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lunedì 18 aprile 2011

Facebook: in 600 contro le barriere architettoniche


BOLZANO. In seicento per dire che a Bolzano le barriere architettoniche sono troppe. E' questo il risultato di una pagina di facebook dall'inequivocabile titolo "Stop alle barriere architettoniche a Bolzano" dove i cittadini segnalano le più svariate scomodità urbane per chi è costretto su una sedie a rotelle o accusa difficoltà di deambulazione. «Siamo stufi - le parole di presentazione - di tutte le promesse; adesso vogliamo qualcuno che si impegni davvero affinché a tutti sia concesso di muoversi comodamente e in totale libertà. Troppo spesso si rischia di rimanere incastrati in qualche buca o di dover battagliare tra un ostacolo e l'altro per molti metri». A fondare la comunità è stata Elena Marchese, in prima linea anche nella battaglia per la riqualificazione di via Genova, strada fra le più insidiose per i disabili o semplicemente le mamme col passeggino. Tra gli aderenti alla pagina, inoltre, si notano diversi esponenti politici come i consigliere comunali Lillo, Oberrauch e Vedovelli, il consigliere provinciale Seppi, il presidente di Europa-Novacella Visigalli, i consiglieri di Don Bosco Caruso e Gigliotti e il presidente della "Rete dei diritti senza voce" Sadeghian. Non mancano le segnalazioni e tra le prime finisce sotto accusa via Montecassino "piena di radici di alberi e buche scandalose". Amara la considerazione di un utente: «In alcune zone non solo ci troviamo al cospetto di molte barriere da abbattere, ma addirittura mancano le normali strisce d'attraversamento. Penso, per esempio, a diverse strade di periferia. Si sprecano soldi per nascondere i monumenti, ma non per la sicurezza civile». Non mancano le critiche per i bus: «Spesso le pedane previste per legge non funzionano o si bloccano. Per fortuna molta gente è disposta a dare una mano». Il simbolo assoluto delle barriere rimane via Genova, dove è stato girato un video di denuncia. «La promessa - spiega Marchese - è stata di iniziare i lavori a settembre. La data si avvicina e siamo fiduciosi, ma se il 2 settembre non vediamo nulla sono pronta a manifestare con tutti gli iscritti al gruppo». A provare a tranquillizzare gli animi è intervenuto l'assessore Luigi Gallo: «È una nostra priorità per il 2011». In 600 stanno vigilando. (a.c.)

