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lunedì 19 marzo 2012

Eurotherm, la versatilità come faro dei radianti


Da piccola iniziativa di un installatore, oggi l'azienda di Frangarto è leader nel campo dell'impiantistica, riscaldamento, raffreddamento e isolamento acustico.

BOLZANO. Basta un’idea e il sistema radiante vien  da sé.  La versatilità è il faro della Eurotherm di Frangarto che da piccola iniziativa di un installatore altoatesino è oggi una delle aziende leader nel campo dell’impiantistica, riscaldamento, raffreddamento, isolamento acustico e ricambio di aria all’interno degli edifici. I cantieri, logicamente, sono l’habitat naturale per lo sviluppo dei prodotti di punta dell’azienda, ma la chiave che l’ha portata alla ribalta è certamente la sua capacità di adattamento. Non si spiegherebbe, altrimenti, la capacità di intervento all’interno di edifici monumentali come la Certosa di Parma, così come nei grandi caseggiati di Casanova, passando per Il museo di Leonardo Da Vinci a Vinci oppure per un hotel totalmente biologico in Alto Adige. L’Eurotherm, insomma, ha saputo evolversi e in pochissimi d’anni è letteralmente esplosa sul mercato, sul territorio e nell’organigramma. Dalla sede di Pillhof, infatti, oggi Eurotherm conta avamposti in tutta Italia, ma anche in Irlanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Francia e Spagna, mentre il diagramma societario si è trasformato da lineare a stella.
 "Stiamo seguendo una strada di sviluppo – spiega l’amministratore delegato Christian Pezzei, figlio del presidente Cleto che nel 1984 assieme al socio Giuseppe Scarperi fondò l’azienda con grande fiuto imprenditoriale – che ci ha consentito di trasformare vari settori dell’azienda in “spin off” indipendenti". Eureca, per esempio, è il braccio aziendale più legato all’architettura e si occupa di operazioni progettistiche all’avanguardia come i rilevamenti termici all’interno dell’edificio oppure le mappature acustiche. Dati che sono nati come supporto all’attività principe dell’impiantistica e che ben presto si sono rivelati oro colato sulle carte dei progettisti. "Abbiamo capito, quindi, che poteva essere utile sia per l’uso integrato e funzionale per Eurotherm sia per le sue attività singole come servizio. Abbiamo quindi sciolto la briglia e permesso di svolgere operazioni in autonomia". Procedimenti del tutto simili stanno alla base di Enetec (focalizzata maggiormente su sviluppo prodotti e produzione), Ecoform (settore imballaggio ed eps alimentare e industriale), Ecoen (green power) ed Eurass (assistenza di cantiere con otto dipendenti che funziona anche da feed back). Stampella e propellente di tutto, però, sono gli installatori autonomi. "Sono il nostro tramite con la committenza – continua Pezzei – quindi giocano un ruolo chiave. Proprio per questo stiamo formando professionisti che hanno scelto le nostre tecnologie per la comunicazione. Si tratta di artigiani in grado di eseguire perfettamente i nostri lavori e, al contempo, consigliare le nostre soluzioni. Un arricchimento bilaterale che speriamo possa portare vantaggi a tutti". E’ anche sul campo, però, che nasce la ricerca: "Cerchiamo attentamente nuove vie di sviluppo e nel nostro centro dedicato in azienda possiamo seguire l’intera filiera dalla carta al prodotto finito. Al momento stiamo sviluppando un sistema di gestione domotica di temperatura, ricambio aria e umidità divisibile anche per singole stanze". Input, comunque, arrivano pure dall’esterno: "Ci chiedono di sviluppare idee e per noi è sempre stimolante perché si tratta di banchi di prova per valutare la nostra qualità". Pare incredibile, eppure si tratta di studi che possono anche migliorare la vita condominiale. Da qui, infatti, nasce Silentium: tecnologia di isolamento acustico all’avanguardia. "Il risultato migliore è la sostanziale riduzione del rumore causato dai passi sul pavimento. La scelta dei materiali è in questo caso determinante". E’ più complesso, però, intervenire sul costruito. "In linea di massima sì – ammette Pezzei – ma le ristrutturazioni possono tranquillamente portare a nuove soluzioni di riscaldamento, isolamento acustico, raffreddamento o quant’altro". Proprio il fresco è la porta verso il mercato meridionale: "Al Sud c’è grande attenzione verso queste tecnologie e la richiesta si basa principalmente sulla velocità di esecuzione. In Alto Adige, al contrario, il primo fattore considerato è spesso l’efficienza. Bisogna saper rispondere a entrambe e magari implementare la capillarità nel Centro Italia". Ad Alberobello, intanto, esiste un trullo con un sistema radiante targato Eurotherm: l’originalità non ha confini.
Alan Conti

SCHEDA
E-group raggruppa Eurotherm, Enetec, Ecoform. All’interno di Eurotherm troviamo le business units Ecoen, Eureca e Eurass.
Il fatturato dell’azienda è passato dai 12 milioni di euro del 2006 a più di 20 milioni di euro nel 2010.
Il personale è formato da 160 persone di cui 101 dipendenti e 59 agenti esterni. Nel dettaglio dei dipendenti 54 sono gli impiegati, 35 gli operai e 12 agenti interni. L’età media è di 38,9 anni, le donne sono 21 e gli uomini 139.
L’amministratore delegato di Eurotherm Christian Pezzei è il primo presidente del neonato consorzio italiano Q-Rad, con sede a Bolzano, che riunisce alcune aziende leader del settore sul territorio nazionale

 

giovedì 2 febbraio 2012

Mountaineering a caccia dei pericoli naturali


Silvia Simoni impegnata in sopralluoghi di alta montagna

Società spin off dell'Università di Trento, oggi è un riferimento per le mappe di rischio. I soci studiano sul territorio e sui libri. Silvia Simoni: "La politica impari a guardare lontano".

