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La bandiera messicana con l'aquila al centro |
I sacerdoti Maya lo strappavano concretamente
dalle vittime sacrificali un millennio fa, i colori di oggi lo rapiscono
idealmente da chi se ne avvicina: il Messico è questione di cuore. Se vi
apprestate a visitarlo sappiate da subito che un pezzo di voi rimarrà laggiù il
che, oggettivamente, è quanto di meglio si possa chiedere da un viaggio.
Io e Irene siamo stati nella zona dello Yucatan
e Quintana Roo, un territorio che ha scoperto nel turismo una fonte di
sopravvivenza non indifferente e che si sta adoperando per meritarsi questa
attenzione. Dalla storia di una civiltà ancora per certi versi misteriosa alla
bellezza di alcuni scorci caraibici raramente si può abbracciare un insieme
tanto completo di esperienze. Merita.
IL
VOLO NEOS MILANO-CANCUN. La compagnia italiana che serve Alpitour e
altri tour operator è davvero di ottimo livello. Il servizio è continuo e per
un viaggio lungo si trova tutto il necessario. L’andata con scalo a L’Avana ha
avuto una durata effettiva di volo di circa 13 ore, il ritorno diretto e agevolato
dalla rotazione terrestre 9 e mezza. Tre film, frequenti pasti e merende,
musica, letture e sonno permettono di gestire la transoceanica senza troppi
patemi. Piccolo consiglio: al check-in se potete chiedete le file di testa (e
fin qui...), ma preferite anche quelle di coda alle centrali. Dalla fila 17 a
circa la 26, infatti, si tratta di sedili in corrispondenza dei bagni al centro
del velivolo: zone molto “transitate” durante il volo. Lo schema interno delle
file, comunque, è 2 finestrino 4 centrali e 2 finestrino: informazione utile per
le preferenze da esprimere al banco accettazione. Venti i chili del bagaglio in
stima (anche 40 cumulativi se in coppia) e 5 per quello a mano (non
cumulativo). Buono il cibo per la sua categoria e la lingua italiana di tutto
lo staff e delle proiezioni facilita qualsiasi comunicazione. Risorsa preziosa
anche la decina di canali musicali a disposizione a seconda delle preferenze
(non perdete le cuffie perché al ritorno non vengono consegnate gratuitamente,
ma vendute a tre euro. Lo staff, comunque, correttamente ve ne informerà).
Ultimo consiglio: se avete la fortuna di viaggiare arrivando nelle ore
pomeridiane a destinazione (che sia Cancun all’andata o Milano al ritorno) evitate
di dormire. Se domate i colpi di sonno, infatti, non avrete alcun problema nel
metabolizzare immediatamente il fuso orario. E’ dura, ma si tratta di un
vantaggio non da poco.
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La spiaggia del villaggio Viva Wyndham Azteca |
VILLAGGIO
BRAVO VIVA AZTECA. Struttura perfetta sia come base per le
escursioni (come è stato per noi) sia per chi intende rimanere più sedentario.
Le camere sono curate, così come gli spazi comuni. Sporcizia e insetti
inesistenti. Al ristorante si mangia bene: c’è varietà con presenza costante di
pizza e patatine per i palati dei bambini (e degli adulti!). Tocco di classe la
piastra o griglia sempre presente per carne o pesce davvero notevoli. Con il
soggiorno si ha diritto ad alcune prenotazioni in ristoranti “à la carte” disseminati tra il
Viva Azteca e il “fratello” Viva Maya qualche metro più distante. Provateli:
noi abbiamo cenato al Maya (davvero curiosi alcuni piatti), orientale (leggermente
differente rispetto agli omologhi cinesi
giapponesi che vediamo in Italia) e Mediterraneo. Ci sono anche quelli
ad estrazione italiana: personalmente non amo moltissimo la nostalgia
alimentare patriottica, ma per chi ci tiene ho registrato commenti positivi da
parte di alcuni connazionali. Bella la piscina, gradevole l’idromassaggio e stupenda
la spiaggia che è sostanzialmente una cartolina caraibica di sabbia bianca con
un’esplosione di colori del mare. Rapisce lo sguardo, incorniciata dalle palme,
soprattutto alle primissime ore del mattino. Informazione per i freddolosi:
acqua praticamente sempre calda e nella malaugurata occasione si presenti
appena appena “fresca” garantiamo abitudine immediata dopo appena due
bracciate. Sull’animazione sinceramente non posso dire nulla dato che non ne
abbiamo minimamente usufruito, anche se i ragazzi sono sempre stati tutti
cortesi e per nulla insistenti. Bello il teatro degli spettacoli, ma davvero
impattante è quello del Viva Maya: fateci caso se vi capita di curiosare dai “cugini”.