Dolci oppure libri i “sogni” dei lettori con la spesa gratis


7 aprile 2011 — pagina 38 sezione: Agenda


BOLZANO. Siamo ripartiti. Sul nostro giornale sono usciti i primi tre bollini del nuovo concorso “Vinci la spesa con l’Alto Adige”, ed era quindi d’obbligo un giro in un supermercato del gruppo Aspiag, nostro partner, ovvero Despar, Eurospar e Interspar (e segnatamente siamo andati all’Eurospar di via Roma), per sentire da consumatori le loro speranze di vittoria. Ne è nato anche un video, che si può vedere sul nostro sito internet www.altoadige.it (http://altoadige.gelocal.it/multimedia/2011/04/16/video/e-partito-il-grande-concorso-vinci-la-spesa-con-l-alto-adige-29235238/1). Il giro dei... potenziali vincitori inizia con Gabriella Sarti, intercettata nella zona casse mentre osservava il primo bollino uscito.
«Ho riempito tutto il raccoglitore alla prima edizione del concorso dell’Alto Adige e ho incrociato le dita, ma non ho vinto. Peccato perché un anno di spesa gratis piacerebbe a tutti. Poi ho visto che il concorso è tornato e sono contenta di poter fare un altro tentativo. Nel caso dovessi vincere non comprerei molti prodotti diversi da quelli che già infilo nel carrello, ma sicuramente qualche sfizio ce lo si può levare senza troppi pensieri legati al risparmio».
Ci spostiamo e troviamo una cliente che cerca anche cibo per... il cervello. E quale carburante migliore per i neuroni se non la lettura? «Nessuno - sorride Maria Dolores Deflorian - e io, giornale o libro che sia, amo molto immergermi nelle parole scritte».
Passione ideale per il nostro concorso “Vinci la spesa”: all’inizio perchè si legge il quotidiano con i bollini e alla fine, chissà, con la possibilità di allargare la propria libreria personale senza scucire un euro visto che in molti Eurospar e Interspar ci sono anche libri. «Dovessi avere la fortuna di essere estratta, la prima cosa che mi comprerei sarebbe proprio qualche bel libro. Oggi, infatti, andare al supermercato significa anche potersi portare a casa un romanzo: è comodo, anche se spiace creare “problemi” alle librerie».
Nessuna ombra, invece, sul meccanismo del concorso: «Davvero semplice e assimilabile a un bel passatempo».
Altra cliente e una riflessione: le vittorie sono da celebrare a dovere e, talvolta, l’occasione giustifica l’abbandono del basso profilo. Maura Maffezzoli, nell’immaginarsi vincitrice dell’anno di spesa gratis messo in palio dal concorso, lascia perdere qualsiasi riferimento alla semplicità e ammette che sì, uno sfizio se lo toglierebbe volentieri. «Infilerei nel carrello un sacco di dolci - scoppia a ridere - per festeggiare in modo adeguato concedendomi una coccola per la mia gola. Nella speranza, comunque, ho già cominciato a incollare i primi bollini e non penso di perdermene nemmeno uno in questi 80 giorni. I jolly, insomma, saranno solo di riserva».
Che i rapporti personali siano importanti per Maura lo si intuisce subito e la conferma arriva quando ci spiega il motivo che la spinge a scegliere l’Eurospar di via Roma: «Conosco tutto il personale e mi fa piacere scambiare due parole con loro. Mi sento a mio agio e torno sempre molto volentieri tra queste corsie per la piccola spesa quotidiana».
Se poi, grazie all’Alto Adige, è gratis meglio ancora...
Guarda il video sul sito www.altoadige.it (http://altoadige.gelocal.it/multimedia/2011/04/16/video/e-partito-il-grande-concorso-vinci-la-spesa-con-l-alto-adige-29235238/1)
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Alan Conti

