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domenica 15 luglio 2012

Mexicorazon, storia e realtà che strappano il cuore


La bandiera messicana con l'aquila al centro

I sacerdoti Maya lo strappavano concretamente dalle vittime sacrificali un millennio fa, i colori di oggi lo rapiscono idealmente da chi se ne avvicina: il Messico è questione di cuore. Se vi apprestate a visitarlo sappiate da subito che un pezzo di voi rimarrà laggiù il che, oggettivamente, è quanto di meglio si possa chiedere da un viaggio.
 Io e Irene siamo stati nella zona dello Yucatan e Quintana Roo, un territorio che ha scoperto nel turismo una fonte di sopravvivenza non indifferente e che si sta adoperando per meritarsi questa attenzione. Dalla storia di una civiltà ancora per certi versi misteriosa alla bellezza di alcuni scorci caraibici raramente si può abbracciare un insieme tanto completo di esperienze. Merita.


IL VOLO NEOS MILANO-CANCUN. La compagnia italiana che serve Alpitour e altri tour operator è davvero di ottimo livello. Il servizio è continuo e per un viaggio lungo si trova tutto il necessario. L’andata con scalo a L’Avana ha avuto una durata effettiva di volo di circa 13 ore, il ritorno diretto e agevolato dalla rotazione terrestre 9 e mezza. Tre film, frequenti pasti e merende, musica, letture e sonno permettono di gestire la transoceanica senza troppi patemi. Piccolo consiglio: al check-in se potete chiedete le file di testa (e fin qui...), ma preferite anche quelle di coda alle centrali. Dalla fila 17 a circa la 26, infatti, si tratta di sedili in corrispondenza dei bagni al centro del velivolo: zone molto “transitate” durante il volo. Lo schema interno delle file, comunque, è  2 finestrino  4 centrali e 2 finestrino: informazione utile per le preferenze da esprimere al banco accettazione. Venti i chili del bagaglio in stima (anche 40 cumulativi se in coppia) e 5 per quello a mano (non cumulativo). Buono il cibo per la sua categoria e la lingua italiana di tutto lo staff e delle proiezioni facilita qualsiasi comunicazione. Risorsa preziosa anche la decina di canali musicali a disposizione a seconda delle preferenze (non perdete le cuffie perché al ritorno non vengono consegnate gratuitamente, ma vendute a tre euro. Lo staff, comunque, correttamente ve ne informerà). Ultimo consiglio: se avete la fortuna di viaggiare arrivando nelle ore pomeridiane a destinazione (che sia Cancun all’andata o Milano al ritorno) evitate di dormire. Se domate i colpi di sonno, infatti, non avrete alcun problema nel metabolizzare immediatamente il fuso orario. E’ dura, ma si tratta di un vantaggio non da poco.

