una pista ciclabile in via Castel Firmiano.
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mercoledì 4 maggio 2011

Casanova, abitanti al Comune: troppe case e favori alle cooperative


di Alan Conti
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BOLZANO. «Avete venduto ai cittadini un quartiere diverso da quello che state realizzando per soddisfare le richieste delle cooperative». Il sopralluogo degli assessori comunali Chiara Pasquali e Luigi Gallo per le strade di Casanova si trasforma in un atto di accusa all'amministrazione da parte di un nutrito drappello di residenti nel rione. Ad accendere il fuoco della polemica è il famoso lotto C, previsto inizialmente con destinazione unicamente a terziario e convertito in parte, dopo due bandi andati deserti, all'edilizia abitativa. Peter Malfertheiner ed Helen Ellecosta, rappresentanti del "Laboratorio Casanova", si presentano al sopralluogo armati di dati e statistiche. «Con parte del lotto C affidata al residenziale il numero degli appartamenti aumenta del 14%, passando da 950 a 1.080. Moltiplicato per la composizione media di tre membri per famiglia si ottengono 3.240 abitanti per un totale di 303 ad ettaro. Calcolando l'intera città, infine, risulta che Casanova avrà una densità abitativa 13 volte superiore di tutta Bolzano». «Ma avete mai provato a coinvolgere la Provincia?», chiede Mauro Faggionato agli assessori. Secca la replica della Pasquali: «Al bando poteva partecipare qualsiasi ente pubblico, compresa la Provincia. La più grande specialità di Palazzo Widmann è dire "quanto siamo bravi", ma poi questi annunci raramente si concretizzano». Tra le ipotesi per il lotto commerciale, comunque, più di una volta si è parlato di un supermercato ma tra i residenti si registra una certa resistenza. «Non vogliamo - continua Faggionato - un supermercato che porterebbe ad un aggravio generale sulla già provata viabilità rionale. Chiediamo commercio di vicinato». Una dichiarazione che lascia sorpreso l'assessore Gallo: «Fino ad oggi avete chiesto vari avamposti commerciali, oggi cambiano i desideri!». Presente anche l'intero consiglio di circoscrizione guidato dal presidente Lino Morabito e dal consigliere comunale Enrico Lillo. «Si tratta - torna a precisare la Pasquali - di una quota di privato che, se non assegnata, dobbiamo assegnare all'edilizia sociale». Dubbioso Lillo (Pdl): «Non si capisce perché ci debba essere questa costrizione». Netto, invece, il pensiero del consigliere di quartiere Marco Caruso (Unitalia): «Piuttosto che cercare una soluzione posticcia forse varrebbe la pena di fermarsi e sospendere il progetto». Torna a riportare il malcontento dei residenti Federico Marinolli: «Non vogliamo passare per quelli che hanno ricevuto la casa e ora pretendono la luna, ma semplicemente non scoprire di aver investito in un quartiere che sulla carta è molto diverso dalla realtà. Prendiamo l'altezza del lotto C: pare venga elevata creando una sorta di casermone dagli effetti tutti da verificare per le case vicine». «Il dato - controbatte Pasquali - passa da 18,50 metri a 22, quindi non si tratta di uno stravolgimento». «La verità - interviene Haimo De Lazzeri - è che le coop si sono comportate da immobiliariste e il Comune nulla ha fatto per contrastarle». Prima del lotto C, comunque, il drappello aveva affrontato altre questioni delicate come la costruzione della pista pedociclabile che si allaccerà a quella che porta in Centro e sarà in grado di unire Firmian e Casanova. «Tutto bene - dice Paola Rogato - ma forse sarebbe il caso di illuminare meglio la strada che conduce in via Rasmo e creare un marciapiede come si deve per i poveri pedoni». Sul centro per anziani, infine, Galllo punge l'amministrazione provinciale: «Sarà ultimato nel 2015 e prevederà al piano superiore alloggi protetti e a terra zone di socializzazione. Per il distretto sociale dobbiamo prendere atto invece come la Provincia blocca tutte le nuove possibili realizzazioni».
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martedì 3 maggio 2011

Ladinser: "Centro commerciale imposto dalla Provinciia"