domenica 17 aprile 2011

TuttoUni/1: La nuova direzione


Trilinguismo, ricerca e innovazione. Tre le marce in più sulla plancia della Libera Università di Bolzano, pronta ad affrontare una nuova fase di sviluppo costruita su tre pilastri decisivi. Fin dalla sua costituzione, è bene sottolinearlo, la Lub ha fatto della possibilità di affrontare una didattica completamente in tre lingue un tratto distintivo e caratterizzante. Evidente, quindi, che gli organi istituzionali dell’ateneo intendano sfruttare appieno una peculiarità che rende Bolzano unica nel panorama europeo, schiacciando volentieri il pedale dell’acceleratore linguistico. Konrad Bergmeister, presidente del Cdu, ha indicato in modo deciso la strada che l’università dovrà seguire per salire nuovi gradini sulla scala dell’eccellenza: maggiori sinergie tra mondo accademico e professionale locale, ma anche criteri di selezione più severi per studenti e professori nel campo del sapere linguistico. Porte più strette all’inizio del percorso, insomma, per allargare i portoni del futuro, quelli che proietteranno i ragazzi nel mondo del lavoro. Una scelta, come afferma lo stesso Bergmeister "capace di guardare alla qualità più che alla quantità che poi, c’è poco da fare, è quanto ci chiede la società moderna". Il salto in alto, comunque, riguarderà pure il corpo docente: "Una commissione ad hoc avrà il compito di fare una valutazione dei curriculum, proprio seguendo l’ottica del trilinguismo qualitativo. Solo in caso di relazione positiva si passa alle pratiche per la chiamata diretta". Procedimento che riguarda circa il 70% dei professori della Lub. Per quanto riguarda i ragazzi, invece, chi si iscrive ai corsi di laurea triennale dovrà dimostrare di possedere una conoscenza di livello B2 del quadro di riferimento europeo in due delle tre lingue di insegnamento. Per i master, invece richiesto un elevato C1 in una lingua e nuovamente un B2 per una seconda. Criteri, insomma, che fin dalla partenza pongono un salto di qualità importante. A fine corso della triennale, inoltre, gli studenti potranno certificare una conoscenza C1 in una lingua, B2+ nella seconda e B2 nella terza: tutti documenti in grado di dare maggiore spessore a qualsiasi curriculum, da Reykjavik ad Atene.
Sullo scenario economico altoatesino, però, si stagliano importanti due profili per il futuro e rispondono ai nomi di ricerca e innovazione. La politica prepara il terreno per il polo tecnologico e in questo sviluppo un coinvolgimento primario, logicamente, lo avrà l’Università. Bergmeister, dal canto suo, sottoscrive la dichiarazione d’intenti: "Il nostro ateneo vuole svolgere un ruolo centrale nel raccordo tra i vari enti". La direzione della ricerca scientifica è condivisa pienamente dal rettore Walter Lorenz, accademico di grande profondità culturale: "Il ruolo scientifico e sociale dell’Università sta proprio nella ricerca, sia nel suo aspetto di disciplina applicata alle varie esigenze sia, ovviamente, nella sua accezione più basilare di studio. La Lub deve essere in grado di sapersi collocare in questo panorama. Così potremmo soddisfare le esigenze del nostro territorio di riferimento, ma anche penetrare sempre più capillarmente nel tessuto sociale della nostra terra". Ricerca e cultura, inoltre, difficilmente vanno lontano se costrette a camminare da sole. "Giusto – riprende Lorenz – ed è necessario adoperarsi perché il desiderio di partecipare alla ricerca coinvolga tutta la popolazione, specialmente i ragazzi giovanissimi".
Trilinguismo e ricerca, però, sono i prodromi di una continua missione dell’ateneo: legare i propri studenti all’Alto Adige. Una volontà che sembra condivisa dagli stessi ragazzi, come confermano i rappresentanti Jana Rückert e Alfred Mitterer: "Le nuove misure portano a evidenziare il carattere internazionale della nostra Università. Caratteristica e forza che intendiamo spendere affinché si creino le condizioni perché molti studenti, anche stranieri, si fermino in Alto Adige dopo la laurea". I cervelli, insomma, cominciano a mettere radici.

sabato 16 aprile 2011

Elettrosmog, l'Appa rassicura gli abitanti


BOLZANO. «Siamo disponibili a fornire nostre rilevazioni a tutti coloro che fossero allarmati o preoccupati dalle antenne dell'edificio "Plaza" in via del Ronco». Luigi Minach, direttore dell'agenzia provinciale per l'ambiente, tende la mano al comitato di residenti di viale Europa che aveva denunciato forti preoccupazioni per la crescita dell'incidenza di tumori e leucemie tra i residenti dopo l'installazione di alcune antenne sul tetto del palazzo provinciale. «Se invece i cittadini preferiscono affidare le rilevazioni a qualcuno di esterno alla Provincia hanno il nostro via libera purchè ciò avvenga a spese loro». La cifra richiesta per il sopralluogo provinciale è di oltre 70 euro per stanza. «Sono esattamente 77 - puntualizza Minach - per tre punti di rilevazione in ogni camera. Ma se guardiamo ai tariffari di altri territori siamo tra i più economici». Il nocciolo della questione, però, è se esiste una relazione tra i ripetitori e la crescita delle malattie. «Lo escludo. Se così fosse in Germania, dove il limite consentito dalla legge è di 42 v/m, sarebbero tutti morti. La norma nazionale prevede di non superare i 6 v/m ma la Provincia di Bolzano punta sistematicamente a non oltrepassare mai i 3 v/m». (a.c.)

