Classica disposizione dei banchi per le prove di maturità |
BOLZANO. La seconda prova della maturità
era la più temuta dai liceali e mai come quest’anno il timore era ben riposto.
Sulla porta del liceo scientifico e del classico, nella canicola di mezzogiorno,
è tutto un fiorire di musi lunghi accompagnati da commenti poco oxfordiani.
Aristotele da una parte e lo studio di funzione dall’altra sono state delle
montagne più ripide di quanto si aspettassero gli studenti e la rabbia è tanta.
Ammesse sinceramente le proprie lacune, però, quest’anno più di qualche ragazzo
si è spinto più in là chiedendo un sostanziale ripensamento delle prove,
considerate troppo sfasate rispetto a quanto effettivamente studiato durante
l’anno nelle materie di indirizzo. Unici sorrisi nel buio quelli delle ragazze
del Pascoli soddisfatte delle tracce di pedagogia proposte.
"Il brano di Aristotele era
probabilmente quanto di più difficile potesse capitarci" le parole di
Sasha Vergolini e Stefano Rossin sulla scalinata dell’istituto di via Longon. "Non è che ci piace lamentarci, ma ci sono proprio delle ragioni
oggettive per sostenerlo. Più che di un testo, infatti, si trattava di appunti
filosofici con strutture linguistiche praticamente prive di verbo e in gran
parte molto complesse. Di solito si spera in qualcosa di più lineare, invece ci
hanno davvero messo in difficoltà". Più sereno è Lodovico Ambrosi, ma
solo perché frequentando l’indirizzo linguistico ha avuto la fortuna di
sostituire il greco con l’inglese e Aristotele con Bolt. "Dovevamo
produrre in lingua un tema sulle Olimpiadi di Londra 2012: stimolante e
fattibile". Le imprecazioni di alcune ragazze, che i compagni assicurano
essere tra le migliori della scuola per preparazione, sono la definitiva
cartina tornasole di una prova considerata fuori target.
"Vuole sapere la verità?
Questi esami sono totalmente sfasati rispetto a quanto studiamo di matematica
durante l’anno" le parole pesanti di Emanuele Messina e Gian Carlo
Vincenzi all’uscita dal “Torricelli”. "Purtroppo i fatti dicono che
raggiungere gli obiettivi necessari alla sufficienza in questa materia nel
quinto anno non è assolutamente una garanzia per raggiungere la medesima
sufficienza alla maturità. C’è qualcosa che non va in questo meccanismo e va
rivisto. Non lo diciamo per noi che tanto ormai ci siamo messi questo compito
alle spalle, ma per la stessa credibilità dell’esame". Concetti duri
condivisi dal compagno Alessandro Del Gobbo. "E’ vero. La parte dei
quesiti era forse più affrontabile, ma non è possibile trovarsi tutti gli anni
di fronte a problemi che chiedono più di quello che possiamo dare. Ormai succede
sistematicamente ogni estate: non può essere una perenne mancanza degli
studenti".
L’unico raggio di sole, paradossalmente viste
le temperature di ieri, arriva da Firmian dove le studentesse del Pascoli Sara
Rossi, Monika Lamonaca e Giorgia Artioli sono ottimiste. "Avevamo una
traccia sull’apprendimento individualizzato, una su apprendimento e formazione
oltre a una citazione di Freud funzionale a una riflessione sulla psicologia.
Tutto fattibile e in linea con quanto studiato durante l’anno
scolastico". Proporre delle prove di indirizzo ben calibrate è
possibile.
Alan Conti