BOLZANO. "L’Alto Adige è all’avanguardia, ma non deve rilassarsi nella valutazione dei pericoli. Lungimiranza, mediazione politica e vincoli sulle valutazioni tecniche sono gli aspetti da migliorare". Sivia Simoni è una giovane imprenditrice che dal 2008, assieme ai soci Fabrizio Zanotti e Matteo Dall’Amico nonché al docente dell’ateneo trentino Riccardo Rigon, ha creato la società “Mountain-eering Srl” specializzata nella mappatura dei rischi idrogeologici e naturali di varie porzioni di terreno. Provincia, Comuni, Comprensori ed enti pubblici si rivolgono a lei per conoscere i pericoli nascosti negli sviluppi urbanistici di impatto ambientale. Precisione, chiarezza e il sapersi proporre senza posizioni radicali hanno fatto il resto e, dopo tre anni, quella che è nata come uno spin-off dell’Università di Trento è oggi una realtà solida con cinque soci, due sedi tra Bolzano al Tis e Pergine, un collaboratore, un dipendente e lavori sempre più importanti.
 "La cartina finale – comincia Silvia cercando di essere la più chiara possibile – è il frutto di un processo laborioso che passa attraverso sopralluoghi, ricerche e grafici singoli che riflettano in modo preciso i dati". Sembrerà strano, ma oltre alle valutazioni ai bordi dei torrenti o in vetta alle montagne il team di “Mountain-eering” passa ore sui libri degli archivi. "Comuni, enti specializzati, persino le parrocchie: tutti possono nascondere volumi con informazioni determinanti attorno ad eventi storici. E’ importante sapere, per esempio, se un torrente è stato protagonista durante le alluvioni: ne traccia alcuni aspetti del suo identikit". Già, perché ogni singolo tratto d’acqua o di terreno viene radiografato. "Idrogrammi e grafici ci permettono di codificare con la maggior precisione possibile il grado di rischio che poi viene inserito nel prodotto finale della mappa seguendo scale e valori utilizzati da ogni singola amministrazione. Il prodotto finale è una carta dei pericoli che possa guidare le scelte". Qui, però, entra in scena il nodo importante dei rapporti tra tecnici e politica. Silvia conosce entrambi i mondi e llancia una proposta interessante: "Purtroppo i nostri sono studi che prevedono pianificazioni in grado di essere ottime se lungimiranti. Bisogna saper ragionare nel lungo periodo, ma capisco la posizione dei politici che a volte si trovano di fronte a richieste pressanti e con un orizzonte legato alla propria legislatura. Sarebbe bello che i pareri tecnico-scientifici contrari a opere di forte impatto possano diventare vincolanti con potere di veto: forse toglierebbe pressione agli amministratori. Dall’altra, però, non si può mettere nelle mani degli studiosi tutto il potere decisionale, quindi le perizie contrarie necessarie a bloccare i procedimenti dovrebbero essere almeno due. La ricerca dell’oggettività, in questo, caso, è centrale". Simoni conosce i meccanismi istituzionali e nell’analisi della nostra realtà non fa sconti. "Ammettiamo subito che per tradizione e bravura l’Alto Adige è certamente tra i territori più sensibili, attenti e attivi nella prevenzione. A volte, però, si ha l’impressione di una certa superficialità nello studio degli impatti. Penso alla Val Gardena che quest’estate è stata martoriata dai cantieri da Ortisei a Selva passando per Arabba, ai nuovi impianti sciistici e di collegamento pensati per Sesto o al passo Sella. Non dimentichiamoci che si tratta di opere che producono ricchezza, ma costano tanto in termini di energia da produrre, acqua comune e beni naturali in generale. E’ qui che i bilanci andrebbero fatti sul lungo periodo". Non a caso la “Mountain-eering” sta mettendo a punto la nuova snow-maps. "E’ una mappa che indica composizione, densità, qualità, quantità in acqua e distribuzione della neve secondo temperatura, ventilazione e morfologia. Può trovare applicazione tra gli appassionati, certo, ma anche all’interno della pianificazione generale". Vale la pena, infine, concedersi una riflessione tecnica su A22 e parcheggio di via Fiume. "La prima nel tratto Fortezza - Brennero va seguita con grande attenzione. Problemi di cascate di detriti e la sua ubicazione obbligano a un monitoraggio costante e attento. L’errore è stato fatto in fase di progettazione e oggi si può solo tamponare, ma è importante che la gente sappia che c’è sempre un margine di rischio relativo e che non esiste mai una sicurezza totale. Sul parcheggio di via Fiume ritengo azzeccata la scelta dei carotaggi e assolutamente da evitare qualsiasi vicinanza o coinvolgimento con la falda acquifera".
Alan Conti
 
 
I NUMERI DI MOUNTAIN-EERING
3 soci attivi di partenza
1 componente nel cda dell’Università di Trento
1 docente dell’Università di Trento nel cda: Riccardo Rigon
2008 la data di formazione di “Mountain-eering”
1 dipendente
1 collaboratore
5 gli anni di presenza prevista dell’ateneo nel cda di un proprio spin-off
2 sedi (una a Bolzano e una a Pergine Valsugana)
 

martedì 31 gennaio 2012

Green Economy, altro che crisi


E' a green economy la risposta alla crisi?
Interesse in crescita, fatturati che crescono e Master dalle sicure prospettive professionali. Gli investimenti sull'ecosostenibile allargano i sorrisi: parola di Klimahouse...

