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martedì 30 aprile 2013

Torna il rap di Tachi. Un'altra volta

Un’altra volta. Semplice, lineare e diretto: come il linguaggio del rap ti insegna. Tachi, al secolo Marco Cecchellero, dopo mesi di distacco torna al suo amore musicale che lo ha reso un’icona del genere sulla scena provinciale. Lo fa con un ep in uscita oggi intitolato “un’altra volta” e con uno sguardo più maturo e riflessivo a melodie, ritmi e pensieri accelerati. Un lavoro che percorre quella strada dal puro entusiasmo alla passione e che permette anche riflessioni sullo stato generale del rap e dell’hip hop che attraversa, anche lui, una fase di cambiamento.

Dentro un testo carico come dentro un’intervista: in un breve spazio di tempo questi artisti restano capaci di veicolare una miriade di messaggi. Ancora una volta.
(Nel telegiornale di oggi l'intervista)

lunedì 29 aprile 2013

Gallo: "Lavori in via Aslago non prima di due anni e mezzo"

“Siamo consapevoli della delicatezza e della sensibilità necessarie per gli inquilini di quei civici di via Aslago e il Comune non solo provvederà a fornire loro una soluzione alternativa adeguata, ma prenderà al più presto contatto con loro”. L’assessore ai lavori pubblici Luigi Gallo prontamente con una nota risponde e cerca di fare chiarezza sul nodo dei condomini comunali a Oltrisarco che dovranno essere demoliti e poi ricostruiti salvo, però, non aver ancora avvertito i residenti. In realtà l’arco temporale della faccenda sembra meno stretto di come apparisse in un primo momento: “Noi prevediamo – continua Gallo – di assegnare la progettazione entro l’anno, ma fra adempimenti burocratici, progettazione vera e propria e concessioni edilizie i lavori difficilmente possono iniziare prima di due anni e mezzo o tre. Non appena avremo un progetto definitivo, quindi, lo presenteremo alla cittadinanza riunita”.

Gallo, in ogni caso, spiega anche nel dettaglio le motivazioni tecniche di questo intervento. “Lo sforzo come Comune è quello di andare verso un progressivo risanamento economico. Applicare questo ai civici 19 e 21 degli anni ’50 significa andare a fare un intervento molto impattante. I muri esterni, per esempio, sono costituiti da materiale non idoneo alla coibentazione, la struttura portante, seppur assolutamente sicura, va comunque ritoccata in un’ottica di risparmio energetico e gli spazi interni rimodulati secondo le nuove norme sulle barriere architettoniche. Un simile quadro implica che una ristrutturazione sarebbe lunga e molto dispendiosa, tanto da rendere più economica la demo ricostruzione che permette, oltretutto, di dribblare le spese di manutenzione successiva”. Meno laboriosa, infine, l’operazione per gli altri numeri civici di via Aslago che sono risalenti agli anni ’60: “Per loro – concludono i responsabili tecnici – sarà sufficiente la sola ristrutturazione”. Il cammino della conversione energetica, insomma, è ancora lungo oltre che vario.

Case comunali da ricostruire, ma gli inquilini non lo sanno

"Signori, casa vostra la demoliremo per ricostruirla e migliorarla. Nel frattempo vi troveremo questa o quella sistemazione alternativa per questo numero di anni". Avrebbero voluto sentirsi dire questo durante un'assemblea condominiale i residenti delle case comunali ai civici 19 e 21 di via Aslago e invece hanno scoperto solo sulle pagine del mensile di quartiere "Taxi" che i loro condomini andranno incontro a un futuro di demolizione. Gli appartamenti, dunque, saranno evacuati con un capitolo di spesa riportato dal giornale di 1,5 milioni di euro già nel 2013 e altrettanti nel 2015. "La gara per l'appalto - dichiara L'assessore ai lavori pubblici Luigi Gallo a "Taxi" - partirà nel dicembre di quest'anno, poi partiranno i lavori con il trasferimento degli inquilini". Il tutto, però, senza averne dato comunicazione ufficiale nemmeno a chi, a 87 anni, potrebbe vivere questo trasloco come un grande problema.

La questione, dunque, dovrebbe approdare nell'assemblea circoscrizionale. L'auspicio, però, è che prima si conceda un giro in quella condominiale.



Dalla Sill acqua sporca nel Talvera: vernice?

