Cerca nel blog
giovedì 2 dicembre 2010
Gli artigiani di via Druso: Costruire nuove case qui? Noi non siamo d accordo
Alto Adige — 01 dicembre 2010 pagina 18 sezione: CRONACA
BOLZANO. «La prossima area di edificazione sarà la zona artigianale solo se convinceranno anche noi». A lanciare un monito netto all’amministrazione sono gli artigiani che tra i viali Druso ed Europa hanno costruito un feudo che dura da anni e che non si potrà smantellare con uno schiocco di dita. A parlare di nuovi condomini e possibilità di espansione nel rione si rischia di fare i conti senza l’oste, perché in qualche modo le regole dovranno essere in parte modificate e i terreni trovati, ma officine e laboratori non sembrano disposti a cedere facilmente su alcuni punti essenziali. «Vogliono far credere ai bolzanini che edificare in qui sia semplice, ma non è affatto così e ci potrebbero volere anche 20-30 anni». Non mancano le aperture di credito di qualcuno che intravede nell’arrivo di nuovi condomini la possibilità di allargare il proprio bacino d’utenza. Il percorso per arrivarci, comunque, pare irto di ostacoli. «In questo piccolo rione artigianale - spiega Walter Mutuella di “Ras” - abbiamo costruito nel tempo una rete di collaborazione e aiuto che funziona bene. Sarebbe un peccato smantellarla in toto anche perché noi ci troviamo molto bene». Silvano Franzoso, titolare della carrozzeria “Fiamma” è scettico: «Non abbiamo intenzione di andarcene tanto facilmente o comunque di modificare radicalmente una zona dove si lavora in modo dignitoso. Tra di noi, in particolare nel settore auto, c’è una certa sinergia e i clienti sono contenti di trovare tutto vicino. A livello di recettività, inoltre, si tratta di una zona ben servita che difficilmente si può replicare altrove a Bolzano». Il dipendente Fabio Morelli è più possibilista. «Non avrei problemi a vedere qualche altro condominio qui intorno. Lavorare qui, comunque, è un vantaggio perché permette di venire in officina in bicicletta e di essere all’interno della città e non in periferia». Anna Antonelli, titolare della ditta di riparazione elettrodomestici “Zieger”, prova a immaginarsi i mutamenti. «Attività come la nostra, forse, potrebbero guadagnarci in termini di mercato potenziale. Il rovescio della medaglia, però, sarebbe una parziale alterazione di una zona artigianale che da anni lavora bene e viene apprezzata da molti anche perché facilmente raggiungibile. Dovessimo spostarci in Zona tutto cambierebbe». Una ventata di entusiasmo, invece, arriva dalla residente Isabella Moscato. «Finalmente si potrebbe vedere il rione rinascere con qualche servizio in più e, magari, la possibilità di aprire al commercio al dettaglio. L’edificazione, quindi, garantirebbe uno sviluppo positivo a patto che sia dotata da subito dei servizi essenziali». La critica tecnica, però, arriva dall’officina “Bosch” di Georg Eisath: «Esiste una delibera comunale che prevede alcune modifiche che non ci permetterebbero più di lavorare. La limitazione del rumore, per esempio, sarebbe letale per attività come la nostra, così come difficilmente attuabile è la richiesta di spazi di cui noi artigiani abbiamo bisogno. Fino adesso, comunque, si tratta solo di dichiarazioni d’intenti perché per passare alla fase concreta della realizzazione dovranno convincere tutti noi e non sarà facile». Scuote la testa anche Diego Paterno di “Tecnocar”: «Per realizzare una nuova area residenziale qui ci vogliono moltissimi soldi e edifici altissimi. Il motivo è molto semplice: gli artigiani che oggi risiedono nella zona con appartamenti di un certo livello difficilmente accetteranno di spostarsi dove desiderano le istituzioni. Avanzeranno necessità importanti da finanziare lautamente e comunque convincerli non sarà facile. Io, per esempio, non sarei disposto a spostare la mia officina in Zona, dove diminuirei sensibilmente il bacino d’utenza del circondario e, come minimo, pretenderei gli stessi 1000 metri quadri di superficie da lavoro che possiedo qua. Per ora penso sarebbe meglio controllare che non si insedino nel cuneo artigianale aziende troppo grandi». Chiude il giro di opinioni Angelo Pampagnin dell’officina “Montreal”: «Negli anni abbiamo sviluppato tra noi una rete di collaborazione professionale importante. Snaturarla sarebbe un peccato». © RIPRODUZIONE RISERVATA -
Alan Conti
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento