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martedì 26 gennaio 2010

La Scuola di biliardo dove si sfidano i campioni del mondo


Alto Adige — 24 gennaio 2010 pagina 31 sezione: AGENDA

BOLZANO. Ieri era la meta di chi voleva saltare il compito di matematica, oggi il ritrovo quotidiano di chi i banchi di scuola li ha salutati da qualche anno. Il fascino del panno verde, lo sfrigolio del gesso sulla punta della stecca e il tocco secco della bocciata, però, sono rimasti immutati e il biliardo resta una passione che mescola nobiltà e passione popolare. Siamo andati a passare qualche ora alla Scuola biliardo di Bolzano, in viale Trieste, dove si respira atmosfera british e il tavolo con le sponde trasmette i valori più stuzzicanti dello sport: concentrazione, allenamento, vibrazione della sfida e sfottò. In palio niente Champions League, ma il più classico degli aperitivi, niente pubblico strabordante sugli spalti ma amici sulle panche, pronti a rifilare consigli, dove le palle piene non sono un becero refrain da ultras deluso ma semplicemente una connotazione tecnica del gioco. Perché sono giochi l’americana, le boccette, la goriziana e il ramino, ma è anche un gioco trovarsi con gli amici tutti i giorni per poi tornare a casa e raccontare il vero sport ai nipoti. «L’idea è di offrire un ambiente diverso dal solito baretto di quartiere - racconta Mirko Siviero, presidente della Scuola, che ci fa da guida - e trasmettere valori importanti con un divertimento che, comunque, può anche essere agonismo di alto livello, perché da qui è uscito il campione mondiale di tre sponde Marco Zanetti». Ci scappa una riflessione: le quote rosa, ai margini del panno verde, sono ridotte al lumicino? «Eh sì - sorride Siviero - le donne sono pochine, tra noi c’è una specie di gentlemen agreement per cui raramente mogli e fidanzate vengono con i mariti o fidanzati». Chi si aspetta il machismo più puro, però, sbaglia: silenzio e attenzione vanno per la maggiore. «Sono fondamentali, come l’allenamento per affinare la tecnica - spiega Claudio Mezzanato, autentico professionista - e io arrivo ad allenarmi diverse ore al giorno. Una vera passione». Già, come nasce la passione lo chiediamo al vicepresidente, Gianfranco Cecchinato: «Sinceramente il più delle volte inizia proprio a scuola, o meglio quando la scuola si tagliava...». Ancora non esistevano gli sms alle famiglie, ma non è solo per questo che il biliardo ha poca presa sui giovani. «Cercano la soddisfazione immediata - risponde Danilo Riolfatti - ma qui ci vuole pazienza. Di certo non mancano le risate: ricordo quando la palla bianca volò fuori dal panno e centrò in fronte un amico. Dopo il primo spavento, giù risate. E poi assicurammo il club...». Bruno Calovi e Robert Mattiuzzo si sfidano senza sosta a boccette: niente stecche, si usa la mano. «L’aspetto agonistico è importante e fa molto sorridere quando s’innesta il meccanismo della “bestia nera”, per cui un socio meno forte di te riesce sempre a batterti. E’ una spirale psicologica che dimostra come nel biliardo sia decisiva la testa». Nel frattempo entra Diego Festa, pure lui master: «Ogni tanto mi chiedono qualche dritta, ma non mancano gli scherzi come quando, con un fotomontaggio, ho trasformato i soci in James Bond». Oggi gli iscritti sono 124, ma questo club è diverso da tanti altri: «Chi entra a farne parte viene tutti i giorni - rispondono Elia Cremonini e Valter Scaramuzza che disturbiamo durante un match di goriziana, la più complessa tra le discipline - e alcuni arrivano da Merano o Sarentino. Bisogna, però, imparare subito la differenza tra i momenti di silenzio per la concentrazione e quelli più conviviali». Come ogni punto di ritrovo per senior, comunque, non può mancare la sala carte, ma anche in questo caso tutto è finalizzato al panno verde: «Mi scaldo con un bel ramino - rivela Antonio Giuriato - ma non posso perdere lucidità al tavolo: stasera ho la sfida di doppio a boccette. La mente deve essere sgombra. Il club e la sua atmosfera sono bellissimi, ma mancano un po’ le donne e, soprattutto, i giovani». Chissà, forse con i racconti dei senior si appassioneranno anche loro al biliardo. Ma forse la cosa più importante è che ne colgano il vero spirito, che a volte si trova anche solo ingessando la punta di una stecca. - Alan Conti

1 commento:

  1. Alan mi piace il tuo articolo,hai reso benissimo l'atmosfera,secondo me un bel libro,un bel film o un articolo giornalistico devono evocare sensazioni,farti percepire un odore,ricordarti una musica,un sapore....sei bravo e ti leggo con piacere anche se a volte non conosco il contesto o non sono particolarmente interessata

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