BOLZANO. Non risente della crisi, registra un aumento degli ordini, amplia il proprio mercato stuzzicando l’interesse di nuove aree e garantisce posti di lavoro: la green economy è quanto di più distante dalla crisi economica si possa immaginare. La conferma arriva dagli stand della fiera “Klimahouse” che in questi giorni rappresentano il meglio del settore a livello internazionale. A fregarsi le mani, naturalmente, tante aziende altoatesine che tra le prime hanno annusato le potenzialità di investimento e nel tempo hanno goduto pure di un’amministrazione in grado di agevolare gli interventi per il risparmio energetico con norme ad hoc. Gli sviluppi attuali, invece, comprendono una buona fetta di mondo artigianale disposto a proporsi nella riqualificazione, come già annunciato nei giorni scorsi dalla Cna, e percorsi universitari in grado di garantire sbocchi occupazionali pressochè immediati.
 "La bioedilizia è un settore che garantisce nel modo più assoluto una certa stabilità e offre ampi margini di crescita" la sentenza di Laura Barretta, responsabile comunicazione e marketing della meranese “Naturalia Bau”. "Il vero bacino di sviluppo, al momento, è il l’Italia centro meridionale, dove la consapevolezza del risparmio ambientale sta cominciando ad affacciarsi con più frequenza rispetto al passato. La stessa formazione gioca un ruolo importante perché organizzando corsi di grande specializzazione si possono ottenere visibilità e guadagni: è anche questa una forma di business con finalità educative". Attenzione, però, all’esagerazione che, come tutte le tendenze, coinvolge pure la green economy. "Capita sempre più spesso – continua Barretta – che le aziende stampino vari bollini verdi o di risparmio energetico su qualunque prodotto. E’importante che il cliente sappia distinguere cosa è veramente funzionale all’abbattimento dei rischi ambientali e cosa invece è mera facciata. Da questo punto di vista, nel nostro caso specifico, diventa determinante il ruolo degli intermediari tra noi e il committente. La preparazione di progettisti, ingegneri e architetti è fondamentale perché di loro, solitamente, il cliente si fida ciecamente". Un po’ meno entusiasta è Horst Franzelin, titolare dell’azienda “Isodomus” di Gais: "Non è vero che stiamo assistendo a un boom di mercato perché le difficoltà le dobbiamo affrontare anche noi. Onestamente, però, registriamo una crescita costante dell’interesse tra la popolazione per i temi legati al rispetto dell’ambiente. Evidente che tutto il settore ne trae benefici. In Alto Adige, comunque, dobbiamo ringraziare una legislazione che favorisce le ristrutturazioni con lo scopo del risparmio energetico. Oltre a salvare l’ambiente, infatti, queste norme sono la base del nostro sviluppo". Le realtà imprenditoriali nel settore “green” ormai si moltiplicano e non è un caso che la Libera Università di Bolzano abbia predisposto un master specifico in edilizia sostenibile ed efficienza energetica. "I posti disponibili sono circa venti – spiegano le ex studentesse Julia Ratayczak, Maria Teresa Girasoli e Marianna Marchesi – ma ogni anno riceviamo una sessantina di richieste. Il percorso di studi è fortemente specializzato e incentrato su una collaborazione costante con le aziende del territorio, dove i ragazzi frequentano tirocini di 150 ore e hanno la possibilità di farsi conoscere. Non è raro che poi vengano assunti direttamente e comunque l’assorbimento occupazionale è pressochè totale. Grande impulso, inoltre, viene dato alla ricerca attraverso collaborazioni durature con scambio di dati e strumentazioni". Chiusura con Riccardo Nussbaumer, artigiano del legno titolare dell’omonima ditta di Sarentino."Il risparmio energetico e l’edilizia sostenibile rappresentano per noi una nuova frontiera. I lavori di questo tipo, ormai, sono molto frequenti ed è la chiave di volta che ci permette di proporci con successo anche al di fuori della provincia. Lavoro e ampliamento del nostro bacino di riferimento: il settore è davvero più forte della crisi".
 
 
 
CASA ENERGY PLUS
Poteva tranquillamente chiamarsi “CasaClima” 2.0 perché il nuovo prodotto edile “Casa Energy Più” rappresenta la vera e propria evoluzione del concetto di casa a risparmio energetico. Questo edificio pensato dalla “Wolf Haus” in orbita “Wolf System”, infatti, non solo risparmia energia ma addirittura ne produce in eccesso. Il tutto, oltretutto, progettato per una produzione su larga scala avvalendosi delle ricerche delle più prestigiose università internazionali. Il progetto si presenta estremamente versatile con possibilità di applicazione su qualsiasi edificio e gestione garantita da un apparato domotico. L’energia prodotta sarà restituita alla rete pubblica, con notevole vantaggio per il territorio circostante e per il proprietario che può così rientrare più velocemente dall’investimento.
 Alan Conti

Migliaia di visitatori: è boom Klimahouse


Padiglioni affollati per Klimahouse 2012

Parcheggio introvabile e code all'entrata e agli stand. La Fiera di Casaclima si conferma happening di livello mondiale. 

BOLZANO. Partenza col botto ieri per la fiera Klimahouse che durerà fino a domenica. Fin dal primo mattino impossibile trovare un parcheggio nella zona e consistenti code all’entrata o presso gli stand più quotati. Un assalto in piena regola che, considerando la giornata di giovedì, è forse andato oltre le più rosee attese degli organizzatori. L’esposizione, ormai di calibro internazionale, ospita 459 espositori, di cui 387 diretti e 73 indiretti. Gli operatori italiani sono 321 e gli stranieri ben 138, segno di un interesse concreto anche oltre confine. Notevole pure la superficie espositiva di 25.000 metri quadri che coinvolge anche tutto il secondo piano. All’interno, ovviamente, la fanno da padroni le aziende edili, ma attirano molti sguardi incuriositi le proposte di artigianato, infissi e soluzioni per la casa. Particolarmente ricco pure il programma collaterale, con un fitto calendario di convegni nel vicino Sheraton e l’iniziativa “City Parcours” che porterà lo spirito della fiera all’interno di quattro palazzi cittadini: Museion, Camera di Commercio, Università e Provincia. Previsto, in quest’ottica, un collegamento regolare con il Centro tramite bus navetta. Al secondo piano della Fiera, inoltre, spazio all’esposizione di alcuni progetti protagonisti del Premio Architettura organizzato dalla Fondazione Architetti.
 Ieri, comunque, si è tenuta l’inaugurazione ufficiale di Klimahouse senza rappresentanti della Provincia impegnati in clausura. E’ stata l’occasione per festeggiare il decennale di “CasaClima”, nata dall’idea di una tecnologia costruttiva eco sostenibile e oggi certificazione di livello mondiale, oltre che società in-house. Nessun accenno, come previsto, alle recenti tensioni tra il direttore dell’Agenzia Norbert Lantschner e l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, con il primo che ha minacciato le dimissioni per la troppa invadenza del secondo. Non è mancato, invece, il Comune di Bolzano presente alla cerimonia con gli assessori Judith Kofler Peintner e Maria Chiara Pasquali. "Siamo fieri di aver adottato la filosofia di CasaClima, in particolare nello sviluppo dei nuovi rioni di Firmian e Casanova. Ci riconosciamo nella ricerca di un sempre maggiore risparmio energetico nel settore edilizio delle costruzioni e siamo orgogliose di ospitare a Bolzano una rassegna tanto importante per lo sviluppo di questa realtà". L’importanza della connessione con Klimahouse è sottolineata pure dal direttore della Fiera Reinhold Marsoner: "Crediamo fortemente negli standard della certificazione CasaClima. Se pensiamo che per il grado “A” l’edificio non deve superare i 3 litri per metro quadro ci rendiamo contro della straordinarietà di questo progetto. Klimahouse si inserisce in questo contesto proponendosi a livello internazionale con un grado di qualità garantita dalla commissione di esperti che valuta le richieste di adesione dei vari espositori". Spazio, come detto, anche agli architetti. "Al secondo piano - conclude il presidente della Fondazione Architettura Alto Adige Carlo Azzolini – abbiamo un’esposizione dedicata ai vincitori del Premio Architettura organizzato quest’anno. Lo abbiamo chiamato lo spazio degli “illuminati” perché, con una tecnica che richiama le antiche pitture, abbiamo voluto presentare i migliori professionisti e la loro idea di architettura. Tavoli, disegni e dettagli più esaustivi sui singoli progetti, infine, saranno ospitati fino al 5 febbraio dal Museion nell’ambito della rassegna “Klimahouse City Parcours”".
Alan Conti 

