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martedì 31 gennaio 2012

Green Economy, altro che crisi


E' a green economy la risposta alla crisi?
Interesse in crescita, fatturati che crescono e Master dalle sicure prospettive professionali. Gli investimenti sull'ecosostenibile allargano i sorrisi: parola di Klimahouse...

BOLZANO. Non risente della crisi, registra un aumento degli ordini, amplia il proprio mercato stuzzicando l’interesse di nuove aree e garantisce posti di lavoro: la green economy è quanto di più distante dalla crisi economica si possa immaginare. La conferma arriva dagli stand della fiera “Klimahouse” che in questi giorni rappresentano il meglio del settore a livello internazionale. A fregarsi le mani, naturalmente, tante aziende altoatesine che tra le prime hanno annusato le potenzialità di investimento e nel tempo hanno goduto pure di un’amministrazione in grado di agevolare gli interventi per il risparmio energetico con norme ad hoc. Gli sviluppi attuali, invece, comprendono una buona fetta di mondo artigianale disposto a proporsi nella riqualificazione, come già annunciato nei giorni scorsi dalla Cna, e percorsi universitari in grado di garantire sbocchi occupazionali pressochè immediati.
 "La bioedilizia è un settore che garantisce nel modo più assoluto una certa stabilità e offre ampi margini di crescita" la sentenza di Laura Barretta, responsabile comunicazione e marketing della meranese “Naturalia Bau”. "Il vero bacino di sviluppo, al momento, è il l’Italia centro meridionale, dove la consapevolezza del risparmio ambientale sta cominciando ad affacciarsi con più frequenza rispetto al passato. La stessa formazione gioca un ruolo importante perché organizzando corsi di grande specializzazione si possono ottenere visibilità e guadagni: è anche questa una forma di business con finalità educative". Attenzione, però, all’esagerazione che, come tutte le tendenze, coinvolge pure la green economy. "Capita sempre più spesso – continua Barretta – che le aziende stampino vari bollini verdi o di risparmio energetico su qualunque prodotto. E’importante che il cliente sappia distinguere cosa è veramente funzionale all’abbattimento dei rischi ambientali e cosa invece è mera facciata. Da questo punto di vista, nel nostro caso specifico, diventa determinante il ruolo degli intermediari tra noi e il committente. La preparazione di progettisti, ingegneri e architetti è fondamentale perché di loro, solitamente, il cliente si fida ciecamente". Un po’ meno entusiasta è Horst Franzelin, titolare dell’azienda “Isodomus” di Gais: "Non è vero che stiamo assistendo a un boom di mercato perché le difficoltà le dobbiamo affrontare anche noi. Onestamente, però, registriamo una crescita costante dell’interesse tra la popolazione per i temi legati al rispetto dell’ambiente. Evidente che tutto il settore ne trae benefici. In Alto Adige, comunque, dobbiamo ringraziare una legislazione che favorisce le ristrutturazioni con lo scopo del risparmio energetico. Oltre a salvare l’ambiente, infatti, queste norme sono la base del nostro sviluppo". Le realtà imprenditoriali nel settore “green” ormai si moltiplicano e non è un caso che la Libera Università di Bolzano abbia predisposto un master specifico in edilizia sostenibile ed efficienza energetica. "I posti disponibili sono circa venti – spiegano le ex studentesse Julia Ratayczak, Maria Teresa Girasoli e Marianna Marchesi – ma ogni anno riceviamo una sessantina di richieste. Il percorso di studi è fortemente specializzato e incentrato su una collaborazione costante con le aziende del territorio, dove i ragazzi frequentano tirocini di 150 ore e hanno la possibilità di farsi conoscere. Non è raro che poi vengano assunti direttamente e comunque l’assorbimento occupazionale è pressochè totale. Grande impulso, inoltre, viene dato alla ricerca attraverso collaborazioni durature con scambio di dati e strumentazioni". Chiusura con Riccardo Nussbaumer, artigiano del legno titolare dell’omonima ditta di Sarentino."Il risparmio energetico e l’edilizia sostenibile rappresentano per noi una nuova frontiera. I lavori di questo tipo, ormai, sono molto frequenti ed è la chiave di volta che ci permette di proporci con successo anche al di fuori della provincia. Lavoro e ampliamento del nostro bacino di riferimento: il settore è davvero più forte della crisi".
 
 
 
CASA ENERGY PLUS
Poteva tranquillamente chiamarsi “CasaClima” 2.0 perché il nuovo prodotto edile “Casa Energy Più” rappresenta la vera e propria evoluzione del concetto di casa a risparmio energetico. Questo edificio pensato dalla “Wolf Haus” in orbita “Wolf System”, infatti, non solo risparmia energia ma addirittura ne produce in eccesso. Il tutto, oltretutto, progettato per una produzione su larga scala avvalendosi delle ricerche delle più prestigiose università internazionali. Il progetto si presenta estremamente versatile con possibilità di applicazione su qualsiasi edificio e gestione garantita da un apparato domotico. L’energia prodotta sarà restituita alla rete pubblica, con notevole vantaggio per il territorio circostante e per il proprietario che può così rientrare più velocemente dall’investimento.
 Alan Conti

Ufficiale: ad Appiano arriva il tedesco veicolare


La sperimentazione arriva sulla Strada del Vino
La dirigente Erica Colicchia conferma le nove ore del potenziamento. "Ma non dite che è stata una vittoria dei genitori"

APPIANO. Il tedesco veicolare approda ufficialmente nella scuola primaria di Appiano. Le iscrizioni dei genitori hanno sancito il varo ufficiale della seziona potenziata come auspicato nei giorni scorsi dall’assessore provinciale alla scuola italiana Christian Tommasini e dalla sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei. E’ la dirigente dell’Istituto Policomprensivo Bolzano-Europa 1 Erica Colicchia, con competenza su Appiano, a darne l’ufficialità. "La sezione con 16 iscritti godrà dell’insegnamento veicolare di alcune materie in tedesco per un totale di 9 ore sul monte orario settimanale. Si tratta di un passo in avanti che ci rende orgogliosi e in sintonia con la società e il territorio". Colicchia, però, non vuol sentir parlare di battaglia vinta dai genitori: "Per la verità il progetto è stato proposto dal nostro consiglio d’istituto il 29 novembre e poi proposto alle famiglie il 12 dicembre durante la presentazione del piano dell’offerta formativa. Diciamo, piuttosto, che abbiamo avuto la fortuna di venirci incontro e convergere su un’iniziativa desiderata da tutti". C’è spazio pure per una piccola stoccata indirizzata a chi aveva accusato la dirigenza di non credere troppo nel progetto potenziamento. "Dico solo che dei genitori che si sono dichiarati proponitori solo uno ha mantenuto il proprio figlio iscritto alla primaria di Appiano, ma non voglio innescare polemiche". Le materie insegnate in lingua veicolare, comunque, si aggiungono allo scambio già in atto da qualche tempo con la scuola tedesca di Appiano. "E’ un’occasione per cercare di avvicinare i bambini gettando dei ponti sull’extrascuola. E’ anche con queste iniziative che possiamo sfruttare l’enorme potenziale di contesto d’uso che ci offre la nostra realtà".
Alan Conti 
 

Lega: "Egna mantenga l'Imu al minimo"


Il Municipio di Egna

Il Carroccio contro la pressione fiscale invita il sindaco all'applicazione dell'aliquota minima.

