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mercoledì 24 luglio 2013

Croazia, impero di scorci

Per terra o per mare. Nella delicata città o prepotente natura. La Croazia è un valzer di lampi di bellezza, un impero di scorci che abbiamo avuto la fortuna di scoprire, visitare e ammirare in un itinerario articolato su tre tappe in quindici giorni accompagnati dal nostro cane Axel. Primo step Lignano Sabbiadoro, secondo Rovinji (Rovigno), terzo Porec (Parenzo). Diverse anche le tipologie di accomodation: casa mobile in campeggio a Lignano, appartamento a Rovinji e hotel all-inclusive a Porec, ma andiamo nel dettaglio.

 LIGNANO SABBIADORO
La cittadina veneta è classica meta marittima della zona. Tante attrattive, divertimento, spiaggia chilometrica e buona qualità di ricezione. Il commercio è chiaramente iper sviluppato e la conformazione simile alle "cugine" Bibione e Jesolo.





CAMPING LIGNANO SABBIADORO:
 Abbiamo scelto di restare quattro giorni all'interno di una casa mobile H 2+1 persone. Una sistemazione più che buona, con piazzole molto graziose e spazi interni piccoli, ma sufficienti. L'aria condizionata è stata una comodità per noi, ma un vantaggio sostanziale anche per Axel. Il campeggio è diviso in due zone divise dalla strada e le casette si trovano in entrambe. Bella la piscina con vari idromassaggi dalla durata, peró, assai corta e imprevedibile. Buona l'animazione. La spiaggia non è direttamente sul campeggio, ma a circa 250 metri di strada: nulla di insormontabile. Si tratta della classica distesa di sabbia veneta con profondità a degrado lentissimo nel mare (si tocca pressoché ovunque). Zero rischi, insomma. Diversi anche gli spazi di spiaggia libera per chi non vuole per forza affidarsi alle mani dei bagni. Il centro della cittadina è poco distante: dieci minuti di cammino e si imbocca la zona pedonale che poi si estende per circa tre chilometri fino all'estremità di piazza Fontana. Uguale la distanza da Lignano Pineta. Noi abbiamo testato passeggiate in entrambe le estremità (e nella stessa giornata) e si tratta di una bel giro piacevole, faticoso il giusto. In campeggio abbiamo anche incontrato una coppia di simpatici ragazzi di Feltre che avevano con sè due cani (una cucciola e un labrador). Incuriositi dai loro racconti abbiamo visitato la bau beach posizionata all'estrema punta di Lignano. Struttura molto bella, prezzi alti. Tornando al contesto generale, comunque, tutto è calibrato perfettamente per godersi il relax e le tipiche dinamiche della vita da campeggio. Tra gli animatori da segnalare Mirko, protagonista dell'acquagym e di un fantastico spettacolo in vesti femminili, ma anche il ragazzo (di cui purtroppo ci sfugge il nome) che propone acquagym in piscina in grado di far lavorare davvero i muscoli.


ROVINJI
Il Medioevo marittimo dell'Istria ancora respira in questa piccola cittadina che è stata capace, nonostante la massiccia affluenza turistica, di mantenere le proprie caratteristiche peculiari. Le viuzze strette e i tradizionali ciottoli bianchi sono il marchio distintivo (attenzione a non scivolare nei saliscendi, optate per scarpe adatte). Un dedalo che si apre a ventaglio nella zona del porto, da dove si possono raggiungere varie destinazioni. Innumerevoli i punti dove scattare belle foto (non perdete il tramonto nella piazza del mercato) che, curiosamente, vengono anche segnalati da cartelli che ne suggeriscono l'inquadratura. La scelta migliore? Perdersi nei vicoli tanto, date le dimensioni, prima o poi tornerete a un punto conosciuto.


HISTRIA APARTMENTS
Grazioso, grande e in una splendida posizione. L'appartamento "Histria Apartments" è davvero suggestivo e basta aprire una delle sue finestre affacciate direttamente sul molo della città per comprenderlo subito. La casa è molto spaziosa e funzionale, pulita e con una certa attenzione per i dettagli (per esempio i faretti sul pavimento). Il tema dominante è quello delle tonalità calde dal rosso all'arancio. I proprietari sono molto disponibili, parlano perfettamente l'italiano e ci hanno anche permesso di posteggiare l'auto nei pressi della loro abitazione, il che nella piccola Rovinji è un sostanziale vantaggio. L'appartamento, come detto, è in postazione centralissima che, essendo pedonale, rende impossibile arrivarci direttamente con l'auto. Il posteggio più vicino, in ogni caso, è quello del porto in via Negri (5-7 minuti a piedi). Purtroppo la casa non è dotata di aria condizionata: una condizione aggravata dalla presenza di un ristorante "kebap" al piano di sotto su un lato e dalla veranda di una gelateria dall'altro che inevitabilmente aggiungono calore. Intendiamoci: nulla di insormontabile ad essere semplicemente ospiti umani (i due ventilatori presenti nel loro piccolo aiutano), ma per il cane la questione è un po' più complessa perché effettivamente gli amici a quattro zampe patiscono.


SPIAGGETTA DI ROVINJI:
Vicinissimo all'appartamento, pochi passi dopo il bar "Valentino" e all'ombra del campanile di Santa Eufemia trovate la spiaggetta della cittadina che viene presentata come l'affaccio al mare più spiccio, da un tuffo e via, ma che rivela comunque una coinvolgente bellezza nei suoi scogli su cui trovare un posto per prendere il sole e l'acqua comunque pulitissima. Bella e comodissima.


PUNTA CORRENTE:
Dieci minuti a piedi dall'appartamento e vi troverete all'imbocco della riserva naturale di Punta Corrente: un succedersi di spiagge, calette, scogli e scorci di grande bellezza. Eterogenea l'offerta: dai gonfiabili in acqua per i bambini allo scoglio più riservato passando per la ghiaia fine di alcuni affacci. Tema costante la bellezza naturale e i colori di un mare straordinario (particolarmente accesi la mattina). Noi l'abbiamo percorsa tutta con una camminata inframezzata da un paio di bagni con maschera e in una mattinata ci siamo concessi un'esperienza incredibile. Con l'impagabile lusso di fare il tutto a piedi. Attenzione a delle piccole vespette che possono stazionare in alcuni punti della spiagge: seguono tutte ritmicamente un percorso definito (curioso) e non sono aggressive, ma in alcuni tratti possono essere numerose.


CANALE DI LEM
Abbiamo deciso di visitare il fiordo naturale del canale di Lem usufruendo di una delle escursioni organizzate in partenza dal porto antistante l'appartamento (per l'esattezza Delfin il nome degli organizzatori). Prezzo di listino 300kn in due (poco più di 40 euro), prezzo contrattato 250kn in due (poco più di 30 euro). Partenza alle 14 e bevande incluse. Il fiordo è molto suggestivo e stringe il mare su due lati di vegetazione purissima. Curiosamente le due parti sono differenti tra loro. L'acqua è turchese, il senso di pace penetrante. Tanti gabbiani e spunti per fotografie prima di arrivare al fondo del fiordo, dove la barca attracca presso alcuni locali e una graziosa spiaggia per una pausa sufficiente a concedersi un bel bagno. L'ingresso di un fiume sotterraneo crea in acqua una situazione del tutto particolare: correnti ghiacciate si alternano a zone più calde dando vita a un insolito effetto Kneipe subacqueo. Vale la pena soffrire un poco per provarlo. Al ritorno la barca si concede una sosta in una grotta dei pirati. Il costo del biglietto d'ingresso è effimero (7kn a persona, 1 euro), ma riporto testuale virgolettato della nostra guida alla domanda su cosa ci fosse da vedere: "Niente, assolutamente niente".
Va detto, inoltre, che il fondo del canale è raggiungibile anche in auto, ma passando dal mare, chiaramente, prospettiva e sensazioni sono decisamente di altro livello.