Sill. Settimane dopo la frana che ha spaventato atleti e famiglie la pioggia è tornata per diversi giorni. In un ambiente da fine delle lezioni l'impianto si avvia a quei mesi di meno frequentazione con qualche interrogativo e alcune certezze. Le prime sono sponsorizzate dalla cooperativa Oasis con il responsabile Maurizio Cristofaro che, preferendo il taccuino al microfono, gira i complimenti al Comune di Renon per aver monitorato costantemente la strada e aver provveduto alla disposizione di misure di cautela nel piccolo promontorio che non frenó la frana. Atleti e famiglie, sempre secondo l'Oasis, non vedevano l'ora di tornare ai piedi di Castel Vanga per trovare un impianto all'altezza. Fin qui le note positive che, peró, non possono sovrastare del tutto quelle negative o potenzialmente tali. A partire proprio dalla strada dove, comunque, salendo incontriamo sassi di grandi dimensioni, poco meno di una scarpa, che se piombassero da una media altezza su un parabrezza potrebbero tranquillamente sfondarlo con tutte le conseguenze del caso. Ogni giorno, riporta Oasis, il Comune dell'Altopiano bonifica la carreggiata: il problema è che si tratta di una cura postuma non preventiva. Il sasso, insomma, cade anche se qualcuno poi lo porta via. La sorpresa più grande, peró, arriva da quel torrente Talvera che rabbioso ruggisce sul salto artificiale gonfio di pioggia. O meglio, da un suo affluente improprio: un rivolo di acqua bianca che spunta da un tubo esterno all’impianto e, lemme lemme, si infila dritto nelle acque del torrente. Il bianco, però, non è assolutamente la condizione normale di un’acqua di scarico libero, ma tecnicamente non è possibile ricevere alcuna descrizione dettagliata. Alcuni barattoli di vernice vuota e il passaggio di uno scootex sulla pista dipinta lasciano intendere che quell’acqua, spazzata da alcuni addetti con gli idranti, possa essere davvero colorata dalla pittura che, verosimilmente, lascia vedere il bianco in trasparenza nel ghiaccio con la pista in funzione. Non solo, sono gli stessi addetti a spiegarci come si tratti dello scioglimento stagionale del ghiaccio artificiale il che potrebbe preoccupare ulteriormente considerando che le tecnologie di vecchia generazione utilizzano l’ammoniaca come additivo per mantenere lo strato. Ipotizzando sia così alla Sill, e dando per assodata quella di oggi come la prima scongelata stagional,e ci potrebbe essere il concreto rischio di riversare ammoniaca nel Talvera.

La Sill, insomma, riparte con soddisfazione ma l’impianto continua a patire punti di domanda grossi come i massi che talvolta cadono giù.

sabato 27 aprile 2013

Il principe che non vuole più servitori

Di questi tempi già trovare un capo di Stato che si interroghi su cosa sia lo Stato e come vada migliorato è cosa buona. Il fatto che si tratti addirittura di un principe, seppure del piccolo Liechtenstein, è ancora meglio. Hans Adam II è stato ieri ospite di un affollato incontro a Palazzo Mercantile organizzato dalla Camera di Commercio per presentare il suo libro “Lo Stato nel terzo millennio”. Una riflessione a tutto tondo di politica storica, ma anche contemporanea e futura ovvero su quale struttura organizzativa sarà bene puntare nei prossimi anni per evitare un secolo definito “di grande innovazione tecnologica, ma anche tra i più sanguinari di sempre”. L’assioma di partenza, comunque, è un rovesciamento di prospettive e orizzonti: non più uno Stato che consideri i cittadini suoi servitori, ma uno Stato che si ponga come una grande e complessa azienda di servizi per il cittadino. La differenza non è poi così sottile.

