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venerdì 22 giugno 2012

I liceali: "La maturità va cambiata"

Classica disposizione dei banchi per le prove di maturità
Al liceo classico amarezza per Aristotele, allo scientifico rabbia per il problema: la seconda prova è considerata troppo difficile rispetto agli studi. Unico sorriso al pedagogico.



BOLZANO. La seconda prova della maturità era la più temuta dai liceali e mai come quest’anno il timore era ben riposto. Sulla porta del liceo scientifico e del classico, nella canicola di mezzogiorno, è tutto un fiorire di musi lunghi accompagnati da commenti poco oxfordiani. Aristotele da una parte e lo studio di funzione dall’altra sono state delle montagne più ripide di quanto si aspettassero gli studenti e la rabbia è tanta. Ammesse sinceramente le proprie lacune, però, quest’anno più di qualche ragazzo si è spinto più in là chiedendo un sostanziale ripensamento delle prove, considerate troppo sfasate rispetto a quanto effettivamente studiato durante l’anno nelle materie di indirizzo. Unici sorrisi nel buio quelli delle ragazze del Pascoli soddisfatte delle tracce di pedagogia proposte.
 "Il brano di Aristotele era probabilmente quanto di più difficile potesse capitarci" le parole di Sasha Vergolini e Stefano Rossin sulla scalinata dell’istituto di via Longon. "Non è che ci piace lamentarci, ma ci sono proprio delle ragioni oggettive per sostenerlo. Più che di un testo, infatti, si trattava di appunti filosofici con strutture linguistiche praticamente prive di verbo e in gran parte molto complesse. Di solito si spera in qualcosa di più lineare, invece ci hanno davvero messo in difficoltà". Più sereno è Lodovico Ambrosi, ma solo perché frequentando l’indirizzo linguistico ha avuto la fortuna di sostituire il greco con l’inglese e Aristotele con Bolt. "Dovevamo produrre in lingua un tema sulle Olimpiadi di Londra 2012: stimolante e fattibile". Le imprecazioni di alcune ragazze, che i compagni assicurano essere tra le migliori della scuola per preparazione, sono la definitiva cartina tornasole di una prova considerata fuori target.
"Vuole sapere la verità? Questi esami sono totalmente sfasati rispetto a quanto studiamo di matematica durante l’anno" le parole pesanti di Emanuele Messina e Gian Carlo Vincenzi all’uscita dal “Torricelli”. "Purtroppo i fatti dicono che raggiungere gli obiettivi necessari alla sufficienza in questa materia nel quinto anno non è assolutamente una garanzia per raggiungere la medesima sufficienza alla maturità. C’è qualcosa che non va in questo meccanismo e va rivisto. Non lo diciamo per noi che tanto ormai ci siamo messi questo compito alle spalle, ma per la stessa credibilità dell’esame". Concetti duri condivisi dal compagno Alessandro Del Gobbo. "E’ vero. La parte dei quesiti era forse più affrontabile, ma non è possibile trovarsi tutti gli anni di fronte a problemi che chiedono più di quello che possiamo dare. Ormai succede sistematicamente ogni estate: non può essere una perenne mancanza degli studenti".
 L’unico raggio di sole, paradossalmente viste le temperature di ieri, arriva da Firmian dove le studentesse del Pascoli Sara Rossi, Monika Lamonaca e Giorgia Artioli sono ottimiste. "Avevamo una traccia sull’apprendimento individualizzato, una su apprendimento e formazione oltre a una citazione di Freud funzionale a una riflessione sulla psicologia. Tutto fattibile e in linea con quanto studiato durante l’anno scolastico". Proporre delle prove di indirizzo ben calibrate è possibile.
Alan Conti

giovedì 14 giugno 2012

Italia-Croazia, attenzione al piccolo indigesto

Le formazioni proposte oggi nel paginone della Gazzetta dello Sport
L'esaltazione per la buona prova con la Spagna può giocare brutti scherzi contro una nazionale croata tecnicamente valida e fisicamente prestante. Italia chiamata oggi alla conferma.