Mercato del giovedì. Gli ambulanti chiedono di farlo in via Torino


BOLZANO. Il mercato di via Rovigo cerca di resistere all'urto del calo del potere d'acquisto e, nel risollevarsi, guarda con una certa curiosità all'eventuale spostamento in via Torino ipotizzato dai negozianti nella cornice delle sperimentazioni per un centro commerciale naturale. Se da una parte, infatti, da dietro alle bancarelle arriva una netta bocciatura allo spostamento parziale, la porta viene socchiusa per un trasloco totale da via Rovigo a via Torino. Il concetto di fondo è sempre quella dell'unitarietà del mercato, considerata già oggi insufficiente dai commercianti del giovedì, con l'isolamento della porzione su piazza Matteotti. Dice Lucia Manca: «Al mercato serve l'unitarietà dell'offerta. Non può funzionare un pezzo in via Rovigo, uno in piazza Matteotti e il resto in via Rovigo dato che già oggi le bancarelle spostate soffrono la mancanza di appeal. Le persone, infatti, molto spesso si fermano all'incrocio tra via Rovigo e via Milano senza procedere oltre». Identica sensazione quella di Abdel Halil: «Chi, come me, offre abbigliamento è penalizzato dalla lontananza con i banchi dell'ortofrutta. Inutile nascondersi che sarebbe invece interessante recuperare piena compattezza sull'asse via Milano-via Torino». Ernesto Saretto e Giancarla Artosi, bolzanini a passeggio tra le bancarelle, promuovono «una proposta che potrebbe anche essere interessante per i clienti. Immaginiamo, però, ci siano delle valutazioni tecniche che andranno fatte». Ahmed Senger coglie l'occasione per una riflessione globale sul mercato del giovedì: «Prima di valutare eventuali spostamenti è bene cercare di incoraggiare la piccola ripresa che stiamo avvertendo nel 2011. Il 2010, infatti, è stato certamente l'anno nero. Ora la speranza è che la primavera confermi i primi segnali di risveglio, però è da metà marzo in poi che i dati cominciano a essere davvero significanti. Altre valutazioni, invece, sono legate al tipo di merce offerta perché per noi che vendiamo abbigliamento giovanile l'appuntamento del sabato è certamente più appetibile, mentre chi si rivolge a un'utenza più anziana considera strategica la giornata nel quartiere Europa-Novacella». Sulla falsariga dei colleghi è l'opinione di
Marinella Zeni dal suo banchetto di piante e fiori. «Disperdere troppo il mercato non sarebbe una buona idea. Resta, inoltre, una vera criticità da affrontare che limita l'utenza: la mancanza di parcheggio. Va fatta, inoltre, un'analisi sociologica per capire l'effettiva incisività dell'appuntamento del giovedì partendo da un mancato ricambio generazionale negli anni. La clientela giovane di qualche decennio fa, infatti, oggi è diventata anziana e spende con molta più parsimonia, ma contemporaneamente non è arrivata una nuova fascia giovanile più disposta all'acquisto. Evidente, quindi, che bisogna modularsi verso un pubblico ad altissimo tasso di fidelizzazione e dove il rapporto umano, i prezzi calmierati e la qualità diventano fattori decisivi: tutto sommato, però, siamo soddisfatti». Marco Boscolo e Monica Baio considerano l'ipotesi di spostamento «difficoltosa. Avrebbe senso, comunque, se coinvolgesse l'intera via Rovigo. Dobbiamo ammettere, però, che le difficoltà non sono egate al modello organizzativo, ma dipendono dal calo del potere d'acquisto». Chiusura con lo sguardo generale di Mirco Benetello, responsabile dei mercati per Confesercenti: «Per chi possiede una bancarella lo spostamento è sempre un trauma, ma certamente può essere interessante una sinergia che coinvolga sia il mercato sia i negozianti di via Torino. Gli ambulanti che lavorano di giovedì, comunque, avvertono ancora il trauma seguito allo spostamento da piazza Matteotti che una volta ospitava l'intera esposizione. Diciamo che la disposizione di oggi è figlia dei lavori del parking sotterraneo, abbastanza metabolizzata, ma comunque diversa dal concepimento originale». (a.c.)

