La scuola primaria Pestalozzi |
Due classi nei container e lavori quest'estate. La scuola tedesca piena con 400 iscritti nel quartiere di tradizione italiana. E' travaso linguistico?
BOLZANO. Overbooking di classi tedesche a…Don Bosco. L’allarme arriva da alcuni genitori della scuola primaria Pestalozzi di viale Europa e, in un quartiere a forte presenza italiana, certifica in qualche misura la maggiore attenzione delle famiglie verso un percorso di studi nella seconda lingua. Dentro i 400 iscritti che costringono l’istituto a sistemare due classi in container esterni e pianificare un intervento estivo significativo ci sono vari significati: certamente la forte pressione dei neo costituiti rioni di Firmian e Casanova, sicuramente l’aumento di stranieri, ma in modo altrettanto evidente un consistente travaso di italiani che cercano la strada più veloce per il bilinguismo. Punto di partenza, come conferma la direttrice Heidi Niederkofler, rimane la frequenza di una scuola dell’infanzia tedesca. Il tacito accordo, quindi, sembra legato a una partenza con rincorsa nella carriera scolastica dei piccoli. Per quanto ultimamente molto più concentrata sui calendari che non sulla didattica linguistica, la scuola tedesca comincia a fare i conti con un fenomeno che a Don Bosco appare emblematico. La Pestalozzi, intanto, si appresta a un’estate di rinnovamento necessario per riportare al chiuso i bambini che al lunedì mattina battono i denti per il freddo nei container e garantire una buona ricezione per tutte le attuali 23 classi. Non solo, i dati che cominciano a pervenire sulle iscrizioni indicano un trend di ulteriore crescita.
"Il Comune ha predisposto un piano di lavori molto preciso – premette la direttrice Niederkofler - che ci permetterà di guadagnare quattro classi il prossimo anno. Durante l’estate, infatti, i container verranno trasformati in una vera e propria palazzina, mentre l’appartamento del custode, oggi non più necessario, sarà riconvertito in aule. In totale dovremmo ottenere quattro classi, due per ciascun intervento, con il cantiere in azione durante la prossima estate". Si tratta della soluzione più immediata rispetto alla paventata via Bari e alla prossima scuola di Firmian. "Della prima, che avrebbe dovuto essere il nuovo istituto del quartiere, non si è più saputo nulla. Sulla seconda dovremmo contare su una sezione ospitata nella nuova struttura che sembra molto bella e funzionale". Come ci dobbiamo spiegare, però, questo boom in una zona così tanto italiana? "Abbiamo famiglie italiane, inutile negarlo, ma con bambini che già hanno frequentato la scuola dell’infanzia in lingua. Attenzione, però, a non sottovalutare la realtà dei mistilingui e la pressione che avvertiamo dei due nuovi rioni di Firmian e Casanova. Sono più componenti a determinare questa situazione".
Chiacchierare con i genitori di 3E e 4A, le due classi nel container, conferma la sensazione iniziale: italiano perfetto e fluente anche nei bambini. "Purtroppo sappiamo di questa situazione di sovraffollamento e accettiamo la sistemazione attuale che fa parte di una rotazione in atto da un anno e mezzo. Certo che i bambini talvolta si lamentano per il freddo". "Vero – confermano Ingrid Menghin e Ingrid Martucci – le nostre figlie raccontano di lunedì in cui è necessario tenere la giacca durante le lezioni. Probabilmente perché nel weekend non scaldano. Con l’alzarsi delle temperature, poi, si proporrà il problema inverso dato il sole a picco". Massimo Trotto, dal canto suo, torna su un freddo "che ogni tanto crea dei disagi, ma nel complesso la scuola sta cercando di organizzarsi bene". Sul riscaldamento chiude in modo eloquente la direttrice Niederkofler: "Siamo a conoscenza di trovarci in una situazione non semplice. D’altronde i lavori sono progettati apposta per risolvere questi problemi. Meglio i container, d’altronde, che non il cortile o il tetto".
Alan Conti
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