BOLZANO. Con la Spagna è stata una buona partita. Buona, non ottima né stratosferica come l’ha dipinta qualcuno sull’onda di un entusiasmo che deve ancora trovare tutte le conferme. L’Italia torna oggi in campo contro una Croazia rognosa, tecnicamente valida, fisicamente piazzata e di buon livello. La storia racconta di una sola vittoria contro i croati, quindi l’atteggiamento da grande squadra deve sparire subito perché, sia chiaro, questo match non sarò affatto facile. Il solo punto conquistato con la Spagna, oltretutto, non porta con sé alcuna garanzia perché nel malaugurato caso di sconfitta oggi pomeriggio ci si avvicinerebbe comunque pericolosamente all’eliminazione. Già solo il profilo del biscottone possibile tra Spagna e Croazia all’ultima giornata dovrebbe spronare i ragazzi a un impegno deciso e cattivo: l’esperienza di Svezia-Danimarca non va ripetuta, please. Non dimentichiamoci, infine, che storicamente l’Italia fatica più con le “piccole” per definizione: non solo il biscotto, quindi, potrebbe risultare indigesto.
 Dal punto di vista tattico la sfida dovrebbe vedere gli Azzurri a menare le danze, aiutato dal 3-5-2 caldeggiato dalla vecchia guardia e carrozza della trionfale stagione juventina di quest’anno. I dubbi di formazione di Prandelli sono tutti concentrati in attacco, ma è probabile la conferma dell’undici che ha impattato con la Spagna. Balotelli-Cassano, dunque, il duo da cui ci aspetta un apporto di talento inversamente proporzionale all’acume di alcuni atteggiamenti: se faranno cantare i piedi potranno tenere tranquillamente le bocche cucite che nessuno se ne avrà a male. Dalla panchina, intanto, occhieggia un Di Natale cui basta mezza occasione per schiantarla in rete: evidentemente Prandelli preferisce chi aspetta una chiamata dell’uomo per disinnamorarsi del pallone tra i piedi. Dietro, intanto, De Rossi continua il suo Europeo da stopper con impostazione da libero e testa da centrocampista: per ora funziona e al romanista piace. Qualcosa di più forse, ci si attende dalle fasce dove il potenziale dinamico di Maggio e Giaccherini è certamente superiore di quello, comunque sufficiente, visto a Gdansk. Nel cuore del campo, infine, Marchisio dovrà dare un occhio e se possibile impensierire la punta di diamante croata Modric, mentre da Pirlo e Thiago Motta ci si aspetta più qualità: più dal primo che non dal bradipante stile di gioco del secondo. Avanti Azzurri, piccolo sarà indigesto, ma ci sta tutto in un sol boccone.
Alan Conti

mercoledì 13 giugno 2012

Laconi: "Futuro da decifrare per Alto Adige e Bolzano"


Gunther Hell con la maglia dei campioni d'Italia del Bolzano

Ospite della Twenty Fan Zone, Laconi analizza il momento di hockey e calcio locale. E per gli Europei occhi sulla Francia di una nuova frizzante generazione guidata da Nasri.