Parata e stoccata del vicesindaco Klaus Ladinser sul tema del commercio cittadino. Da una parte, infatti, lamenta l’imposizione provinciale del Twenty in via Galilei e dall’altra annuncia con Dado Duzzi lo studio di un piano di intervento in collaborazione con l’Unione Commercio per sgravare negozianti ed esercenti dalle spese per l’arredo urbano e gli addobbi natalizi. Il tutto avviene al tavolo della presentazione dell’iniziativa in via Leonardo Da Vinci “Gustare la primavera a Bolzano” che già ha accesso riflessioni circa l’apertura serale prolungata dei negozi. "Ribadisco con fermezza – le parole di Ladinser che è anche assessore comunale al commercio – che il centro commerciale è stata una decisione che ci è stata imposta e non era certo richiesta. Non è stata, insomma, una scelta dei bolzanini. Ora dobbiamo trovare la forza di compattarci e rilanciare il tessuto che ha da sempre caratterizzato il nostro Centro storico. Le feste, tanto invocate, sono più che altro indicate per il bene delle associazioni sportive e sociali, ma il commercio trae maggiore vantaggio dalle iniziative specifiche". Proprio su via Leonardo Da Vinci, però, si intrecciano numerosi temi tra chi vorrebbe una riqualificazione e chi invece è preoccupato da nuovi lavori. "Questa stradina, purtroppo, è un’autostrada per ciclisti e questo talvolta comporta delle situazioni potenzialmente pericolose. Penso che dovremmo intervenire per cambiare la situazione e sistemare la viabilità. Vero che l’amministrazione incentiva lo spostamento sulle due ruote, ma non a spese di un intasamento dell’attività commerciale". Sullo spinoso tema del “Twenty”, cui tutti si riferiscono ma nessuno cita apertamente, interviene duramente anche lo storico commerciante e fiduciario dell’Unione Luciano Defant che non risparmia una frecciatina alle altre associazioni di categoria. "Siamo stati gli unici a difendere sempre il commercio nei quartieri sostenendo un vero centro commerciale naturale cittadino. Vogliamo i negozi nei luoghi dove la gente conduce la sua vita sociale ed è una richiesta che sempre più ci fanno i cittadini e le associazioni di varia natura. Bolzano è sempre stata mercantile e non può farsi scippare questa caratteristica: per questo abbiamo percorso anche la strada dei tribunali. Ora, invece, dobbiamo concentrarci su un rilancio complessivo dell’intera città". A mettere sul tavolo una novità interessante per gli esercenti, però, è il presidente dell’Azienda di soggiorno Dado Duzzi: "Il 60% dei turisti viene qui per lo shopping, ma se la merce offerta è sempre più globalizzata ecco che diventa fondamentale l’atmosfera e il sentimento che si offre ai clienti. In quest’ottica non ha alcun senso che i commercianti si tirino indietro di fronte a modesti investimenti per arredi o addobbi come a Natale, per esempio, in via Museo. Con il vicesindaco Ladinser, comunque, stiamo studiando un piano d’intervento complessivo che non costringa sulle sole spalle dei negozianti il peso di queste installazioni capaci di regalare quel quid in più decisivo".

lunedì 2 maggio 2011

«Per un pugno di libri»: nella sfida all’ultima pagina Classico batte Scientifico