BOLZANO. La leva fiscale al centro della lotta politica della Lega Nord di Egna. In due mozioni, infatti, il consigliere Erwin Girardi chiede al consiglio comunale un impegno preciso nell’alleviare il carico che il governo Monti ha stabilito per i contribuenti. Sotto la lente di ingrandimento, dunque, la tanto chiacchierata Imu di cui si chiede l’applicazione alla quota minima e la revoca dell’addizionale sul consumo di energia elettrica. Due mozioni distinte, quindi, per uno scopo simile: tutelare le famiglie e i loro risparmi.
 "La Manovra Monti si è abbattuta come una mannaia sulla testa dei cittadini – si legge nel primo dei due documenti – ma la misura dell’Imu concede un margine di discrezionalità alle amministrazioni. Il provvedimento, infatti, ci obbliga ad applicare un’aliquota compresa nella forbice tra il minimo di 0,20% e il massimo di 0,60% sul valore catastale degli immobili. Considerando già la norma iniqua perché applicata alla prima casa, tutto diventa ancora più pesante con la rivalutazione al 60% dei valori catastali stessi. Per questo chiediamo al consiglio comunale di deliberare per un’aliquota minima e di utilizzare l’introito Imu prima casa e il 50% sulla seconda per alleggerire i costi dei vari servizi comunali tra i più alti dell’Alto Adige". L’addizionale sul consumo di energia, come detto, l’oggetto della seconda mozione. "La giunta provinciale – scrive Girardi – ha stabilito di venire incontro alla popolazione invitando i Comuni a rinunciare all’addizionale. Considerando che in bilancio questa voce figura per 55.000 euro chiedo l’approvazione di una delibera di revoca del provvedimento amministrativo che incarichi il sindaco e gli assessori del compito di trovare le contromisure necessarie in tal senso".
Alan Conti 

Amailija, romanzo tra medioevo e realtà



La copertina del libro


Il libro di Romina Casagrande filtrato dalla controversa figura di Margarete "Maultasch" di Tirolo.


EGNA. Tra Medioevo e realtà, condotti per mano dalla figura tanto affascinante quanto inquietante di Margarete “Maultasch” di Tirolo. E’ questo il viaggio proposto dal libro “Amailija” dell’insegnante meranese Romina Casagrande presentato presso la libreria Endidae di piazza Bonatti a Egna. Con l’aiuto del moderatore Oliviero Ferrari è stata la stessa professoressa della scuola media “Segantini” a condurci tra i due piani di realtà e storia che ha saputo intrecciare nel suo romanzo. La vita quotidiana, insomma, si fonde con un Medioevo fatto di superstizione e giochi di potere tra casati europei, attraversato dall’orgoglio di Margarete in un periodo in cui essere donna comportava mille difficoltà. Nelle pagine di un’opera che porta nel titolo la traduzione in lingua rom del termine “amuleto” non mancheranno, come la moda letteraria impone, tracce di misteri e tocchi sovrannaturali. Il mix è stato apprezzato dalla critica tanto da spingere Casagrande a un secondo libro intitolato “Dreamland Forest” incentrato sull’aspetto stranamento brullo del Sonnenberg in Val Venosta. Tornano a galla elementi di folklore e aspetti di tradizione che fa piacere scoprire come un segno di forte legame tra l’autrice e la sua terra. “Dreamland Forest”, anche qui in rispetto delle ultime tendenze, è il primo capitolo di una trilogia.
Alan Conti 

Migliaia di visitatori: è boom Klimahouse


Padiglioni affollati per Klimahouse 2012

Parcheggio introvabile e code all'entrata e agli stand. La Fiera di Casaclima si conferma happening di livello mondiale. 

BOLZANO. Partenza col botto ieri per la fiera Klimahouse che durerà fino a domenica. Fin dal primo mattino impossibile trovare un parcheggio nella zona e consistenti code all’entrata o presso gli stand più quotati. Un assalto in piena regola che, considerando la giornata di giovedì, è forse andato oltre le più rosee attese degli organizzatori. L’esposizione, ormai di calibro internazionale, ospita 459 espositori, di cui 387 diretti e 73 indiretti. Gli operatori italiani sono 321 e gli stranieri ben 138, segno di un interesse concreto anche oltre confine. Notevole pure la superficie espositiva di 25.000 metri quadri che coinvolge anche tutto il secondo piano. All’interno, ovviamente, la fanno da padroni le aziende edili, ma attirano molti sguardi incuriositi le proposte di artigianato, infissi e soluzioni per la casa. Particolarmente ricco pure il programma collaterale, con un fitto calendario di convegni nel vicino Sheraton e l’iniziativa “City Parcours” che porterà lo spirito della fiera all’interno di quattro palazzi cittadini: Museion, Camera di Commercio, Università e Provincia. Previsto, in quest’ottica, un collegamento regolare con il Centro tramite bus navetta. Al secondo piano della Fiera, inoltre, spazio all’esposizione di alcuni progetti protagonisti del Premio Architettura organizzato dalla Fondazione Architetti.
 Ieri, comunque, si è tenuta l’inaugurazione ufficiale di Klimahouse senza rappresentanti della Provincia impegnati in clausura. E’ stata l’occasione per festeggiare il decennale di “CasaClima”, nata dall’idea di una tecnologia costruttiva eco sostenibile e oggi certificazione di livello mondiale, oltre che società in-house. Nessun accenno, come previsto, alle recenti tensioni tra il direttore dell’Agenzia Norbert Lantschner e l’assessore provinciale all’ambiente Michl Laimer, con il primo che ha minacciato le dimissioni per la troppa invadenza del secondo. Non è mancato, invece, il Comune di Bolzano presente alla cerimonia con gli assessori Judith Kofler Peintner e Maria Chiara Pasquali. "Siamo fieri di aver adottato la filosofia di CasaClima, in particolare nello sviluppo dei nuovi rioni di Firmian e Casanova. Ci riconosciamo nella ricerca di un sempre maggiore risparmio energetico nel settore edilizio delle costruzioni e siamo orgogliose di ospitare a Bolzano una rassegna tanto importante per lo sviluppo di questa realtà". L’importanza della connessione con Klimahouse è sottolineata pure dal direttore della Fiera Reinhold Marsoner: "Crediamo fortemente negli standard della certificazione CasaClima. Se pensiamo che per il grado “A” l’edificio non deve superare i 3 litri per metro quadro ci rendiamo contro della straordinarietà di questo progetto. Klimahouse si inserisce in questo contesto proponendosi a livello internazionale con un grado di qualità garantita dalla commissione di esperti che valuta le richieste di adesione dei vari espositori". Spazio, come detto, anche agli architetti. "Al secondo piano - conclude il presidente della Fondazione Architettura Alto Adige Carlo Azzolini – abbiamo un’esposizione dedicata ai vincitori del Premio Architettura organizzato quest’anno. Lo abbiamo chiamato lo spazio degli “illuminati” perché, con una tecnica che richiama le antiche pitture, abbiamo voluto presentare i migliori professionisti e la loro idea di architettura. Tavoli, disegni e dettagli più esaustivi sui singoli progetti, infine, saranno ospitati fino al 5 febbraio dal Museion nell’ambito della rassegna “Klimahouse City Parcours”".
Alan Conti 

Roefix-Beton Eisack: unione di calcestruzzo


Un sacco di calcestruzzo

Un nuovo materiale spruzzabile con una lancia alla base della partnership. Attesi benefici su fatturati e ricerca.