BOLZANO. I giornalisti sportivi raramente si accontentano di fare il compitino nel campo dei pronostici. Thomas Laconi, voce dell’hockey e del calcio di Radio Nbc, sportivo lo è fino al midollo e non si sottrae a uno sguardo particolare sull’Europeo dal banco della Twenty Fan Zone. !"La mia favorita? Penso la Francia. Davvero, mi piace molto la brillantezza di Nasri e in generale il rendimento di una generazione che si sta affacciando con una certa prepotenza. Vero, l’esordio non è stato particolarmente esaltante, ma penso possa solo crescere nell’avanzare del torneo". Il quadrilatero comune di pretendenti, però, sembrava limitato a Germania, Spagna, Olanda e Italia. "Nessuna di queste mi ha davvero convinto. L’Olanda ha perso senza un gioco, la Germania è stata fortunata e se è vero che Italia-Spagna è stata fino adesso la partita più bella, va anche detto che entrambe sono attese a una conferma non facile". Nella serata i due maxischermi della Fan Zone hanno trasmesso le immagini di una gustosa Polonia-Russia terminata 1-1. "Pensavo vincessero i russi, altra squadra che mi piace moltissimo. Dzagoev è un fuoriclasse assoluto e in generale la struttura di questa nazionale mi sembra promettente".
 L’incontro con Laconi, però, è anche il momento giusto per gettare uno sguardo sullo sport locale e le nostre squadre. Il quadro, siamo sinceri, non è di grande ottimismo, ma talvolta le sferzate sono meglio delle carezze. "L’Alto Adige ha fatto sicuramente una buona annata, ma adesso tutto lo staff tecnico seguirà mister Giovanni Stroppa a Pescara per la serie A. Il futuro tecnico è ancora da chiarire e con lui la direzione che prenderà il mercato dei biancorossi". La disamina, però, è più strutturale che congiunturale. "Ci sono troppe incertezze e la vicenda della Cittadella è emblematica. Identico discorso legato allo stadio e intanto il pubblico cala. Non solo, purtroppo il nostro calcio dimostra che le squadre hanno un futuro importante solo se sono tenute in mano da imprenditori che vogliono investire. Per ora l’Alto Adige ha solo l’imprenditore".
 Nemmeno l’hockey cittadino se la passa bene. "La mancanza di prospettive è abbastanza simile e la contrazione di pubblico è una realtà già da anni. La ricaduta sugli sponsor è facilmente intuibile. Qui, però, l’intero movimento italiano affronta delle difficoltà che ne pregiudicano la competitività. In questi giorni si è concluso il campionato dell’Nhl nordamericano e i Los Angeles King, campioni, presentano in prima linea il centro sloveno Anze Kopitar. D’accordo, siamo al cospetto di un talento assoluto, ma come è possibile che dall’Europa molti Paesi hanno un canale aperto, mentre l’Italia non riesce a mandare nemmeno un giovane nel campionato più importante del mondo?". 
Alan Conti

Olanda all'ultima spiaggia, Germania per un posto al sole


Sfida delicata per entrambe le formazioni a Kharkiv

Il confine tra i due Paesi ha reso questo incontro mai banale. Oggi l'Olanda si gioca tutto, mentre la Germania può anche permettersi di aspettare.

BOLZANO. Diciamocelo chiaramente: queste due squadre non si amano affatto. Da buoni vicini di casa le liti sono all’ordine del giorno e ogni volta che i loro destini si sono incrociati nelle grandi manifestazioni è saltato fuori qualcosa di imprevisto. Sputi, gesti di scherno, insulti o sfottò che sia: Olanda-Germania non è esattamente un saggio di danza. I presupposti, dunque, escludono per stasera soluzioni di comodo nel caso da Portogallo-Danimarca uscisse un risultato favorevole ai lusitani e meno perentorio per le speranza degli Orange. Se la giocheranno fino all’ultimo e, al netto dei risultati speculari, c’è da dire che nel primo turno né l’Olanda né la Germania hanno impressionato. La prima è apparsa come una bella esposizione di solisti, pezzi unici incapaci di assimilarsi in un gioco organico, la seconda aiutata dal carattere granitico e il colpo di fortuna di Gomez. La verità è che la Danimarca ha meritato di vincere, seppur più volte graziata dai vari Snejder, Robben o Van Persie, e il Portogallo non meritava di perdere. Dai fili dell’erba di Kharkiv, insomma, passa la parola riscatto per due delle favorite dell’intero torneo.
 Evidente che la spada di Damocle più bassa è quella che pende sopra le teste degli uomini di Van Marwijk dato che una sconfitta vorrebbe dire eliminazione pressochè certa e un pareggio avrebbe effetti decisamente simili. Non si scappa: o dalla ruota esce una vittoria oppure è meglio cominciare a inviare la lista dei passeggeri alla Klm per il ritorno ad Amsterdam. Per la Germania la situazione è più tranquilla, anche perché la peggior prospettiva potrebbe essere quella di uno spareggio da dentro o fuori con la Danimarca all’ultimo turno: vene e polsi non dovrebbero tremare.
 Curiosità, invece, dal punto di vista tattico per una partita che presumibilmente chiamerà l’Olanda a una maggiore offensiva, mentre permetterà ai tedeschi di giocare di rimessa. Khedira e Schweinsteiger avranno qualche pastiglia in più nei loro freni verso l’attacco e baderanno al sodo, anche se questo atteggiamento ha messo in difficoltà i Panzer sul finale della gara con il Portogallo. Da verificare se si è trattato di una sofferenza strutturale oppure legata al calo fisico di un finale di partita piuttosto tirato e complesso. Sull’altro fronte, come detto, la capacità di raccordo tra le bocche da fuoco davanti a Neuer sarà decisivo. Se Robben, Sneijder e Van Persie riusciranno a dialogare allora saranno dolori per una difesa incentrata sul dotato Hummels e il modesto Badstruber: non certo due sprinter. Non a caso Van Marwijk affiancherà ai tenori un generoso come Kuyt che incidentalmente potrebbe mostrare ai compagni di linea l’arte del passaggio.
Alan Conti