La spiaggia del villaggio Viva Wyndham Azteca
VILLAGGIO BRAVO VIVA AZTECA. Struttura perfetta sia come base per le escursioni (come è stato per noi) sia per chi intende rimanere più sedentario. Le camere sono curate, così come gli spazi comuni. Sporcizia e insetti inesistenti. Al ristorante si mangia bene: c’è varietà con presenza costante di pizza e patatine per i palati dei bambini (e degli adulti!). Tocco di classe la piastra o griglia sempre presente per carne o pesce davvero notevoli. Con il soggiorno si ha diritto ad alcune prenotazioni in  ristoranti “à la carte” disseminati tra il Viva Azteca e il “fratello” Viva Maya qualche metro più distante. Provateli: noi abbiamo cenato al Maya (davvero curiosi alcuni piatti), orientale (leggermente differente rispetto agli omologhi cinesi  giapponesi che vediamo in Italia) e Mediterraneo. Ci sono anche quelli ad estrazione italiana: personalmente non amo moltissimo la nostalgia alimentare patriottica, ma per chi ci tiene ho registrato commenti positivi da parte di alcuni connazionali. Bella la piscina, gradevole l’idromassaggio e stupenda la spiaggia che è sostanzialmente una cartolina caraibica di sabbia bianca con un’esplosione di colori del mare. Rapisce lo sguardo, incorniciata dalle palme, soprattutto alle primissime ore del mattino. Informazione per i freddolosi: acqua praticamente sempre calda e nella malaugurata occasione si presenti appena appena “fresca” garantiamo abitudine immediata dopo appena due bracciate. Sull’animazione sinceramente non posso dire nulla dato che non ne abbiamo minimamente usufruito, anche se i ragazzi sono sempre stati tutti cortesi e per nulla insistenti. Bello il teatro degli spettacoli, ma davvero impattante è quello del Viva Maya: fateci caso se vi capita di curiosare dai “cugini”. Sull’assistenza Bravo in loco, invece, meglio sorvolare: se avete qualche domanda di carattere logistico lasciate ogni speranza dato che l’unica preoccupazione è vendere le gite. Accennando a una gestione anarchica degli spostamenti da e per l’aeroporto, tralascio altri dettagli più antipatici e mi limito a riportare un dialogo surreale. Noi: “Scusi, abbiamo già visitato Tulum e Cobà, consiglia qualche altra escursione in particolare?”. Assistente Bravo: “Potreste vedere Tulum e Cobà”. Sic. Attenzione: può essere che vi dicano di non uscire da soli, che è pericoloso e non c’è assicurazione che vi copre. Bene, sono delle sonore balle finalizzate, probabilmente, alla vendita dei loro pacchetti per le escursioni. Il mio consiglio è semplice: fatevi un giro a Playa del Carmen, chiedete i prezzi dei taxi collettivi, dei pullman Ado o delle gite organizzate dalle loro agenzie (per esempio Easy Tour, completa di assicurazione!) e confrontateli con il prezzario offerto dal tour operator: tirate le vostre somme da soli. Quando va bene si paga la metà, ma organizzandosi da soli si arriva a spendere anche dieci (!) volte di meno rimanendo nei siti tutto il tempo che si vuole. Pensateci.

Cielo bianco dalla cima della piramide di Cobà
IL METEO. Le condizioni meteorologiche sono tra le domande più gettonate prima di partire. Noi siamo stati nella prima metà di luglio e posso dire di dimenticarsi intere giornate di pieno sole salvo particolari colpi di fortuna. Detto questo la cosa non deve assolutamente spaventare perché anche con il cielo completamente coperto la temperatura e il clima sono da spiaggia senza impedimento alcuno e addirittura ci si abbronza. A sovvertire eventuali programmi possono essere solo le tempeste tropicali che, di norma, raramente superano i 60 minuti di precipitazione costante. Niente, insomma, da destare preoccupazione anche se inizialmente ci può essere un certo scoramento. Lasciate perdere le previsioni del tempo: un po’ si tratta di zone con movimenti atmosferici difficilmente prevedibili, un po’ in una giornata si possono alternare sole-nuvoloni-pioggia-sole anche un paio di volte. Non chiedetele nemmeno agli abitanti perché, a dimostrazione di quanto detto, non si curano molto di eventuali nuvole che non condizionano, di fatto, nessuna attività. L’unica discrimine sul clima dei messicani è l’uragano: Wilma e Dean hanno lasciato un segno anche nell’immaginario collettivo. In genere, però, si tratta di eventi eccezionali sempre previsti con un certo anticipo. Non vi coglie, insomma, da un giorno all’altro e non c’è motivo di averne paura, soprattutto nelle strutture turistiche che sono tra le prime ad essere allertate.