ISOLA ROSSA (DI SANT'ANDREA)
L'isola Rossa è in realtà un insieme di due isole raggiungibile dal porto di Rovinji in circa 20 minuti di nave. Partenze ogni ora dal molo piccolo, costo più che accessibile (si paga prima dell'imbarco al ritorno) e viaggio tranquillo. Il mare è nuovamente incredibile, con la possibilità di scoprire diversi animali tra conchiglie, maschera e...passeggiate. Già perché il consiglio è quello di dedicarsi al giro completo dell'isola piccola. Poco più di mezz'ora immersi nella più intima macchia mediterranea con affacci mozzafiato sul mare e l'accompagnamento dei signori delle isole: i gabbiani. Noi abbiamo avuto anche la fortuna di incontrare un piccolo scortato dalla mamma. Emozionante. Anche l'isola grande merita di essere girata, anche se più antropica rispetto alla sorellina, se non altro per la presenza di un massiccio hotel (viaggi gratuiti da e per Rovinji per gli ospiti).


PISTA CICLABILE, VILLAS RUBIN
All'interno di Punta Corrente comincia e si sviluppa una rete ciclabile ampia e ben definita. Noleggiando una bicicletta è possibile arrivare a baie e spiagge più o meno grandi in poco tempo. Spettacolo naturale nuovamente assicurato. Prima, peró, piccolo passo indietro al noleggio: a Rovinji il più economico che abbiamo trovato è stato quello in corrispondenza del parcheggio a pagamento presso il porto delle navi grandi. 5kn l'ora il prezzo (meno di 1 euro) per un rampichino. Più ci si avvicina alla partenza di Punta Corrente più si alza il prezzo arrivando fino a 20kn l'ora proprio all'imbocco (circa 3 euro). Attenzione, peró, a scegliere proprio il rampichino e non la city bike perché la conformazione delle piste necessita di ruote grandi pur non presentando enormi dislivelli. Noi siamo andati fino alla vicina Villas Rubin seguendo il tour rosso, ma la scelta è ampissima e all'ufficio turistico nella piazza davanti al molo di Rovinji potete tranquillamente trovare la mappa delle piste. Villas Rubin comprende l'omonimo campeggio (esteso, ben disposto anche se un po' vecchio in alcune sue strutture) la spiaggia con erba e terrazze degradanti oltre a un campeggio nudista vicino. Il bello della bicicletta, oltre alla meta, si nasconde anche nel viaggio.


SANTA EUFEMIA
Il bel campanile che sovrasta Rovinji fa riferimento alla chiesa di Santa Eufemia che merita una visita, più per la sua posizione dominante che non per il suo barocco interno. Curiosa la leggenda della santa (presente anche sulla somma del campanile indicante il vento) che in cinque minuti di tempo vale la pena approfondire.



RISTORANTE PIAN DEL FORNO
Citazione d'onore per questo ristorantino piuttosto nascosto (quindi sufficientemente poco turistico), ma delizioso. Personalmente abbiamo provato le cozze e la pizza, entrambe di livello eccelso. Abbandonando la supponenza italica sul tema, infatti, raramente questi prodotti raggiungono certa eccellenza anche da noi. Da provare. Noi abbiamo preso cozze, due pizze, caffè e due birre da 0,5. Prezzo? Circa 20 euro totali.






POREC
Porec presenta moltissime affinità con Rovinji dal punto di vista urbanistico. Forse, in questo caso, la conformazione più larga di una città che è anche sede istituzionale le sottrae un pelo di fascino medioevale, ma alcuni palazzi di chiaro stampo romano sono di una bellezza superiore. Merita una visita. Noi l'abbiamo scoperta la prima volta con gli zii di Irene che dalla loro quarantennale frequentazione della Croazia ce ne hanno spiegato i mutamenti attraverso i vari periodi storici che ha affrontato questo Paese. Se non avete la nostra fortuna di avere le guide in carne ed ossa vale la pena darsi una piccola studiata prima della visita.


VALAMAR PINIA HOTEL
Nella zona di Porec abbiamo alloggiato presso il Valamar Pinia Hotel, formula all-inclusive. Dunque la struttura è bella, la piscina non grande ma gradevole e funzionale, la spiaggia rivedibile. Inizialmente ci avevano assegnato una camera piuttosto piccola, estremamente basilare poi dopo una gentile richiesta abbiamo ottenuto una metratura un poco più ampia, più per Axel che non per noi. Attenzione che alcune stanze prevedono un balcone, ma chiamano tale un affaccino piuttosto ridicolo. Il ristorante è di qualità, il cibo buono e lo show cooking gradevole oltre che utile per poter scegliere sempre piatti appena preparati. La varietà per ogni singolo pasto è ampia, quella su più giorni rivedibile dato che alcuni piatti si ripropongono con ritmi piuttosto ossessivi nonostante le serate a tema. Categorici gli orari. La spiaggia è quantomai soggetta al de gustibus, ma poggia sostanzialmente sul concetto di terrazzamento artificiale con tanto di sabbia e ombrelloni palmati. Personalmente l'ho trovata totalmente stonante con quanto proposto dalla natura della Croazia quindi del tutto irreale. In ogni caso basta una passeggiata per trovare conformazioni differenti anche se la terrazzatura in cemento è pratica piuttosto comune e per dribblarla è più utile dotarsi di bicicletta o automobile. L'albergo, inoltre, offre il posteggio molto comodo, ma nelle giornate di grande afflusso non è sempre facile trovare posto sotto i teloni per l'ombra. Per arrivare in centro a Porec, comunque, si può tranquillamente usufruire del trenino che ferma davanti all'albergo, ma anche a piedi la distanza è assolutamente colmabile. Noi l'abbiamo visitata, come detto, con gli zii di Irene e poi una seconda volta con due simpatici ragazzi di San Pellegrino nel bergamasco, ospiti come noi dell'albergo, con cui abbiamo passeggiato nel mercatino di merce artigianale e turistica scrutando il cielo maestosamente coperto da lampi (unico accenno di brutto tempo della vacanza). Tirando una considerazione generale dell'albergo, comunque, il livello è molto buono e soddisfacente, ma nel rapporto con il prezzo forse ci si aspettava qualche dettaglio in più. In ogni caso una soluzione più che consigliabile.


CICLABILE
Noleggiando le biciclette all'albergo (gratuite per tutta la giornata) è possibile concedersi un'escursione divertente e varia. Guardando il mare e girando a destra sulla costa si imbocca un itinerario che passa attraverso spiagge terrazzate, scogli brulli, campeggi, spiazzi di terra rosso fuoco e angoli dove concedersi bagni rinfrescanti e snorkeling memorabili. Una gran varietà di saliscendi e tratti differenti rendono anche il tragitto piacevole per chi ama questo sport e le bellezze paesaggistiche sul mare riconciliano di molto l'animo di chi trova la zona verso la città un filo troppo "artificiale". La pista ciclabile non è esattamente un percorso riservato come quelli che si irradiano da Rovinji ma i segmenti previsti su strada normale non sono nè pericolosi nè particolarmente trafficati. Il consiglio è di provare sulla distanza che maggiormente si addice alla vostra voglia, forma e giornata.