martedì 12 giugno 2012

Ale Polì: "Italia, può essere il tuo anno"


La famiglia Polì alla Twenty Fan Zone

Previsione ottimistica per Alessandro che ha inaugurato ieri le interviste alla Fan Zone del Twenty

BOLZANO. "Questo Europeo lo vince l’Italia, sono italiano e non posso pensarla diversamente". E’ deciso Alessandro Polì mentre prende posto su una delle sedie colorate della Twenty Fan Zone, non prima di essersi concesso una rotolata sull’erba sintetica assieme al fratello Andrea e all’indiavolata sorellina Anna. Alla televisione scorrono le immagini di Francia-Inghilterra. "Per me l’Inghilterra può portarsi a casa questa partita" tenta di indovinare, ma finirà 1-1. I Leoni, però, sono i primi a fare centro. "Quasi" sorride. Alessandro è il bambino che ha stretto il cuore della città con la sua battaglia contro una malattia che chiama “bastarda” e i libri di medicina definiscono come leucemia. Le donazioni e un trapianto gli hanno permesso una rinascita e vederlo tuffarsi nel calcio strappa un sorriso. E’ il momento, finalmente, di essere un ragazzino che si preoccupa di decidere "se sia meglio Messi o Del Piero" oppure se eleggere Vidal come giocatore preferito nonostante non sia italiano e nemmeno presente a questo Europeo. Il cuore, è evidente, si colora di strisce bianconere e bette forte in occasione del trentesimo scudetto. "E’ stata una bella emozione, ci voleva dopo tanto tempo". Andrea, lì vicino, ci racconta del suo amore per il calcio giocato. "Sono nel Napoli Club, categoria esordienti, ma ho già fatto qualche partita con i Giovanissimi. Sono soddisfazioni". E’ sempre il maggiore dei fratelli Polì che si lascia scappare un sussulto al gol francese: "Nasri ha fatto un capolavoro, davvero". La gioia più bella, però, è averlo come primo ospite della Twenty Fan Zone e, per una volta, lasciare chiusa la porta degli ospedali e aprire un taccuino solo per riempirlo di calcio e argomenti da ragazzi.
Alan Conti

Partiti i lavori in via Genova: sarà un gioiello

Le buche di via Genova destinate a sparire
Consegnato ieri ufficialmente l'incarico dal Comune alla ditta Arredo Urbano. Nuovi asfalto, illuminazione, alberatura e un moderno sistema di filtraggio dell'acqua piovana.



