Essere attivisti del Movimento Cinque Stelle non si coniuga
con il successo commerciale o almeno così sembra essere a Bolzano. I motivi
possono essere vari, ma il sasso che ieri ha agitato il mondo bolzanino di
Facebook è di quelli destinati a far rumore perché dopo dodici anni di gestione
Fabrizio Franchi si appresta a mettere il lucchetto al bar Assenzio. Il tutto
qualche giorno dopo le dichiarazioni del fioraio di via Bottai Rudi Rieder che ha
denunciato un boicottaggio generale per il suo essere grillino di prima linea
sia da parte dei clienti sia da parte degli enti pubblici. La chiusura del locale sotto il passaggio del
vecchio Municipio, comunque, non è di quelle che passano inosservate perché, in
un modo o nell’altro, queste piccole scale verso una saletta in discesa hanno
scritto una piccola storia della Bolzano del divertimento e dell’impegno
civile. Dalle feste al karaoke passando agli incontri, appunto, del Movimento
Cinque Stelle o i concerti live. Bene o male sono tantissimi i bolzanini che ci
hanno passato più di qualche ora.
Il commento virtuale con cui Franchi saluta il
suo bancone è lapidario e fa presto il giro del web: “Data di morte dell’Assenzio: oggi. Onde evitare illazioni
e calunnie, anche se abituato a sopportarle dopo dodici anni da parte di
bifolchi per nulla professionali, chiarisco che il problema è solo burocratico
e che essere attivista Cinque Stelle non mi ha aiutato di sicuro. Grazie a
tutti gli amici che in questi anni mi hanno aiutato a vivere felice di un
lavoro che amo”. Nulla più in attesa di una partita che potrebbe essere delicata
chiamando in causa l’amministrazione comunale. Se davvero un locale viene
strozzato dalla burocrazia e non dai bilanci significa che qualcosa non
funziona nel meccanismo di gestione degli esercizi. Inutile girarci attorno:
della chiusura dell’Assenzio chiederanno conto i grillini, ca va sans dire, ma
anche musicisti, artisti e semplici cittadini. Facebook ospita già decine di
punti di domanda da riempire.
Attività commerciali strozzate perché nell’orbita
pentastellata, questa l’accusa mossa dai titolari. Al di là del consenso
politico le amministrazioni non possono permettersi nemmeno il sospetto.
Alan Conti (www.altoadige.it)
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