ZELENA LAGUNA
La riserva naturale di Zelena Laguna è un piccolo gioiellino di acqua cristallina e scogli che baciano il verde dei frontali consigliataci direttamente dagli zii di Irene dopo migliaia di escursioni negli anni. Nonostante il complesso di alberghi è molto facile trovare degli angoli stupendi dove fare foto, bagni o snorkeling. Piccole cartoline sparse nei vari angoli da scovare per scegliere la propria preferita. Per un'escursione diversa dal solito segnaliamo il semisottomarino rosso che attraverso enormi finestroni permette di ammirare il fondale della costa e delle isole vicino alla scoperta di moltissimi pesci, molluschi e angoli di grande fascino da un'altra prospettiva. Piace ai bambini, ma anche agli adulti.
Per raggiungere Zelena Laguna dal nostro albergo si imbocca la statale (cartelli gialli e si segue la direzione Vrsar.

LANTERNA
Il complesso Lanterna è molto noto nella zona e gode di un'articolata offerta di strutture e ricettività turistica (albergo, villaggio, campeggio). Costa: alla spianata terrazzata con spruzzi di ghiaia che comincia davanti al campeggio e arriva fino al Valamar Hotel Tamaris fa da contraltare una zona di pineta ammirevole con scorci di mare incantevoli più verso il ristorante Delfin. Di nuovo il gradimento è questione di gusti. Noi abbiamo preferito la zona un po' più naturale e ne siamo stati ripagati con uno splendido bagno e la "conoscenza" di diversi animaletti di mare e qualche volatile singolare.
Per raggiungerlo dal nostro albergo si imbocca la statale (cartelli gialli) e si segue la direzione "Novi Sad".

  Ogni singolo giorno siamo riusciti a fare qualcosa di differente, il che è sicuramente merito della facilità con cui la Croazia si lascia girare, ma anche della nostra voglia ;-)
Insomma abbiamo preso questo viaggio come un dado, cercando di girarlo spesso e vederne tutte le facce possibili. È uscito sempre un numero fortunato, ma questa terra aiuta a rotolare dentro i sogni.

martedì 2 aprile 2013

Istanbul, la magia dei minareti al profumo di barbecue

Il volo Turkish Airlines da Venezia a Istanbul

VOLO
Abbiamo viaggiato con Turkish Airlines da Venezia a Istanbul Atatȕrk e di certo non possiamo che esserne soddisfatti. Il giudizio non è perfetto a causa di una mezz’ora di ritardo sia all’andata che al ritorno, ma sulla qualità del volo nulla da eccepire. Cibo decisamente sopra gli standard del settore e al ritorno anche la possibilità di scegliere film, musica e quant’altro con il proprio schermo personale. La tratta, inoltre, dura due ore e mezza, quindi non è affatto lunga. Attenzione, poi, a buttare l’occhio dal finestrino perché se siete fortunati vi ritroverete dal lato che vi permetterà di ammirare dall’alto o la splendida laguna veneziana o il Sulthanamet con i suoi minareti (un lato vede una cosa l’altro l’altra).

AEROPORTO ATATŰRK
L’aeroporto è bello, funzionale, decisamente grande e ben servito. Una volta arrivati dipende dove siete diretti: per Sulthanamet si prende il tram o il metrò, per piazza Taksim, come noi, parte ogni mezz’ora un pullman della compagnia Havatas che porta nel cuore della piazza a 10 lire turche per persona (circa 5 euro).Vi dicono che lo spostamento dura  40 minuti, ma fate i calcoli con il traffico di Istanbul e calcolate almeno un’ora.

La stanza del Ramada Plaza Hotel
RAMADA PLAZA HOTEL
Questo albergo è splendido, noi abbiamo avuto la fortuna di un “upgrade” di camera da standard a superior e, di fatto, avevamo un piccolo appartamentino con tanto di casse della televisione in bagno e altre mille piccole sorprese. Non avevamo la colazione, ma francamente non c’è mai mancata: l’albergo omaggia l’acqua naturale, un bollitore e le bustine di the, caffè e quant’altro. Basta comprarsi due biscotti al discount nella strada che incrocia (esattamente dopo il supermercato normale) e il gioco è fatto. L’ubicazione è forse l’aspetto più delicato perché non è a Sulthanamet, ma a Niskisi ovvero dall’altra parte del ponte. In soldoni significa che per arrivare alla fermata Eminonu del Sulthanamet dovete prendere il bus 74 (mezz’ora l’andata, circa un’ora al ritorno per percorso e traffico) oppure la metro per Taksim, la funicolare per Kabatas e poi il tram che entra a Dilvan, cuore del Sulthanamet (più rapido, ma costa il triplo perché ognuna delle tre tappe va pagata. Tre lire turche il gettone singolo, due se ci si dota della “Istanbul Card”al costo di 7 lire turche e utilizzabile anche da più persone). La fermata del metro dell’albergo è Osmanbey (ci si arriva da Taksim), quella del bus Pangalti.


La Basilica Cisterna
LA BASILICA CISTERNA
La basilica cisterna è spettacolare: un’infilata di colonne nella penombra rese suggestive dai giochi di luce e dall’acqua. L’ingresso costa 10 lire turche e non spaventatevi se vedete coda all’ingresso: è rapida a smaltirsi e di sotto lo spazio è ampio. Perdetevi ad ammirare le  atmosfere, ma anche le enormi carpe che nuotano. Bello, poi, affrontare il mistero delle teste di Medusa che sorreggono solo due colonne delle centinaia. Perché questa scelta? Perché storte?



L'interno di Santa Sofia
 AYA SOFIA
Dentro vale molto più che fuori, anche se già lo spettacolo esterno è di quelli da mozzare il fiato. Anche qui il discorso fila vale come sopra, ovvero non fatevi spaventare perché non si attende molto. All’interno la cupola, i mosaici e le opere artistiche di ogni angolo sapranno sorprendervi. Perdetevi nel particolare e nella sintesi delle due religioni che qui trova il suo culmine. All’interno ci sono le audioguide, ma se vi dotate di tempo e di una buona guida cartacea potete gustarvela con i vostri tempi. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e chiaramente non si tratta più di una moschea consacrata, quindi per l’accesso non sono previste particolari indicazioni.

La cupola di Kucuk Aya Sofia
KUCUK AYA SOFIA
Non è una delle mete tradizionali, ma data la vicinanza con il Sulthanamet e la sua bellezza il vivo consiglio è di visitarla. Si tratta, in sostanza, della piccola Santa Sofia ovvero la vera e propria prova per la grande Aya Sofia, sempre realizzata da Giustiniano. Le vicissitudini storiche la rendono la perfetta simbiosi tra Islam e cristianesimo. Sia chiaro, si tratta di una moschea a tutti gli effetti ma i segni della sua origine sono del tutto evidenti. Soprattutto nelle colonne e nei capitelli si nota il tocco artistico e architettonico che differenzia Kucuk Aya Sofia dalle altre moschee che, per precetti e tradizione, tendono sempre a seguire un certo standard.



La moschea blu in tutto il suo splendore
MOSCHEA BLU
Qui, invece, l’esterno vale più che l’interno. L’architettura è fantastica e rapisce gli occhi. Consigliamo di mettersi nello spazio verde che intercorre tra la moschea blu e Aya Sofia e gustarsi tutta la bellezza del momento, meglio ancora se baciati dal sole. Particolarmente emozionante, inoltre, trovarsi in questo posto carico di magia, spiritualità e bellezza durante il canto in arrivo dai minareti. Noi lo abbiamo ascoltato alle 12.20, ma si ripete più volte al giorno. All’interno di questa moschea (che si chiama Sulthan Ahmet Camì dato che moschea blu è solo il nome turistico) affascina per il numero di piastrelle blu, ma l’enorme carico turistico e il grande afflusso le hanno un poco portato via quel fascino spirituale. Se volete prendere in faccia l’Islam arriveremo con qualche consiglio buono più avanti. Lo spettacolo dei sei minareti esterni, comunque, è eccezionale.