BOLZANO. Il calcestruzzo a saldare un’unione destinata a incidere profondamente nei cantieri del Nord Italia. E’ andata in scena ieri, in occasione della giornata inaugurale della fiera specializzata Klimahouse, la stretta di mano ufficiale che collega due aziende leader nel settore edile altoatesine. Röfix e Beton Eisack uniscono il proprio know how in una sinergia basata sulla nuova tecnologia del calcestruzzo a secco che, nelle previsioni delle aziende, dovrebbe comportare una ricaduta positiva a pioggia su ricerca e logistica. In ogni caso si tratta di una partnership tra due realtà di peso per dipendenti e fatturato. La Röfix, per esempio, conta su 5 stabilimenti, 160 lavoratori e ricavi di bilancio 2011 pari a circa 66 milioni raccolti nel Nord Italia. Sono un centinaio, invece, i dipendenti dell’intero gruppo Eisack Beton (con Beton Gasser e Transbeton) distribuiti in tre stabilimenti per un fatturato di 20 milioni in ambito provinciale. Sostanzialmente le due aziende sono state fino ad ora complementari, ma con la tecnologia sviluppata da Eisack Beton e la più ampia rete di intervento di Röfix puntano al salto di qualità.
 "Il calcestruzzo a secco – spiega il direttore generale Röfix Wolfgang Brenner – permette una nuova impostazione di lavoro nei cantieri. Il materiale, infatti, viene trasportato sui lavori in uno stato completamente secco: l’impasto con l’acqua si verifica solo al momento dell’utilizzo attraverso una lancia. In sostanza si sostituisce la betoniera e si rende il calcestruzzo utilizzabile nelle quantità volute e sempre reperibile: non è più necessario, infatti, produrne in grande quantità a inizio lavori con l’obbligo di utilizzarlo tutto. Non solo, con l’uso della lancia di spruzzo sarà possibile una posa agevole anche in punti particolarmente inaccessibili per gli operai". Approdo ufficiale sul mercato fissato per febbraio, ma oltre al prodotto, come detto, si attendono vantaggi logistici e di ricerca. "La possibilità di organizzarci nei due stabilimenti di Racines e Chiusa diminuisce di fatto gli spostamenti, mentre il flusso di know how potrebbe dare sostanziale impulso nel miglioramento di materiali e tecnologie da offrire ai clienti". Christian Auer, direttore di Eisack Beton, guarda con interesse alla rete dei nuovi partner. "Sappiamo che la Röfix è un’azienda con una zona operativa che copre buona parte del Nord Italia ed è esattamente quello che cercavamo per sviluppare i nostri mercati. L’obiettivo, oltre che imporre la nuova tecnologia del calcestruzzo a secco il più possibile, è anche quello dell’espansione. Ovviamente la speranza è che tutto questo porti benefici al fatturato del gruppo, ma in tempi di crisi del settore non esistono particolari rassicurazioni in merito". L’applicazione di questo calcestruzzo, comunque, induce all’ottimismo: "E’ particolarmente indicato per opere d’infrastruttura. Le sue caratteristiche di resistenza lo rendono ideale per ponti, tunnel, gallerie o strade. Piena affidabilità, ovviamente, anche per edifici o costruzioni di altra natura".
 La collaborazione, comunque, si limiterà alla sua natura di partnership: non sono previsti, infatti, spostamenti di dipendenti né tantomeno di capitale. "Abbiamo scelto di aiutarci – conclude Brenner – attraverso una formula più snella che continui a garantire una particolare libertà ad entrambe le aziende. Sarà molto interessante, comunque, sviluppare il doppio binario della promozione del nuovo prodotto e della ricerca che potrebbe tranquillamente aumentare le dimensioni della collaborazione in futuro".
Alan Conti

Profughi allo Josefheim, scontro in Quartiere


La riunione infuocata sui profughi

Consiglio infuocato per l'imposizione delle porte chiuse da parte dell'assessore Mauro Randi. Sono 30 i profughi in arrivo ad Aslago e Barborini si astiene dall'incontro con Tragust.

BOLZANO. L'ex convitto Josefheim di via Castel Flavon ospiterà a giorni 30 profughi: la conferma è arrivata ieri da Karl Tragust, direttore di ripartizione incaricato dal governo di gestire l'emergenza immigrazione, durante un consiglio di Circoscrizione particolarmente acceso che a Oltrisarco ha innescato una forte polemica politica. La decisione, frutto di una direttiva provinciale assecondata dall'assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi, pare sia stata comunicata ai consiglieri inizio gennaio come dato di fatto e durante una seduta forzatamente a porte chiuse. Sul banco degli
imputati, quindi, anche la presidente Wally Rungger che si difende rimettendo la palla nel campo del Comune. Il Quartiere, dunque, non ha preso bene la nuova destinazione dell'ex scuola di economia domestica, non tanto per l'arrivo dei profughi quanto per il metodo politico e le ricadute sul polo Mignone. Non è un mistero, infatti, che in molti puntassero alla riqualificazione della struttura per trovare uno spazio, direttamente in via Castel Flavon o a catena nella zona Mignone, al distretto socio sanitario da tempo invocato. Spunta, intanto, un vecchio progetto Josefheim della Provincia per una riqualificazione totale del complesso di 9,5 milioni di euro che avrebbe dovuto vedere la luce nel 2010. Una struttura di cinque piani, un volume di 28.365 metri cubi, una superficie di 8.048 metri quadri per 144 posti letto e una riqualificazione della vicina zona sportiva evaporate in favore di un sommario riassetto degli interni.
“L'assessore Randi, la Provincia e la presidente Rungger ci hanno messo di fronte al fatto compiuto pregandoci di spiegarlo alla gente - dichiarano in coro i consiglieri Cristina Baldo (Pd) e Giovanni Barborini (Udc) - senza coinvolgerci. Non solo, la decisione di chiudere le porte del consiglio al pubblico su questi punti fondamentali è gravemente antidemocratica. Evidentemente vanno cambiate alcune regole sul decentramento”. Lo stesso Barborini ha poi abbandonato per protesta l'incontro con Tragust. Parole dure anche da parte di Dario Caldart, membro della Consulta Anziani comunale, presente come spettatore alle sedute di Circoscrizione e allontanato in occasione dell'incontro con Randi. “Non siamo contrari ai profughi, purché inseriti in un contesto di recupero sociale in tempi brevi. Non ho trovato affatto corretto allontanarmi forzatamente dalla riunione che ha deliberato questa decisione. La Provincia, però, dovrebbe seguire il progetto
originario del 2008 che prevedeva una ristrutturazione radicale dello Josefheim con possibili sbocchi sociali”. La presidente Rungger spiega per quale motivo un membro di una Consulta non possa assistere ai colloqui con un membro della giunta. “È stata una richiesta dell'assessore accettata anche nelle altre Circoscrizioni. Preciso, comunque, che non si è trattato di un colloquio incentrato sull'ex convitto, ma riguardava le linee guida complessive del piano sociale. Ci sono consiglieri che continuano a falsificare la realtà”.
Oltre al dibattito, però, Tragust ha spiegato nel dettaglio l'arrivo dei profughi. “Si tratta di 22 stranieri nordafricani attualmente ospitati alla Casa del Giovane Lavoratore e ipotetici 9 alla ex Gorio su cui, però, dobbiamo ancora prendere una decisione. In Alto Adige abbiamo 155 profughi, di cui 93 a Bolzano, ma qualche settimana fa ne contavamo 196. La fase di afflusso di tre mesi fa è stata superata e prevedeva un massimo mai raggiunto di 215: oggi stiamo valutando come distribuire in modo migliore i 93 presenti sul territorio comunale”. Niente appartamenti riservati come a Trento? “Abbiamo preferito operare su piccole comunità”. Il quartiere, però, è preoccupato. “Portare un'attività laddove c'era uno stato di abbandono con atti di vandalismo è anche un aspetto positivo per Oltrisarco”. D'accordo, ma le aspettative sulla struttura dello Josefheim erano ben diverse. “Abbiamo dovuto fare i conti con l'emergenza imposta da Roma.
Aslago, infine, è certamente un posto
adatto per queste strutture come dimostrano le esperienze precedenti”.
Alan Conti