Roefix-Beton Eisack: unione di calcestruzzo


Un sacco di calcestruzzo

Un nuovo materiale spruzzabile con una lancia alla base della partnership. Attesi benefici su fatturati e ricerca.

BOLZANO. Il calcestruzzo a saldare un’unione destinata a incidere profondamente nei cantieri del Nord Italia. E’ andata in scena ieri, in occasione della giornata inaugurale della fiera specializzata Klimahouse, la stretta di mano ufficiale che collega due aziende leader nel settore edile altoatesine. Röfix e Beton Eisack uniscono il proprio know how in una sinergia basata sulla nuova tecnologia del calcestruzzo a secco che, nelle previsioni delle aziende, dovrebbe comportare una ricaduta positiva a pioggia su ricerca e logistica. In ogni caso si tratta di una partnership tra due realtà di peso per dipendenti e fatturato. La Röfix, per esempio, conta su 5 stabilimenti, 160 lavoratori e ricavi di bilancio 2011 pari a circa 66 milioni raccolti nel Nord Italia. Sono un centinaio, invece, i dipendenti dell’intero gruppo Eisack Beton (con Beton Gasser e Transbeton) distribuiti in tre stabilimenti per un fatturato di 20 milioni in ambito provinciale. Sostanzialmente le due aziende sono state fino ad ora complementari, ma con la tecnologia sviluppata da Eisack Beton e la più ampia rete di intervento di Röfix puntano al salto di qualità.
 "Il calcestruzzo a secco – spiega il direttore generale Röfix Wolfgang Brenner – permette una nuova impostazione di lavoro nei cantieri. Il materiale, infatti, viene trasportato sui lavori in uno stato completamente secco: l’impasto con l’acqua si verifica solo al momento dell’utilizzo attraverso una lancia. In sostanza si sostituisce la betoniera e si rende il calcestruzzo utilizzabile nelle quantità volute e sempre reperibile: non è più necessario, infatti, produrne in grande quantità a inizio lavori con l’obbligo di utilizzarlo tutto. Non solo, con l’uso della lancia di spruzzo sarà possibile una posa agevole anche in punti particolarmente inaccessibili per gli operai". Approdo ufficiale sul mercato fissato per febbraio, ma oltre al prodotto, come detto, si attendono vantaggi logistici e di ricerca. "La possibilità di organizzarci nei due stabilimenti di Racines e Chiusa diminuisce di fatto gli spostamenti, mentre il flusso di know how potrebbe dare sostanziale impulso nel miglioramento di materiali e tecnologie da offrire ai clienti". Christian Auer, direttore di Eisack Beton, guarda con interesse alla rete dei nuovi partner. "Sappiamo che la Röfix è un’azienda con una zona operativa che copre buona parte del Nord Italia ed è esattamente quello che cercavamo per sviluppare i nostri mercati. L’obiettivo, oltre che imporre la nuova tecnologia del calcestruzzo a secco il più possibile, è anche quello dell’espansione. Ovviamente la speranza è che tutto questo porti benefici al fatturato del gruppo, ma in tempi di crisi del settore non esistono particolari rassicurazioni in merito". L’applicazione di questo calcestruzzo, comunque, induce all’ottimismo: "E’ particolarmente indicato per opere d’infrastruttura. Le sue caratteristiche di resistenza lo rendono ideale per ponti, tunnel, gallerie o strade. Piena affidabilità, ovviamente, anche per edifici o costruzioni di altra natura".
 La collaborazione, comunque, si limiterà alla sua natura di partnership: non sono previsti, infatti, spostamenti di dipendenti né tantomeno di capitale. "Abbiamo scelto di aiutarci – conclude Brenner – attraverso una formula più snella che continui a garantire una particolare libertà ad entrambe le aziende. Sarà molto interessante, comunque, sviluppare il doppio binario della promozione del nuovo prodotto e della ricerca che potrebbe tranquillamente aumentare le dimensioni della collaborazione in futuro".
Alan Conti

martedì 24 gennaio 2012

Cisl: "In arrivo l'anno più duro"