Un banco al bazar delle spezie
GRAN BAZAR E BAZAR DELLE SPEZIE
Si tratta dei mercati più suggestivi per colori e tradizione. Bisogna andare a vederli e si può anche spuntare concretamente qualche buon affare. I turchi sono abili venditori, ma non particolarmente insistenti, quindi se individuate qualcosa non fatevi prendere di sorpresa e guardate un po’ di prezzi in giro prima di scegliere dove andare e come contrattare. Non esagerate nel “tirare” il prezzo perché il commerciante turco molla la presa e non insegue fino allo sfinimento come invece può capitare in Egitto. Il bazar delle spezie, invece, merita per profumo e colori, ma è sempre molto pieno di gente. Il consiglio è di visitarlo nelle prime ore del mattino quando è assolutamente più vivibile. Quasi tutte le strade del quartiere centrale, in ogni caso, hanno una spiccatissima anima commerciale.


Veduta sul Bosforo
BOSFORO
Noi non abbiamo fatto la classica crociera con fermate imposte e percorso scelto dalle tante compagnie che lo offrono, ma abbiamo semplicemente usato il battello come mezzo di trasporto pubblico ed è veramente la scelta migliore. Se la giornata è soleggiata la tratta Eminonu-Eyȕp garantisce di vedere tutta la lingua di coste e mare in grande tranquillità e bellezza. Il costo è quello dei mezzi pubblici (3 lire turche, due con la Istanbul Card), il battello del tutto simile a quello delle crociere e, in più, avrete anche la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con chi Istanbul la abita e la vive.

In preghiera a Eyup
EYŰP
Ecco, se volete davvero respirare l’Islam turco la meta da cerchiare di rosso è questa. La moschea di questo quartiere (Eyȕp Sultan Camì) è la quarta per importanza di tutto il mondo musulmano. Per dire: vale la cattolica Lourdes. Qui convergono decine di islamici per pregare tutti insieme e rendere omaggio ai resti di un fido amico del profeta Maometto. Si tratta di attimi carichi di importanza e spiritualità per i credenti tanto da essere destinazione dei pellegrinaggi. Ovviamente per entrare è necessario levarsi le scarpe e le donne coprirsi con un foulard. Lungo tutta la collina che sormonta la moschea si trovano le tombe di musulmani illustri, anche recenti, e una splendida vista sul Corno d’Oro. Una gita che vale la pena mettere in preventivo. Da Eminonu in battello sono 40 minuti di viaggio.


L'architettura del palazzo Topkapi
PALAZZO TOPKAPI
Il Palazzo è notissimo e le architetture sono davvero fantastiche. Nelle stanze sono presenti diversi pezzi museali pregiati e di grandissimo interesse. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e attenzione che alle 17 chiude e le cose da vedere moltissime. Calcolate almeno mezza giornata forse più per vederlo in buona parte e il consiglio è di scegliere prima su cosa soffermarsi. Il consiglio personale è di non perdersi la sezione dei gioielli e delle armi, ma di fare tranquillamente a meno della coda davanti alla stanza che ospita alcune reliquie di Maometto e della Kaaba. Delle urne si vede e intuisce poco o nulla. La spiritualità del tutto assente se confrontata all’intensità di Eyȕp, inoltre, la dice lunga anche sulla considerazione religiosa di questi reperti. Splendidi i giardini e alcune stanze.


Pescatori sul Bosforo
TAKSIM-SULTHANAMET
Da piazza Taksim alla moschea blu a piedi ci vogliono circa 45 minuti, ma molto piacevoli. Meglio avventurarcisi dopo qualche giorno in modo da conoscere alcune strade perché a Istanbul perdersi è molto facile: non sempre i nomi delle vie sono scritti in bella evidenza, la pianta è intricata e i nomi non proprio familiari. In ogni caso il tragitto è facile e permette di vedere insieme la rinomata Istiklal Caddesi, autentico crocevia del commercio e della modernità, lo splendido edificio del liceo Galatasaray (sì, quello dove è stata fondata la squadra di calcio), la torre e il ponte di Galata. La prima è sicuramente un bell’edificio genovese, ma nulla più. Il secondo, invece, con i suoi pescatori sul Bosforo e la sua vista vale sicuramente una passeggiata. Attenzione perché quando passano i tram il ponte ondeggia in modo molto evidente: noi, per dire, abbiamo addirittura pensato ci girasse fortissimo la testa tanta era l’oscillazione.


TRASPORTI
I trasporti di Istanbul funzionano: difficile aspettare a una fermata. Il problema, semmai, è il traffico per cui tratte anche brevi diventano temporalmente lunghe. Comprare subito la Istanbul Card è consigliabile: costa sette lire turche, ma ne fa risparmiare una a persona per ogni tratta e si può utilizzare per più persone contemporaneamente. Si ricarica semplicemente mettendo le banconote in una macchinetta e si acquista presso tutte le stazioni. Fate i vostri calcoli secondo quante tratte pensate di fare con i mezzi (tenendo presente che, a differenza dell’Italia dove esistono dei margini temporali della timbratura, a Istanbul ogni cambio di mezzo costa tariffa piena) e decidete. Ulteriore dettaglio: è anche un bel souvenir da portarsi indietro.


TRAFFICO
Leggerete prima di partire del proverbiale traffico di Istanbul, ma di certo un’idea si può avere solo vivendolo. E’ davvero impressionante, soprattutto dovuto alla enorme presenza di taxi e mezzi pubblici. Di certo la guida dei turchi non è svizzera ed è importante avere antenne belle dritte quando attraversate perché il fatto che ci siano delle strisce non implica che gli automobilisti si fermino. In più punti la circolazione si paralizza e si procede a passo di lumaca, ma dal punto di vista turistico può anche essere un’occasione per guardarsi intorno in quartieri meno di richiamo. In questo modo, per esempio, abbiamo più volte scoperto Besiktas e alcune zone di Galata.


