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martedì 9 febbraio 2010

Svendite, meno affari in periferia


Alto Adige — 08 febbraio 2010 pagina 10 sezione: CRONACA

BOLZANO. Sono diversi i negozianti bolzanini che lamentano un fatturato delle vendite minore rispetto ai saldi dello scorso anno e qualcuno punta il dito contro la partenza ritardata al 9 gennaio, quando a Trento e Verona già tintinnavano le casse da qualche giorno. Non mancano, ad onor del vero, i commercianti che vorrebbero spostare i saldi verso la fine di gennaio, così come ci sono i negozi che registrano un piccolo aumento degli incassi. «La prima settimana è stata un autentico assalto - racconta Cinzia Scarperi, responsabile di “Tezenis” - con la gente che si affollava come al mercato. Hanno acquistato di tutto, ma la maggior parte ha prestato attenzione a spendere con giudizio. La partenza al 9, comunque, ha creato problemi a noi, ma anche ai clienti che non volevano andare fuori città». Peter Oberschartner, responsabile di “Sportler” è più drastico: «Lievemente peggio rispetto allo scorso inverno, nonostante un primo giorno davvero positivo. Il fatturato ha fortemente risentito dello slittamento della data di partenza dei saldi perché, così facendo, abbiamo vanificato almeno quattro giorni buoni per intercettare chi ancora era in vacanza. L’attrezzatura e l’abbigliamento invernale, comunque, sono sempre una garanzia». Concorda anche Walter Bassani del vicino “Northland”: «Noi siamo andati meglio dell’anno scorso, ma semplicemente perché nel 2009 eravamo appena arrivati. Qualche cliente è arrivato anche da fuori città, certo che se avessimo potuto iniziare un paio di giorni prima». Marc Buhrow di “Porticus P8” rincara la dose: «Non sa quanti mi hanno detto che erano già stati a Trento. Purtroppo è andata così, ma non possiamo lamentarci più di tanto visto che giacche e jeans, complici le rigide temperature, si sono venduti bene». Kristin Waldthaler è la proverbiale eccezione che conferma la regola: «Le svendite? Quasi meglio della stagione passata. Molto bene l’intimo, ma anche il settore delle giacche. Un fenomeno classico del periodo dei saldi è il netto cambiamento della clientela che è totalmente differente da quella attuale: i bolzanini sono veramente attenti al portafoglio e si muovono con acume. Numerosi i turisti: dai classici germanici ai russi in cerca delle grandi firme italiane. Personalmente non capisco tutto questo affannarsi per partire prima: fosse per me inizierei le svendite il 20 di gennaio». Della stessa opinione Priska Lunger dalla cassa di “Malika”: «Abbiamo cominciato appena finite le feste, cosa si pretende di più? Il risultato, oltretutto, è stato più o meno lo stesso degli altri anni». Si è sorriso un poco meno nelle zone più popolari e periferiche, dove la clientela è quella del quartiere e contare sul turismo è un azzardo. «Per noi il bacino bolzanino è fondamentale e se lo si costringe ad andare in altre città andiamo in difficoltà», sintetizza chiaramente Sabina Leonetti di “Santa Fè” in via Torino. «Maglieria e pantaloni, comunque, sono andati bene, ma certamente non raggiungiamo i livelli del Centro». Olivera Ivanov di “Centovetrine”, infine, non si sbilancia: «Praticamente uguale al 2009, nonostante il boom della giacche. Qualche turista l’abbiamo visto anche qui, ma certamente meno che sotto i Portici. La partenza ritardata ha creato confusione nei clienti e messo in difficoltà i commercianti». - Alan Conti

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