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martedì 26 gennaio 2010

Via Resia, i residenti contro il traffico


Alto Adige — 24 gennaio 2010 pagina 15 sezione: CRONACA

BOLZANO. Via Resia, sette e mezzo del mattino, la più classica delle ore di punta è il momento in cui ogni semaforo si trasforma in una via crucis. La fretta, di raggiungere la scuola o il lavoro, si sa, è cattiva consigliera e gli animi non di rado si innervosiscono. E’ stato così per anni ma adesso, sostengono i residenti, con Firmian e Casanova la situazione si è fatta insostenibile. Siamo andati a verificare sul campo la situazione e a raccogliere le voci di chi questa strada la percorre ogni mattina e la conferma è sotto gli occhi. Claudio Corradi , nonno vigile che tutte le mattine accompagna i bambini di Casanova e del quartiere fino alla scuola primaria M.L.King: «Ci sono giornate in cui la situazione è insostenibile e anche i pedoni devono stare attenti. La verità è che i bolzanini devono convincersi a usare di più i mezzi pubblici altrimenti da questo problema non se ne esce». Adamo Girolamo abita a Casanova e al semaforo all’incrocio tra via Ortles e via Resia ci racconta: «E’ un autentico disastro e noi nuovi residenti siamo vittime come gli altri - ci racconta - non è colpa nostra se non costruiscono altri sbocchi. Non solo, il passaggio che dal nuovo rione corre lungo la ciclabile viene usato pochissimo perché stretto e si intasa facilmente». Nadia Taraschielli quantifica il disagio: «Per fare meno della metà di via Resia ci si mette, se va bene, un quarto d’ora». La relativa tranquillità degli automobilisti testimonia la buona stella di ieri mattina: il più innervosito, infatti, è un autista che guida un mezzo pubblico della Sasa. L’autista strombazza non appena scatta il semaforo verde. Tutti hanno i loro orari da rispettare. «Da qui a viale Druso - spiega Domenico Lia - ci si impiega una mezz’ora buona. Io, per lavoro, devo fare la spola tra Oltrisarco e Don Bosco e a quest’ora l’asse via Resia-viale Druso diventa improponibile. In confronto via Roma è una passeggiata». Chi ha tagliato la testa al toro è Marta Nicotera che, nonostante la temperatura rigidissima di queste giornate invernali, ha optato per le due ruote: «La bicicletta è l’unico sistema per dribblare il traffico ed evitare ritardi sul lavoro - spiega - c’è poco da fare e se piove meglio incrociare le dita. Firmian e Casanova? Certamente non hanno aiutato». Il fattore meteo è determinante anche per Giancarlo Covi : «Moltissimo dipende dal tempo. Se c’è il sole, anche se freddo, molti decidono di usare la bicicletta e il traffico è più snello, ma con la pioggia o, peggio ancora, la neve, qui tra le sette e le otto diventa un vero inferno». Erica Caliari sposta il problema: «Ad essere sinceri più che la mattina la vera tragedia è alle sei di sera quando si torna a casa e ci si può impiegare tranquillamente mezz’ora per percorrere la via». Hedwig Langschner lavora al bar «Resia» e da decenni osserva il passaggio delle macchine: «Non credo, in tutta sincerità - spiega la donna - che la situazione sia così peggiorata. Forse non ci ricordiamo che prima della realizzazione Mebo i camion erano tantissimi e facevano sobbalzare. Tutto sommato sono spariti i tir e sono arrivati i nuovi residenti, ma la situazione è rimasta simile. Ciò non significa che non si possa intervenire», conclude. Non solo via Resia, comunque, visto che alcuni passanti spostano l’obiettivo su altre strade: «Via Cagliari, per esempio, è una giungla e chi va verso ponte Palermo non si fa problemi ad invadere l’altra corsia, mentre l’incrocio via Milano-via Palermo è costantemente intasato e pericoloso: ci vorrebbe una bella rotonda. Alcuni automobilisti, oltretutto, pretendono di avere la corsia preferenziale per proseguire dritto lungo via Milano pur non essendoci alcuna indicazione sull’asfalto. I vigili, però - conclude con un classico - non si vedono mai». - Alan Conti

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