Ricco piatto del locale Nfis
CIBO
Sfatiamo subito un mito: a Istanbul non si mangia particolarmente speziato, anzi. La cucina, per quanto riguarda la nostra esperienza, è ottima e a buon mercato a patto di essere un poco furbi. Altra considerazione preliminare: il kebab come lo intendiamo noi in realtà è il döner, nel panino döner durum. Ne esistono sempre di due tipi: agnello e pollo. Praticamente sempre i “rulli” sono in bella vista in vetrina: guardandoli avrete già un’indicazione importante. Se sono belli, infatti, la carne è solitamente proporzionalmente buona. Ci sono, poi, i piatti veri e propri dove a dominare sono sempre carne e verdure, il più delle volte grigliate. Istanbul, poi, profuma davvero di barbecue perché praticamente a ogni angolo qualcosa abbrustolisce: il più delle volte castagne e pannocchie. Quando vi trovate al Sulthanamet fate attenzione perché, come ogni posto turistico, nell’ordine vi spennano e vi propinano piatti di non eccelsa qualità. Tenete presente che con 52 lire turche nei ristoranti “normali” mangiate come dei sultani assoluti: fate le vostre comparazioni. Troverete anche una pizza turca (pida) che è di forma talvolta differente dalla nostra: è più unta, spessa, ma comunque buona. Menzione doverosa per un locale che si chiama “NFis”: fermata della metro Osmanbey, pochi passi in direzione opposta a piazza Taksim. Piatti giganteschi, carne squisita, grande disponibilità e atmosfera piacevole. Capitolo bevande: provate l’Ayran, uno yoghurt da bere con aggiunta di acqua e un pizzico di sale. Detto così mette un po’ di nausea, ma dopo qualche sorso lo troverete più che piacevole. Assolutamente da prendere, invece, l’acqua minerale aromatizzata alla mela: squisita e introvabile in Italia. Immancabile, invece, il the: il consiglio è di provare quello alla mela. Nonostante la massiccia presenza turistica, infine, i precetti musulmani vengono seguiti in modo rigoroso: praticamente impossibile trovare carne di maiale, molto difficile trovare alcolici e anche solo la birra nei ristoranti. Non solo, gli alcolici hanno tutti prezzi vertiginosi e vengono proposti solo in locali e negozi appositi. 
Alan Conti (foto mie e di Irene D'Agostino)

domenica 15 luglio 2012

Mexicorazon, storia e realtà che strappano il cuore


La bandiera messicana con l'aquila al centro

I sacerdoti Maya lo strappavano concretamente dalle vittime sacrificali un millennio fa, i colori di oggi lo rapiscono idealmente da chi se ne avvicina: il Messico è questione di cuore. Se vi apprestate a visitarlo sappiate da subito che un pezzo di voi rimarrà laggiù il che, oggettivamente, è quanto di meglio si possa chiedere da un viaggio.
 Io e Irene siamo stati nella zona dello Yucatan e Quintana Roo, un territorio che ha scoperto nel turismo una fonte di sopravvivenza non indifferente e che si sta adoperando per meritarsi questa attenzione. Dalla storia di una civiltà ancora per certi versi misteriosa alla bellezza di alcuni scorci caraibici raramente si può abbracciare un insieme tanto completo di esperienze. Merita.


IL VOLO NEOS MILANO-CANCUN. La compagnia italiana che serve Alpitour e altri tour operator è davvero di ottimo livello. Il servizio è continuo e per un viaggio lungo si trova tutto il necessario. L’andata con scalo a L’Avana ha avuto una durata effettiva di volo di circa 13 ore, il ritorno diretto e agevolato dalla rotazione terrestre 9 e mezza. Tre film, frequenti pasti e merende, musica, letture e sonno permettono di gestire la transoceanica senza troppi patemi. Piccolo consiglio: al check-in se potete chiedete le file di testa (e fin qui...), ma preferite anche quelle di coda alle centrali. Dalla fila 17 a circa la 26, infatti, si tratta di sedili in corrispondenza dei bagni al centro del velivolo: zone molto “transitate” durante il volo. Lo schema interno delle file, comunque, è  2 finestrino  4 centrali e 2 finestrino: informazione utile per le preferenze da esprimere al banco accettazione. Venti i chili del bagaglio in stima (anche 40 cumulativi se in coppia) e 5 per quello a mano (non cumulativo). Buono il cibo per la sua categoria e la lingua italiana di tutto lo staff e delle proiezioni facilita qualsiasi comunicazione. Risorsa preziosa anche la decina di canali musicali a disposizione a seconda delle preferenze (non perdete le cuffie perché al ritorno non vengono consegnate gratuitamente, ma vendute a tre euro. Lo staff, comunque, correttamente ve ne informerà). Ultimo consiglio: se avete la fortuna di viaggiare arrivando nelle ore pomeridiane a destinazione (che sia Cancun all’andata o Milano al ritorno) evitate di dormire. Se domate i colpi di sonno, infatti, non avrete alcun problema nel metabolizzare immediatamente il fuso orario. E’ dura, ma si tratta di un vantaggio non da poco.

La spiaggia del villaggio Viva Wyndham Azteca
VILLAGGIO BRAVO VIVA AZTECA. Struttura perfetta sia come base per le escursioni (come è stato per noi) sia per chi intende rimanere più sedentario. Le camere sono curate, così come gli spazi comuni. Sporcizia e insetti inesistenti. Al ristorante si mangia bene: c’è varietà con presenza costante di pizza e patatine per i palati dei bambini (e degli adulti!). Tocco di classe la piastra o griglia sempre presente per carne o pesce davvero notevoli. Con il soggiorno si ha diritto ad alcune prenotazioni in  ristoranti “à la carte” disseminati tra il Viva Azteca e il “fratello” Viva Maya qualche metro più distante. Provateli: noi abbiamo cenato al Maya (davvero curiosi alcuni piatti), orientale (leggermente differente rispetto agli omologhi cinesi  giapponesi che vediamo in Italia) e Mediterraneo. Ci sono anche quelli ad estrazione italiana: personalmente non amo moltissimo la nostalgia alimentare patriottica, ma per chi ci tiene ho registrato commenti positivi da parte di alcuni connazionali. Bella la piscina, gradevole l’idromassaggio e stupenda la spiaggia che è sostanzialmente una cartolina caraibica di sabbia bianca con un’esplosione di colori del mare. Rapisce lo sguardo, incorniciata dalle palme, soprattutto alle primissime ore del mattino. Informazione per i freddolosi: acqua praticamente sempre calda e nella malaugurata occasione si presenti appena appena “fresca” garantiamo abitudine immediata dopo appena due bracciate. Sull’animazione sinceramente non posso dire nulla dato che non ne abbiamo minimamente usufruito, anche se i ragazzi sono sempre stati tutti cortesi e per nulla insistenti. Bello il teatro degli spettacoli, ma davvero impattante è quello del Viva Maya: fateci caso se vi capita di curiosare dai “cugini”. Sull’assistenza Bravo in loco, invece, meglio sorvolare: se avete qualche domanda di carattere logistico lasciate ogni speranza dato che l’unica preoccupazione è vendere le gite. Accennando a una gestione anarchica degli spostamenti da e per l’aeroporto, tralascio altri dettagli più antipatici e mi limito a riportare un dialogo surreale. Noi: “Scusi, abbiamo già visitato Tulum e Cobà, consiglia qualche altra escursione in particolare?”. Assistente Bravo: “Potreste vedere Tulum e Cobà”. Sic. Attenzione: può essere che vi dicano di non uscire da soli, che è pericoloso e non c’è assicurazione che vi copre. Bene, sono delle sonore balle finalizzate, probabilmente, alla vendita dei loro pacchetti per le escursioni. Il mio consiglio è semplice: fatevi un giro a Playa del Carmen, chiedete i prezzi dei taxi collettivi, dei pullman Ado o delle gite organizzate dalle loro agenzie (per esempio Easy Tour, completa di assicurazione!) e confrontateli con il prezzario offerto dal tour operator: tirate le vostre somme da soli. Quando va bene si paga la metà, ma organizzandosi da soli si arriva a spendere anche dieci (!) volte di meno rimanendo nei siti tutto il tempo che si vuole. Pensateci.