I segretari Michele Buonerba ed Erich Sparer


 Si parte, quindi, con un’occhiata disincantata alla situazione nazionale. "La crisi ci obbliga a contribuire al deficit statale – spiega il segretario provinciale Michele Buonerba – e con una Manovra tanto recessiva c’è il rischio di dover trovare altri 12 miliardi in tempi brevi. Il 2012, insomma, sarà l’anno più duro per tutti". La Provincia, però, tiene un sostanziale pareggio e il tasso di disoccupazione resta contenuto a un buon 3,3%. "Il trend, però, testimonia una crescita di chi rimane senza lavoro e non possiamo sottovalutarlo. Alle politiche passive del lavoro come gli ammortizzatori sociali andranno associate delle misure attive, soprattutto formazione continua mirata alla ricollocazione. E’ vero, inoltre, che molti dei lavori offerti non sono compatibili con le esigenze di una famiglia e questo penalizza principalmente le donne". Ci sono, inoltre, i delicati testi Irpef e Irap. "Sulla prima – interviene l’altro segretario Cisl Erich Sparer – ribadiamo la sensazione di iniquità dell’attuale soglia a 15.000 euro, confermata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale. Chiediamo, quindi, che venga abolita totalmente oppure che si istituisca una free tax area che permetta a tutti i contribuenti di ricevere una riduzione d’imposta. Rendere l’Irap afferente al lavoro detraibile ai fini Ires, inoltre, causerà alle casse della Provincia un ammanco da 20 milioni di gettito in tempi di forte risparmio. Sarebbe stato necessario una maggiore cautela da parte di un’amministrazione che nemmeno ha discusso la legge di bilancio in aula". Pollice alto, invece, per gli accordi di detassazione sul salario di produttività al 10%. "Abbiamo trovato l’accordo con 22 associazioni territoriali – continua Buonerba – e permesso una maggiore redistribuzione della ricchezza. La contrattazione aziendale e territoriale per settori, comunque, rimane la via maestra per generare crescita".
 Tre le grandi sfide che da qui a dicembre coinvolgeranno il sindacato: fondo sanitario territoriale, apprendistato e ammortizzatori sociali locali. "Sul fondo sanitario siamo vicini a una firma congiunta e contiamo di arrivare ai primi versamenti nel 2013. Presupposto fondamentale, però, è che sia su scala regionale perché altrimenti non avremmo i numeri per garantire uno strumento solido per le future generazioni". Domani mattina, intanto, è in calendario l’incontro con l’assessore provinciale Sabine Kasslatter Mur sul capitolo apprendistato. "Lo scorso 25 novembre è entrato in vigore il testo unico – attacca Buonerba – e solo dopo due mesi otteniamo la riunione preliminare. Bisogna ridefinire tutti i profili e abbiamo tempo solo fino al 25 aprile: speriamo di farcela e di non pagare i ritardi politici. Il contratto di apprendistato, comunque, ormai riveste importanza primaria considerando la sua natura di contratto d’entrata nel mondo del lavoro". Sugli ammortizzatori sociali, invece, si attende una declinazione locale di alcune misure. "Dobbiamo lavorare sulla legge regionale con l’assessore competente Martha Stocker per rivedere e adeguare alcuni parametri". Riflessioni, infine, pure sugli aiuti alla famiglia e sulla delicata situazione del commercio. "Elaboreremo una proposta per una sorta di Durp per la famiglia – conclude il segretario – per le prestazioni sociali rivolte ai nuclei familiari, mentre torniamo a chiedere l’inclusione dei beni strumentali e mobili inferiori a 100.000 euro nel calcolo del Durp individuale. E’ ormai necessaria, infine, una riforma della legge urbanistica che permetta l’aumento del commercio al dettaglio nelle zone produttive: non è un mistero che gli affitti folli di Bolzano siano da ricondurre alla compressione dei negozi nelle sole zone residenziali".

 
I NUMERI CISL
Nel 2011 il sindacato Cisl/Sgb ha registrato un aumento degli associati di 1.072 unità rispetto al 2010. Due anni fa, infatti, i tesserati erano 40.886, mentre oggi se ne contano 41.958 per un incremento pari al 2,62%. La suddivisione settoriale vede il 47,9% dei lavoratori provenire dal privato, il 32,03% dai pensionati e il 20% dal pubblico. In cifre si contano 20.127 aderenti del settore privato, 13.438 tra i pensionati e 8.393 nel pubblico. 
Alan Conti

giovedì 12 gennaio 2012

La ricetta 2012 dell'Apa


Gert Lanz, presidente Apa

BOLZANO. Sarà un 2012 all’insegna dell’affinamento professionale e dei giovani, ma l’artigianato non ce la può fare senza l’aiuto della politica. La tradizionale conferenza stampa di chiusura dell’anno da parte dell’Apa, tenutasi ieri alla “Casa dell’Artigiano”, è stata l’occasione per ribadire concetti forti e inviare alla Provincia un dettagliato elenco di richieste. Si va dalla preghiera di calmierare la futura Imu ai ripensamenti sull’istituzione di un’agenzia unica per gli appalti, passando per una drastica riduzione dei tempi di riscossione e l’introduzione della maturità professionale in ambito formativo. Questioni che andranno affrontate di petto il prossimo anno data la forza rappresentativa dei richiedenti. "Le imprese artigianali altoatesine – specifica il presidente Apa Gert Lanz, eletto al vertice dell’associazione lo scorso febbraio – nel 2011 sono 13.075 per un totale di 43.747 lavoratori, il che rappresenta il 18,4% dell’occupazione totale. Un terzo delle nostre aziende può rientrare nella nostra categoria, che contribuisce al 15,4% del valore aggiunto totale e vanta un fatturato di 2,4 miliardi di euro. Non solo, il 54,5% dei 4.179 apprendisti altoatesini viene istruito in un’azienda artigiana". Precisato il peso del settore al tavolo delle trattative Lanz snocciola le richieste: "La manovra Monti colpisce duramente l’artigianato e credo sia opportuno utilizzare i margini di gioco derivanti dalla nostra autonomia per ridurre l’imposta comunale sugli immobili (Imu). Non dimentichiamo, infatti, che i contributi pensionistici del settore aumenteranno del 20% e i trasporti dovranno fronteggiare l’incremento dei costi dei carburanti. L’aumento dell’Iva, infine, frenerà i consumi". Pollice verso anche per le liberalizzazioni. "Sarebbero nell’interesse dei consumatori, ma per mestieri che hanno un impatto diretto sulla sicurezza pubblica come i meccanici non hanno alcun senso. Bene, invece, la proroga annuale del bonus fiscale provinciale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici". Storica gatta da pelare nei rapporti con l’amministrazione pubblica sono i tempi di riscossione: biblici pure in Alto Adige. "La durata media dei pagamenti – continua Lanz – è di 137 giorni, il 40% in più dei 93 calcolati l’anno passato. Chiediamo venga rispettata con urgenza la soglia europea fissata sui 30 giorni sia da parte dei privati sia, a maggior ragione, dalla mano pubblica". Prima, però, i lavori bisogna farseli appaltare. "Registriamo una fortissima riduzione delle commesse nel settore edile – interviene il direttore Thomas Pardeller, subentrato al consigliere provinciale Hanspeter Munter – ma siamo contrari all’istituzione di un’autorità di gara per gli appalti pubblici che, essendo centrale, faticherebbe a prendere in considerazione le realtà economiche dei comuni o delle vallate".
 Snodo centrale per tutto l’artigianato, inoltre, è la formazione e l’apprendistato. "Sappiamo che è in previsione una nuova legge provinciale – dichiara il giovane vicepresidente Martin Haller - e speriamo di ottenere un sistema omogeneo. Tra i provvedimenti da adottare richiediamo l’istituzione della maturità professionale, che consentirebbe l’accesso a una specializzazione e migliorerebbe il passaggio dei giovani alla formazione professionale". Pieno appoggio, invece, viene espresso nella relazione alla nuova tassa di soggiorni per i turisti e al parco tecnologico, mentre il Sistri richiede migliorie legate a burocrazia e oneri delle piccole e microimprese.  
 Stilata la lista dei desiderata, infine, cosa offre in cambio il settore dell’artigianato per il 2012? "Ci proponiamo di rafforzare le nostre professionalità garantendo la massima trasparenza per favorire lo sblocco delle linee di credito. Non solo, da febbraio abbiamo avviato un forte processo di svecchiamento e intendiamo incentivare l’occupazione dei giovani sia nelle imprese sia all’interno della nostra struttura. In questo modo potremo continuare a proporci come fattore di stabilità importante per la Provincia e la nostra realtà economica".
Alan Conti

