BOLZANO. Di lui dicevano rubasse il latte alle mucche e trasportasse scorte alimentari sugli aculei. Leggende di un tempo sul riccio europeo che, in realtà, è uno degli animali più innocui della città. Già, pur essendo selvatico molti di loro sono bolzanini a tutti gli effetti con le tane a un tiro di schioppo dai condomini. Basta gironzolare di notte nei posti giusti per conoscerli un poco più da vicino. Peraltro il rischio più grosso per la loro esistenza è proprio l’essere umano.
Andando con ordine, comunque, si può partire dalla punta: gli aculei. Ogni singolo riccio ne ha tra i 6 e gli 8 mila, una bella schiera ingarbugliata, quindi attenzione se facesse capolino la poco appropriata idea di accarezzarli per curiosità. Il fatto che sia semplice incontrarlo dipende dalla sua predilezione per i centri abitati e dalla sua abitudine di gironzolare sotto le stelle a caccia di insetti arrivando a percorrere anche 3 chilometri per notte. Il riccio che verso fa? Bella domanda perché non emette spesso suoni, ma durante la caccia soffia e starnutisce mentre durante l’accoppiamento sembra decisamente una persona che russa. Va capito dato che la prassi prevede un inseguimento della femmina che si nega per ore. Come vuole il buon senso è assolutamente da evitare l’offerta di cibo “umano” ai ricci che non ne hanno bisogno, anche se lo prendono senza troppi complimenti. Meglio si cibino degli insetti. Apprezzabile, invece, mettere a disposizione una ciotola d’acqua. No, invece, al latte: lo bevono, ovvio, ma non è sano. In inverno impossibile trovarne perché si ritirano in letargo rallentando il metabolismo e arrivando addirittura a respirare solo 5 volte in un minuto. In agosto, invece, arriva il mese dei cuccioli e non è raro scorgerne qualcuno. Faine, volpi, cinghiali, tassi e gufi sono i predatori naturali del riccio, ma i più pericolosi sono il cane e l’uomo. Il primo, chi è padrone lo sa, ha innato l’istinto di cacciarlo mentre il secondo, al solito, ha una vasta gamma di opzioni per metterlo in pericolo. Sono un milione, per esempio, i ricci che ogni anno vengono investiti dalle auto in transito in Germania. I lavori di giardinaggio, invece, spesso comportano pericolosi veleni e in spazi più aperti letali possono essere le reti utilizzate per pascoli e viti, comprese quelle elettrificate. Qualcuno, inoltre, finisce a picco nelle piscine morendo affogato. Per evitare ogni tentazione, comunque, va ricordato che i ricci trovatelli non possono mai diventare animali domestici. Dopo 5 giorni di custodia vanno segnalati alle autorità e in caso di necessità è bene contattare immediatamente il Servizio Veterinario.
Alan Conti (www.altoadige.it)
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