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mercoledì 10 febbraio 2010

Europa-Novacella, negozianti in fuga


Alto Adige — 09 febbraio 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. Popolare: è questo l’aggettivo più utilizzato dagli abitanti di Europa-Novacella per descrivere il loro quartiere. Definizione bifronte, perché se da una parte identifica l’abito che la storia ha consegnato a queste strade a forte tasso di italianità, dall’altra descrive l’affetto che i residenti provano per un rione dal quale difficilmente si staccherebbero. Nel complesso si può dire che Europa-Novacella sia una realtà che soddisfa ampiamente i residenti, dove nessuno nega l’alta qualità della vita, ma tutti suggeriscono personali ritocchi per rendere il tutto ancora più “popolare”. «Il traffico e i lavori su Ponte Roma, in effetti, qualche disturbo lo arrecano, ma speriamo che tutto si possa risolvere a breve», inaugura la carrellata di opinioni Claudio Mezzalira. Melitta Righi, invece, esprime qualche preoccupazione per il futuro condominio che dovrebbe sorgere tra viale Trieste e via Napoli: «Oggi è tutto perfetto. Spero solo che il nuovo caseggiato non ci privi del sole - argomenta la donna - e che sia di dimensioni accettabili, proporzionato insomma agli edifici già esistenti». Spostandoci lungo via Torino incontriamo Luciana Vettorazzo: «Il problema è che i negozianti scappano tutti verso il centro del capoluogo - afferma la donna - e qui rimangono solo le vetrine vuote. Bisognerebbe incentivare il commercio in periferia per evitare l’esodo». Enzo Ferrarese ripensa alla vecchia piazza Matteotti, «che era veramente un luogo d’incontro e di aggregazione sociale», mentre Bruno Concin osserva come «gli stranieri, rispetto ad altre zone della città, siano veramente pochi e i collegamenti della Sasa abbastanza soddisfacenti». Adriano Piva, invece, è di opinione diversa: «Gli extracomunitari sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni, ma i rapporti, per ora, sono buoni». Renato Dalfollo azzarda un paragone d’annata: «Arrivando dalle Semirurali ho ritrovato un poco quello spirito di comunione, anche se i tempi sono cambiati e c’è più diffidenza tra le persone». Ma quella, ormai, è diffusa un po’ ovunque nelle città, anche di media grandezza come Bolzano. Francesco Calovi e Guerrino Turra, invece, rispolverano il cruccio di piazza Matteotti: «Spoglia e snaturata rispetto a quando c’erano i banchetti e un certo movimento. Sembra piazza Mazzini, credo che Bolzano non sappia gestire questi spazi». Silvana Farina Micheluzzi, invece, propone un’analisi “professionale”: «Ho fatto la maestra per tanti anni e posso dire che è cambiato il modo di rapportarsi dei bambini. La vita di cortile, per esempio, non esiste davvero più e questo è un peccato perché era una tradizione di questa zona». Emidio Mazzoni, invece, punta il dito su un problema a volte sottovalutato: «In via Rovigo i tetti sono una distesa di amianto. E’ necessaria una bonifica radicale, soprattutto pensando ai giovani». Lungo l’asse Europa-via Palermo il tenore delle dichiarazioni rimane simile, ma fanno capolino nuovi argomenti di discussione. Mariagrazia Masarin, per esempio, rifiuta l’etichetta di dormitorio: «Uno stereotipo che difficilmente viene confermato da chi vive nei grandi palazzi di viale Europa». La figlia Sonia Bombonati, dal canto suo, ci regala uno sguardo giovane: «E’ vero che i luoghi di ritrovo sono quasi tutti nel centro città, ma ci si può spostare la sera senza rinnegare i pregi di questa zona. Mi piace, inoltre, che i cani abbiano libertà di movimento». Nella discussione interviene Mario Terrin: «I padroni, però, lasciano escrementi dappertutto. Non solo, è pieno di gente che chiede l’elemosina e fino a qualche tempo fa - si lamenta Terrin - la nuova piazzetta Europa si allagava con la pioggia». - Alan Conti

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