Essere nel posto sbagliato al
momento sbagliato è una di quelle sensazioni che pungono sulla pelle.
Figuriamoci trovarsi costantemente nel corpo sbagliato come racconta, con molto
coraggio, Marian Oberhofer, insegnante di scuola primaria ad Appiano che ha
deciso di mutare la propria identità sessuale. Da donna a uomo. Si è raccontato
partendo addirittura dall’asilo, da quei vestiti da bambina che proprio non
sopportava. “Mi sentivo costantemente a disagio – spiega a Video33 – e
cominciavo a manifestare i primi segnali di insofferenza”. Con il passare degli
anni e lo sviluppo della sessualità per Marion (così il nome alla nascita) la
questione si è fatta decisamente seria. “Mi sono fatto aiutare da uno psicologo
di Merano perché non è semplice gestire una situazione costantemente fuori
sincronia con il proprio sentire. Dover sempre spiegare e doversi sempre
spiegare è una condanna che non sempre si sopporta”. Poi un articolo ha
catturato la sua curiosità: “Sono venuto a conoscenza della possibilità di
cambiare aspetto in modo graduale”.
Quel che non manca a Marian, evidentemente, è
la personalità per iniziare un mutamento radicale. Il perbenismo lessicale oggi
parla di transidentità, la vulgata popolare transessualità, ma quel che conta è
la sostanza: cercare il sole di apparire come ci si sente dietro anni di
pioggia fallace. Due anni di terapia.
“Proprio così e la strada è quella dell’assunzione di ormoni maschili.
La voce si abbassa, aumenta il pelo, spunta la barba e qualcuno parla di un
aumento dell’aggressività, ma io non l’ho avvertito. E’ un percorso che ognuno
è libero di cominciare, meglio se con il supporto costante di uno psicologo.
Ora, però, desidero l’operazione chirurgica ma già so che dovrò rivolgermi
all’estero. Purtroppo”. Oberhofer, però, oltre ad affrontare famiglia, amici e
conoscenti ha dovuto mettere sul piatto pure una professione delicata: l’insegnante,
quindi educatore. “Vero, per quello ho scritto delle lettere ai genitori dei
miei alunni. Ho spiegato quello che stavo facendo e per quali motivi. Devo dire
che hanno capito e ho avuto solo reazioni positive. I bambini, poi, si abituano
in fretta e già adesso mi chiamano Marian al maschile”. Delle due l’una: o
Appiano è un feudo dell’apertura mentale alla libertà sessuale oppure qualcuno
ha fatto buon viso a cattiva sorte. “L’hanno colta bene e io ne sono contento.
Piuttosto è la legislazione italiana a essere molto indietro su questo fronte.
I tempi per un simile cambio di identità sono esageratamente lunghi e creano
inevitabili difficoltà”. L’associazione Centaurus, intanto, ha istituito un
gruppo di mutuo aiuto. “Ci incontriamo il mercoledì sera e ciascuno di noi
parla della sua esperienza. E’ un’atmosfera molto libera e intensa: è
importante potersi aprire con chi affronta le stesse difficoltà sociali. Ci si
sente sicuramente meno soli o deboli”. Marian, insomma, ha apertamente salutato
Marion aprendo la sua esperienza al mondo ed esponendosi ai venti della critica
e dei commenti. Per l’anagrafe, invece, sarebbe un semplice cambio di vocale.
Ci ha messo meno lui.
Alan Conti (www.altoadige.it)
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