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giovedì 19 aprile 2012

Socio-assitenza, la specialistica che piace


Solidarietà e impegno possono fare la differenza

Un corso per affinare ulteriormente profili professionali già definiti. Un arricchimento che registra altissime percentuali di gradimento tra gli studenti

E’ più lungo il nome della spiegazione, ma la Laurea Magistrale in Innovazione e Ricerca per gli Interventi socio-assistenziali-educativi rappresenta una novità stimolante per il mondo degli studi sociali in Italia. I percorsi accademici del settore, infatti, molto spesso portano a una naturale divisione tra specialisti nel campo della pratica assistenziale e professionisti più pronti a ricoprire ruoli gestionali. Bene, la nuova specializzazione in partenza rappresenta la sintesi di queste due estrazioni a un livello di competenza ovviamente più elevato rispetto a quello che si pretende dagli studenti della triennale. Responsabile dell’iniziativa è la docente Silvia Fargion che ci spiega nel dettaglio gli obiettivi del corso. "Riteniamo che ci sia bisogno di uno sviluppo dell’imprenditorialità nel settore e quindi delle competenze connesse. Saper gestire le risorse è oggi forse più importante rispetto agli anni passati, ma per essere in grado di farlo con il minimo margine di errore è necessario fare proprie teorie di preparazione, campi di applicazione, strumenti di valutazione delle politiche sociali e sensibilità interculturali. L’esperienza aiuta, ma è chiaro che un percorso accademico fornisce un quadro più ampio, qualificante ed esauriente". Il target della laurea magistrale, infatti, è sì comprensivo dei freschi laureati di triennale, ma attinge ad ampie mani al mondo del lavoro. "L’80% dei nostri studenti – continua Fargion – segue il corso in servizio e questo facilità anche l’approfondimento. E’ logico, infatti, che chi ha già affrontato certe situazioni può arricchire le lezioni con i propri racconti o perplessità". Non è un caso, quindi, che le rilevazioni periodiche effettuate dall’ateneo sistemino questo corso in cima alla graduatoria dei più apprezzati dagli studenti. "C’è chiaramente un livello di maturità scientifica e professionale diversa – conclude la docente Fargion - quindi il rapporto di scambio è più stretto. Non solo, le aule universitarie sono anche un luogo dove confluiscono esperienze provenienti da vari settori assistenziali, quindi assumono quasi la funzione di laboratorio comunicativo e di sintesi senza forzature. Oltre ai doveri legati allo studio, insomma, c’è anche grande curiosità".
Alan Conti 

Economia e sociale, la sintesi perfetta

La sede dell'Università di Bolzano in piazza Università
Nasce il corso triennale che coniuga mondi apparentemente lontani. Finanza e filosofia vanno a braccetto per formare mediatori capaci di proporsi in vari ambiti professionali. Un programma a 360 gradi perché le trattative, si sa, non si basano solo sui numeri.


BOLZANO. Economia e sociale non sono due mondi contrapposti e non esiste nessuna linea immaginaria che demarca nettamente i due settori. La Facoltà di Economia della Libera Università di Bolzano ha da sempre nel suo dna la tendenza ad allargare il proprio sguardo e non è affatto un caso che anche quest’anno tenti di scardinare alcuni confini con il corso triennale di scienze economiche e sociali. Denaro e assistenza, ricavi e benessere personale: la società di oggi impone di saper coniugare questi concetti ma, il più delle volte, divide la formazione senza trovare una sintesi prima dell’approdo nel mondo del lavoro. E’ da questa necessità, dunque, che nasce l’apprezzato bachelor che si propone di formare economisti eclettici all’altezza delle sfide imposte dalla modernità. Il programma di studi, quindi, combina l’area comune ai corsi di Facoltà con le scienze politiche e la filosofia fornendo un quadro disciplinare plurimo anche se, logicamente, un occhio rimane ben focalizzato sugli aspetti più prettamente economici. Gli studenti potranno così comprendere meglio i collegamenti e le possibilità di contrattazione nel mondo delle imprese, delle istituzioni pubbliche e dei mercati internazionali. Usciti dall’aula, infatti, la professionalità richiede anche la capacità di condurre trattative che non siano basate unicamente sui numeri. L’esperienza permette di individuare le corde giuste da toccare, quindi cominciare da subito a esercitarsi non può che portare benefici. Comprendere alla perfezione i meccanismi politico-istituzionali, inoltre, è tanto complesso quanto determinante per chi si propone come figura di mediazione: tenere sempre bene  nel mirino la quotidianità è, quindi, un’altra freccia nella faretra di questa laurea triennale. Studiare costantemente la realtà che circonda gli studenti permetterà uno sbarco nel mondo del lavoro più consapevole e meno incantato.  Tra le tante materie di studio meritano citazione Economia e Gestione delle Istituzioni e dei Mercati, Diritti pubblico ed europeo, Linguaggio e Scrittura accademica e Lingue straniere: un piccolo compendio di una preparazione a 360 gradi rafforzata da un periodo obbligatorio di tirocinio e visiting all’estero. Logico che gli sbocchi professionali siano proporzionali e spazino dalle carriere in ambito politico-economico oppure di consulenza presso organizzazioni internazionali fino al giornalismo economico passando per l’ambito diplomatico, le istituzioni pubbliche o finanziarie. D’altronde lo diceva anche Hegel: “L’interesse della Ragione è raggiungere una sintesi unificata”. 
Alan Conti