Cielo bianco dalla cima della piramide di Cobà
IL METEO. Le condizioni meteorologiche sono tra le domande più gettonate prima di partire. Noi siamo stati nella prima metà di luglio e posso dire di dimenticarsi intere giornate di pieno sole salvo particolari colpi di fortuna. Detto questo la cosa non deve assolutamente spaventare perché anche con il cielo completamente coperto la temperatura e il clima sono da spiaggia senza impedimento alcuno e addirittura ci si abbronza. A sovvertire eventuali programmi possono essere solo le tempeste tropicali che, di norma, raramente superano i 60 minuti di precipitazione costante. Niente, insomma, da destare preoccupazione anche se inizialmente ci può essere un certo scoramento. Lasciate perdere le previsioni del tempo: un po’ si tratta di zone con movimenti atmosferici difficilmente prevedibili, un po’ in una giornata si possono alternare sole-nuvoloni-pioggia-sole anche un paio di volte. Non chiedetele nemmeno agli abitanti perché, a dimostrazione di quanto detto, non si curano molto di eventuali nuvole che non condizionano, di fatto, nessuna attività. L’unica discrimine sul clima dei messicani è l’uragano: Wilma e Dean hanno lasciato un segno anche nell’immaginario collettivo. In genere, però, si tratta di eventi eccezionali sempre previsti con un certo anticipo. Non vi coglie, insomma, da un giorno all’altro e non c’è motivo di averne paura, soprattutto nelle strutture turistiche che sono tra le prime ad essere allertate.

Una strada di Playa del Carmen 
PLAYACAR E PLAYA DEL CARMEN. Il villaggio è nel quartiere di Playacar, una sorta di Beverly Hills alla messicana con villette a schiera american  style, campi da golf, Starbucks e gli autisti delle macchine che devono consegnare la patente in posti di controllo all’ingresso del rione. Tutto molto curato, sicuramente sicuro ma anche decisamente patinato (il prezzo di una villetta in affitto è di circa 1.500 euro settimanali). Decisamente più “vera” è Playa del Carmen, raggiungibile in venti minuti di camminata via strada o spiaggia oppure in dieci minuti di pedalata con le bici offerte dal Viva Azteca, che con la sua commistione tra natura turistica e artigianato messicano rappresenta il centro della vita yucateca. Shopping, divertimenti, cibo e base logistica per gli spostamenti: Playa è ottima per tutti questi aspetti. Consiglio anche qui una visita alle prime ore del mattino quando le serrande dei negozi ancora chiusi e la relativa tranquillità restituiscono una cittadina ammaliante. Individuate subito l’autostazione della Ado (la compagnia di trasporto messicana di prima classe ma economica di assoluto livello), la fermata dei taxi “colectivos” (dista pochi metri dalla stazione Ado) e il molo di partenza per Isla Cozumel: torneranno utili.

Le rovine di Tulum a picco sul mare dei Caraibi
TULUM. L’unico sito Maya con le rovine a picco sul mare dei Caraibi è la cartolina del Messico. L’immagine è di quelle che non si dimenticano perché nulla di simile esiste sul globo. Se potete, dato il carattere mutevole del meteo, cercate di azzeccare la giornata con tanto sole per visitare Tulum: le fotografie che scatterete ne guadagneranno e il ricordo si scolpirà ancora più in profondità. Da Playa del Carmen si raggiunge la zona delle rovine con circa 2,5 euro (40 pesos) a persone per una quarantina di chilometri utilizzando il taxi colectivos: un piccolo van che utilizzano anche i messicani  quando vanno a lavorare nelle strutture turistiche. L’unico pericolo di un trasferimento conveniente e comodissimo è quello dell’aria condizionata ai massimi livelli (vale per tutti i mezzi di trasporto, portate sempre con voi sciarpa e felpetta). L’entrata a Tulum è di 57 pesos a persona (4 euro e spicci). Qualche tour operator paventa un particolare pericolo nel (breve) tratto che conduce dalla fermata dai taxi all’entrata vera e propria del sito: bene, vi assicuro che via Roma a Torino presenta mille volte più rischi a meno che non soffriate di particolari fobie da trenini per bambini (ne passa uno che fa la spoletta in continuazione). Ai tanti chioschi che cercano di vendervi le mappe del sito basta rispondere “no gracias” (vale, in generale, per quasi tutti i commercianti) e tirare dritto chiudendo sul nascere qualsiasi questione. Una volta entrati nel sito (anche qui consiglio prime ore del mattino anticipando i gruppi organizzati) lasciatevi guidare dall’ammirazione tra uno sguardo all’incanto del mare e la scoperta di rovine della tarda età Maya, senza dimenticare di stupirvi per i tanti iguana che sbucano su un prato perfettamente curato o un particolare uccello che becchetta il frutto di una pianta che rapisce la vostra attenzione. Siate bambini e ne uscirete con gli occhi pieni. Dopo il giro delle rovine, inoltre, non  fatevi scappare Playa Paraiso (si raggiunge a piedi nella direzione opposta all’entrata della zona archeologica): un concentrato di Caraibi che lascia senza fiato. Per il ritorno mettete sul piatto altri 2,5 euro per Playa e il conto è fatto: 13 euro a persona per una giornata con i tempi che volete in un paradiso terrestre. Il prezzo del tour operator per una visita di poco più di 60 minuti nelle ore più calde e senza spiagge? 40 e passa euro a persona.

La piramide di Cobà: l'unica scalabile tra quelle Maya
COBA’. Lo chiamano il mare verde e hanno ragione. Cobà è l’unica rovina Maya completamente inserita nella giungla e presenta la piramide NoHoch Mul che è la sola scalabile (oltre che la più alta). Attraversare la vegetazione immergendosi contemporaneamente nella natura e nella storia è una di quelle emozioni poco descrittive e più percettive. La giungla è attraversabile con le biciclette, con risciò spinti da personale messicano oppure a piedi. Consiglio l’ultima soluzione perché regala preziosi minuti di solitudine e calma senza eguali. Le distanze, per di più, non sono impraticabili: parliamo di due chilometri in tutto. Per raggiungere il sito abbiamo utilizzato la linea Ado Playa-Tulum-Cobà: comodissima, ci impiega poco meno di due ore. Fate solo attenzione agli orari che le corse non sono frequentissime e chiedete sempre con precisione la fermata per il ritorno perché non sempre sono segnate in modo evidente. L’entrata al sito costa 57 pesos (poco più di 4 euro) e nel percorso vi troverete al cospetto di rovine di templi, edifici religiosi, amministrativi e poi lei: la piramide. I metri sono 43, i gradini centinaia e irregolari, la corda di sicurezza una da tenere ben stretta. Non fatevi impressionare troppo: la scalata è tecnicamente fattibilissima, ma le uniche insidie sono le vertigini: se ne soffrite non fate gli eroi. Dall’alto l’impatto è forte perché non ci sono parapetti e se voltate lo sguardo verso la giungla verde che si dipana come un tappeto sotto i vostro occhi allora capirete il senso del mare smeraldo. Nelle giornate di pioggia, inoltre, è possibile scorgere piccole nuvole di vapore acqueo che si alzano dalla vegetazione: il respiro della foresta. Provate a entrare nei pensieri di un Maya da lassù, così vicino al nostro cielo e alle loro divinità. L’irregolarità delle scale non rappresenta un pericolo se si è dotati di un minimo di buon senso, ma mettete in conto una qualche dose di acido lattico alla discesa dato che i movimenti non sono sempre ed esattamente naturali. Al di fuori del sito trovate anche un lago di discrete dimensioni: non è granchè invitante, ma è possibile vedere un coccodrillo. Il dito monco del simpatico messicano che vi propone la gita di avvicinamento pare garanzia sufficiente: sta a voi scegliere la strada della verifica empirica. Possibile anche il lancio con la liana lungo tutto lo specchio d’acqua: può essere un’esperienza divertente.