Mercati Generali: "Il Comune riveda l'affitto"




La presidente Mg Alda Picone
Alla presentazione del programma 2012 la presidente Alda Picone è dura: "Canone esagerato. La Provincia ci aiuta, ma dal Municipio non abbiamo visto un soldo..."



BOLZANO. "L’affitto richiesto dal Comune andrebbe rivisto, anche perché se dalla Provincia riceviamo un supporto economico abbastanza importante e continuo, da Piazza Municipio vediamo poco o nulla". E’ una vera e propria frustata dialettica quella che Alda Picone, presidente dei Mercati Generali, rifila all’amministrazione comunale durante una conferenza stampa programmatica al fianco del vicesindaco Klaus Ladinser e dell’assessore provinciale all’innovazione Roberto Bizzo. Una stoccata in piena regola verso il Comune che detiene il 54% del capitale sociale dei Mercati Generali, ma che negli ultimi mesi ha rialzato il canone di affitto per i 15.520 metri quadrati di superficie (6.410 coperti e 8.840 scoperti) messi a disposizione in via Macello. Una scelta che la presidente Picone dimostra di non aver gradito, anche alla luce del futuro sviluppo dell’areale ferroviario: "Sono tanti anni che si parla di questo cambiamento complessivo del rione attorno alla rete dei treni, ma l’argomento non viene mai preso in considerazione quando si deve fissare la rata d’affitto. Guardando i progetti mi sono accorta che noi dovremmo diventare un piccolo giardinetto verde: un aspetto da tenere maggiormente in considerazione". L’occasione, però, è buona per alzare il tiro: "Ci piacerebbe, oltretutto, disporre del parcheggio davanti all’entrata dei Mercati Generali. Non è un mistero, infatti, che le operazioni di carico e scarico abbinate al normale afflusso di clienti causino giornate in cui trovare uno stallo è praticamente impossibile. Chiediamo ufficialmente che il Comune si adoperi per fornirci una soluzione". Il vicesindaco Klaus Ladinser, a pochi centimetri, incassa, sorvola sul parcheggio e cerca una spiegazione. "Purtroppo gli adeguamenti del canone non dipendono sempre da decisioni strettamente politiche, ma sono obbligatori. Potremmo tenerne conto quando ci sarà da decidere se aiutare economicamente le attività dei Mercati". A questo punto arriva l’ultima frecciata di Picone: "Mai ricevuto un soldo per le iniziative. Non sapevo neppure potesse esserci questa disponibilità". Spettatore dello scambio di battute, come detto, l’assessore provinciale Bizzo che nel suo intervento, seppur piuttosto forzatamente, torna sul parco tecnologico. "La prossima sfida dei Mercati Generali sarà quella di promuovere il lavoro di rete tra le singole attività e di network utilizzando le nuove tecnologie di comunicazione. E’ il futuro per il nostro territorio che si riflette nel parco tecnologico che dovrà collegare Tis, Università, Eurac, istituti di ricerca e l’imprenditorialità altoatesina".
 I Mercati Generali, intanto, presentano le attività 2012 festeggiando il raggiungimento del pieno organico con l’assegnazione di tutti gli spazi disponibili tra ingrosso e vendita. Obiettivo, adesso, puntato sullo sviluppo delle strategie di marketing con il corso “MGB 3D” che coinvolgerà i vari commercianti  in un percorso di formazione finanziato dal Fondo Sociale Europeo di 500 ore. "Intendiamo – continua Picone – sviluppare la capacità di operare in comunità a migliorare le competenze nel campo del networking e della comunicazione tra i nostri operatori. Chiediamo loro un forte sacrificio dato l’importante monte ore, ma siamo contenti della loro entusiastica adesione". Continueranno, invece, progetti e iniziative “storici” dei Mercati Generali. Si va da “La frutta e verdura a scuola” per i bambini delle primarie e i ragazzi delle medie all’”Anch’io devo mangiare sano” per gli anziani passando per “Io scelgo una merenda sana” per le superiori e l’”Osservatorio prezzi” destinato ai Consumatori”. Previste, infine, nuove collaborazioni e sponsorizzazioni con il mondo dello sport.

APPROVVIGIONAMENTO. 
Nessun intoppo a Bolzano per l’approvvigionamento delle merci alimentari, ma il sistema potrebbe non reggere ulteriori forme di protesta sparse per la Penisola. L’avvertimento arriva direttamente dalla presidente dei Mercati Generali Alda Picone: "Fino a oggi non abbiamo registrato ritardi o disagi particolari nelle consegne e nei trasporti. Non so quanto potranno andare avanti le proteste e non so nemmeno se queste nei prossimi giorni potrebbero avere qualche conseguenza da noi, ma per il momento il nostro sistema regge senza particolari preoccupazioni". Sullo stato di sostanziale tranquillità interviene anche Mirco Benetello, responsabile dei mercati di Confesercenti. "Non mi sono arrivate particolari segnalazioni circa disagi dei nostri affiliati. Generalmente, però, se la situazione è tranquilla ai Mercati Generali, allora tutto il territorio non accusa ripercussioni perché la gran parte degli ambulanti si rifornisce lì".