30 aprile 2011 — pagina 36 sezione: Agenda


BOLZANO. È proprio l’anno del Carducci, con buona pace degli eterni rivali del liceo scientifico Torricelli. L’ultima conferma si è avuta ieri mattina durante la sfida tra le due scuole al gioco «Per un pugno di libri» organizzata dal Servizio Giovani provinciale nell’ambito del festival delle Resistenze in piazza Matteotti. Diverse «manche» con la letteratura assoluta protagonista e, in particolare, la Resistenza e la lotta al nazifascismo raccontata nel romanzo «I piccoli maestri», uno dei capolavori di Luigi Meneghello. Il punteggio finale della gara, condotta da Paolo Mazzuccato (giornalista della RadioRai) sulla falsariga dell’omonimo programma televisivo con Neri Marcorè, racconta della vittoria di misura per 70 a 67 della quarta C del liceo classico linguistico Carducci sui coetanei della quarta A del liceo scientifico Torricelli. Il totale, comunque, non è solo un semplice dato numerico, ma anche la quantità di libri che i ragazzi dell’istituto di via Longon potranno spartirsi come premio. Chi pensa a una gara da salotto letterario e dai bassi contenuti di competizione, comunque, sbaglia di grosso perché il gioco - vuoi per l’atavica rivalità tra i due licei cittadini, vuoi per le recentissime sfide del Festival studentesco - si è protratto sul filo della tensione. «Non si scherza - le parole dei carducciani Klaudia Kurcani, Ludovico Ambrosio, Stefania Silipo e Daniel Julien Folie - perché l’impegno nella preparazione è stato tanto. Ci siamo suddivisi le parti del libro e ha funzionato». Strategie pure dall’altra parte della barricata: «Ce la siamo giocata sul filo di lana - ribattono Linda Mistroni, Greta Marinaro e Francesco Padovan per il Torricelli - e peccato non avercela fatta perché volevamo prenderci una piccola rivincita dal Festival e dare un senso allo stress della preparazione».
Veniamo quindi alla gara cui ha assistito un folto gruppo di tifosi accorsi dal vicino Torricelli, l’assessore provinciale alla scuola Christian Tommasini e due membri del gruppo napoletano ‘A67 (che in serata è stato poi protagonista del concerto serale sotto il tendone di piazza Matteotti). Tra una manche con concatenazione logica di più parole inerenti ai «Piccoli Maestri» e il domandone finale, passando per titoli, autori e citazioni da ordinare, in poco meno di un’ora gli studenti hanno fatto il giro dell’universo della letteratura. Decisivo, come spesso accade, il gioco di squadra che ha portato entrambe le classi a partecipare attivamente alla gara con tutti i propri componenti. Tra il pubblico, intanto, il tifo nemmeno troppo velato dei professori che si sono occupati della preparazione in classe ricordava tanto quello degli allenatori a bordo campo nel calcio. Persino le piccole recriminazioni finali degli sconfitti restituiscono il peso che i ragazzi hanno dato a una sfida che, per bocca dello stesso Tommasini, «potrebbe essere organizzata nuovamente il prossimo anno». Se il 2011 sta dicendo liceo classico Carducci su tutti i fronti, dalla musica alla letteratura, chissà cosa ci dobbiamo aspettare per il 2012.

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Alan Conti

Buche in via Siemens «E' molto pericolosa Servono dei lavori»


