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giovedì 21 gennaio 2010

Firmian chiede più negozi


Alto Adige — 20 gennaio 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. Stranieri con cui non ci si rapporta, negozi che non si trovano nemmeno a cercarli con il lanternino, microcriminalità diffusa e scuole che latitano, il tutto condito da servizi promessi e ancora lontani dalla realizzazione. Firmian cresce e con il quartiere crescono anche i residenti che, se da una parte si mostrano stufi di passare per il rione cittadino di serie B, dall’altra non mancano di sollevare le più svariate proteste. «Stiamo abbastanza bene - raccontano in coro Laura Massalongo e Maria Ploner - ma è chiaro che sarebbe bello avere una farmacia più vicina di quella in via Sassari, così come un traffico meno disastroso e un asilo nido per i nostri piccoli. La polizia, infine, è bene che controlli spesso questa zona perché, come dimostra il piromane, la microcriminalità è sempre in agguato». A rompere il ghiaccio sull’integrazione degli stranieri, invece, ci pensa Dominga Gabrielli che ci propone un punto di vista “rovesciato”: «Alcune famiglie altoatesine sono razziste, inutile girarci intorno. Non ce ne fanno passare una: se i bambini giocano alle 14.30 anziché alle 15 oppure se piangono perché hanno fatto un incubo la notte scatta immediata la protesta. Non mancano, per altro, piccoli dispetti come i graffi alle nostre macchine. Una proposta per il Comune, infine, potrebbe essere quella di creare un bus navetta per i bimbi costretti ad andare a scuola lontano». Rincara la dose Benhour Gabrielli: «Io non posso nemmeno avvicinarmi alla casa di mia moglie perché i vicini hanno firmato un documento che mi impedisce di entrare in casa e l’Ipes non ha mancato di avvertirmi che in caso contrario avrebbe sfrattato la famiglia». Spostandosi al nuovo parco, incontriamo Maila, bimbo in culla e cane al guinzaglio. «Un’area verde ben fatta, salvo due vistose pecche: una zona cani pietosa e i ragazzi che vanno a giocare sulla superficie ghiacciata del laghetto, sarebbero da alzare le protezioni». Luise Rabanser, invece, è una delle poche signore di madrelingua tedesca del rione: «Non mi trovo molto bene perché le mie origini sono rurali e il rapporto con gli stranieri è difficile. Gli italiani, invece, sono più amichevoli e non mancano le occasioni di svago per gli anziani». Teo e Rosa Izzo, al contrario, non ne fanno una questione di etnia: «Chi dà fastidio sono i maleducati, indipendentemente dalla lingua o dalla cultura». Giuliano Franzoso, poco più in là, tesse le lodi del nuovo polmoncino verde: «Perfetto per passeggiare e davvero molto bello. Per incontrarsi con gli amici, invece, bisogna tornare verso via Resia». Manuela Cantone e Sara Ottaviani spostano il problema: «Non è così grave avere la farmacia a cinque minuti di distanza e non sotto casa. Sarebbe opportuno, invece, che il parco di Firmian fosse considerato come il parco Europa: utile per organizzare eventi e feste». Giusto, però, sentire anche la voce dei più piccoli, come quella di Ivan, 4 anni, che aiutato dal papà dice: «Il prato è davvero molto bello e le ciclabili sono comode perché lontane dal traffico. Cosa mi piacerebbe? Un gazebo che ripari dal sole e una vera pista per le biciclette come quella del Talvera». Chiude il giro di opinioni Elisa Ansaloni: «La mia casa, comprata in cooperativa, è davvero bella, ma è chiaro che per il quartiere c’è molto da fare. Dov’è l’asilo promesso? Dove sono i negozi? La scuola elementare? La distribuzione ragionata degli stranieri?». Qualcuno dovrà dare una risposta alle centinaia di famiglie che negli ultimi anni si sono trasferite a Firmian. In Comune si sta lavorando, ma ci vorrà tempo prima che Firmian diventi un vero quartiere, dove accanto agli alloggi ci sono negozi, scuole, strutture. Un primo passo, per dare un’anima al quartiere, lo si è compiuto con l’apertura del nuovo liceo Pascoli. Ogni giorno a Firmian arrivano 600 studenti. - Alan Conti

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