Alan Conti 

venerdì 27 gennaio 2012

Pdl: "Quanto è sicuro il centro di Egna?"


I Portici di Egna fanno preoccupare

Dopo l'incendio dello scorso dicembre cresce l'apprensione. Intanto due associazioni si litigano la sala di via Campo Sportivo.

EGNA. Quanto è sicuro il centro storico di Egna? La domanda comincia ad affacciarsi nel dibattito politico comunale dopo che l’incendio dello scorso 17 dicembre, durante il mercatino, ha scosso una parte dei cittadini. Un sentimento che Riccardo Zancanella, Emiliano Bedin e Federica Pizzaia del “Pdl Berlusconi per Egna” hanno voluto portare all’interno del consiglio comunale con un’interpellanza. "Vogliamo appurare – dichiarano i tre esponenti del centrodestra – se ci siano le condizioni di sicurezza in centro, in particolar modo in occasione di manifestazioni o iniziative che coinvolgono alcune strade principali". E’ la stessa dinamica dell’incidente dello scorso dicembre, come detto, a innescare qualche dubbio. "In quel caso prese fuoco inizialmente una veranda, poi le fiamme coinvolsero tutto l’edificio danneggiandolo senza, fortunatamente, ferire nessuno o richiedere particolari evacuazioni. Decisiva fu anche l’assenza di vento, mentre i mezzi di soccorso si disposero agevolmente lungo via Portici e in largo San Nicolò.  Cosa sarebbe successo, tuttavia, se in concomitanza ci fosse stato il mercato settimanale o la festa dei Portici? L’intervento sarebbe stato ugualmente efficace e quali sarebbero state le alternative?". Sono queste, quindi, le manifestazioni speciali messe sotto la lente di ingrandimento dal Pdl. "Posto che  il Comune rilascia le autorizzazioni per queste iniziative, chiediamo che in consiglio ci vengano fornite delle risposte su chi è il responsabile e sull’esistenza o meno di un piano per la sicurezza istituzionale".
 Ogni associazione ha bisogno di una base logistica, quindi una sala per una sede è bene prezioso. A Egna, però, la disponibilità di spazi è scarsa, così non appena si libera un posto le domande si moltiplicano in un batter d’occhio. E’ il caso di via Campo Sportivo dove, al civico 10, l’Hockey Club ha da poco abbandonato la sua sede per trasferirsi definitivamente nel nuovo centro sportivo. Una casella, dunque, si è liberata e l’offerta non è sfuggita al mondo delle associazioni con Carabinieri e Ana che ne hanno prontamente richiesto la disponibilità. Nessuna risposta, però, è ancora pervenuta ai militari, così i consiglieri comunali in quota Pdl Riccardo Zancanella, Emiliano Bedin e Federica Pizzaia si sono armati di penna siglando un’interpellanza istituzionale. "Alla luce delle tante richieste già pervenute – si legge nel documento – per ottenere la sede sita in via Campo Sportivo al numero 10, chiediamo all’amministrazione quali siano le sue intenzioni. Le domande sono state esaminate?". Il tempo, oltretutto, stringe: "Chiediamo entro quale limite temporale è prevista la formulazione di una risposta o comunque la decisione sul destino degli spazi occupati fino a poche settimane fa dall’Hockey Club". La domanda per una sede da parte di Ana e Associazione Carabinieri, comunque, non è una novità nel panorama comunale dato che già nel novembre 2011 è stato presentato il rinnovo della domanda proposta per l’ottenimento di una sede ufficiale sul territorio. Chiedere, si sa, è lecito ma rispondere, nel caso di un Comune, è più un obbligo che una semplice cortesia. 
Alan Conti

Scoppiano le Pestalozzi, è boom di iscritti


La scuola primaria Pestalozzi

Due classi nei container e lavori quest'estate. La scuola tedesca piena con 400 iscritti nel quartiere di tradizione italiana. E' travaso linguistico?

BOLZANO. Overbooking di classi tedesche a…Don Bosco. L’allarme arriva da alcuni genitori della scuola primaria Pestalozzi di viale Europa e, in un quartiere a forte presenza italiana, certifica in qualche misura la maggiore attenzione delle famiglie verso un percorso di studi nella seconda lingua. Dentro i 400 iscritti che costringono l’istituto a sistemare due classi in container esterni e pianificare un intervento estivo significativo ci sono vari significati: certamente la forte pressione dei neo costituiti rioni di Firmian e Casanova, sicuramente l’aumento di stranieri, ma in modo altrettanto evidente un consistente travaso di italiani che cercano la strada più veloce per il bilinguismo.  Punto di partenza, come conferma la direttrice Heidi Niederkofler, rimane la frequenza di una scuola dell’infanzia tedesca. Il tacito accordo, quindi, sembra legato a una partenza con rincorsa nella carriera scolastica dei piccoli. Per quanto ultimamente molto più concentrata sui calendari che non sulla didattica linguistica, la scuola tedesca comincia a fare i conti con un fenomeno che a Don Bosco appare emblematico. La Pestalozzi, intanto, si appresta a un’estate di rinnovamento necessario per riportare al chiuso i bambini che al lunedì mattina battono i denti per il freddo nei container e garantire una buona ricezione per tutte le attuali 23 classi. Non solo, i dati che cominciano a pervenire sulle iscrizioni indicano un trend di ulteriore crescita.
 "Il Comune ha predisposto un piano di lavori molto preciso – premette la direttrice Niederkofler - che ci permetterà di guadagnare quattro classi il prossimo anno. Durante l’estate, infatti, i container verranno trasformati in una vera e propria palazzina, mentre l’appartamento del custode, oggi non più necessario, sarà riconvertito in aule. In totale dovremmo ottenere quattro classi, due per ciascun intervento, con il cantiere in azione durante la prossima estate". Si tratta della soluzione più immediata rispetto alla paventata via Bari e alla prossima scuola di Firmian. "Della prima, che avrebbe dovuto essere il nuovo istituto del quartiere, non si è più saputo nulla. Sulla seconda dovremmo contare su una sezione ospitata nella nuova struttura che sembra molto bella e funzionale". Come ci dobbiamo spiegare, però, questo boom in una zona così tanto italiana? "Abbiamo famiglie italiane, inutile negarlo, ma con bambini che già hanno frequentato la scuola dell’infanzia in lingua. Attenzione, però, a non sottovalutare la realtà dei mistilingui e la pressione che avvertiamo dei due nuovi rioni di Firmian e Casanova. Sono più componenti a determinare questa situazione".
 Chiacchierare con i genitori di 3E e 4A, le due classi nel container, conferma la sensazione iniziale: italiano perfetto e fluente anche nei bambini. "Purtroppo sappiamo di questa situazione di sovraffollamento e accettiamo la sistemazione attuale che fa parte di una rotazione in atto da un anno e mezzo. Certo che i bambini talvolta si lamentano per il freddo". "Vero – confermano Ingrid Menghin e Ingrid Martucci – le nostre figlie raccontano di lunedì in cui è necessario tenere la giacca durante le lezioni. Probabilmente perché nel weekend non scaldano. Con l’alzarsi delle temperature, poi, si proporrà il problema inverso dato il sole a picco". Massimo Trotto, dal canto suo, torna su un freddo "che ogni tanto crea dei disagi, ma nel complesso la scuola sta cercando di organizzarsi bene". Sul riscaldamento chiude in modo eloquente la direttrice Niederkofler: "Siamo a conoscenza di trovarci in una situazione non semplice. D’altronde i lavori sono progettati apposta per risolvere questi problemi. Meglio i container, d’altronde, che non il cortile o il tetto".
Alan Conti 