di Alan Conti


BOLZANO. Via Siemens: è tra le strade più trafficate di Bolzano eppure in alcuni punti somiglia a uno sterrato asfaltato. Buche, imprecisioni, crepe e avvallamenti dominano il nastro che collega idealmente il negozio di piante «Biasion» con via Pacinotti o la svolta verso l'Arginale con immissione nei pressi di ponte Resia. Una situazione che fa sobbalzare le sospensioni delle vetture, specialmente quelle meno sofisticate e crea delle difficoltà a chi si sposta con lo scooter. Le biciclette, invece, sono più rare: non tanto perché poco utilizzate quanto perché la mancanza di una definita corsia riservata e le condizioni della strada consigliano ai ciclisti percorsi alternativi. Un disagio che viene confermato da dipendenti e frequentatori del grande vivaio lungo la strada. «Recentemente - cominciano Eva Rossi e Aleksandra Jedut - sono stati messi a punto i tratti di zona Industriale in via Galvani che erano dissestati. Si poteva pensare di intervenire pure da noi perché effettivamente la situazione non è certo delle più rosee. Le buche e gli avvallamenti costituiscono una gimkana che ha dei tratti davvero pericolosi. Purtroppo le basse temperature invernali peggiorano di anno in anno la condizione del manto asfaltato andando ad approfondire i dislivelli lungo le crepe e le direttrici principali delle imperfezioni. Ghiaccio e acqua nelle pozzanghere completano il quadro». Margherita Saltuari allarga lo spettro di osservazione: «Bisogna fare una considerazione complessiva di tutta la zona. Via Siemens, in quel tratto, è critica, ma anche buona parte di via Buozzi presenta delle imperfezioni. Bene, invece, gli interventi lungo via Galvani e di via Galilei. Molto caotica, al contrario, la gestione della rotonda tra via Resia, via Volta e la stessa via Siemens, mentre bisognerebbe prestare più attenzione alla velocità delle auto e agli slalom dei motociclisti talvolta al limite della tollerabilità». Bouiz Bouazza, dipendenti di «Biasion», introduce nuove richieste di intervento. «Attraversare sulle strisce pedonali ormai stinte di via Siemens è un'impresa perché nessuno decelera per concedere il passaggio pedonale. Chiediamo la riverniciatura delle strisce e l'installazione di un semaforo a chiamata come è stato fatto, per esempio, lungo via Galilei. Per quanto riguarda l'asfalto, invece, la situazione è davvero al limite». A testare direttamente la pericolosità del tragitto ogni giorno è Eros Marchesi che al lavoro viene in scooter: «Ogni saltello è una scossa al manubrio che rischia, oltre ai danni tecnici al mezzo, di far perdere equilibrio e stabilità con le auto che di certo non passano a velocità ridotta. Siamo costretti a farci l'abitudine, ma chiediamo all'amministrazione che concluda l'intervento di riqualificazione complessiva delle arterie della Zona Industriale coinvolgendo anche questo tratto di via Siemens. In fondo non credo di tratti di un lavoro particolarmente impattante né dal punto di vista tecnico né da quello dell'esborso economico. Si tratta, oltretutto, di strade particolarmente frequentate dai lavoratori». Tornano sulla questione dell'attraversamento pedonale, invece, Christian Burger e Gilbert Schroffenegger: «Davvero sarebbe opportuno installare un piccolo semaforo a chiamata. Capiamo che questo potrebbe avere delle ripercussioni importanti sul transito delle vetture, tra cui quelle in arrivo dall'autostrada, ma non possiamo nemmeno costringere le persone ad aspettare che tutti siano passati per ore. Il meccanismo, in fondo, è diffuso in molti altro punti della Zona, non vedo perché privarne proprio via Siemens». Chiusura con Egon Fischnaller: «Transitare di qua è un pericolo costante, basta guardarlo per rendersi conto che l'asfalto non è all'altezza di un passaggio da migliaia di auto durante i giorni lavorativi».
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1 maggio 2011