Sull’assistenza Bravo in loco, invece, meglio sorvolare: se avete qualche
domanda di carattere logistico lasciate ogni speranza dato che l’unica
preoccupazione è vendere le gite. Accennando a una gestione anarchica degli
spostamenti da e per l’aeroporto, tralascio altri dettagli più antipatici e mi
limito a riportare un dialogo surreale. Noi: “Scusi, abbiamo già visitato Tulum
e Cobà, consiglia qualche altra escursione in particolare?”. Assistente Bravo: “Potreste
vedere Tulum e Cobà”. Sic. Attenzione: può essere che vi dicano di non uscire
da soli, che è pericoloso e non c’è assicurazione che vi copre. Bene, sono
delle sonore balle finalizzate, probabilmente, alla vendita dei loro pacchetti
per le escursioni. Il mio consiglio è semplice: fatevi un giro a Playa del
Carmen, chiedete i prezzi dei taxi collettivi, dei pullman Ado o delle gite organizzate
dalle loro agenzie (per esempio Easy Tour, completa di assicurazione!) e
confrontateli con il prezzario offerto dal tour operator: tirate le vostre
somme da soli. Quando va bene si paga la metà, ma organizzandosi da soli si
arriva a spendere anche dieci (!) volte di meno rimanendo nei siti tutto il
tempo che si vuole. Pensateci.
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Cielo bianco dalla cima della piramide di Cobà |
IL
METEO. Le condizioni meteorologiche sono tra le domande più gettonate
prima di partire. Noi siamo stati nella prima metà di luglio e posso dire di
dimenticarsi intere giornate di pieno sole salvo particolari colpi di fortuna.
Detto questo la cosa non deve assolutamente spaventare perché anche con il
cielo completamente coperto la temperatura e il clima sono da spiaggia senza
impedimento alcuno e addirittura ci si abbronza. A sovvertire eventuali
programmi possono essere solo le tempeste tropicali che, di norma, raramente
superano i 60 minuti di precipitazione costante. Niente, insomma, da destare
preoccupazione anche se inizialmente ci può essere un certo scoramento. Lasciate
perdere le previsioni del tempo: un po’ si tratta di zone con movimenti
atmosferici difficilmente prevedibili, un po’ in una giornata si possono
alternare sole-nuvoloni-pioggia-sole anche un paio di volte. Non chiedetele
nemmeno agli abitanti perché, a dimostrazione di quanto detto, non si curano
molto di eventuali nuvole che non condizionano, di fatto, nessuna attività. L’unica
discrimine sul clima dei messicani è l’uragano: Wilma e Dean hanno lasciato un
segno anche nell’immaginario collettivo. In genere, però, si tratta di eventi
eccezionali sempre previsti con un certo anticipo. Non vi coglie, insomma, da
un giorno all’altro e non c’è motivo di averne paura, soprattutto nelle
strutture turistiche che sono tra le prime ad essere allertate.
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Una strada di Playa del Carmen |
PLAYACAR
E PLAYA DEL CARMEN. Il villaggio è nel quartiere di Playacar, una
sorta di Beverly Hills alla messicana con villette a schiera american style, campi da golf, Starbucks e gli autisti
delle macchine che devono consegnare la patente in posti di controllo all’ingresso
del rione. Tutto molto curato, sicuramente sicuro ma anche decisamente patinato
(il prezzo di una villetta in affitto è di circa 1.500 euro settimanali).