BOLZANO. C’è voluta una lunga attesa e tante proteste, ma i lavori per una nuova via Genova hanno preso il via ufficialmente sotto la pioggia di ieri mattina. Nel giro di due mesi Don Bosco potrà salutare una strada che sarà un piccolo gioiello a misura di pedone, con nuova alberatura, illuminazione senza più i brutti fili penzolanti di oggi, marciapiedi più larghi e cubettati e un innovativo sistema di filtro per l’acqua piovana che si immette nell’Isarco. Scompariranno, logicamente, le tante barriere architettoniche che avevano scatenato le richieste, a lungo inevase, di chi quei metri è costretto percorrerli in carrozzina.
 Al tavolino del dehors davanti al bar della Pista Zero l’ingegnere comunale Mario Begher, direttore dell’ufficio lavori pubblici, consegna il documento ufficiale d’inizio lavori alla ditta “Arredo Urbano” di Segonzano (Trento). Termine fissato al 10 agosto: due mesi intensi con chiusura del traffico a segmenti, a partire dall’incrocio con via Alessandria e a salire. La strada, per intenderci, non sarà percorribile in tutta la sua lunghezza, ma per i residenti rimarrà sempre il doppio accesso da via Cagliari e la stessa via Alessandria. Nel giorno degli scavi, invece, i singoli residenti dei condomini interessati saranno avvisati per spostare le automobili, ma si tratterà generalmente di disagi ridotti alle 24 ore. A sincerarsi di persona della firma definitiva si è presentato anche l’assessore ai lavori pubblici Luigi Gallo, sollevato dopo essere entrato nel mirino delle polemiche per i ritardi dei mesi scorsi. "Lo so, c’è voluto un poco più tempo del previsto, ma è sbagliato pensare a una semplice riasfaltatura. La strada, infatti, verrà completamente rinnovata anche nelle sue infrastrutture interne, oltre che nella fruibilità esterna". Sarà, quindi, l’occasione per riqualificare l’intera zona. "Stretta tra due parchi molto belli come quello delle Semirurali e il lungo Isarco, via Genova diventerà sicura e bella esteticamente, continuando a godere di quegli standard di qualità garantiti dal poco traffico. Ci fosse una casa in vendita valuterei con molto interesse l’acquisto"  scherza, ma non troppo.
 L’intervento, in effetti, andrà abbastanza in profondità come puntualizza Begher. "Prima di tutto ci occuperemo dell’alberatura levando le betulle che saranno sostituite a settembre con piante meno allergizzanti. In secondo luogo si passerà alla posatura di un pozzetto all’incrocio con via Alessandria che rappresenta una novità per l’intera città. L’acqua piovana, infatti, per la prima volta sarà depurata di fango e olii prima di essere immessa nella rete cittadina. I detriti, infatti, si accumuleranno in questo pozzetto che sarà depurato ciclicamente dal personale della Seab con le idropulitrici. Si tratta di una soluzione che utilizzeremo per tutte le strade di Bolzano da qui in avanti". Il progetto di via Genova, invece, rispetta nel dettaglio le richieste degli abitanti. "Elimineremo le barriere architettoniche, restringeremo la carreggiata allargando i marciapiedi, organizzeremo l’arredo centrandolo sul pedone, modificheremo l’illuminazione interrando i fili che oggi sono a vista, manterremo il totale degli stalli, miglioreremo le infrastrutture sotterranee e rinnoveremo il manto dell’asfalto. L’opera, insomma, sarà a tutto tondo e definitiva". Già previsti nella delibera i fondi necessari all’intervento calcolati in 371.000 euro di appalto per i lavori svolti dalla ditta “Arredi Urbani” e un totale di 420-450.000 euro considerando i successivi interventi delle strutture comunali.
Alan Conti 

domenica 10 giugno 2012

Francia-Inghilterra. Altro che rose...

Una curiosa spilla che unisce i due Paesi
Transalpini che si presentano più frizzanti e vivaci, mentre l'Inghilterra maledice la squalifica di Rooney. Chi perde rischia di doversela vedere con Ibra.




BOLZANO. C’è poco da fare: da qualsiasi angolazione la si guardi questa è la partita centrale del gruppo D. Le due “gialle” Svezia e Ucraina, infatti, almeno sulla carta sono inferiori a queste due Nazioni che tornano a incrociare i propri destini dopo che la storia le ha messe spesso una contro l’altra. Per fortuna le uniche rose che saranno d’attualità oggi saranno quelle dei fiori che dominano la grafica di questa Euro 2012 e le armi per superarsi si chiamano Benzema, Gerrard, Ribery e Terry. A dispetto dei pronostici, però, a presentarsi meglio all’appuntamento inaugurale sembrano essere proprio i galletti transalpini, nel pieno di una fase di ricambio generazionale dopo il celebre ammutinamento a Domenech del Sudafrica. Ribery, M’Vila, Nasri, Menez e Benzema è tutta gente che promette bollicine e reti con in canna il colpo risolutore. La difesa, semmai, dovrà trovare il freno a mano alle discese di Evra e Debuchy (occhio, interessa all’Inter) incrociando le dita per la tenuta stagna della coppia centrale Mexes-Rami. Dall’altra parte, invece, i Leoni hanno salutato Capello senza troppi patemi, rimesso in panca una vecchia volpe dei prati come Roy Hodgson e stramaledetto quel calcio di Rooney durante le qualificazioni che lo terrà fuori per squalifica nei primi due incontri. Forse l’unico vero fuoriclasse inglese non vedrà il campo prima di Inghilterra-Ucraina del 19 giugno: potrebbe essere troppo tardi. Il compito di non farlo rimpiangere sarà sulle spalle dei giovani Carroll e Wellbeck (più defilato Defoe): sbarbatelli alla prima grande manifestazione internazionale. Gli infortuni di Lampard e Cahill in preparazione, insomma, paiono la classica tegola su una situazione difficile che ha portato un pessimismo mai conosciuto all’ombra dell’ottuagenaria corona di Elisabetta. La classe è parcheggiata sulle fasce con le catene Cole-Downing a sinistra e Jones-Milner e destra, mentre in mezzo al campo i britannici sono attaccati al salvagente Gerrard. Qualità non diffusissima, ma carattere storicamente al top.Ovviamente la posta in gioco è alta perché dall’altra partita del gruppo potrebbe uscire la classica outsider fastidiosa, in grado di impensierire chi dovesse uscire sconfitto da Kharkiv. Considerando la Svezia favorita sull’Ucraina, significherebbe arrivare al match decisivo con lo spiacevole compito di mettere le briglie e Ibrahimovic che, quando non se le mette da solo, non è certo un Carroll qualunque.