venerdì 15 aprile 2011

Allarme elettrosmog in via del Ronco: «Rischiamo la salute»


di Alan Conti
zoom

BOLZANO. Le antenne sul tetto dell'edificio Plaza in via del Ronco preoccupano i residenti che assistono all'aumento di casi di malattie gravi dalla loro installazione. Chi abita nella zona chiede alla giunta provinciale dati certi che escludano correlazioni tra i ripetitori telefonici e patologie come tumori o leucemie. «Tra i condomini denominati "pifferi" - prende la parola Egidio Tonolli, titolare del negozio "Paride" - e le case Ipes contiamo circa una ventina di casi di tumori e leucemie insorte nel periodo successivo all'installazione delle antenne. Un'incidenza che ci pare sospetta e che ci ha portato a chiedere lumi alla Provincia che, dal canto suo, non ha fatto altro che chiederci 80 euro per stanza nel caso volessimo avvalerci dei controlli nelle abitazioni. Una presa in giro, con la salute non si scherza. Non solo: sappiamo che le compagnie telefoniche avevano chiesto anni fa la disponibilità del condominio della Sopraelevata e a quello dell'Ipes per un milione di euro ricevendo un rifiuto all'installazione delle antenne. Vogliamo sapere da Palazzo Widmann, quindi, come vengono utilizzati questi soldi che, evidentemente, hanno accettato». La signora Mayer Hell nei mesi scorsi ha preso in mano la situazione e ha provveduto in autonomia alle rilevazioni: «Ho un'amica che si occupa di elettrosmog e le ho chiesto questo favore. Bene, tutte le stanze sono risultate fortemente inquinate, in particolar modo quella dove dormo. E' tutto pieno di onde nocive, ma l'ente pubblico se ne disinteressa completamente». «Possibile che in un raggio così ristretto - si domanda Feliciano Valentini - si contino addirittura una ventina di persone ammalate di tumore negli anni immediatamente successivi all'installazione delle antenne, ovvero al massimo un lustro? Pretendiamo un controllo direttamente sul tetto del Plaza con un tecnico che possiamo anche pagare noi di tasca nostra purchè venga fatto arrivare da fuori Bolzano. Oltre alla verifica, infatti, a questo punto vogliamo ci sia garantita l'imparzialità assoluta di giudizio». Scoraggiato e impaurito è anche Giuseppe Longo. «Abbiamo la necessità di capire cosa comportano questi strumenti tecnologici impiantati nel pieno di una zona estremamente popolare come questa. E' la statistica che parla chiaro e fa suonare un campanello d'allarme che la politica e i tecnici dovrebbero cogliere al volo». Alfonsina Conte, poco più in là, ci racconta la sua esperienza: «Sono stata colpita da un tumore e ho fatto un'operazione ma, pur non avendo particolari nozioni medico-scientifiche, ho il timore che possa esserci una qualche relazione causale con le antenne del Plaza. L'unica cosa che so con certezza è che da quando le hanno installate ho smesso di stare bene, avvertendo malessere diffuso costantemente e tutti abbiamo riscontrato un aumento considerevole delle scosse prese al contatto con macchina, garage, maniglie, elettrodomestici o oggetti che abbiamo in casa».
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14 aprile 201