Decisamente più “vera” è Playa del Carmen, raggiungibile in venti minuti di
camminata via strada o spiaggia oppure in dieci minuti di pedalata con le bici
offerte dal Viva Azteca, che con la sua commistione tra natura turistica e
artigianato messicano rappresenta il centro della vita yucateca. Shopping,
divertimenti, cibo e base logistica per gli spostamenti: Playa è ottima per
tutti questi aspetti. Consiglio anche qui una visita alle prime ore del mattino
quando le serrande dei negozi ancora chiusi e la relativa tranquillità
restituiscono una cittadina ammaliante. Individuate subito l’autostazione della
Ado (la compagnia di trasporto messicana di prima classe ma economica di
assoluto livello), la fermata dei taxi “colectivos” (dista pochi metri dalla
stazione Ado) e il molo di partenza per Isla Cozumel: torneranno utili.
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Le rovine di Tulum a picco sul mare dei Caraibi |
TULUM.
L’unico
sito Maya con le rovine a picco sul mare dei Caraibi è la cartolina del
Messico. L’immagine è di quelle che non si dimenticano perché nulla di simile
esiste sul globo. Se potete, dato il carattere mutevole del meteo, cercate di
azzeccare la giornata con tanto sole per visitare Tulum: le fotografie che
scatterete ne guadagneranno e il ricordo si scolpirà ancora più in profondità.
Da Playa del Carmen si raggiunge la zona delle rovine con circa 2,5 euro (40
pesos) a persone per una quarantina di chilometri utilizzando il taxi
colectivos: un piccolo van che utilizzano anche i messicani quando vanno a lavorare nelle strutture
turistiche. L’unico pericolo di un trasferimento conveniente e comodissimo è
quello dell’aria condizionata ai massimi livelli (vale per tutti i mezzi di
trasporto, portate sempre con voi sciarpa e felpetta). L’entrata a Tulum è di
57 pesos a persona (4 euro e spicci). Qualche tour operator paventa un
particolare pericolo nel (breve) tratto che conduce dalla fermata dai taxi all’entrata
vera e propria del sito: bene, vi assicuro che via Roma a Torino presenta mille
volte più rischi a meno che non soffriate di particolari fobie da trenini per
bambini (ne passa uno che fa la spoletta in continuazione). Ai tanti chioschi
che cercano di vendervi le mappe del sito basta rispondere “no gracias” (vale,
in generale, per quasi tutti i commercianti) e tirare dritto chiudendo sul
nascere qualsiasi questione. Una volta entrati nel sito (anche qui consiglio
prime ore del mattino anticipando i gruppi organizzati) lasciatevi guidare dall’ammirazione
tra uno sguardo all’incanto del mare e la scoperta di rovine della tarda età
Maya, senza dimenticare di stupirvi per i tanti iguana che sbucano su un prato
perfettamente curato o un particolare uccello che becchetta il frutto di una pianta
che rapisce la vostra attenzione. Siate bambini e ne uscirete con gli occhi
pieni. Dopo il giro delle rovine, inoltre, non
fatevi scappare Playa Paraiso (si raggiunge a piedi nella direzione
opposta all’entrata della zona archeologica): un concentrato di Caraibi che
lascia senza fiato. Per il ritorno mettete sul piatto altri 2,5 euro per Playa
e il conto è fatto: 13 euro a persona per una giornata con i tempi che volete
in un paradiso terrestre. Il prezzo del tour operator per una visita di poco
più di 60 minuti nelle ore più calde e senza spiagge? 40 e passa euro a persona.
