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lunedì 8 febbraio 2010

Lub e Vetroricerca, la collaborazione crea nuovi prodotti


Alto Adige — 06 febbraio 2010 pagina 28 sezione: AGENDA

BOLZANO. L’università mette a disposizione capitale umano e artistico, le eccellenze altoatesine know how e professionalità. E nascono progetti di successo. Esemplare in questo senso è la partnership tra la facoltà di design della Lub, l’ateneo bolzanino, e il laboratorio cittadino Vetroricerca. Una collaborazione iniziata da tempo e che è maturata nel primo semestre del corrente anno accademico dove, all’interno dell’iniziativa “Handle with care” (maneggiare con cura), 13 studenti hanno potuto realizzare le loro idee sfruttando maestranze e professionalità del prestigioso centro di ricerca sulla lavorazione del vetro. Un laboratorio, quello di Vetroricerca, tra i più avanzati d’Italia, che nella collaborazione con i ragazzi ha trovato nuovi stimoli artistici, oltre che permesso ai propri allievi di frequentare corsi presso l’ateneo. «Per un designer - spiega il preside della facoltà, Kuno Prey - è fondamentale conoscere i materiali che dovrà utilizzare: poter apprendere le tecniche del vetro da un centro d’eccellenza è il meglio che si possa chiedere». Vetroricerca, infatti, segue una filosofia che l’ha portato a essere la punta di diamante italiana e al top in Europa. «Non ci soffermiamo - dichiara il responsabile Alessandro Cuccato - solo su una tecnica particolare, ma abbiamo contattato i migliori professionisti in circolazione per approfondire tutto. Dalla soffiatura del vetro alla lavorazione a caldo, passando per tecniche scultoree e artistiche o il restauro di vetrate. Il tutto offerto a studenti in arrivo da tutto il mondo». I giovani designer, quindi, hanno dovuto fare i conti con un materiale ostico. «Il vetro - riprende Cuccato - è molto sensibile alle variazioni termiche, fragile e difficilmente combinabile». Giampietro Gai, docente della facoltà, evidenzia le difficoltà: «I ragazzi si sono scontrati con la realizzabilità concreta della loro proposta che può presentare difficoltà impensate in fase di progettazione. L’artigiano, così, diventa complice e ti aiuta nella realizzazione». Complici di altissimo livello quelli offerti da Vetroricerca: il maestro di Murano, Silvano Signoretto, e l’esperto di boro-silicato (il materiale chiamato Pyrex, ndr) Fabio Marcomin; coordinamento del designer Steffen Kaz. I prodotti di questa sinergia sono stimolanti e gli stessi studenti ce li presentano. Silvia Vettoretti ha declinato a modo suo una tradizione familiare: «I miei genitori sono sommelier, così ho creato dei bicchieri da vino che potessero essere suonati una volta riempiti. Passare dal progetto carta alla realtà non è semplice». Innovativa l’opera di Sara Pallua: «Una tasca ricavata dal vetro della finestra, dove poter mettere le piante. Un’idea che ha creato difficoltà per la complessità della lavorazione ma anche perché era necessario fare attenzione a non creare un effetto serra mortale per i vegetali. I primi due prototipi sono stati un fallimento, poi ci siamo riusciti: anche così si impara la determinazione». Ha giocato col fuoco Maria Luise Marshall che ha ideato una sorta di centrotavola che contiene... fiamme. «Già, tutto grazie al Pyrex e al lavoro artigianale sui materiali. Non era facile, ma che soddisfazione!». Chiude la rassegna Stephanie Innerbichler: suo un candelabro stile barocco: «dalle forme complesse e con l’olio al posto della candela. Ho già avuto proposte commerciali ed è un’enorme gratificazione». Bolzano, quindi, anche grazie alla facoltà di design dell’ateneo si riscopre capitale del vetro. Forse meno patinata della famosa Murano, ma estremamente competitiva. - Alan Conti

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