mercoledì 18 aprile 2012

Lingue: da timore ad arma in più


I requisiti di entrata e uscita dalla Lub

Requisiti più stringenti per l’immatricolazione ai corsi triennali: necessario conoscere due lingue a livello B2. La paura, però, si trasforma presto in competitività con l’aiuto del Centro Linguistico. Christoph Nickenig "L’apprendimento è più naturale di quanto ci si aspetti e se si studia subito la grammatica si ha una marcia in più per le certificazioni".



BOLZANO. Certificazioni linguistiche e innalzamento dei requisiti per l'iscrizione: la Lub ribadisce con forza l'importanza delle lingue. La prima concreta ricaduta dello sviluppo naturale di un ateneo che ha fatto del plurilinguismo una bandiera è la crescita costante del centro linguistico. Prima stampella, poi arma in piú: è qui che gli studenti trovano la strada per superare le inevitabili sfide poste dalla non facile situazione di studiare in un altro idioma. Un discorso che, intuibilmente, vale doppio per i neoimmatricolati alla prese con la stretta sui requisiti di accesso. Ora, infatti, per essere ammessi ai corsi triennali della Lub è necessario raggiungere un livello B2 di conoscenza sulla scala europea in due lingue, mentre la terza puó anche essere ignorata. Per tradurla in termini altoatesini: essere in grado di ottenere almeno il patentino B. A fare testo, comunque, sono eventuali certificazioni linguistiche o l'esame da sostenere presso lo stesso centro linguistico. Prima della definitiva immatricolazione, comunque, l'ateneo predispone 4 appelli: le possibilità, insomma, sono numerose. Attenzione, peró, che anche in uscita si staglia un decisivo sbarramento che impone il livello C1 per una lingua (solitamente quella madre), B2 e B2+ per le restanti due. Per quel che riguarda i master specialistici, invece, i livelli di entrata sono C1, B2 e A0 (nullo), mentre alla fine del percorso di studi sono richiesti due C1 e un B2. 
L'asticella, evidentemente, si è alzata ma attenzione a non farsi spaventare dal classico topolino figlio di una montagna. Tutti gli studenti che frequentano l'università da qualche mese assicurano che la naturalezza di apprendimento è direttamente proporzionale al timore di quando ci si iscrive. "Sostanzialmente hanno ragione - interviene Christoph Nickenig, responsabile del centro linguistico - ma bisogna sempre prestare attenzione ad affiancare all'apprendimento didattico delle lezioni una solida struttura grammaticale della lingua. Il rischio è di sentirsi troppo sicuri e poi accorgersi tardi di lacune che diventano difficilmente sanabili. Il nostro consiglio, quindi, è di seguire i corsi preparatori da subito per non trovarsi a rincorrere in un secondo momento". Già, perché tra corsi intensivi per differenti gradi di competenza c'è solo l'imbarazzo della scelta. "Ovviamente prepariamo a vari livelli in italiano, tedesco e inglese - continua Nickenig - e in vista dei test d'ammissione prevediamo lezioni estive. Molto utili anche le consulenze personalizzate. Ci sono, inoltre, altre offerte per gli interessati che comprendono decine di lingue, arabo e cinese compresi". Linguaggi considerati come nuova frontiera per operatori economici o studenti dallo sguardo internazionale. "Negli ultimi anni abbiamo constatato un aumento dell'interesse, è vero, anche se lo zoccolo duro rimane quello legato alle certificazioni linguistiche europee, di cui siamo ente certificatore". Inutile nasconderlo: alla fine il mirino è sul documento in grado di addolcire il curriculum. "Le norme provinciali di equipollenza - chiude Moser - hanno aumentato le nostre attività, tra corsi ed esami, di almeno il 50%. I nostri studenti, se seguiti con attenzione e costanza, partono molto avvantaggiati". Non è poco.