Alan Conti

giovedì 7 giugno 2012

I bolzanini dal Papa per celebrare la famiglia


Folla a Milano per il passaggio del Papa

Partiti da San Pio X sotto l'organizzazione dell'associazione "Il Cammino". Il racconto di Ivano Moltrer e la curiosa assenza di curia e ufficio pastorale.

BOLZANO. La famiglia come pietra angolare su cui costruire la società che ci porterà fuori da questa crisi. Prima ancora della possibilità di vedere sfilare il Pontefice lungo le affollatissime strade di Milano è stata questa convinzione a spingere 130 fedeli bolzanini alla trasferta in terra lombarda in occasione del Family Day. L’emozione dell’incontro con Benedetto XVI difficilmente sarà dimenticata, ma al centro dell’attenzione c’è la riflessione proposta dallo slogan “One world family world” . Nelle parole di un motto straordinariamente simile a quello di una nota radio nazionale si comprende il senso di questa giornata. "La famiglia è un valore fondamentale per tutta la comunità, compresa la società laica" le parole di Ivano Moltrer dell’associazione “Il Cammino” che con la parrocchia “San Pio X” ha organizzato la trasferta di circa 130 concittadini. "In un passaggio del suo discorso il pontefice ha ribadito l’identità tra la famiglia cristiana e la famiglia comunemente diffusa nella nostra società: è un aspetto molto importante che permette di guardare con fiducia al futuro".
 Tornando alla giornata milanese del gruppo bolzanino Moltrer racconta tutta la sua soddisfazione "per una trasferta che ha unito le generazioni, oltre che le associazioni cattoliche e i vari gruppi parrocchiali della città. E’ stato anche un momento per condividere un’esperienza con i propri figli, le mogli o i mariti. Nella partecipazione dei giovani, prima di tutto, possiamo raccogliere messaggi di fiducia. Spesso si parla della crisi di vocazioni poi capitano giornate come questa o la Festa della Gioventù che ci dimostrano, al contrario, che la spiritualità è diffusa anche tra i ragazzi. Dobbiamo coltivare questo interesse e non permettere che si disperda con il tempo". Benedetto XVI, ovviamente, è stata visto e salutato durante la sua discussa sfilata nel capoluogo lombardo. "Dei 37 settori in cui era stato diviso il percorso noi eravamo ai numeri 15 e 16, quindi esattamente a metà. Non avevamo alcun pass privilegiato o particolare permesso, ma ci siamo ugualmente goduti il momento". Nella serata, inoltre, c’è stato un altro momento di rilievo: "Abbiamo avuto un incontro tra tutte le sezioni nazionali dell’associazione “Il Cammino” per confrontarci proprio sul tema della famiglia e ragionare in quali direzioni operare. Riflessioni e spunti concreti che torneranno sicuramente utili nella pratica di tutti i giorni, compresa la proposta di coinvolgere intere famiglie nell’opera di evangelizzazione di zone in cui la cristianità è poco conosciuta".
 Curioso che l’appuntamento abbia pungolato parrocchie e associazioni, ma lasciato sostanzialmente indifferente la Curia. Il tentativo di organizzare un pullman dell’ufficio pastorale è naufragato di fronte alla penuria di partecipanti, mentre nessuno si accorgeva del centinaio di partecipanti radunati da San Pio X. Particolare anche la scelta del presidente della commissione Famiglia della Diocesi Ezio Baraldo che, evidentemente, tra i sui compiti non prevede la partecipazione al Family Day. "Purtroppo non sono andato, ma il messaggio lanciato dal Papa è di un’importanza fondamentale. Il parallelismo con il mondo laico sottolinea la necessità di sentirci parte di una comunità più ampia in cui tutti dobbiamo essere capaci di trovare forme proficue di collaborazione. Senza steccati".
Alan Conti