DATI
13.075 aziende
43.747 lavoratori
18,4% dell’occupazione locale
15,4% del valore aggiunto locale
2,4 miliardi di fatturato
3,3 dipendenti di media nelle imprese
29% il settore edile più rappresentato, 13% le installazioni, 11% vari mestieri, 10% legno e trasporti
82,7% del fatturato nel mercato locale
10% del fatturato nel resto d’Italia
7,3% del fatturato all’estero
54,5% dei 4.179 apprendisti provinciali si formano in imprese artigiane
625 milioni di euro di imposte e tasse versate
36 milioni gli investimenti pubblici sottoforma di contributi
5,7% il rientro delle prestazioni fiscali rese dal settore
0,68% del flusso di denaro del bilancio provinciale è assegnato al settore artigiano

giovedì 29 dicembre 2011

L'Economia tra il 2011 e il 2012


Che anno è stato e sarà per l'Alto Adige?

WALTER PARDATSCHER SUL 2011
Collega aziende di tutte le dimensioni e tasta il polso degli spostamenti privati: l’autostrada è un termometro affidabile per registrare l’andamento economico del 2011. Walter Pardatscher, presidente dell’A22, accetta di buon grado l’analisi degli ultimi dodici mesi in attesa degli sviluppi futuri attorno all’Autobrennero.
"In generale la prima metà del 2011 è stata positiva, poi abbiamo registrato un calo che si è fatto più sensibile nell’ultimo terzo dell’anno. Trasferendo il trend all’economia generale possiamo dire che si è avvertito il forte contraccolpo della crisi e l’economia ha cominciato a patire forti pressioni. A Bolzano, comunque, gli effetti sono stati più contenuti rispetto alle province più meridionali".
Altri dodici mesi, però, sono passati e il capoluogo continua a interrogarsi su infrastrutture e accessibilità. Il taglio di decine di treni operato da Trenitalia ha peggiorato la situazione.
"E’ vero che altre province italiane stanno investendo molto più pesantemente sulle infrastrutture stradali, mentre da noi grandi attenzioni sono rivolte alla ferrovia: il tunnel del Brennero ne è un esempio. I treni, quindi, diventano un parametro importante nel quadro generale di accessibilità".
Che anno è stato il 2011 per l’A22?
"Parlando strettamente di investimenti ci siamo concentrati sull’ampliamento della corsia di emergenza e su un buono stato di manutenzione. Una dei trend economici dell’anno che sta finendo, invece, è stata la costante attenzione per il territorio. Nel nostro caso questo si traduce in opere di salvaguardia dell’ambiente o della qualità della vita come le barriere fonoassorbenti".
Nemmeno in questi dodici mesi, però, il prezzo della benzina si è fermato. I trasporti ne risentono?
"Soprattutto il traffico pesante. A livello dei privati, invece, la contrazione è stata meno evidente di quanto ci aspettassimo. E’ sempre difficile, comunque, scorporare con precisione i motivi di un calo dei passaggi".
Il futuro della nostra autostrada, infine, è piuttosto incerto.
"E’ presto per avere risposte definitive sulla gestione. Posso solo avanzare un’analisi imprenditoriale con una previsione di bilancio in linea con il 2010 e con le ultime annate. E’ vero che immaginiamo una diminuzione del traffico, ma questo sarà controbilanciato dal leggero aumento delle tariffe determinato dall’adeguamento all’inflazione".
 
STEFAN PAN SUL 2012
Una sfida e un’opportunità: dodici mesi da passare stringendo i denti per uscirne più forti. Sono senza fronzoli le aspettative economiche per il 2012 del presidente di Assoimprenditori Alto Adige Stefan Pan.
 "Inutile nascondercelo: dobbiamo prepararci a un anno difficile in cui, se tutto andrà per il verso giusto, potremo mantenere la stabilità in Alto Adige. Necessario, però, un ripensamento generale del modello altoatesino che passerà giocoforza attraverso un rinnovamento del nostro modello".
 La congiuntura economica internazionale, dunque, non lascia troppo spazio all’ottimismo.
"I numeri parlano piuttosto chiaro. L’Italia conoscerà una flessione tra 1 e 1,5 punti, mentre la Germania dovrebbe registrare una leggera ripresa pari a mezzo punto. Entrambi i valori hanno chiaramente dei riflessi sulla nostra realtà che non può prescindere da questi due Paesi".
Con il nuovo anno, però, dovrebbe arrivare la seconda fase della Manovra Monti con obiettivo crescita. Uno scenario realistico?
"Il Centro Studi di Confindustria ha fotografato bene la situazione. Credo che il lavoro di Monti nel 2012 si concentrerà essenzialmente sul mercato del lavoro e sui meccanismi che possono riportare l’Italia a crescere. Sono fiducioso sulla possibilità di incentivare e innescare un circuito necessario per ritrovare fiducia offrendo lavoro ai giovani".
La Provincia, nel frattempo, getta lo sguardo oltre i confini e promuove l’export a tutto campo. Incentivi pubblici e le iniziative dell’Eos riportano gli scambi con i mercati esteri al centro dell’agenda imprenditoriale altoatesina.
"Giusto così, si tratta di una via maestra per tutti. Accettare la sfida nel campionato dell’export, infatti, significa misurarsi con i migliori nei vari settori: un atteggiamento che comporta una cascata di conseguenze positive. Automaticamente, per esempio, si stimolano continuamente ricerca e sviluppo. La scelta dei mercati sui quali intervenire, invece, va ponderata secondo il proprio settore di competenza, ma una regola non va mai dimenticata: chi lavora bene nei momenti difficili non può che migliorare quando la situazione volgerà al sereno. E’ sicuramente un ottimo auspicio e augurio per il nuovo anno".
 Alan Conti

venerdì 2 dicembre 2011

Sparber: "Sel più trasparente e subito un incontro con Ae"