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La piramide di Cobà: l'unica scalabile tra quelle Maya |
COBA’. Lo
chiamano il mare verde e hanno ragione. Cobà è l’unica rovina Maya
completamente inserita nella giungla e presenta la piramide NoHoch Mul che è la
sola scalabile (oltre che la più alta). Attraversare la vegetazione
immergendosi contemporaneamente nella natura e nella storia è una di quelle
emozioni poco descrittive e più percettive. La giungla è attraversabile con le
biciclette, con risciò spinti da personale messicano oppure a piedi. Consiglio
l’ultima soluzione perché regala preziosi minuti di solitudine e calma senza
eguali. Le distanze, per di più, non sono impraticabili: parliamo di due
chilometri in tutto. Per raggiungere il sito abbiamo utilizzato la linea Ado
Playa-Tulum-Cobà: comodissima, ci impiega poco meno di due ore. Fate solo
attenzione agli orari che le corse non sono frequentissime e chiedete sempre
con precisione la fermata per il ritorno perché non sempre sono segnate in modo
evidente. L’entrata al sito costa 57 pesos (poco più di 4 euro) e nel percorso
vi troverete al cospetto di rovine di templi, edifici religiosi, amministrativi
e poi lei: la piramide. I metri sono 43, i gradini centinaia e irregolari, la
corda di sicurezza una da tenere ben stretta. Non fatevi impressionare troppo:
la scalata è tecnicamente fattibilissima, ma le uniche insidie sono le
vertigini: se ne soffrite non fate gli eroi. Dall’alto l’impatto è forte perché
non ci sono parapetti e se voltate lo sguardo verso la giungla verde che si
dipana come un tappeto sotto i vostro occhi allora capirete il senso del mare
smeraldo. Nelle giornate di pioggia, inoltre, è possibile scorgere piccole
nuvole di vapore acqueo che si alzano dalla vegetazione: il respiro della
foresta. Provate a entrare nei pensieri di un Maya da lassù, così vicino al
nostro cielo e alle loro divinità. L’irregolarità delle scale non rappresenta
un pericolo se si è dotati di un minimo di buon senso, ma mettete in conto una
qualche dose di acido lattico alla discesa dato che i movimenti non sono sempre
ed esattamente naturali. Al di fuori del sito trovate anche un lago di discrete
dimensioni: non è granchè invitante, ma è possibile vedere un coccodrillo. Il
dito monco del simpatico messicano che vi propone la gita di avvicinamento pare
garanzia sufficiente: sta a voi scegliere la strada della verifica empirica.
Possibile anche il lancio con la liana lungo tutto lo specchio d’acqua: può
essere un’esperienza divertente.
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La spiaggia di Akumal: il regno delle tartarughe |
AKUMAL.
Il
regno delle tartarughe ha una promessa che mantiene: ad essere testardi potrete
provare l’emozione del bagno con questi splendidi animali. Armatevi di maschera
e boccaglio e “pattugliate” il fondale fino ad individuarne qualcuna: ce ne
sono di diverse dimensioni e non hanno nessun timore dell’uomo. Si avvicinano
quando salgono in superficie per
respirare (marcatele a uomo che prima o poi lo fanno) e nuotano intorno senza
patemi. L’emozione è davvero forte e inchioda all’acqua. Quando i palpiti
rallentano guardatevi attorno e godetevi una delle spiagge più belle del mondo,
con tutti gli ingredienti per essere un quadro naturale reale. Prendetevi il
tempo di ammirare: un dono difficile da trovare nelle giornate convulse delle
città che la natura messicana ti strappa senza chiedere. Come gli
innamoramenti.
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La famosa piramide di Chichen Itza |
CHICHEN
ITZA’. E’ il sito Maya più noto, la capitale dell’antica civiltà e una
delle sette meraviglie del mondo. Tutte
considerazioni che ci hanno spinto a optare per un’escursione organizzata, più
che altro per la possibilità di usufruire di una guida che parlasse l’italiano
(Omar, davvero ottimo) e abbinarci il bagno nelle pozze di acqua piovana
naturali note come cenotes. Abbiamo scelto la compagnia “Easy Tour”: uffici in
corrispondenza della fermata dei taxi collettivi di Playa del Carmen, prezzi
buoni e assoluta affidabilità. Ripeto: godete pure di un’assicurazione.
Rispetto alle proposte Bravo la gita (identica in tutto e per tutti) viene la
metà spaccata: viaggiando in coppia significa un 2x1. Chichen Itza dista circa
due ore e mezza/tre da Playa, ma il sito vale il viaggio. La piramide centrale
è notissima e perdersi nelle sue simbologie, nei suoi rimandi astrali e nelle
sue stupefacenti perfezioni spalanca la bocca piano piano per non richiuderla
più. Perdetevi nei racconti sul campo del juego de la pelota, dove al capitano
della squadra vincitrice veniva tagliata la testa, nella funzione del muro dei
teschi, nelle incisioni divine di dei, guaguari, sacerdoti e serpenti piumati.