Una strada di Playa del Carmen 
PLAYACAR E PLAYA DEL CARMEN. Il villaggio è nel quartiere di Playacar, una sorta di Beverly Hills alla messicana con villette a schiera american  style, campi da golf, Starbucks e gli autisti delle macchine che devono consegnare la patente in posti di controllo all’ingresso del rione. Tutto molto curato, sicuramente sicuro ma anche decisamente patinato (il prezzo di una villetta in affitto è di circa 1.500 euro settimanali). Decisamente più “vera” è Playa del Carmen, raggiungibile in venti minuti di camminata via strada o spiaggia oppure in dieci minuti di pedalata con le bici offerte dal Viva Azteca, che con la sua commistione tra natura turistica e artigianato messicano rappresenta il centro della vita yucateca. Shopping, divertimenti, cibo e base logistica per gli spostamenti: Playa è ottima per tutti questi aspetti. Consiglio anche qui una visita alle prime ore del mattino quando le serrande dei negozi ancora chiusi e la relativa tranquillità restituiscono una cittadina ammaliante. Individuate subito l’autostazione della Ado (la compagnia di trasporto messicana di prima classe ma economica di assoluto livello), la fermata dei taxi “colectivos” (dista pochi metri dalla stazione Ado) e il molo di partenza per Isla Cozumel: torneranno utili.

Le rovine di Tulum a picco sul mare dei Caraibi
TULUM. L’unico sito Maya con le rovine a picco sul mare dei Caraibi è la cartolina del Messico. L’immagine è di quelle che non si dimenticano perché nulla di simile esiste sul globo. Se potete, dato il carattere mutevole del meteo, cercate di azzeccare la giornata con tanto sole per visitare Tulum: le fotografie che scatterete ne guadagneranno e il ricordo si scolpirà ancora più in profondità. Da Playa del Carmen si raggiunge la zona delle rovine con circa 2,5 euro (40 pesos) a persone per una quarantina di chilometri utilizzando il taxi colectivos: un piccolo van che utilizzano anche i messicani  quando vanno a lavorare nelle strutture turistiche. L’unico pericolo di un trasferimento conveniente e comodissimo è quello dell’aria condizionata ai massimi livelli (vale per tutti i mezzi di trasporto, portate sempre con voi sciarpa e felpetta). L’entrata a Tulum è di 57 pesos a persona (4 euro e spicci). Qualche tour operator paventa un particolare pericolo nel (breve) tratto che conduce dalla fermata dai taxi all’entrata vera e propria del sito: bene, vi assicuro che via Roma a Torino presenta mille volte più rischi a meno che non soffriate di particolari fobie da trenini per bambini (ne passa uno che fa la spoletta in continuazione). Ai tanti chioschi che cercano di vendervi le mappe del sito basta rispondere “no gracias” (vale, in generale, per quasi tutti i commercianti) e tirare dritto chiudendo sul nascere qualsiasi questione. Una volta entrati nel sito (anche qui consiglio prime ore del mattino anticipando i gruppi organizzati) lasciatevi guidare dall’ammirazione tra uno sguardo all’incanto del mare e la scoperta di rovine della tarda età Maya, senza dimenticare di stupirvi per i tanti iguana che sbucano su un prato perfettamente curato o un particolare uccello che becchetta il frutto di una pianta che rapisce la vostra attenzione. Siate bambini e ne uscirete con gli occhi pieni. Dopo il giro delle rovine, inoltre, non  fatevi scappare Playa Paraiso (si raggiunge a piedi nella direzione opposta all’entrata della zona archeologica): un concentrato di Caraibi che lascia senza fiato. Per il ritorno mettete sul piatto altri 2,5 euro per Playa e il conto è fatto: 13 euro a persona per una giornata con i tempi che volete in un paradiso terrestre. Il prezzo del tour operator per una visita di poco più di 60 minuti nelle ore più calde e senza spiagge? 40 e passa euro a persona.