Nones: "Il Wuerth Museum grande opportunità"


Il museo Wuerth Agoncillo Logrono

Il vicesindaco si spende a favore del nuovo polo museale: "Potrebbe rilanciare Egna e consentirle un importante salto di qualità. Siamo il cuore della Bassa Atesina"

EGNA. "Il polo museale Würth è l’ideale per permettere a Egna un salto di qualità dal punto di vista culturale e dell’attrattiva turistica". Il vicesindaco e assessore alla cultura di Egna Giorgio Nones ha le idee chiare sull’insediamento delle collezioni di arte moderna all’interno della Laubenhaus. Il polo, dunque, visto come potenziale grimaldello per l’affermazione della Bassa Atesina in campo culturale e come ideale collegamento con una delle aziende più importanti del territorio. "La Würth consente a tantissime famiglie di lavorare, quindi ha sicuramente a cuore la nostra realtà. Il suo fondatore, inoltre, dimostra da sempre una sensibilità particolare verso le tematiche artistiche, come facilmente intuibile informandosi sulle collezioni che ha presentato in altre città. Il museo è una grande opportunità di sviluppo economico, turistico e culturale. Di questi tempi non sono aspetti da sottovalutare". Catalizzare persone e turisti, insomma, è obiettivo fondamentale per Nones. "Durante l’iniziativa del Fai di qualche tempo fa, con l’apertura di Palazzo Longo, abbiamo potuto toccare con mano le potenzialità di Egna. Duemila visitatori, infatti, non sono una sciocchezza: significa che sulla Bassa Atesina, di cui siamo il centro principale, c’è grande attenzione". Il polo museale, però, dovrebbe anche permettere una crescita del territorio. "Da sempre mi spendo per una maggiore valorizzazione del Centro storico e adesso ci troviamo di fronte a un’offerta che soddisfa pienamente questa necessità. Non solo, si potrebbe anche pensare a delle sinergie con il museo della cultura popolare potenziando una struttura che già funziona bene. Da risolvere in futuro, invece, la carenza di posti letto che in qualche misura penalizza la nostra realtà". Egna, comunque, sulla cultura sta investendo molto. "Abbiamo organizzato concerti importanti – conclude Nones – e puntato su spettacoli teatrali o cinematografici. La collaborazione con il Filmclub e le proiezioni di pellicole all’aperto durante l’estate hanno funzionato molto bene, così come il pubblico ci ha manifestato il proprio gradimento per il teatro open air in lingua tedesca. La cittadinanza, insomma, dimostra un interesse costante che è doveroso premiare in un’ottica di crescita complessiva".
Alan Conti 

Abbandono scolastico: arriva il protocollo


Il disagio è una delle cause dell'abbandono

Istituzionalizzate le procedure in caso di assenze prolungate o mancata iscrizione. A Bolzano 37 casi, in gran parte già risolti.

BOLZANO. Evitare l’abbandono della scuola durante gli anni dell’obbligo scolastico. Questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato ieri in Municipio tra Comune di Bolzano, intendenza scolastiche, Assb, procura per i minorenni e questura. Un accordo che descrive dettagliatamente le procedure da adottare nei casi di mancata iscrizione, prolungata assenza o saltuaria frequentazione della scuola in sinergia tra le istituzioni scolastiche, sociali e delle forze dell’ordine. I numeri del “drop out” (il termine inglese per definire l’abbandono scolastico) a Bolzano non sono da allarme rosso e vedono 29 casi di mancata iscrizione alla scuola dell’obbligo, di cui 27 risolti e 2 ancora in corso di trattazione, 14 episodi di frequenza irregolare, di cui 5 risolti e 9 in trattazione, 4 minori che anticipano o prolungano le festività scolastiche e 5 casi, di cui 3 risolti, di bambini o ragazzi in fase di fobia o disagio scolare.
 Definiti, come detto, gli iter procedurali per tamponare eventuali allontanamenti. Nel  caso della mancata iscrizione, per esempio, spetterà al dirigente scolastico effettuare il primo controllo e contattare le famiglie. In caso di fallimento sarà allertato l’ufficio comunale servizi educativi che procederà, in collaborazione con la polizia municipale, alle verifiche anagrafiche comunicandone gli esiti alla procura. Identica, invece, la procedura nei casi di assenza prolungate o frequenza irregolare. Ad attivarsi, stavolta, saranno i coordinatori di classe che proveranno per primi a contattare la famiglia che, sono in secondo luogo, sarà cercata anche dal dirigente scolastico. In ultima istanza, a seconda della natura del caso,  saranno il distretto sociale competente o la procura a prendere in mano la situazione. Il protocollo, comunque, è il frutto del lavoro di un tavolo tra la parti che continuerà a tenersi con una frequenza di due incontri l’anno.
 "Dobbiamo essere pronti – le parole dell’assessore comunale alla scuola Judith Kofler Peintner, intervenuta alla conferenza stampa di presentazione assieme al collega di giunta Mauro Randi – nel gestire problematiche che nella scuola, purtroppo, possono verificarsi. Fornire strumenti e prescrizioni chiare è sicuramente un vantaggio per tutti in termini di organizzazione ed efficacia". Soddisfatta anche la direttrice del dipartimento provinciale istruzione e formazione Nicoletta Minnei: "E’ importante dare un segnale anche in termini preventivi. La redazione di questo protocollo è stata un momento utile per fermarci a riflettere sul fenomeno del drop out". Interessante la disamina del questore Dario Rotondi: "Le forze dell’ordine possono aiutare, ma ricordiamoci che prima del nostro intervento c’è la società. E’ importante che si intervenga in rete per educare i bambini e i giovani perché si tratta del primo vero passo a favore della sicurezza. Ai genitori chiedo di svolgere bene il proprio ruolo e non indicarci come i castigatori quando i figli fanno i capricci". 
Alan Conti

giovedì 26 gennaio 2012

Un concorso per il parco di Casanova


Un rendering del progetto vincente

Tante le proposte per "trasformare lo spazio in un luogo". Vince una discussa rivisitazione di piazza Walther.