Un primo piano del neo presidente Sel Wolfram Sparber

BOLZANO. Energie rinnovabili, trasparenza e competenza prima di tutto. Il nuovo presidente di Sel Wilfram Sparber nella sua prima intervista senza la “supervisione” dell’assessore provinciale Michl Laimer inquadra con estrema lucidità i principi su cui fonderà il suo operato e lancia senza timidezze un immediato appello ad Ae per tornare al più presto al tavolo delle trattative . Piglio deciso, grande disponibilità, uno sguardo attento e un italiano senza la minima inflessione: Sparber dimostra una voglia di cambiare filosofia comunicativa ancor prima di iniziare a rispondere. La cornice è la presentazione all’Eurac del nuovo catasto solare on line per il comune di Bressanone: un appuntamento che lo coinvolge in quanto direttore dell’istituto per le energie rinnovabili, ma che rappresenta pure un simbolico punto di partenza.
 I tecnici parlano di un Alto Adige dalle caratteristiche perfette per i pannelli solari e la Provincia spende in ricerca nel settore. Con quanta convinzione Sel batterà la strada delle fonti alternative?
"Moltissima. Dobbiamo credere di più in questo settore di sviluppo e implementare le tecnologie a disposizione. Il fotovoltaico è solo una delle possibilità. In questo campo, comunque, Sel cercherà novità in ogni direzione sia che si tratti di organizzare la rete di distribuzione per energia prodotta da privati sia, perché no, considerando l’ipotesi di costruire un impianto di produzione tutto nostro. In collaborazione con alcune aziende specializzate, per esempio, si potrebbe intavolare un discorso sulla copertura di tutti gli edifici pubblici della Provincia. Non possiamo dipendere solo o troppo dall’idroelettrico e credo che l’orientamento dell’amministrazione sia identico al mio, altrimenti non mi avrebbero chiesto di ricoprire questa carica".
Intanto, però, una delle prime spine sul tavolo della presidenza sarà la trattativa da chiudere con Ae.
"Ho fretta di sedermi al tavolo con Azienda Energetica quindi invito i loro rappresentanti a mettersi in contatto al più presto. Per parlare dei contenuti in pubblico, chiaramente, prima dovremo incontrarci".
La sensazione, però, è che questa volta attorno agli affari Sel ci sarà molta meno riservatezza o mistero rispetto al passato.
"E’ giusto perché la trasparenza deve guidare il mio lavoro e quello dei nostri collaboratori. Purtroppo fino ad oggi la Sel non si è posta in questi termini e anche da fuori si percepiva una certa difficoltà nel recepire informazioni certe. Pretendo che questo atteggiamento muti radicalmente perché dobbiamo essere capaci di coinvolgere i cittadini maggiormente".
Forse si riuscirà ad avvicinare di più anche la popolazione italiana, sempre piuttosto diffidente verso Sel e più “in sintonia” con alcune municipalizzate.
 "Sinceramente spero che questo non possa costituire un problema. Non mi piace molto discutere in termini di gruppi linguistici perché credo che la competenza debba essere di gran lunga il primo elemento di distinguo. Ora, se come Sel sapremo porci nel modo corretto, operando per il meglio e seguendo una strada professionale sono sicuro che gli italiani ci apprezzeranno in automatico. La mia impostazione è identica quando si parla di un cda troppo tedesco: contano le qualità, poi viene il resto. All’Eurac, per esempio, la gran parte dei ricercatori è italiana ma lavorano talmente bene che a nessuno viene in mente di pretendere una rappresentanza tedesca più forte".
Qualcuno, infine, arriccia il naso per la giovane età del nuovo vertice di Sel. E’ preoccupato dalle critiche?
"No, però posso comprendere alcuni scetticismi. Puntare sui giovani è un bellissimo segnale e va incoraggiato, ma è evidente che può comportare un certo gap dal punto di vista dell’esperienza. In ogni caso anche questo contribuisce a rendere la sfida affascinante".
Alan Conti 

