E’ una Elena Artioli stranamente cauta quella che affronta il dopo voto in attesa dell’inizio delle trattative per la nuova giunta. Un profilo ponderato senza una frase sopra le righe e comunicati stampa sparutissimi: se vogliamo già agli antipodi rispetto allo stile più esuberante della alleata Michaela Biancofiore. Allineata e coperta, dunque, Artioli si dimostra anche nell’intervista concessa a Matthias Kofler di Tageszeitung salvo, però, lasciarsi scappare un desiderio meno labile del previsto: “Mi piacerebbe tanto poter incidere sull’economia e sull’edilizia sociale nel caso mi fosse proposto un assessorato”. La domanda è abbastanza orientata eppure Artioli mostra di avere le idee chiarissime sull’obiettivo e appare assai meno un caso il totale allineamento all’atteggiamento chiesto da Arno Kompatscher un secondo dopo lo spoglio: “Prima i programmi e i temi, poi i nomi e i partiti”. Ecco, la pasionaria ammette di “conoscere poco il nuovo Landeshauptmann”, ma allo stesso tempo ne segue lo spartito: “Al tavolo dei colloqui chiederò a Kompatscher solo come intende difendere e creare nuovi posti di lavoro oltre alle sue strategie per uscire dalla crisi”. La neo eletta, poi, non manca di sottolineare come i vicini di banco non stiano affatto seguendo le direttive del professore. “Prendiamo i Verdi, hanno cambiato opinione cinque volte nelle ultime ore. Mi devono spiegare come pensano di coniugare l’ingresso in giunta con il fatto che Kompatscher sia intenzionato a mantenere l’aeroporto. Stessa cosa i Freiheitlichen con una Svp che accetta sempre più stranieri. Hanno messo prima le poltrone e poi le incongruenze programmatiche”. Infine l’ultimo tocco di diplomazia spinta: “Per me è uguale essere all’opposizione o in maggioranza, lavoro solo per i cittadini”. Per quanto di difficile realizzazione, però, sa perfettamente che nella seconda condizione si può essere decisamente più incisivi.
Alan Conti
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