BOLZANO. L’arte come tramite tra Casanova e il suo nuovo parco. Si è concluso con un convegno specialistico al Centro Trevi dal titolo “Quando un posto diventa un luogo” il concorso provinciale “Un parco per Casanova”. I progetti finalisti sono stati analizzati con cura da una giuria di specialisti che hanno poi decretato l’idea vincente e dispensato vari premi. Il nuovo rione, dunque, potrà a breve contare su uno spazio verde progettato appositamente per stimolare continuamente il rapporto con l’arte attraverso una fruizione che, giocoforza, deve poter essere quotidiana. Il concorso di idee, promosso dal dipartimento “Casa Scuola Cultura” dell’assessore Christian Tommasini, si è messo alla ricerca della non facile mediazione tra opera d’arte e infrastruttura pubblica. A Casanova, infatti, nessuno sarebbe disposto ad accettare una nuova cattedrale nel deserto tanto splendida quanto poco utilizzabile.A spuntarla il progetto che prevede una rivisitazione, assai discussa, di piazza Walther.
 Oltre al progetto vincitore, le proposte finite sul tavolo della giuria sono state tante e tutte di natura diversa. Si va dalla riproposizione di una struttura simile al cubo di Garutti a Don Bosco a una fantasiosa casa senza mura con tante porte e divisione degli spazi nelle varie stanze. Tanta anche la ricerca attorno agli effetti naturali con progetti che si basavano sulla proiezione delle ombre dovuta alla particolare architettura delle case oppure giardini divisi da elastici e 158 aiuole da affidare alle mani dei residenti nel tentativo di cementare la comunità. Per altri professionisti, invece, è stato il gioco l’elemento da mantenere centrale ed ecco spuntare forme geometriche strane di ricordo berlinese come potenziale paesaggio per qualsiasi divertimento, ma anche una grotta in cui rifugiarsi.  Apprezzato il percorso che nuovamente immagina nel parco una trasposizione di una casa residenziale con tanto di sala ludica. Particolare, invece, l’idea di riproporre una platea silenziosa attraverso una collezione di sedie ordinatamente disposte lungo lo spazio del parco. Difficile la scelta della commissione formata da direttrice e presidente del Museion Marion Piffer Damiani e Letizia Ragaglia, il ricercatore dell’ateneo trentino Roberto Pinto, la professoressa Lub di storia dell’arte contemporanea Emanuela De Cecco, il curatore milanese Marco Scotini, il preside di facoltà alla Iulm Pierluigi Sacco e la funzionaria provinciale Alexandra Pan. Forse si poteva modestamente aggiungere un simbolico residente di Casanova.
 Il concorso, durato circa due anni, ha coinvolto pure le istituzioni scolastiche bolzanine proponendo attività agli studenti che volentieri si sono avvicinati alla progettazione di uno spazio pubblico stimolante. "La creazione del bando di concorso – ha spiegato la curatrice Annalisa Cattani – ha tenuto conto prima delle problematiche policentriche della città e della forte percezione del verde pubblico come bene prezioso e condiviso. Siamo particolarmente soddisfatti, comunque, delle attività parallele di workshop e dialoghi con associazioni, centri sociali e classi scolastiche. L’auspicio è che l’inaugurazione del parco non sia la conclusione di un percorso, ma l’inizio di un centro capace di sviluppare relazione tra individui e con l’arte". Ilaria Riccioni, sociologa della Lub che ha elaborato il piano sociale comunale per la qualità della vita auspica "una dialettica continua tra creazione artistica e società civile". Evidente, comunque, la voglia di fare del nuovo parco un simbolo del rione: "Auspichiamo abbia una forte connotazione morfologica e spaziale – il desiderio di Giuseppe Donato, architetto bolzanino – che lo renda immediatamente riconoscibile". Chiusura con il curatore della comunicazione Sergio Camin: "Bolzano è una città monocentrica dove parchi e torrenti fanno da legaccio e diventano luoghi della comunità. Questa progettazione è stata anche un pretesto per la costruzione di complicità attive con chi il concorso lo vincerà".
Alan Conti 

Il recinto anti droga spacca il Quartiere


Piccoli vandalismi nel parco

I consiglieri divisi su sicurezza e opportunità. Critiche al presidente Morabito che ha bypassato la Circoscrizione.

BOLZANO. La sicurezza prima di tutto, ma senza arrecare disagi ad altri cittadini o ignorare le corrette procedure istituzionali. E’ una recinzione che divide, materialmente e politicamente, quella fatta installare dai condomini ai civici 126-128-130 di viale Europa. Da una parte gli abitanti delle case che chiedono tutela per la loro sicurezza, dall’altra chi si lamenta per lo sbarramento di un passaggio molto utilizzato e senza alternative di totale sicurezza. Una polemica che si infiamma anche all’interno del consiglio di Circoscrizione di Don Bosco: attore protagonista nella persona del presidente Lino Morabito che ha richiesto la chiusura da parte della giardineria comunale, ma totalmente assente nella figura dei consiglieri tenuti all’oscuro di tutto. Sono loro, quindi, che oltre ad esprimere la propria opinione sulla microcriminalità nel parco giochi lamentano una mancata discussione in consiglio ritenuta fondamentale.
 Spaccio, vandalismi, siringhe, rapporti sessuali in pieno giorno: è uno scenario difficile quello raccontato dai condomini che hanno richiesto la chiusura. Una scelta che richiama la logica del famoso “muro della droga” nel quartiere Arcella di Padova: segnare una riga e lasciare fuori i delinquenti. "Le due situazioni – ribatte Marco Caruso, consigliere Unitalia – non sono paragonabili. Al massimo ci potrebbe essere qualche compagnia di ragazzi particolarmente rumorosa e la sala giochi, francamente, è assai meno pericolosa di quanto è stato detto. Certo, posso capire l’esasperazione di alcuni residenti, ma aveva molto più senso installare un cancello identico a quello già presente alla fine della sopraelevata per tenere aperto durante il giorno e chiudere la notte. Tanto un addetto con le chiavi è già in carica da anni: bastava poco per trovare un compromesso. Ancora meglio sarebbe stata l’installazione di una telecamera di sorveglianza. Il presidente Morabito, però, doveva coinvolgerci, tanto più che chiesto numerose volte di essere presente ai sopralluoghi: non può invitare solo il collega di partito Luciano Stevanella". E’ lo stesso Stevanella (Pd), comunque, a ribadire appoggio totale alla condotta del presidente: "Condivido  la sua scelta perché gli episodi di criminalità e disagi si andavano moltiplicando. La richiesta del condominio era motivata e non c’era alcun motivo per osteggiarla". A favore della chiusura è anche Tania Bergo (Lega Nord): "E’ una questione di priorità e la lotta a vandalismi, criminalità e spaccio non può che essere in prima posizione. Riguarda tutti e impone un alto senso civico. Certo che in quartiere io non ho mai avvertito situazioni così al limite". Attacco frontale alla presidenza, invece, arriva da Francesco Mafrici (Pdl): "Posto che si doveva cercare una soluzione per mantenere comunque agibile un passaggio frequentato, ritengo che Morabito non si sia comportato in maniera corretta. Si tratta di un’opera pagata con soldi pubblici e richiesta dalla Circoscrizione senza che in consiglio se ne sia mai parlato. Ci vuole più rispetto per le logiche di dialogo, ma anche per lo stesso decentramento che dovrebbe portare noi rappresentanti a conoscenza di situazioni così sentite dai nostri residenti. Mi risulta davvero difficile da capire, infine, per quale motivo un giardino privato debba essere recintato con finanziamento pubblico". Chiusura con l’ex presidente di Circoscrizione Enrico Lillo che per primo seguì la vicenda. "A suo tempo risolsi con l’incarico di chiusura e apertura dei cancelli esterni al parco, oggi evidentemente la situazione è peggiorata. Non solo, allora le criticità erano legate principalmente ai ragazzi della scuola e non a micro delinquenza. La condotta di Morabito a livello procedurale è corretta, considerando che i soldi spesi non sono direttamente della Circoscrizione, ma certamente confrontarsi con il proprio consiglio lo avrebbe portato a una posizione di maggior forza e credibilità nel portare avanti con decisione questa richiesta". 
 Alan Conti

Tommasini: "Appoggio al tedesco veicolare di Appiano"


L'assessore provinciale alla scuola

L'assessore provinciale al fianco dei genitori: "Il potenziamento è realtà in quasi tutti i comuni. Puntiamo alla massima espansione".
 