Alan Conti

martedì 17 aprile 2012

Lorenz: "Studiare all'Università è un investimento sicuro"


Il rettore dell'Università di Bolzano Walter Lorenz

Il rettore Walter Lorenz svela i numeri della Lub: "L’86% dei laureati trova un lavoro affine al suo percorso di studi e il 75% ritiene utile la sua preparazione accademica". Plurilinguismo, visione multidisciplinare e dialogo con il territorio i punti di forza. "Ai nuovi studenti garantisco una visione del mondo più aperta e globale".
 
Un investimento a basso margine di rischio con una percentuale dell’86% di resa sul mercato del lavoro. Sceglie un linguaggio economico, se vogliamo molto attuale, il rettore della Libera Università di Bolzano Walter Lorenz per fotografare i motivi dello studio accademico nel capoluogo altoatesino.  In una società in cui il profitto ha perlomeno affiancato il sogno, Lorenz è consapevole di dover toccare alcune corde legate all’interesse. Non tutto, però, si riduce al mero calcolo e l’impegno con cui il rettore si spende per l’autonomia dell’ateneo da qualsiasi forma di controllo abbinato alla garanzia di un percorso capace di aprire la mente tradiscono le sue origini più prettamente umanistiche.

Rettore Lorenz, ha ancora un senso iscriversi all’Università?
"Certamente. Si tratta di un investimento per il futuro che richiede impegno e costanza. Non è, per intenderci, un gioco d’azzardo, ma una scommessa sulle proprie capacità individuali. Oggi viviamo in un periodo storico di disillusione attorno al termine investimento, ma in questo caso il margine di rischio è molto basso dato che alla Lub l’86% degli studenti trova un impiego conforme al proprio percorso di studi e il 75% ritiene utile la sua preparazione accademica. La media italiana si ferma al 50% in entrambi i casi".

Bolzano, forse, gode dei benefici del surplus plurilingue.
"Credo di sì, ma si tratta di un connotato che non può mancare a un’università. Il monolinguismo è un fenomeno che non può trovare spazio all’interno di un ateneo. Io non garantisco agli studenti di avere maggiore successo rispetto a chi decide di fermarsi e andare a lavorare, ma di certo assicuro una visione del mondo più aperta e globale. La nostra specificità, inoltre, risiede nel mettere le tre lingue sul medesimo piano: l’inglese viene studiato, ma con la stessa intensità riservata a italiano e tedesco. Senza leadership di un idioma si arriva più facilmente a un trilinguismo compiuto".

Senza dimenticare, però, il radicamento territoriale.
"Assolutamente. Il rapporto con l’Alto Adige deve rimanere di reciproca collaborazione e puntare a un rafforzamento. La Provincia e i cittadini hanno investito molto in strutture di alto livello che gli studenti possono apprezzare, ma mi impegnerò sempre per garantire a tutta l’università autonomia di giudizio e critica. Qui il sapere è libero".

I confini nazionali sembrano sciogliersi. I tanti stranieri sono un vantaggio?
"Nessun ateneo italiano può vantare la nostra percentuale di presenza straniera. Studiare da noi significa entrare in contatto con realtà, culture e lingue diverse. L’arricchimento personale è quotidiano, senza contare le decine di opportunità di studio all’estero che i corsi propongono".

Le cinque facoltà cominciano a svilupparsi in modo tentacolare: un buon segnale?
"Sono contento del nostro spirito di iniziativa e dell’ampliamento dell’offerta. Mi preme, però, mantenere una visione di insieme che colleghi tutte le Facoltà. Prendiamo il futuro parco tecnologico di Bolzano di cui la Lub vuole essere protagonista: ecco, in questo caso collaborano tutte in modo complementare. Abbiamo chiaramente un progetto scientifico (Scienze e Tecnologie) che deve garantire un profitto economico (Economia), ben inserito nel contesto sociale (Scienze Sociali e della Formazione), con un  gusto estetico (Design) e naturalmente connesso al mondo informatico (Informatica). L’atteggiamento pluridisciplinare è un carattere distintivo dell’insegnamento accademico che intendiamo fare nostro".

C’è, infine, chi vorrebbe una Bolzano più universitaria e una Lub meno chiusa.
"Negli ultimi anni siamo migliorati su questo fronte e sono convinto che il dialogo con la società debba sempre essere aperto, propositivo e franco. Nella vita del capoluogo siamo ormai un componente fondamentale e i nostri studenti si integrano splendidamente con il tessuto urbano di questa città".
Alan Conti