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mercoledì 15 dicembre 2010

Prostituzione a Bolzano, proposta choc: "Una casa chiusa in centro città"


di Alan Conti
zoom .BOLZANO. «Ci sarebbe un metodo efficace per risolvere velocemente il problema della prostituzione per strada: riaprire le case chiuse». La proposta arriva direttamente dal presidente della Circoscrizione Centro-Piani-Rencio Rainer Steger, in quota Svp e a capo di un quartiere che storicamente per Bolzano rappresenta zona di lavoro delle lucciole. Pur con tutte le cautele su una materia che è competenza strettamente nazionale, il dibattito irrompe tra i consiglieri incontrando più di qualche appoggio bipartisan. Tiepide alcune sospensioni di giudizio, mentre nettamente contraria è la posizione di Thomas Demetz del Pd. In attesa dell'ordinanza sindacale per punire i clienti, quindi, la sensazione è che se, per assurdo, l'abrogazione della legge Merlin dipendesse da una votazione della Circoscrizione in poco tempo si potrebbe assistere all'apertura della casa d'appuntamento.
«E' inutile nascondersi dietro a un dito - dichiara Steger - dato che da 50 anni la legge si rivela del tutto inefficace nell'arginare il problema della prostituzione. Noi, oltretutto, abbiamo l'esempio austriaco dietro l'angolo dove, è vero, il fenomeno delle lucciole sui marciapiedi non è sparito, ma si è sensibilmente ridimensionato. Il tutto porterebbe dei vantaggi dal punto di vista sanitario e fiscale, oltre che mettere i bastoni nelle ruote del mercato clandestino. Non dimentichiamoci, comunque, che siamo già contenti che il sindaco si sia attivato per risolvere in parte il problema». Il presidente incassa a stretto giro di posta il sostegno dell'Svp. «Totalmente in accordo con Steger - rivela Günther Walcher - perché si tratterebbe di un salto in avanti pure nella tutela di chi è vittima di questo mercato. Non solo, ne trarrebbero benefici le casse del Fisco e la situazione igienico-sanitaria». Irene Weis, dal canto suo, delega totalmente il presidente «su una questione che di sicuro saprà valutare». Qualche imbarazzo, invece, arriva dagli alleati del Pd con la vicepresidente Antonella Schönsberg che sul tema si muove coi piedi di piombo. «Non è nostra competenza, quindi si tratta unicamente dell'espressione di un orientamento personale e soggettivo. Quello che conta, però, è puntare il dito contro i clienti perché non si può far passare il messaggio che a causare tutto questo siano le donne». Molto più duro è il compagno di partito Thomas Demetz: «E' un'assurdità. Le case chiuse, infatti, rappresentano la sistematizzazione dello sfruttamento del corpo femminile e una vera e propria industrializzazione della donna. Bisogna, al contrario, punire gli utenti con meccanismi specifici. L'ordinanza del sindaco può semplicemente attenuare il problema, ma mi piacerebbe vedere dal Comune un aiuto specifico a quelle associazioni che si occupano di avvicinare queste ragazze per evitarne sfruttamento e violenza». La proposta di Steger, comunque, riscuote consensi pure nell'opposizione. «Ne abbiamo parlato in molte occasioni - rivela Stefano Luchi del Pdl - in attesa che il sindaco si decida a fare di un'ordinanza ideale una realtà concreta. E' vero che c'è una legge nazionale che vieta le case chiuse, ma sarebbe il caso di rimetterci mano e la vicina Innsbruck dimostra che il sistema può funzionare anche abrogando la legge Merlin». Più cauto, in chiusura, è il collega di partito Generoso Rullo: «La soluzione di Steger non ha appigli normativi. Tutto si potrebbe risolvere con un maggiore controllo delle forze di polizia attraverso pattugliamenti continui».

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1 commento:

  1. in qualche perverso modo ho l'impressione che molti uomini ritengano la via della prostituzione un percorso deliberato, voluto, alla ricerca del piacere: la prostituta si prostituisce perché sente l'irrefrenabile desiderio di appropriarsi di quell'etto di carne che freud riconduceva all'invidia del pene.
    è triste pensare che ci siano persone che riescano a ricondurre il rapporto ai propri simili in termini di possesso.

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