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sabato 20 febbraio 2010

Fratelli parrucchieri, la storia dei Vincenzi è la storia di via Milano


Alto Adige — 19 febbraio 2010 pagina 35 sezione: AGENDA

BOLZANO. «Le uniche cose che non sono cambiate in questo quartiere in cinquant’anni, sono la barba e i capelli»: la battuta la dice Fausto Vincenzi, uno che, assieme al fratello Giacinto, rappresenta un pezzo di storia di via Milano. Di capigliature se ne intende, anzi se ne intendono: i fratelli Vincenzi hanno festeggiato sobriamente ieri i 52 anni di attività e l’imminente meritata pensione, come parrucchieri e barbieri al servizio di intere generazioni di bolzanini. Era il 1958, volendo essere precisi il mese di marzo, quando Fausto, per tutti Franco, e Giacinto hanno deciso di coronare il loro sogno di bambini. «Da subito la nostra intenzione è stata diventare barbieri e i primi anni li abbiamo dedicati all’apprendistato. Una volta era così, un po’ per mancanza di soldi e un po’ perché la cultura della formazione dell’artigiano era più forte di adesso». Dopo aver risparmiato qualche denaro e accumulato esperienza, i Vincenzi hanno deciso di mettersi in proprio in una piccola bottega al civico 49 di via Milano. Era il 1958, mese di marzo, quando aprirono una barberia che ancora oggi, in tempi di saloni luccicanti e patinati, ha mantenuto le caratteristiche tipiche di una volta: ambiente raccolto e tanta voglia di accompagnare lo sferragliare delle forbici con il ritmo delle chiacchiere. «Il mestiere - riprende Franco - è cambiato più negli strumenti che nella tecnica: l’attenzione e l’esperienza hanno anche oggi la loro importanza, così com’è determinante la cultura del lavoro». I Vincenzi sono originari di Mantova, ma praticamente cresciuti a Bolzano. «Avevamo 7 e 9 anni quando siamo arrivati in città: i nostri genitori trovarono lavoro qui». Li accolse una Bolzano diversa da quella di oggi. «Certamente - sorride Franco - ricordo ancora i viottoli di questa zona, le Semirurali, le pochissime macchine... Tutto è cambiato. Pensi che noi andavamo a scuola al Regina Elena (vicino all’odierna via Cassa di Risparmio, ndr) e abitavamo a Don Bosco: tutti i giorni tre chilometri a piedi. Oggi sarebbe impensabile». Il segno del tempo che galoppa, però, arriva da una curiosa comparazione dei prezzi: «Nel nostro primo anno un taglio costava 80 o 100 lire, oggi 13 euro e teniamo ancora i prezzi molto bassi». Del parrucchiere è proverbiale la capacità di stare ad ascoltare i pettegolezzi: Franco, però, non si sbilancia. «Quello che mi diverte di più sono le barzellette, pulite mi raccomando. Qualche “gossip”, certamente, l’ho sentito, ma non posso svelare troppo». Che i fratelli Vincenzi siano entrati nel cuore della gente lo dimostra il fatto che in salone sono diversi gli amici che, come Aldo Giusti, passano anche solo per un saluto. «I capelli? No, oggi vanno bene - ci racconta - io passo anche solo per farmi due risate con Franco. Cosa vuole, io e i fratelli Vincenzi giocavamo insieme sin da bambini. Ricordo quando si andava in strada qui vicino a sfidarci a gienga, un gioco coi bastoni che i bimbi di adesso non fanno più». Seduto sul divanetto, in attesa, c’è Jakob Oberkalmsteiner: «Da trent’anni vengo qui, da quando mi sono trasferito. Nessuno riesce a mettermi in ordine barba e capelli come loro e devono assolutamente continuare ancora per molti anni». Sotto la lama del rasoio, invece, troviamo Milo Ottoboni che loda i Vincenzi «per la loro capacità di credere sempre nell’artigianato. Una volta era normale, ma da qualche anno guadagnano solo gli idraulici e la vita di questo settore si è fatta complessa, piena di spese e, a volte, scarna di guadagni». - Alan Conti

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