Alto Adige — 14 gennaio 2010 pagina 17 sezione: CRONACA
BOLZANO. Cercano l’anima gemella e trovano la compagnia dei debiti. Sono almeno 50 l’anno gli altoatesini che si rivolgono alle agenzie matrimoniali e poi si ritrovano con un pugno di mosche e le tasche alleggerite di due o tremila euro. I dati sono quelli forniti dalle associazioni dei consumatori del Ctcu e del Centro Europeo Consumatori. A rimetterci maggiormente sono gli agricoltori di lingua tedesca, oggetto di un modus operandi di alcune agenzie che, pur sul filo della legalità, ha tutto l’aspetto di una “trappola” ben riuscita. Monika Nardo, consulente giuridica del Cec, raccont: «Alcune agenzie hanno sede a Vienna e sfruttano il nostro territorio e il target rurale. Sulle testate dei giornali tedeschi pubblicano annunci calibrati per questo tipo di clientela». Per dirla in breve: fioccano le aspiranti mogli avvenenti, di ogni età, tutte rigorosamente amanti della vita contadina, del lavoro nella natura, della vita paesana e della cultura tradizionale altoatesina. Si trovano addirittura figlie di veterinari o di proprietari di masi delle più svariate vallate. Tutto, logicamente, infiocchettato da un numero di cellulare. Chiamando, però, non risponde la fanciulla desiderata «ma un agente della compagnia che propone immediatamente un incontro e promette l’offerta di svariate proposte. Qui scatta la trappola: l’appuntamento è fissato in luoghi come bar w ristoranti, persino caselli autostradali dove l’obiettivo è ottenre subito la firma di un contratto da 2.000 euro per dieci proposte o 3.500 per venti». L’accordo, però, deve essere “incoraggiato”. «Facendo leva su uno stato psicologico imbarazzato, sull’età che avanza, sulla solitudine ottengono una firma senza lettura delle clausole da parte del cliente». Qui, anche per imprudenza del cliente, iniziano i dolori. «Si compila una lista di desideri e dopo pochi giorni, con raccomandata, arriva a casa un catalogo di proposte, buona parte delle quali totalmente diversa dai desiderata. Non solo, provando a chiamare le papabili compagne ci si imbatte in indisponibilità, donne non più iscritte e cellulari muti. Passano rapidamente dieci giorni». Intervallo chiave perché sui contratti fuori sede, chiamati “porta a porta”, esiste un diritto di recesso, così la contestazione scritta delle proposte esercitabili entro dieci giorni. «Difficile ottenere anche solo una delle due: il recesso del contratto è contestato perché l’agenzia rivendica il grande lavoro dei primi giorni e pretende il pagamento delle proposte inviate. La contestazione del “catalogo”, invece, è difficile deciderla entro dieci giorni a fronte di rinvii e telefoni che non rispondono». A quel punto, non resta che accettare la sconfitta o richiedere altre proposte, con conseguente lievitazione del prezzo. Il contratto, intanto, è un lenzuolo fitto di clausole e gli agenti si guardano bene dal permetterne una lettura serena. Il consiglio del Centro Consumatori è di farsi consegnare una copia in bianco per valutarla: «Un’azienda seria, e ci sono, non avrà problemi a fornirvela». Gli agenti in questione, interpellati telefonicamente fingendoci clienti, respingono bruscamente la richiesta: «Il contratto va firmato subito, non li consegniamo per letture private». (a.c.)
Nessun commento:
Posta un commento