La spiaggia di Akumal: il regno delle tartarughe
AKUMAL. Il regno delle tartarughe ha una promessa che mantiene: ad essere testardi potrete provare l’emozione del bagno con questi splendidi animali. Armatevi di maschera e boccaglio e “pattugliate” il fondale fino ad individuarne qualcuna: ce ne sono di diverse dimensioni e non hanno nessun timore dell’uomo. Si avvicinano quando salgono in  superficie per respirare (marcatele a uomo che prima o poi lo fanno) e nuotano intorno senza patemi. L’emozione è davvero forte e inchioda all’acqua. Quando i palpiti rallentano guardatevi attorno e godetevi una delle spiagge più belle del mondo, con tutti gli ingredienti per essere un quadro naturale reale. Prendetevi il tempo di ammirare: un dono difficile da trovare nelle giornate convulse delle città che la natura messicana ti strappa senza chiedere. Come gli innamoramenti.

La famosa piramide di Chichen Itza
CHICHEN ITZA’. E’ il sito Maya più noto, la capitale dell’antica civiltà e una delle sette  meraviglie del mondo. Tutte considerazioni che ci hanno spinto a optare per un’escursione organizzata, più che altro per la possibilità di usufruire di una guida che parlasse l’italiano (Omar, davvero ottimo) e abbinarci il bagno nelle pozze di acqua piovana naturali note come cenotes. Abbiamo scelto la compagnia “Easy Tour”: uffici in corrispondenza della fermata dei taxi collettivi di Playa del Carmen, prezzi buoni e assoluta affidabilità. Ripeto: godete pure di un’assicurazione. Rispetto alle proposte Bravo la gita (identica in tutto e per tutti) viene la metà spaccata: viaggiando in coppia significa un 2x1. Chichen Itza dista circa due ore e mezza/tre da Playa, ma il sito vale il viaggio. La piramide centrale è notissima e perdersi nelle sue simbologie, nei suoi rimandi astrali e nelle sue stupefacenti perfezioni spalanca la bocca piano piano per non richiuderla più. Perdetevi nei racconti sul campo del juego de la pelota, dove al capitano della squadra vincitrice veniva tagliata la testa, nella funzione del muro dei teschi, nelle incisioni divine di dei, guaguari, sacerdoti e serpenti piumati. Ammirate il cenote sacro, l’osservatorio astronomico e perdetevi tra le rovine che ancora custodiscono i propri segreti. Il sito è molto affollato e altrettanto caldo: necessario e non opzionale cappellino o qualcosa che copra la testa data la pochissima ombra. Lungo tutto il percorso, inoltre, sono disseminati commercianti e piccoli artigiani: i prezzi sono buoni perché la concorrenza è chiaramente fortissima. Contrattare è operazione scontata oltre che consigliata. La gita della Easy Tour (ma anche quella Bravo) prevede poi un bagno nel cenote di Ik Ill. Tuffarsi nelle profondità di questa pozza di acqua piovana con lo spettacolo delle liane e del sole ad incorniciarvi è un’esperienza unica, da provare almeno una volta. Se amate gli animali particolari apprezzerete le bracciate in  compagnia di centinaia di innocui pesci gatto oppure vi sorprenderete ad ammirare il volo di uno dei tanti pipistrelli che abitano le mura del cenote. Per gli amanti del genere c’è pure la possibilità di buttarsi da un trampolino naturale alto sei metri. L’escursione si chiude con una sosta alla città di Valladolid dove potrete vedere una cattedrale (per la verità modesta) costruita dagli spagnoli con le pietre dei resti di Chichen Itza (!). Qui vale la pena entrate nel palazzo del governo (oggi bar e ristorante) per dare un’occhiata a una fontana dedicata alla Madonna realizzata con tasselli di ceramica in stile messicano. Una bella opera, seppur recentissima.

Lo spettacolo delle Mangrovie a Sian Kaan
RISERVA NATURALE DI SIAN KAAN. Questa piccola lingua di terra a sud di Tulum stretta tra il mar dei Caraibi e la Laguna Nera è un distillato naturale dello Yucatan. Nel mondo ci sono pochi posti dove esiste la garanzia assoluta di ammirare i delfini e le tartarughe in mare aperto e Sian Kann è certamente tra questi. Il tutto condito da un’esperienza di snorkeling in mare aperto da pelle d’oca e un bagno in una piscina naturale dei Caraibi, sempre condotti da una piccola imbarcazione guidata da esperti “barcadero”. Vedere i cetacei giocare liberi regala un senso di pienezza assoluta (lasciate perdere le tante strutture che vi promettono il bagno con questi animali, spesso tenuti in piscina o spazi ristretti e costretti a cicliche sessioni di lavoro ad uso e consumo turistico. Se amate veramente questi animali abbiate il coraggio di andare voi da loro, anche senza potervi immergere) e lo spettacolo della foresta di mangrovie che fa da cornice è qualcosa di difficilmente immaginabile sulla carta. Lasciatevi acchiappare dal silenzio e dai soli versi delle tante specie di uccelli che abitano questa riserva: cormorani, pellicani, aquile…. Chi è fortunato potrà scorgere anche qualche alligatore o grandi stelle marine, ma qui non vi è certezza e dipende dalla fortuna. Prima di raggiungere questo show naturale, però, mettetevi il cuore in pace e rassegnatevi ad affrontare con un van (o con la jeep) 45 chilometri di sterrato puro da Tulum a Punta Allen. Si tratta di un paio di ore buone di sobbalzi continui che contribuiscono a regalare ancora più gusto alle meraviglie successive. Non fatevi spaventare e stringete i denti. Il pranzo nell’unico localino presente a Punta Allen (con tanto di sedie e tavoli direttamente sulla sabbia) è di buona qualità e la gente sempre con il sorriso in un villaggio che sembra ai confini del mondo, incurante del ritmo forsennato del resto del globo. A Sian Kaan, però, è impossibile arrivarci da soli perché l’accesso richiede determinati permessi. Noi ci siamo appoggiati alla solita Easy Tour (anche qui impeccabile con partenza e ritorno direttamente in villaggio) pagando 70 euro a persona più la necessaria tassa federale per il giro in barca (circa 3 euro). Con Bravo, ca va sans dire, il prezzo richiesto per identica escursione era di 140 euro a cranio.
Alan Conti


martedì 10 aprile 2012

Liguria, il fascino colpisce all'improvviso


Spiaggia di Alassio (tutte le foto sono di Irene D'Agostino)
Base ad Alassio e visite a Genova, Albenga e grotte di Toirano. Consigli e indicazioni per lasciarsi colpire da questa terra di sintesi tra mare orizzontale e pendici verticali