Aumenti per i pendolari La Cisl: una scelta evitabile


BOLZANO. «L'aumento del 70% delle tariffe sul trasporto pubblico provinciale è una mazzata per i pendolari che si poteva tranquillamente evitare». E' duro il commento del segretario provinciale della Cisl Michele Buonerba sugli aumenti decisi dalla giunta provinciale che colpiranno in particolar modo le tasche dei lavoratori con sede distante da casa. Una strada per alleviare la botta, comunque, la Cisl l'avrebbe individuata: «Dopo gli accordi di Milano la Provincia incamera gran parte dell'Iva e delle accise che vengono versate sul costo del carburante. I 7/10 dell'importo, infatti, vengono girati puri dallo Stato a Palazzo Widmann, mentre i restanti 3/10 vengono spartiti seguendo un complesso calcolo che tiene conto del Pil locale rapportato a quello nazionale. L'Iva al 20%, inoltre, è calcolata anche sulle accise generando una paradossale tassa sulla tassa. Evidente, quindi, che l'aumento del costo di produzione, così come dell'incidenza delle accise cui si aggiunge la nuova voce destinata ai beni culturali, porti nuova linfa nel forziere provinciale». Un guadagno che la Cisl ha quantificato in «23 milioni di euro in più, considerata la differenza tra i 140 milioni di tributi riscossi dallo Stato e riassegnati alla Provincia nel 2009 e i 163 calcolati per il 2010. Un nuovo introito che si potrebbe tranquillamente travasare parzialmente nel fondo di sostegno ai pendolari con mezzo pubblico o privato». I segnali, però, non vanno affatto in questa direzione. «No - riprende Buonerba - dato che la cifra stanziata per questa voce era di 2 milioni e 200mila euro e tale è rimasta senza alcuna variazione. Non contenta, però, la Provincia ha deciso di stringere le maglie delle concessioni con requisiti più restrittivi che hanno fatto crollare le domande di contributo da 9.300 a 7.200. L'imposizione di calcolare tutto su base annuale, per esempio, danneggia gli insegnanti che logicamente si trovano sempre con un intervallo spezzato da due differenti periodi scolastici». Per il sindacato, insomma, sono parecchie le misure che andrebbero riviste prima di ritoccare le tariffe verso l'alto: «Il redditometro, per esempio, entrerà in vigore nel prossimo mese di settembre, ma prevede l'esenzione di due voci importanti come trasporto e casa. Chiediamo che entrambi siano riportati all'interno della cornice del Durp. Il finanziamento di concessionari, inoltre, avviene unicamente in base alla distanza chilometrica tralasciando completamente il numero di passeggeri trasportati: avrebbe molto più senso un sistema misto». (a.c.)

giovedì 14 aprile 2011

Primo maggio: no del Comune ai negozi aperti


BOLZANO. «I singoli commercianti possono chiedere la deroga, ma personalmente sono contrario all'apertura dei negozi il 1º maggio e in generale di domenica e nei festivi. Bolzano non è una metropoli e credo che per la nostra realtà sia più importante conservare le buone abitudini che portano i bolzanini, nelle giornate di festa, a preferire le attività all'aria aperta piuttosto che chiudersi in qualche negozio». Dal sindaco Luigi Spagnolli il no alla deroga generalizzata per domenica 1º maggio chiesta da Confesercenti. Contraria l'Unione: «Abbiamo già concordato due deroghe supplementari - dice Pietro Perez - il 5 giugno per la Festa del gusto e il 17 luglio in concomitanza con l'avvio dei saldi». Tra i commercianti ci sono posizioni diverse: c'è chi è convinto che l'apertura il 1º maggio garantisca ottimi affari e chi invece è contrario, perché l'esperienza dimostra che la stragrande maggioranza nei giorni di festa non ama fare shopping. «Sono favorevole all'apertura per tutti - esclama Peter Haller della pelletteria "Pierre" - perché il sistema delle deroghe a volte è un po' complicato. Io, oltretutto, allargherei il discorso anche al lunedì di pasquetta quando la città viene presa d'assalto dai turisti che trovano tutto chiuso». Tra le prime a non essere convinte, invece, Heidi Fränzl di "Fränzl articoli regalo" e la collaboratrice Brigitte Moser: «Una giornata così non rende più di tanto. In galleria Grifone, per esempio, i benefici della festa dei fiori sono davvero minimi. C'è tanto passaggio, ma pochi comprano». Posizione diametralmente opposta quella di Rita Bazzanella dell'erboristeria "Salus": «Da anni teniamo aperto e siamo sempre rimasti soddisfatti a fine giornata. L'attrattiva dei fiori è certamente un elemento in grado di fare la differenza». Giornata di lavoro in galleria anche per "Douglas": «Da sempre - puntualizza Marleke Bollongino - ci comportiamo come se fosse un giorno di lavoro. La giornata e la festa funzionano molto bene, quindi non c'è niente di anormale nella volontà degli esercenti di essere operativi e offrire a bolzanini e visitatori un'alternativa in più. A fare la differenza è l'unitarietà della decisione perché è chiaro che un Centro con tutti i negozi disponibili ha molta più attrattiva di una zona con aperture a macchia di leopardo». Stefano Piani, di "Point Fashion", non vede identica convenienza: «In queste giornate le persone pensano soprattutto a godersi la festa ed è molto difficile che qualcuno parta da casa per fare shopping. Funzionano meglio le lunghe serate dei saldi, quando il protagonista dell'evento diventa proprio il commercio. Queste partecipazioni di seconda fila, a mio parere, determinano una situazione per cui il gioco non vale la candela». Il primo a farne una questione di principio è Carlo Melegan della gioielleria "Pilgrim": «È la festa dei lavoratori e va rispettata». Più articolato il pensiero di Marco Balzari, titolare di "Siste's" e "Zari", e della commessa Jessica Vecchiato: «Tradizionalmente siamo rimasti sempre aperti il 1º maggio. Ai dipendenti, però, è giusto lasciare l'opportunità di decidere cosa fare». (a.c.)
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Lavori stradali: tre vie senza parcheggi


