I grandi camminatori si preparano,
hanno percorsi tracciati nel cervello o su mappe dettagliatissime e si mettono in
marcia per ideali religiosi o filosofie profondissime. Poi c’è Michael
Anzalone, bolzanino che ha trovato fortuna lavorando come artista sulle navi da
crociera “Aida”, capace di macinare un migliaio di chilometri nel Mezzogiorno
d’Italia solo per il gusto di farlo, guidato da una risata. Con lui Nico
Colucci, amico ballerino di Noicattaro in provincia di Bari, con cui l’altro
giorno ha esultato all’ombra del faro di San Vito Lo Capo in Sicilia dopo più
di un mese da pedone. La partenza, infatti, è datata 2 agosto da Santa Maria di
Leuca. Robetta da 1100 chilometri e simpatia proporzionale. Il seguito di un analogo cammino compiuto tre anni fa da
Ravenna a Santa Maria di Leuca. Il primo lo hanno chiamato “Il cammino del
cretino”, il secondo “la via del cous cous” e su Facebook la loro pagina
seguitissima è “The walking mad”: nomi che sono un programma.
"Una sera – racconta
Anzalone - ho ascoltato la storia di un uomo che fuggì dalla Germania durante
la guerra raggiungendo la Sicilia a piedi e ho subito pensato che si poteva
fare qualcosa di simile. Un’idea talmente pazza che l’abbiamo concretizzata, ma
il cammino di Santiago ci pareva troppo facile. A noi inesperti piacciono le
complicazioni". Spazio, dunque, a un’estate 2014 passata a lambire le
coste del Sud seguendo un tracciato
istintivo con il mare come bussola, salvo uno scollinamento sul Monte Pollino.
La bellezza di un iter ingarbugliato, dettato solo da una curiosità appropriata
a scorci meravigliosi. "Seguiamo i sentieri, certo, ma mica sempre.
Qualche volta il mio amico Nico si inventa che guadando un fiume si taglia e ci
troviamo a valicare corsi d’acqua con lo zaino in testa al margine di un golfo
artificiale del tutto insuperabile. Ecco, in quelle situazioni trovi il modo di
cavartela con il sorriso". Con la preparazione fisica come la mettiamo?
"Chiaramente non facciamo allenamento specifico, però si tratta
certamente di qualcosa di probante. Viaggiamo a una media di 36 chilometri al
giorno. Impressionanti le distanze che si possono coprire a piedi".
Nel marasma di aneddoti che spuntano come
coriandoli ne spunta uno proprio nel parco del Pollino. "Una storia da
film – sorride Colucci – perché abbiamo salvato un cagnolino trovato in un
pozzo. Lo abbiamo battezzato Ziggy Stardust. Come premio il destino ci ha fatto
sbagliare sentiero fermandoci in un posto senza acqua né cibo arrabbiati come
vespe". Già, perché vi sarete mica immaginati che ci siano campeggi
prenotati? "Ah no – ridono – abbiamo una tenda che usiamo all’occorrenza
un poco dove capita. Certo, se possiamo preferiamo i camping o le aree
attrezzate per i servizi". Tutto
il resto è raccolto in un libro di futura pubblicazione o sulla pagina social.
In ogni caso all’orizzonte spunta la voglia di
un terzo cammino aperto a tutti. "Per venire con noi basta contattarci,
siamo ben contenti". Non servono particolari sofismi o itinerari
precisetti: solo la capacità di sorridere è imprescindibile. Pronti a mettersi
in cammino?
Alan Conti (www.altoadige.it)
Nessun commento:
Posta un commento