Una veduta notturna di Alassio
ALASSIO. Stretta tra il mare orizzontale e le sue pendici verticali, la Liguria è sintesi di avversità, vicinanza di opposti ed esaltazione degli estremi. Alassio ne è esempio, sospesa com’è tra chi vive queste stradine quotidianamente, chi le depreda come centro commerciale nei giorni di festa, chi apprezza i suoi angoli più attenti e chi la affronta come avventura da riviera. Lì, in mezzo al guado tra “casa” e “seconda casa” con le prime che spesso sopravvivono grazie alle seconde, si vive il dualismo. Si tratta, per questo, di terra affascinante, soprattutto se si ha la fortuna di apprezzarla quando ancora la stagione non è esplosa e i lettini, per capirci, sono solo sporadico addobbo della spiaggia e non sono direttamente la spiaggia come accade in estate.
 Veniamo, comunque, agli aspetti più pratici. Nulla da dire sulla sistemazione notturna dato che abbiamo avuto la fortuna di contare su una casa direttamente in loco, ma solo al sentire la cifra di oltre 1400 euro a notte spesi da qualcuno nel Grand Hotel ci scappa da sorridere. Sicuramente Alassio è cara, ma si trovano soluzioni più convenienti. Decisamente più approfondita, invece, la disamina sui ristoranti giacchè il piatto caldo diventa simpatica carezza in luoghi dove il carrello del pesce si riempie a pochi passi dalla tavola. Citazione di merito va alla pizzeria Golfo Blu lungo il Budello: pizza di qualità, scelta vastissima, condimenti freschi e pasta notevole. Il pizzaiolo, peraltro, è insignito di vari ed eventuali premi internazionali, ma più di ogni riconoscimento vale la prova empirica e il consiglio è di fidarvi. Prezzi abbordabilissimi e il lunedì sera con 20 euro ci si porta a casa pizza (qualsiasi), birra e caffè: en plein. A listino, invece, si è speso 33 euro a coppia per due pizze ben farcite: onesto. Virando sul pesce, invece, vale la pena lasciar perdere ristoranti e gingilli che si affacciano sul mare o di fronte alle luccicherie dello shopping (non me ne vogliano) e concentrarsi maggiormente in un’area meno battuta come Borgo Coscia. E’ lì che trovate l’Osteria Marco Polo-Da Marcello che offre piatti di pesce molto abbondanti e di buona qualità. Qualche anno fa avremmo detto cucina ottima, oggi solo buona ma forse dipende dalla fortuna nel reperimento della materia prima. Anche qui listino onesto (circa 20 euro a persona per un primo e un secondo con contorno in “comunione dei beni”). Se avete la pazienza di incamminarvi verso Laigueglia, invece, il consiglio è di pranzare a l’Osteria Inferno che, a dispetto del nome e delle rappresentazioni mefistofeliche al muro, è una deliziosa trattoria a gestione familiare dove gli spaghetti alle vongole e alla marinara sono memorabili. Ottima anche la proposta di menù per pranzo a prezzo fisso di 12 euro che, a differenza di molti altri locali, è basata su primo, secondo e bibita con porzioni da listino: con 30 euro in due, insomma, di esce belli cucinati per una pennichella sulla spiaggia. Se, infine, preferite fare da voi potete tranquillamente affidarvi alla Pescheria Bongiovanni in corso Dante Alighieri ad Alassio che con 11 euro ci ha garantito cozze a sufficienza per una marinata, polpettini e code di gambero per un sugo con i controfiocchi. Merita una prova, infine, l’Antica Focacceria  nel Budello.

Un palazzo di piazza Ferrari a Genova
GENOVA. La città che corre nel mare l’abbiamo conosciuta a ritroso. Partenza dal celeberrimo Acquario che merita una visita per ambientazione, divertimento e, perché no, emozione (19 euro l’entrata). Dai delfini ai dugonghi passando per pinguini e la bellissima vasca tattile dove poter accarezzare le razze: il percorso vasche fa tornar bambini. Capitolo parcheggio: non appena arrivate in zona porto antico infilatevi nel primo che trovate che tanto tutto è a portata di pedone. Il traffico, infatti, è veramente copioso e non permette indecisioni mentre all’entrata dei parcheggi a pagamento troverete piccole colonie di africani che in cambio dell’indicazione del primo posto libero (e io azzarderei anche del controllo del veicolo) vi chiederanno un paio di euro (braccialetto in omaggio). Terminato l’acquario è bello fare due passi nel porto antico e chiedersi cosa mai sia il Bigo eretto per il G8 (se vi capita, senza andarci apposta), sbirciare Genova da 40 metri con l’ascensore panoramico (4 euro la salita, 3 con il ticket dell’acquario) e rientrare nel centro storico. Da qui in pochi passi siete alla cattedrale di San Lorenzo (sembra la gemella del Duomo di Firenze, spettacolare), la bellissima piazza De Ferrari, scendere in via 25 Aprile, ammirare lo slargo di piazza Fontane Marose e ritornare da via Matteotti con i suoi palazzi cinquecenteschi chiamati Rolli. Per chiudere il cerchio scendete per il vicolo San Siro e prendete la famigerata via del Campo che, nonostante la celebre citazione, non riserva alcuna sorpresa particolare mantenendo la sua natura un poco border line. D’altronde De Andrè la descrisse come luogo di prostituzione, non di pellegrinaggio turistico. In poco più di un’ora sarete nuovamente al porto antico con un bignami in testa del capoluogo ligure. La bellezza di questa città, tuttavia, si nasconde nel semplice gettare lo sguardo qua e là, nello sbirciare un vicolo dove i muri dei condomini si baciano e chiedersi come sia la vita nei caruggi. Respira la storia di una città che è stata protagonista del mare e che rimane sigillata nell’orgoglio dei genovesi.

ALBENGA. Potrebbe non essere simpatico da dire, ma la visita ad Albenga è evitabile. Il centro storico non presenta nulla di particolare, pur essendo molto vivace. I tratti sono quelli caratteristici delle città che fanno da punto di riferimento per diversi paesini nei dintorni: grandi supermercati, negozi, ampie zone residenziali. Evento di punta, peraltro mal promosso in loco senza lo straccio di una cartina tematica o segnalazioni, è la Festa dei Fiori: sporadiche aiuole affidate alle decorazioni di vari gruppi. Non per campanilismo, ma i giardini di Bolzano del quotidiano battono in larga misura quelli di Albenga in festa. Per gli amanti dello shopping normale e non viziato nei costi come quello di alcune boutique di Alassio, comunque, è consigliabile un salto al centro commerciale Le Serre (presenta anche un Ipercoop ben servita).

I giochi della natura nelle grotte
GROTTE DÌ TOIRANO. Perché visitare una grotta e infilarsi in un buco di pietra? Ecco, a Toirano c’è la risposta: perchè è più emozionante di quello che si possa immaginare. Lo spettacolo di stallatiti e stalagmiti, il pensiero dell’infinito tempo che ci mettono a formarsi rispetto al repentino rischio di fallimento con una semplice “toccata” di mano umana, i disegni della roccia, gli inganni delle forme e il procedere sempre più verso l’interno consci di avere una montagna in testa sono sensazioni che si possono provare solo una volta entrati in questi monumenti naturali. A questo si aggiunge una visita esauriente (circa 70 minuti) e piccole chicche di grande valore storico e di fascino come le orme di uomini primitivi o il cimitero degli orsi con ossa di plantigradi enormi. Vale la pena spenderci mezza giornata senza concentrarsi sulle condizioni meteorologiche perché una volta imboccata l’entrata (a 300 metri dalla biglietteria) la temperatura nelle grotte è costantemente di 16 gradi. Consigliata felpetta per chi si reca a Toirano d’estate, niente indumenti eccessivi, invece, per chi l’affronta in altre stagioni. In abbinata al ticket per le grotte potrete anche visitare il museo etnografico del paese sul quale, forse, è meglio sorvolare. Al di là di qualche aratro e un bel giardino c’è ben poco di considerevole, anche aggiungendo l’euro in più richiesto per la visita delle sale del piano nobile. Assolutamente da vedere, invece, il piccolo paese di Toirano: compendio della Liguria nei suoi vicoli e nella sua architettura particolare, lontano anni luce dagli occhi di bue del turismo di massa.

Meduse dell'Acquario di Genova
La Liguria è così, ti colpisce all’improvviso quando meno te lo aspetti: non c’è guida che possa spiegarlo.








Alan Conti