BOLZANO. Via Dalmazia, via Rovigo e via Novacella: tutte contemporaneamente con le ruspe sulla carreggiata e private totalmente dei parcheggi. Impossibile, quindi, sostare in nessun punto del rione. E' successo l'altro giorno quando, durante tutta la giornata, il Comune ha provveduto all'opera di riasfaltatura di tre tra le principali strade del rione Europa. Il risultato è stato un sostanziale collasso dell'offerta dei parcheggi nella zona, con riflessi sul bacino di tutto il Quartiere e difficoltà nella circolazione per tutta la giornata. Il divieto assoluto di parcheggio, infatti, si protrarrà fino venerdì, quindi l'intera settimana lavorativa degli abitanti sarà in qualche misura condizionata dall'opera di riqualificazione. «Si poteva - scrive un gruppo di residenti - optare per un lavoro da realizzare a segmenti, anche in considerazione del fatto che parliamo di strade ad altissima frequentazione data la presenza di molte scuole». Dall'asilo "La Fiaba" fino al liceo scientifico "Torricelli", passando dall'Istituto Comprensivo di "Manzoni" e "Foscolo": tutti i gradi scolastici sono rappresentati, per esempio, lungo via Rovigo. «Perché - continuano quindi gli abitanti - non posticipare i lavori di una settimana quando, in concomitanza con le vacanze pasquali, gli istituti rimarranno chiusi?». Un modo per ripagare concretamente il disagio, comunque, c'era: sospendere l'obbligo del rispetto delle fasce colorate per chi abita tra le vie Dalmazia, Novacella e Rovigo.