La piramide di Cobà: l'unica scalabile tra quelle Maya
COBA’. Lo chiamano il mare verde e hanno ragione. Cobà è l’unica rovina Maya completamente inserita nella giungla e presenta la piramide NoHoch Mul che è la sola scalabile (oltre che la più alta). Attraversare la vegetazione immergendosi contemporaneamente nella natura e nella storia è una di quelle emozioni poco descrittive e più percettive. La giungla è attraversabile con le biciclette, con risciò spinti da personale messicano oppure a piedi. Consiglio l’ultima soluzione perché regala preziosi minuti di solitudine e calma senza eguali. Le distanze, per di più, non sono impraticabili: parliamo di due chilometri in tutto. Per raggiungere il sito abbiamo utilizzato la linea Ado Playa-Tulum-Cobà: comodissima, ci impiega poco meno di due ore. Fate solo attenzione agli orari che le corse non sono frequentissime e chiedete sempre con precisione la fermata per il ritorno perché non sempre sono segnate in modo evidente. L’entrata al sito costa 57 pesos (poco più di 4 euro) e nel percorso vi troverete al cospetto di rovine di templi, edifici religiosi, amministrativi e poi lei: la piramide. I metri sono 43, i gradini centinaia e irregolari, la corda di sicurezza una da tenere ben stretta. Non fatevi impressionare troppo: la scalata è tecnicamente fattibilissima, ma le uniche insidie sono le vertigini: se ne soffrite non fate gli eroi. Dall’alto l’impatto è forte perché non ci sono parapetti e se voltate lo sguardo verso la giungla verde che si dipana come un tappeto sotto i vostro occhi allora capirete il senso del mare smeraldo. Nelle giornate di pioggia, inoltre, è possibile scorgere piccole nuvole di vapore acqueo che si alzano dalla vegetazione: il respiro della foresta. Provate a entrare nei pensieri di un Maya da lassù, così vicino al nostro cielo e alle loro divinità. L’irregolarità delle scale non rappresenta un pericolo se si è dotati di un minimo di buon senso, ma mettete in conto una qualche dose di acido lattico alla discesa dato che i movimenti non sono sempre ed esattamente naturali. Al di fuori del sito trovate anche un lago di discrete dimensioni: non è granchè invitante, ma è possibile vedere un coccodrillo. Il dito monco del simpatico messicano che vi propone la gita di avvicinamento pare garanzia sufficiente: sta a voi scegliere la strada della verifica empirica. Possibile anche il lancio con la liana lungo tutto lo specchio d’acqua: può essere un’esperienza divertente.

La spiaggia di Akumal: il regno delle tartarughe
AKUMAL. Il regno delle tartarughe ha una promessa che mantiene: ad essere testardi potrete provare l’emozione del bagno con questi splendidi animali. Armatevi di maschera e boccaglio e “pattugliate” il fondale fino ad individuarne qualcuna: ce ne sono di diverse dimensioni e non hanno nessun timore dell’uomo. Si avvicinano quando salgono in  superficie per respirare (marcatele a uomo che prima o poi lo fanno) e nuotano intorno senza patemi. L’emozione è davvero forte e inchioda all’acqua. Quando i palpiti rallentano guardatevi attorno e godetevi una delle spiagge più belle del mondo, con tutti gli ingredienti per essere un quadro naturale reale. Prendetevi il tempo di ammirare: un dono difficile da trovare nelle giornate convulse delle città che la natura messicana ti strappa senza chiedere. Come gli innamoramenti.