Ammirate il cenote sacro, l’osservatorio astronomico e perdetevi tra le rovine
che ancora custodiscono i propri segreti. Il sito è molto affollato e
altrettanto caldo: necessario e non opzionale cappellino o qualcosa che copra
la testa data la pochissima ombra. Lungo tutto il percorso, inoltre, sono
disseminati commercianti e piccoli artigiani: i prezzi sono buoni perché la
concorrenza è chiaramente fortissima. Contrattare è operazione scontata oltre
che consigliata. La gita della Easy Tour (ma anche quella Bravo) prevede poi un
bagno nel cenote di Ik Ill. Tuffarsi nelle profondità di questa pozza di acqua
piovana con lo spettacolo delle liane e del sole ad incorniciarvi è un’esperienza
unica, da provare almeno una volta. Se amate gli animali particolari
apprezzerete le bracciate in compagnia di
centinaia di innocui pesci gatto oppure vi sorprenderete ad ammirare il volo di
uno dei tanti pipistrelli che abitano le mura del cenote. Per gli amanti del
genere c’è pure la possibilità di buttarsi da un trampolino naturale alto sei
metri. L’escursione si chiude con una sosta alla città di Valladolid dove
potrete vedere una cattedrale (per la verità modesta) costruita dagli spagnoli
con le pietre dei resti di Chichen Itza (!). Qui vale la pena entrate nel
palazzo del governo (oggi bar e ristorante) per dare un’occhiata a una fontana
dedicata alla Madonna realizzata con tasselli di ceramica in stile messicano.
Una bella opera, seppur recentissima.
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Lo spettacolo delle Mangrovie a Sian Kaan |
RISERVA
NATURALE DI SIAN KAAN. Questa piccola lingua di terra a sud di Tulum
stretta tra il mar dei Caraibi e la Laguna Nera è un distillato naturale dello
Yucatan. Nel mondo ci sono pochi posti dove esiste la garanzia assoluta di
ammirare i delfini e le tartarughe in mare aperto e Sian Kann è certamente tra
questi. Il tutto condito da un’esperienza di snorkeling in mare aperto da pelle
d’oca e un bagno in una piscina naturale dei Caraibi, sempre condotti da una
piccola imbarcazione guidata da esperti “barcadero”. Vedere i cetacei giocare
liberi regala un senso di pienezza assoluta (lasciate perdere le tante
strutture che vi promettono il bagno con questi animali, spesso tenuti in
piscina o spazi ristretti e costretti a cicliche sessioni di lavoro ad uso e
consumo turistico. Se amate veramente questi animali abbiate il coraggio di
andare voi da loro, anche senza potervi immergere) e lo spettacolo della
foresta di mangrovie che fa da cornice è qualcosa di difficilmente immaginabile
sulla carta. Lasciatevi acchiappare dal silenzio e dai soli versi delle tante
specie di uccelli che abitano questa riserva: cormorani, pellicani, aquile….
Chi è fortunato potrà scorgere anche qualche alligatore o grandi stelle marine,
ma qui non vi è certezza e dipende dalla fortuna. Prima di raggiungere questo
show naturale, però, mettetevi il cuore in pace e rassegnatevi ad affrontare
con un van (o con la jeep) 45 chilometri di sterrato puro da Tulum a Punta
Allen. Si tratta di un paio di ore buone di sobbalzi continui che
contribuiscono a regalare ancora più gusto alle meraviglie successive. Non fatevi
spaventare e stringete i denti. Il pranzo nell’unico localino presente a Punta
Allen (con tanto di sedie e tavoli direttamente sulla sabbia) è di buona
qualità e la gente sempre con il sorriso in un villaggio che sembra ai confini
del mondo, incurante del ritmo forsennato del resto del globo. A Sian Kaan,
però, è impossibile arrivarci da soli perché l’accesso richiede determinati
permessi. Noi ci siamo appoggiati alla solita Easy Tour (anche qui impeccabile
con partenza e ritorno direttamente in villaggio) pagando 70 euro a persona più
la necessaria tassa federale per il giro in barca (circa 3 euro). Con Bravo, ca
va sans dire, il prezzo richiesto per identica escursione era di 140 euro a
cranio.
Alan Conti