APPIANO."Sosteniamo totalmente i genitori di Appiano nel progetto di potenziamento linguistico e auspichiamo che l’adesione sia numerosa e entusiasta". L’appoggio alle famiglie che hanno richiesto l’innalzamento delle ore di tedesco da 6 a 9 ore, con introduzione della didattica veicolare per alcune materie, nella primaria di via Sant’Anna è di quelli pesanti e arriva direttamente dall’assessore provinciale alla scuola Christian Tommasini e dalla sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei. Le due massime autorità scolastiche provinciali, insomma, hanno messo gli occhi sulla situazione che si è generata ad Appiano e, come da programma, puntano forte sul potenziamento. "Abbiamo contatti continui con la scuola – spiega Tommasini – e siamo molto contenti che siano stati gli stessi genitori a farsi promotori di questa richiesta. La primaria linguisticamente potenziata è ormai realtà in quasi tutti i nostri territori, ma Appiano ancora ci mancava, quindi saremmo ben lieti di aggiungerla in questo percorso". Trattandosi dell’unico indirizzo italiano nel comprensorio, però, a fare la differenza saranno le scelte dei genitori al momento dell’iscrizione. Al momento, comunque, c’è molto ottimismo attorno alla possibilità di fornire ai bambini che entreranno a scuola il prossimo settembre un quadro orario fortemente plurilingue. Le uniche perplessità, infatti, sembra arrivassero da alcune famiglie straniere preoccupate dall’impatto sui figli di due lingue da imparare perfettamente anziché una sola. Lentamente, però, gli angoli sembrano smussati e chi non ha aderito entusiasta pare abbia comunque dato il via libera. A chiusura delle iscrizioni la sentenza definitiva.
Alan Conti

Il Centro: "Il limite in A22 meglio dei blocchi"


Traffico sull'Autostrada del Brennero

Discussione in Circoscrizione sulle limitazioni comunali. "Meglio rallentare i mezzi in autostrada e progettare il suo spostamento". Spunta la proposta del ticket milanese... 

BOLZANO. Rallentare i mezzi in autostrada prima di fermare le auto dei bolzanini. Il Consiglio di Circoscrizione Centro-Piani-Rencio chiede al Comune di volgere lo sguardo in direzione A22 e pretendere interventi decisi per limitare la velocità dei veicoli di transito e progettare, finalmente, una qualche strategia per lo spostamento. L’occasione è stato l’incontro in consiglio circoscrizionale con gli assessori comunali all’ambiente Patrizia Trincanato e alla mobilità Judith Kofler Peintner. All’ordine del giorno la discussione attorno alle limitazioni che da novembre bloccano gli euro 0 e 1 per alcune ore. Ben presto, però, il tema si è allargato a tutta la città. Diverse le proposte: dai maggiori incentivi per il trasporto pubblico a meccanismi premianti per chi viaggia con più persone a bordo, passando per l’introduzione di un ticket d’accesso simile a quello milanese.
 "Il vero nodo della questione – comincia il presidente Rainer Steger (Svp) - è legato all’incisività delle limitazioni. Vogliamo sia chiarito in termini statistici quanto incidono queste misure nella salvaguardia dell’ambiente. E’ innegabile, infatti, che così si colpiscano lavoratori che non possono permettersi nuove auto e non certo gli amatori del settore. Auspicabile, oltretutto, che si apra un discorso sull’A22". In che termini? "Da Innsbruck a Kufstein per tutto l’inverno introducono limiti autostradali per l’inquinamento. Sono 80 chilometri in totale, quindi suppongo si possa tranquillamente fare anche per i soli 10 che dividono Campiglio da Bolzano Sud. Sappiamo tutti quanto sia impattante il traffico autostradale. Il ticket d’accesso alla città, invece, mi pare troppo penalizzante per un centro ad alta vocazione turistica come il nostro". Martin Fink (Verdi-Projekt Bozen) è altrettanto deciso: "Le limitazioni sono ingiuste quando non si fa nulla per ridurre il 43% delle emissioni di NO2 provenienti dall’autostrada. Chiediamo un giro di vite sui limiti di velocità o l’installazione di un sistema di sicurezza “tutor”: il Comune è socio dell’AutoBrennero e può tranquillamente far sentire la propria voce. La stessa Regione potrebbe darci supporto. Solo in futuro, invece, sarebbe auspicabile l’introduzione di un biglietto d’accesso alla città". "Il semplice possesso della macchina – gli fa eco Thomas Demetz (Pd) – non implica automaticamente il diritto al passaggio o al parcheggio. In linea di principio, quindi, non trovo così criticabile la scelta del Comune di Milano, ma ritengo necessiti di una forte piattaforma di trasporto pubblico per essere replicabile anche da noi". Per ora ci si limita ai divieti di circolazione. "Non dimentichiamoci che gli euro 0 e 1 sono mezzi davvero impattanti, ma è altrettanto vero che l’autostrada genera dei paradossi. Se le regole cittadine impediscono la circolazione di determinate automobili, infatti, dovrebbe essere così anche sul tratto autostradale che interessa il nostro territorio. Bisogna prendere in mano la situazione cercando di incoraggiare anche l’uso comune dei veicoli dato che i numeri parlano di 100.000 litri d’acqua utilizzati nella produzione di una sola vettura e di 10 tonnellate di rifiuti emessi nella realizzazione di appena 1000 chili di automobile". Chiusura con Generoso Rullo (Pdl) che si unisce al coro di richieste sulla Brennero. "Ritengo che i limiti debbano essere tenuti bassi, ma sufficientemente sopportabili per gli automobilisti che transitano sull’A22. Il vero salto di qualità il Comune deve farlo nel predisporre una strategia per lo spostamento del traffico autostradale: bisogna reagire all’immobilismo. Le limitazioni, invece, vanno coordinate con i centri limitrofi altrimenti si rivelano totalmente inutili perché Bolzano non è inserita in una campana di vetro". Porta chiusa, infine, al ticket in salsa milanese: "Assolutamente no. Già subiamo da anni il machiavellico sistema delle zone colorate: di più non si può chiedere ai cittadini". 
Alan Conti