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giovedì 28 gennaio 2010

Il design si mette in mostra


Alto Adige — 27 gennaio 2010 pagina 37 sezione: AGENDA

BOLZANO. Scovare innovazioni utili, divertenti e semplici, ma che nessuno aveva ancora immaginato. Se uno degli obiettivi del design è questo, allora si può dire che la Facoltà di arti e design della Lub è sicuramente in grado di diventare un riferimento internazionale. Difficile, infatti, concedersi una passeggiata tra le opere realizzate dagli studenti nel semestre invernale senza stupirsi della creatività, abbinata alla funzionalità, di certi oggetti. Sei i filoni tematici in cui sono state raggruppate le settanta proposte di «Gäste-Ospiti-Guests, gli atelier sono aperti» (visitabile anche oggi dalle 10 alle 19 all’università) e che il preside Kuno Prey invita a scoprire. «Il primo è “Handle with care” - racconta - e vede il vetro come protagonista. Un materiale versatile che permette variegate applicazioni». Impossibile non notare «Glasgrün» di Sara Pallua: una piccola tasca ricavata dal vetro delle finestre che permette di appendere piante decorative senza bisogno di mensola o davanzale. Interessante pure l’opera che presenta Katharina Schirl: «Un piccolo sistema di ripiani stilizzati per riporre ordinatamente la frutta senza bisogno del classico cestino». Altra sezione è «Youtopic», dedicata «al tema dell’utopia che, inizialmente, doveva essere in sinergia con il Guggenheim di Berlino e che stiamo sviluppando con gli studenti». Interviene la londinese Sophie Start: «Noi abbiamo realizzato un castello d’aria con dei brik bianchi sui quali ogni visitatore può scrivere un proposito personale». Più avanti c’è Eleonora Barozzi a presentare la sua creazione: «Oggetti di uso quotidiano che veicolano messaggi personali e sociali. Una presina da cucina, per esempio, può essere un invito a non aver paura delle patate bollenti». Stimolante anche «Qwertz»: uno studio, riprende Prey, «sull’influenza delle tecniche di scrittura nel linguaggio». Chiara Sonda propone una serie di tavole con impressi messaggi in perfetto stile da sms: «Il cellulare ha cambiato la comunicazione scritta e, come Mosè, ho riproposto alcuni testi sulle tavole. E’ certamente un fenomeno di costume, ma anche un sottile meccanismo psicologico». Anna Seidel, invece, ha pensato agli extracomunitari: «Creando un sistema didattico della lingua, scovando le lettere nel mondo che ci circonda». Diametralmente opposto il filone «Senza parole?» che attraversa «il linguaggio non verbale con le sue potenzialità». Utile, anche per le scuole, il lavoro di Cindy Strobach, che ha realizzato una serie di cartine del mondo in trasparenza che, di volta in volta, evidenziano le possibilità di accesso internet, piuttosto che la diffusione di automobili o il traffico aereo: un autentico fixing dell’evolversi del globo. Menzione anche ai lavori di Thomas Egger e Luca Bresadola. Il primo decontestualizza il concetto di souvenir, «che può essere anche una bruciatura sulla schiena, una gravidanza o un occhio nero», mentre il secondo presenta tre fotografie che sintetizzano perfettamente il concetto di messaggio subliminale. «Nella prima c’è una Madonna, ma nelle pieghe della tunica si vede il famoso volto dell’assassino del film “Scream”, in centro un ritratto di una ragazza con sei scritte “sex” abilmente camuffate e nell’ultima una pubblicità che sembra del pandoro, ma che sullo sfondo e nei vestiti ha un chiaro rimando alla Coca-Cola». Il mondo del lavoro non è il paese delle meraviglie e Prey nel concludere lo sottolinea: «I ragazzi devono abituarsi che la creatività è importante, ma l’aspetto imprenditoriale e la capacità di proporre i prodotti non sono fattori secondari, men che meno nel campo del design». A giudicare dalla mostra, diversi studenti sono sulla buona strada. - Alan Conti

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