Un'eloquente raffigurazione del demonio
Francois Dermine è un padre domenicano esorcista che racconta la sua esperienza. "Rumori e odori inspiegabili, lingue sconosciute e possessioni esistono, ma non dimentichiamoci l'aspetto medico" 

BOLZANO. "Io temo il diavolo perché è un’entità per natura superiore a noi, ma non ho paura". Francois Dermine è il presidente nazionale del gruppo di ricerca e informazione religiosa, ma ancor prima è uno degli esorcisti più noti in ambito internazionale. Ieri sera è stato ospite della parrocchia Cristo Re per un incontro pubblico. Si concede al nostro taccuino per cercare di raccontarci cosa significhi trovarsi faccia a faccia con il demonio e affrontare un argomento che affascina, spaccando l’uditorio tra scettici e credenti.
 Hollywood ci ha raccontato un mondo degli esorcismi tutto suo, ma non tutto è spettacolo. "Ci sono molte esagerazioni – premette Darmine – e bisogna guardarsi bene dall’eccessivo show, tuttavia ci sono innegabili elementi di verità". Le possessioni, per esempio, sono da sempre considerate la pietra angolare dell’esistenza del demonio. "Sì, ma accadono assai raramente nei termini raccontati da certa letteratura. Diciamo che al 95% noi esorcisti ci occupiamo di aiutare persone che manifestano problemi fisici e psicologici circoscritti a qualche ambito particolare: poi possono capitare situazioni più delicate". Ce le descrive? "Nell’immaginario popolare spesso ci si riferisce a persone che parlano lingue mai conosciute oppure mutamenti profondi di personalità. Questo accade, ma più in generale capitano situazioni di persone che sono a conoscenza di nozioni o risposte che con il loro vissuto non possono avere. Tipico è anche l’assoluto rifiuto di qualsiasi oggetto, luogo o situazione che abbia attinenza con il sacro: ho incontrato personalmente posseduti che rifiutavano di bere da bottiglie che contenevano acqua benedetta a loro insaputa. Questi, in genere, sono i segnali più preoccupanti". Gli scettici, però, rispondono con il vasto mondo delle patologie psicologiche. "Gli esorcisti – ribatte padre Dermine – hanno tutti nozioni nel campo della psicologia. Nonostante questo noi lavoriamo sempre in staff con alcuni medici specializzati che, con massimo rigore scientifico, cercano di determinare esattamente cosa può essere ricondotto a malattia. Un altro fattore di cui teniamo sempre conto è la vita condotta dalle vittime: evidente che quando manca l’equilibrio bisogna muoversi con i piedi di piombo. Comunque ho affrontato possessioni anche in individui che non credevano affatto nell’esistenza del demonio".
 Come si inserisce in tutto questo il progressivo indebolimento della fede nella società moderna? "E’ una concausa importante perché spesso comporta un aumento dell’attività di maghi, fattucchiere o in generale di contatti con l’occulto. Sono pratiche pericolose che possono portare a un indebolimento della persona". L’esorcismo, tuttavia, non è una cura semplice da trovare e somministrare. "No – spiega il padre domenicano di origini canadesi e residente a Bologna – perché bisogna calibrarlo sui singoli casi. In genere, comunque, si tratta di un processo lungo di preghiera e cambiamento di abitudini sbagliate. Il classico rito di un’ora come nei film è rarissimo". Le possessioni, comunque, non sempre riguardano solo le persone. "Molto spesso mi chiamano per fenomeni di infestazione di case. Odori sgradevoli senza origine, rumori improvvisi senza cause plausibili e inspiegabili deterioramenti dei materiali sono i segnali più comuni di questi fenomeni". Il Vaticano, intanto, segue con attenzione queste pratiche. "La Chiesa in generale riconosce l’esistenza e l’azione del demonio e ogni comunità cristiana dovrebbe dotarsi di un esorcista. Questa decisione, poi, dipende dalle scelte delle autorità e dei singoli vescovi". In chiusura, padre Francois, ci racconti com’è trovarsi a faccia a faccia con il diavolo? "Sono momenti in cui non si scherza, dove il timore va mantenuto, ma non ci si può abbandonare alla paura. Fede e preghiera sono sempre determinanti".
Alan Conti