mercoledì 13 aprile 2011

Circoscrizione Don Bosco Udc decisivo: non scontato il voto a presidente Pd


La presidenza di Don Bosco è nelle mani dell’Udc e i centristi, pur ribadendo l’accordo di maggioranza con il Pd, non escludono il possibile ribaltone. Se il consigliere comunale Angelo Gennaccaro, infatti, sottolinea l’importanza degli accordi di maggioranza e guarda con interesse al probabile subentrante del Pd Lino Morabito (Luciana Fiocca, prima dei non eletti, è già consigliere a Gries e difficilmente cambierà), chi dovrà materialmente esprimere il proprio voto, Francesca Gigliotti, pone delle condizioni. L’Udc, infatti, ha chiesto al partito di piazza Domenicani un incontro programmatico su tutte le questioni comunali tra cui, logicamente, la Circoscrizione. Evidente che una rottura potrebbe aprire nuovi scenari e ridare linfa all’opposizione che non lascerà nulla di intentato per riprendersi la presidenza che fu di Enrico Lillo. Sui nomi, invece, sono ancora poche le certezze, ma il favorito sembra essere proprio il subentrante Morabito dato il veto posto dall’Udc sull’altro nome del Pd Luciano Stevanella. In caso di successo dell’opposizione, invece, le candidature più concrete appaiono quelle di Pierpaolo Terranova (Pdl), sostenuto a gran voce da Lillo, e della leghista Tania Bergo. La maggioranza necessaria, ricordiamo, è di 6 voti, dati i 5 a testa tra maggioranza e opposizione e l’ago della bilancia, come detto, nella mani dell’Udc.
“Voglio precisare – premette il presidente uscente Luigi Baratta (Pd) – che le mie dimissioni da presidente e da consigliere sono legate a soli motivi personali ed ho ottimi rapporti sia con la vice Ellecosta sia con Stevanella. Mi spiace lasciare una Circoscrizione dove troppo spesso si è pensato a replicare la politica dei partiti centrali anziché difendere il benessere dei cittadini”. Sui rapporti distesi arriva la conferma di Ellecosta (Svp): “Mai avuto problemi con Baratta, lo stimo personalmente e politicamente. Ora attendiamo le proposte del Pd sperando che l’intermezzo sia breve”. Stevanella (Pd), dal canto suo, è più criptico: “Non voglio commentare i nostri rapporti, è il momento di stare tranquilli. Sono disponibile alla successione, ma l’Udc è un organo complesso da capire”. Non sembra correre buon sangue, insomma, tra l’ex candidato in pectore e i centristi: “Su Stevanella c’è un nostro preciso veto – conferma il consigliere comunale Udc Angelo Gennaccaro – ma non è serio pensare che si facciano dei giochini politici quando esiste un accordo di maggioranza. Ci sono alcune tensioni a livello comunale, certo, ma gli impegni sottoscritti vanno mantenuti, quindi la presidenza dovrebbe rimanere al Pd. Seguiamo con molto interesse, quindi, il possibile subentro di Lino Morabito: persona seria e affidabile”. Il voto, nel concreto, dovrà darlo Francesca Gigliotti che puntualizza e il condizionale che usa è di quelli pesanti. "L’orientamento dovrebbe essere il mantenimento dell’alleanza, ma abbiamo chiesto un incontro al Pd per discutere di questioni comunali in cui potrebbe rientrare anche il discorso su Don Bosco. Aspettiamo il confronto". Difficile, ma non impossibile, una drastica inversione di rotta. “In questi giorni – interviene Francesco Mafrici (Fli) – avremo anche noi degli incontri e si chiariranno meglio le prospettive. Alla mia seconda legislatura penso di poter dire la mia. Baratta, invece, ha fatto bene a fare un passo indietro: la Circoscrizione andava a rilento e il presidente non riusciva a soddisfare i molti impegni che quella carica richiede”. Rompe gli indugi, invece, Tania Bergo (Lega Nord): “Io mi candido assolutamente e senza falsa modestia penso di avere le carte in regola per condurre questo Quartiere. L’opposizione in consiglio è molto compatta, troverò una convergenza e chiederò un colloquio con l’Udc perché valutino prima di tutto la persona e poi la provenienza politica”. Non vuole parlare di “scippo al Pd”, invece, il presidente uscente Enrico Lillo (Pdl). “In questi giorni stiamo cercando di rinnovare l’atteggiamento della politica, cercando una strada più responsabile che guardi più alla professionalità delle persone rispetto alle macchinazioni della politica e Don Bosco potrebbe essere il primo banco di prova. Dalla mia esperienza posso dire che Pierpaolo Terranova (Pdl) ha tutte le carte in regola per succedere a Baratta: dedizione, efficacia e contatti utili lavorando da anni nell’Ipes. Grande carattere anche per Bergo: potrebbe essere una soluzione”. Tiepido e sibillino, infine, il giudizio di Marco Caruso (Unitalia): “Voterò la persona, senza logiche di maggioranza o opposizione. Nessun appoggio, quindi, è scontato”.