L'Unione dice no, ma i negozianti aprono


di Alan Conti

BOLZANO. Sull'apertura del primo maggio scoppia la polemica. Confesercenti finisce nel mirino di Unione commercio e sindacati, ma i negozianti sono favorevoli e tra chi terrà aperto domani c'è anche il fiduciario comunale dell'Unione Thomas Rizzolli: «Si tratta - cerca di smarcarsi Rizzolli - di una scelta slegata dal mio ruolo nell'associazione di categoria e in linea con quanto fatto negli anni passati e con la necessità di offrire un servizio ai clienti. La premessa assoluta, comunque, è stata verificare la disponibilità dei dipendenti senza costringere nessuno: senza questa non avremmo mai aperto». Ma il responsabile cittadino dell'Unione Pietro Perez ricorda come «la decisione presa ancora a novembre nella riunione tra Comune, Unione, commercio e sindacati era quella di non tenere aperto il giorno della festa del lavoro». Le domeniche di apertura straordinaria sono già 12: le 4 di Avvento, il 9 ottobre (Festa d'autunno), il 13 dicembre (mercato di San Martino), l'8 dicembre (Festa delle Api: è un giovedì, ma festivo), il 5 giugno (Festival del gusto) e il 17 luglio (prima domenica dei saldi), più le tre domeniche a scelta dei negozianti. «Secondo noi basta così», afferma Perez, che accusa Confesercenti di essersi comportata in modo scorretto: «È già la seconda volta dopo il dietro-front sul centro commerciale. O si rispettano i patti oppure si rischia di diventare interlocutori non più credibili». Ma tra i commercianti che hanno chiesto la deroga per aprire domani molti sono convinti che sia questa la strada per il futuro. Alla grande e ribadita speranza di un buon afflusso di clientela, si aggiunge un velato disappunto per la scelta del Comune di sostenere il blocco totale delle attività lavorative, negozi compresi. I titolari pagheranno di più i dipendenti che a loro volta incasseranno la retribuzione festiva maggiorata, ma pretendono la libertà del rischio imprenditoriale e premettono la libera scelta dei commessi. Le dichiarazioni fuori taccuino, a onor del vero, non sempre restituiscono un'adesione entusiasta dei sottoposti alla giornata lavorativa, ma lasciano intendere un forzato adeguarsi alla situazione. «L'occasione commerciale - comincia Margherita Barison di Sysò - era di quelle da non lasciarsi sfuggire perché comunque c'è la previsione di un buon passaggio di turisti. In via della Mostra, inoltre, abbiamo deciso di dare una risposta unitaria e sono diversi gli esercizi in fila che resteranno aperti». «E' proprio così - conferma Sylvia Baldi, titolare del negozio di abbigliamento e di The Body Shop - e si tratta comunque di una sfida imprenditoriale e non di un capriccio. Vale la pena sottolineare che per noi titolari il costo del lavoro del primo maggio è sensibilmente maggiore, quindi abbiamo delle buone ragioni se intendiamo accollarci queste spese. Se il Comune non ha voluto appoggiarci, poco male, andiamo avanti per la nostra strada senza inutili polemiche». Barbara Zeggio, dal canto suo, tornerà a sollevare la serranda di "Easy Fashion Outlet" sotto Galleria Europa in occasione della festa dei lavoratori: «L'anno scorso la giornata portò un buon numero di clienti. Se da una parte posso comprendere le ragioni di chi predica la festività assoluta, dall'altra capisco che un imprenditore abituato a raffrontarsi, per esempio, con realtà come il Veneto rimanga sorpreso dalle dinamiche bolzanine». Appuntita, invece, l'analisi di Gilda Benamati di "Trussardi": «È ora che questa città cominci a mettersi al passo con la concorrenza italiana. In città come Verona è impensabile assistere a certe polemiche e dobbiamo accogliere con entusiasmo la volontà dei commercianti di tentare, oltretutto, di mettere un freno alle gite da shopping nel Triveneto. I negozi aperti potrebbero servire a ravvivare il nostro centro storico alla domenica quando, rispetto ad altre realtà del Paese, diventa un deserto assoluto. Il Comune, però, queste buone intenzioni non ha inteso sposarle e, addirittura, ci costringe a pagare più di 50 euro per la deroga e per una scelta imprenditoriale che, nel rispetto di chi mette i soldi, dovrebbe essere completamente liberalizzata. I dipendenti? Ho avuto la fortuna di aver sempre trovato grande disponibilità». Victoria Gaina, dalla cassa di "Mad's", incrocia le dita: «Speriamo davvero che possa esserci un buon movimento di persone. Molto più probabile, comunque, registrare un successo con il maltempo perché il primo maggio e la festa dei fiori sono i classici appuntamenti in cui il bacino di riferimento diventa il turista». Indispettito con la gestione amministrativa comunale è Pietro Mastrototaro, responsabile della profumeria Sephora: «Solo questa mattina (ieri per chi legge, ndr) mi è stata comunicata la possibilità di aprire dopo che avevo inoltrato richiesta e pagato più di un mese fa. La stampa ha saputo prima di noi del rilascio delle deroghe, quindi mi sento di dire che il servizio che ci viene offerto è stato scadente e ha certamente una ricaduta sulle attività gestionali, ma anche sulle comunicazioni che dobbiamo dare ai nostri dipendenti e clienti. Le prospettive, comunque, sono quelle di un lavoro meno cospicuo rispetto all'anno passato perché, per esperienza, so che 50 negozi aperti sono troppi per non incidere sul volume totale del lavoro. Non sono d'accordo, comunque, con la liberalizzazione assoluta dei festivi, ma considerate le circostanze di una Pasqua molto alta, delle contemporanee Festa dei Fiori e Fiera del tempo libero e del mancato turismo sciistico per le alte temperature forse si poteva fare un passo istituzionale verso le richieste dei commercianti».
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30 aprile 2011