lunedì 4 giugno 2012

Bolzano vota contro gli animali nei circhi


Un cammello in una gabbia minuscola a Bolzano (foto Perugini)

BOLZANO. Niente più circhi con gli animali a Bolzano o almeno questa la speranza dell’amministrazione cittadina. Nei giorni scorsi, infatti, il consiglio comunale ha discusso e accettato una mozione presentata un anno prima da Unitalia e appoggiata da buona parte dell’aula. Con il sostegno del Movimento Cinque Stelle, dei Verdi (assessore alla cultura Patrizia Trincanato compresa), Psi, Idv, Sel, Prc e parte di Pdl e Svp si è deciso di impegnare il Comune alla redazione di un apposito regolamento che preveda di non concedere più permessi ai tendoni che sfruttano gli animali. Il tutto mentre in piazzale Primo Maggio campeggiava il circo Orfei che ha basato tutta la sua campagna promozionale sulla presenza dell’unica tigre albina conosciuta con tanto di fumetto sui cartelloni. In quell’occasione l’attivista del Movimento Cinque Stelle Andreas Perugini ha imbracciato la macchina fotografica e testimoniato alcune situazioni al limite: cammelli rinchiusi in francobolli di cemento, cuccioli di ippopotami costretti a camminare sull’asfalto e in generale condizioni di vita che hanno fatto piovere decine di segnalazioni all’Asl veterinaria provinciale perché attivasse i dovuti controlli. Oggi il circo Orfei ha spicconato, ma il dibattito continua ad infiammare le pagine dei social network tra commenti a favore della mozione e contrari.
"Basta con queste inutili sofferenze – le parole di Marco Caruso, consigliere di Circoscrizione a Don Bosco in quota Unitalia che ha seguito costantemente la mozione – è arrivato il momento che anche la politica dia dei segnali forti e inequivocabili". Tra i più scettici, invece, troviamo il consigliere comunale Pd Andrea Felis che al voto si è astenuto: "Ci possono anche essere circhi seri che non costringono gli animali all’interno di prigioni infernali. Se, per esempio, ospita con rispetto specie che non possono essere reintrodotte in natura allora può essere considerato un luogo accettabile". Controcorrente, al solito, la posizione del noto musicista e contadino Oscar Ferrari: "Facile che avrei votato contro anche io. Se proprio vogliamo combattere la crudeltà contro gli animali cominciamo con l’abolire il pollo arrosto da batteria e l’impepata di cozze". Apprezzato dai lettori l’intervento di Giulia Frasca: "Nel circo gli animali vengono umiliati nella loro natura durante goffi esercizi e nel resto del tempo chiusi in misere gabbie o sballottati in viaggio qua e là". Chiusura con l’animalista Maria Caruso. "Insegnare ai bambini che gli animali possono essere addestrati e quindi sottomessi al proprio volere è sbagliato ed è esattamente il messaggio che il circo invia costantemente al suo pubblico. Con questo documento è stato reso possibile il cambiamento dell’articolo 29 del regolamento comunale e possiamo, finalmente, seguire la strada che hanno già intrapreso altre 17 città italiane, tra cui Torino". Ora non resta che passare dalla mozione alle modifiche, dal vorrei al posso.
Alan Conti

FOTOGALLERY (Foto Perugini)
Spazio vitale ridotto al minimo

Un ippopotamo sull'asfalto

Tucani costretti intorno a un albero