La famosa piramide di Chichen Itza
CHICHEN ITZA’. E’ il sito Maya più noto, la capitale dell’antica civiltà e una delle sette  meraviglie del mondo. Tutte considerazioni che ci hanno spinto a optare per un’escursione organizzata, più che altro per la possibilità di usufruire di una guida che parlasse l’italiano (Omar, davvero ottimo) e abbinarci il bagno nelle pozze di acqua piovana naturali note come cenotes. Abbiamo scelto la compagnia “Easy Tour”: uffici in corrispondenza della fermata dei taxi collettivi di Playa del Carmen, prezzi buoni e assoluta affidabilità. Ripeto: godete pure di un’assicurazione. Rispetto alle proposte Bravo la gita (identica in tutto e per tutti) viene la metà spaccata: viaggiando in coppia significa un 2x1. Chichen Itza dista circa due ore e mezza/tre da Playa, ma il sito vale il viaggio. La piramide centrale è notissima e perdersi nelle sue simbologie, nei suoi rimandi astrali e nelle sue stupefacenti perfezioni spalanca la bocca piano piano per non richiuderla più. Perdetevi nei racconti sul campo del juego de la pelota, dove al capitano della squadra vincitrice veniva tagliata la testa, nella funzione del muro dei teschi, nelle incisioni divine di dei, guaguari, sacerdoti e serpenti piumati. Ammirate il cenote sacro, l’osservatorio astronomico e perdetevi tra le rovine che ancora custodiscono i propri segreti. Il sito è molto affollato e altrettanto caldo: necessario e non opzionale cappellino o qualcosa che copra la testa data la pochissima ombra. Lungo tutto il percorso, inoltre, sono disseminati commercianti e piccoli artigiani: i prezzi sono buoni perché la concorrenza è chiaramente fortissima. Contrattare è operazione scontata oltre che consigliata. La gita della Easy Tour (ma anche quella Bravo) prevede poi un bagno nel cenote di Ik Ill. Tuffarsi nelle profondità di questa pozza di acqua piovana con lo spettacolo delle liane e del sole ad incorniciarvi è un’esperienza unica, da provare almeno una volta. Se amate gli animali particolari apprezzerete le bracciate in  compagnia di centinaia di innocui pesci gatto oppure vi sorprenderete ad ammirare il volo di uno dei tanti pipistrelli che abitano le mura del cenote. Per gli amanti del genere c’è pure la possibilità di buttarsi da un trampolino naturale alto sei metri. L’escursione si chiude con una sosta alla città di Valladolid dove potrete vedere una cattedrale (per la verità modesta) costruita dagli spagnoli con le pietre dei resti di Chichen Itza (!). Qui vale la pena entrate nel palazzo del governo (oggi bar e ristorante) per dare un’occhiata a una fontana dedicata alla Madonna realizzata con tasselli di ceramica in stile messicano. Una bella opera, seppur recentissima.

Lo spettacolo delle Mangrovie a Sian Kaan
RISERVA NATURALE DI SIAN KAAN. Questa piccola lingua di terra a sud di Tulum stretta tra il mar dei Caraibi e la Laguna Nera è un distillato naturale dello Yucatan. Nel mondo ci sono pochi posti dove esiste la garanzia assoluta di ammirare i delfini e le tartarughe in mare aperto e Sian Kann è certamente tra questi. Il tutto condito da un’esperienza di snorkeling in mare aperto da pelle d’oca e un bagno in una piscina naturale dei Caraibi, sempre condotti da una piccola imbarcazione guidata da esperti “barcadero”. Vedere i cetacei giocare liberi regala un senso di pienezza assoluta (lasciate perdere le tante strutture che vi promettono il bagno con questi animali, spesso tenuti in piscina o spazi ristretti e costretti a cicliche sessioni di lavoro ad uso e consumo turistico. Se amate veramente questi animali abbiate il coraggio di andare voi da loro, anche senza potervi immergere) e lo spettacolo della foresta di mangrovie che fa da cornice è qualcosa di difficilmente immaginabile sulla carta. Lasciatevi acchiappare dal silenzio e dai soli versi delle tante specie di uccelli che abitano questa riserva: cormorani, pellicani, aquile…. Chi è fortunato potrà scorgere anche qualche alligatore o grandi stelle marine, ma qui non vi è certezza e dipende dalla fortuna. Prima di raggiungere questo show naturale, però, mettetevi il cuore in pace e rassegnatevi ad affrontare con un van (o con la jeep) 45 chilometri di sterrato puro da Tulum a Punta Allen. Si tratta di un paio di ore buone di sobbalzi continui che contribuiscono a regalare ancora più gusto alle meraviglie successive. Non fatevi spaventare e stringete i denti. Il pranzo nell’unico localino presente a Punta Allen (con tanto di sedie e tavoli direttamente sulla sabbia) è di buona qualità e la gente sempre con il sorriso in un villaggio che sembra ai confini del mondo, incurante del ritmo forsennato del resto del globo. A Sian Kaan, però, è impossibile arrivarci da soli perché l’accesso richiede determinati permessi. Noi ci siamo appoggiati alla solita Easy Tour (anche qui impeccabile con partenza e ritorno direttamente in villaggio) pagando 70 euro a persona più la necessaria tassa federale per il giro in barca (circa 3 euro). Con Bravo, ca va sans dire, il prezzo richiesto per identica escursione era di 140 euro a cranio.
Alan Conti


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