mercoledì 9 novembre 2011

Manzardo: in arrivo cassa integrazione e offerte


Cinzia Turello, responsabile della Cgil

 BOLZANO. La Provincia tende la mano ai lavoratori della Manzardo e l’interesse delle aziende disposte a rilevare l’attività è concreto oltre che orientato a mantenere la pianta organica attuale. Sono buone notizie quelle comunicate dalla Cgil commercio ieri pomeriggio ai circa 50 lavoratori dell’azienda di fornitura fallita il 20 ottobre in un’assemblea indetta nella sala “Di Vittorio” di viale Trieste. Cinzia Turello, responsabile del settore servizi e commercio del sindacato, e l’assessore Roberto Bizzo, assessore provinciale al lavoro, hanno in parte rischiarato l’orizzonte di dipendenti che da un giorno all’altro si sono ritrovati in ferie forzate con una mail.
 "L’interesse manifestato al giudice curatore del fallimento da alcune aziende del territorio, di Como, Piacenza e delle Marche – spiega Turello – è concreto e lascia intendere una certa serietà. Non solo, praticamente tutti hanno espresso la volontà di mantenere la pianta organica attuale contando sul valore aggiunto di un personale altamente qualificato. Ancora non è chiaro, invece, se Manzardo sarà rivelata interamente su scala nazionale oppure frazionata nelle sue singole realtà territoriali". Per i lavoratori, intanto, si prospetta la cassa integrazione e l’intervallo di 6-7 mesi senza stipendio che intercorre di prassi prima del versamento da parte dell’Inps. E’ qui che potrebbe intervenire la Provincia. "Diamo piena disponibilità – le parole dell’assessore Bizzo – a utilizzare parte di un fondo provinciale per anticipare questi soldi e non abbandonare i dipendenti a loro stessi per un lungo periodo. Ovviamente come Provincia siamo a disposizione del curatore fallimentare per qualsiasi necessità". L’invito della Cgil, nemmeno troppo velato, è quello di non abbandonare la barca che affonda. "Logico che ognuno ha la libertà di licenziarsi oppure inserirsi in mobilità, ma è altrettanto evidente che una Manzardo completa di dipendenti specializzati, come quelli che possiede, sul mercato è più allettante di un’eventuale scatola vuota". Comincia, intanto, a delinearsi meglio il quadro delle possibili cause e responsabilità del fallimento. "La gestione dirigenziale della Manzardo negli ultimi anni da parte della “Hadleigh Partners” è stata fallimentare – le parole del dipendente Roberto Mattana – e a pagarne le conseguenze siamo noi. La sede di Bolzano, oltretutto, ha una storia di oltre 65 anni che merita rispetto, oltre a rivestire un ruolo centrale nella galassia di Manzardo. Non a caso i conti nella nostra regione sono sempre tornati. Ora ci sentiamo tutti in un limbo e solo oggi abbiamo scoperto di essere in cassa integrazione". "E’ importante – l’opinione del collega Maurizio Zampieri – la disponibilità della Provincia nel venirci incontro per il periodo in cui rimarremo senza stipendio". Discusse, infine, sono le modalità di comunicazione del fallimento. "Il 19 di ottobre – chiudono Roman Obkircher e Giuseppe Aggiato – ci hanno inviato una mail con cui ci spiegavano la messa in ferie forzata senza lo straccio di una motivazione. Poi, fino ad oggi, non abbiamo più saputo nulla del nostro destino professionale e nessuno si è fatto sentire. Vero che le voci di una certa difficoltà circolavano, ma non ci aspettavamo un crollo così repentino di un marchio tanto importante. Ora non ci resta che stringere i denti e incrociare le dita nella speranza che le trattative per l’acquisizione da parte di nuovi proprietari si concludano positivamente".
Alan Conti 

venerdì 14 ottobre 2011

Fiera Hotel: A Bolzano il futuro degli alberghi


Il logo della fiera Hotel che torna 

 Il cuore della fiera, però, è prima di tutto rappresentato dai 25.000 m² dell’area espositiva che vedrà protagonisti aziende specializzate del settore, ma anche importanti associazioni locali. L”Hgv”, per esempio, si presenterà con uno stand di grande impatto. "Avremo 400 m² a disposizione – spiega il presidente dell’Unione Albergatori Walter Meister – con tanto di ristorante curato dallo chef stellato Norbert Niederkofler e degustazione del caffè Schreyögg. Per l’occasione, comunque, cercheremo di presentare al meglio il portale “Booking Alto Adige” che già oggi viene utilizzato da 800 operatori alberghieri. Questa fiera, infatti, ci permette di curare sia l’aspetto promozionale sia quello legato ai contatti professionali". Il convegno dell’Unione, in programma mercoledì 19 dalle 9 alle 13, punterà tutto sul servizio, sempre con un occhio ben fisso al mondo del web. "Bisogna perseguire l’eccellenza, anche perché le molteplici piattaforme di valutazione presenti in internet favoriscono la diffusione immediata di informazioni su eventuali negligenze con conseguenze devastanti". Indirizzi come “Booking” o “Trip Advisor”, insomma, sono croce e delizia degli operatori, come testimonia l’attenzione posta sul tema pure dall’associazione dei “Giovani Albergatori”. Durante la loro promozione degli aperitivi da bar con prodotti locali in fiera, infatti, saranno loro a curare il convegno “Social Media” di lunedì 17 dalle 9.30 alle 12. I numeri, d’altronde, parlano chiaro: nel 2010 i soggiorni italiani prenotati sul web sono stati il 35% e l’80% delle strutture è presente sul web con un 54% che permette direttamente la prenotazione on-line. Non solo, un albergo su cinque ha una pagina su Facebook, mentre per i villaggi turistici questa percentuale sale al 44% e gli ostelli al 45%. Il futuro, insomma, guarda in questa direzione.
 La fiera “Hotel”, comunque, intende migliorare le 18.000 presenze registrate nel 2010 che segnarono un incremento di pubblico pari al 7,4% e sarà anche l’occasione per ribadire alcuni numeri che fotografano lo stato di salute del turismo in Alto Adige. Gli arrivi, infatti, sono cresciuti del 3,3%, i pernottamenti sono saliti del 2,4% toccando quota 28,7 milioni di notti e un totale di 5,7 milioni di turisti. Molti dei quali arrivano per ammirare le Dolomiti patrimonio dell’Unesco e oggetto del convegno in programma giovedì 20 dalle 9 alle 12 con la partecipazione di Reinhold Messner. A fare da catalizzatore, inoltre, c’è il settore enogastronomico curato in fiera con particolare attenzione dalle aziende dell’alimentare interne all’Unione Commercio e Turismo che nel settore conta circa 500 attività. Dalla degustazione dei cuori di castagna quotidiana alla proclamazione del miglior “Schüttelbrot” in programma mercoledì mattina, non mancherà la promozione dei prodotti locali. Rientrano a pieno diritto nella categoria d’eccellenze i vini nostrani presentati da “Autochtona”con oltre 100 aziende provenienti da 18 regioni pronte a proporre le quasi 300 etichette in esposizione. Unica discriminante è che tutti i vini siano provenienti almeno al 95% da vitigni italiani. L’Alto Adige, dal canto suo, cercherà di imporsi con l’iniziativa “Tasting Lagrein” in programma mercoledì che vedrà protagonisti 16 produttori aderenti all’associazione vignaioli che proporranno 21 diverse etichette di questo rosso. Attesi per l’evento oltre 1300 operatori oltre a una nutrita presenza di wine journalist italiani e esteri.
 La fiera “Hotel”, comunque, rimarrà aperta da lunedì 17 a giovedì 20 dalle ore 9.30 alle 18 puntando, evidentemente, a un pubblico specializzato. Non particolarmente popolari i prezzi del biglietto che variano dai 25 euro per chi paga alle casse e i 12 euro di chi si prenota on-line. 
Alan Conti