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lunedì 1 febbraio 2010
Area nomadi, un camping a cinque stelle
Alto Adige — 31 gennaio 2010 pagina 14 sezione: CRONACA
BOLZANO. Non sarà una microarea definitiva, tuttavia si avvicina agli standard di un campeggio di buona qualità. Ora che il polverone si è abbassato, l’area cani di viale Trento consegnata dal Comune alla famiglia sinta dei Gabrielli ha raggiunto una sua configurazione, temporanea a detta dell’amministrazione. Chi s’immagina una dimensione come quella dei derelitti campi rom delle metropoli è fuori strada: l’area Gabrielli assomiglia, per ordine e organizzazione, ad una struttura turistica. L’occasione per scoprire da vicino la nuova realtà della famiglia è data dalla conferenza stampa indetta dall’associazione Nevo Drom in ricordo dei 500mila zingari eliminati dalla furia nazista o utilizzati come cavie da laboratorio. Radames Gabrielli, dopo aver ricordato alcuni orrori dell’olocausto, racconta la nuova vita: «All’inizio tutti erano piuttosto diffidenti con noi, poi anche i negozianti e i baristi hanno capito che non siamo pericolosi. Alcuni, oggi, sono anche amici». L’area, dunque, comincia a diventare familiare ai residenti come era quella di Firmian? «Guardi, la verità è che noi non abbiamo mai avuto problemi con le singole persone, ma solo con qualche frangia o partito organizzato che cerca consensi sfruttando la nostra vicenda. Le cronache testimoniano che non facciamo male a nessuno e ricordo che siamo stati i primi a prendere le distanze dalla rissa di via Milano». La famiglia Gabrielli conta una trentina di componenti, divisi in otto nuclei familiari che occupano nove roulotte e un camper. Quello che stupisce, però, sono i servizi che già sono stati messi a disposizione: si va, infatti, dai due blocchi di bagni chimici agli allacciamenti per la corrente elettrica, passando per l’ampliamento della recinzione. Non solo, che l’insediamento sia pienamente in funzione lo dimostra pure l’installazione di una parabola satellitare attaccata a un lampione e la bella veranda di legno, con tanto di piante e ombrellone, che incornicia una delle roulotte. L’ubicazione, comunque, è un vero triangolo delle Bermuda: a pochi metri corrono i binari della ferrovia e l’arginale mentre il cielo è solcato dall’autostrada. «Questo - spiega Radames - è effettivamente un problema. Per il nostro popolo il sole è la vita e qui non ne arriva mai neppure un raggio. Rimaniamo in attesa di una sistemazione definitiva». Non mancano le prese di posizione dei politici intervenuti alla conferenza stampa. Primo Schönsberg, assessore comunale alla cultura, ha ricordato alla popolazione «la necessità di venire incontro alla diversità per rendere quotidianamente onore alla Memoria». Guido Margheri, invece, azzarda una tempistica: «Esiste un emendamento per la realizzazione della microarea e penso che nel giro di un anno si possa concretizzare». (a.c.)
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