Stop alle guerre, alle disuguaglianze e alle sopraffazioni di potere. Basta alla logica dei cittadini verso lo Stato e spazio allo Stato verso i cittadini. Lo dicono i Principi e non lo ripetono quasi mai gli eletti.

venerdì 26 aprile 2013

Tra macerie ed erbacce: viaggio nella Bolzano abbandonata

Case, villette, parchi, negozi e uffici: non c’è categoria che si salvi alla sua porzione di Bolzano dimenticata. Il più delle volte nascosta dalle ombre, tra un ciuffo d’erba e una tegola pericolante, fa capolino una città che meriterebbe maggiore onore prima di qualsiasi censimento targato Grillo. Ogni quartiere, volendo, ha il suo piccolo simulacro dell’abbandono. In via Torino, per esempio, da anni, anzi decenni, si staglia tronfio l’antico negozio di scarpe del civico 10: abbandonato da tutti e capace di sfregiare l’architettura di ben due strade. Via Torino da un lato e via Dalmazia sul retro, dove le sue finestre sono ormai lavagna per i writers e gli ultrà oltre che tappeti di ruggine. Al fondo di via Rovigo, invece, ecco una villetta con affaccio sulle Passeggiate e metratura da impallidire: lasciata al suo destino da ere geologiche. Un manufatto che da nuovo potrebbe valere palate di denaro data l’esposizione e la grandezza. All’incrocio tra via Alessandria e via Parma, poi, le erbacce si sono rimangiate quello spiazzo che gli Alpini con i Carabinieri avevano mostrato come si pulisce. Il Comune aveva gonfiato il petto dopo poche settimane ha girato lo sguardo dimenticandosene. Oggi è una prateria buona per qualche sacchetto dell’immondizia gettato a caso. Al capitolo uffici ecco il palazzo che anticamente ospitava la redazione del quotidiano Alto Adige e oggi ospita la polvere e qualche lattina. Al muro un calendario pietrificato al giugno 2002: di fronte un Eurac dove i secondi vengono battuti dagli orologi atomici. Due tempi, due pesi e due misure. La lista, comunque, è solo parziale perché si potrebbero citare anche i palazzi dei Telefoni di stato, gli uffici abbandonati in via Bottai, via Conciapelli o via Macello. Senza dimenticare i cantieri lasciati a metà, scheletrici, di cui Firmian è stato a lungo testimone. Tutto attorno, a corollario, una galassia di negozi che chiudono le serrande e diventano discariche a cielo aperto. Le strade si punteggiano di bidoncini ordinati, ma prima delle vetrine non si può intervenire perché proprietà privata: la burocrazia che piega la pulizia. Chiunque, inoltre, a memoria potrebbe aggiungere questo o quel punto a questa mappa. Onesto ammettere che la responsabilità è spesso dei proprietari, spesso grandi immobiliaristi, che di mettere il decoro comune prima degli affari non ci pensano proprio. Assommando idealmente tutto, però, si arriva a comporre un piccolo rione virtuale dell’abbandono: qui non si tratta di cementificazione o espansione ma di semplice dignità della propria dimensione.

Manifesto elettorale austriaco spernacchia l'Italia


 
“No ai comportamenti italiani” e poco oltre il confine scoppia la polemica. Tempo di elezioni in Tirolo e gli esperti di marketing della Övp hanno sfoderato tutta la propria brillantezza nell’appendere lunghi striscioni elettorali che invitano a scegliere loro per non fare la fine del Belpaese. Peccato che la metafora utilizzata sia un vecchio modello 500 che si schianta contro un muro con, alla guida, l’ex premier Silvio Berlusconi. In un solo colpo si triplica l’insulto: all’Italia, al leader Pdl e a chi, senza troppa retorica, ha avuto a che fare con gli incidenti sulla strada. “Il Tirolo deve restare governabile” l’esegesi fornita a chi domenica dovrà mettere una crocetta sul voto del Land austriaco. La polemica è divampata immediatamente e tra i più risentiti troviamo il sindaco di Innsbruck Christine Oppitz Ploerer che sa perfettamente quanto gli italiani siano importanti per il territorio. “Gli italiani rappresentano la quota più importante del nostro turismo – le sue parole – giusto avere rispetto”. Nel municipio austriaco sanno perfettamente che un infastidito boicottaggio sarebbe un grosso problema perché certi comportamenti italiani, invece, piacciono eccome. Duro anche l’assessore socialdemocratico Thomas Pupp: “Per noi l’Italia significa vacanze, sole, amore, bellezze e allegria. Trovo anche sgradevole l’insulto a un simbolo della buona industria come la 500”. Sulla questione interviene anche il presidente della Provincia Luis Durnwalder che ammette come “in parte mi auguro che il Tirolo non finisca come l’Italia, ovvero senza la possibilità di essere governata”. Paradossalmente, insomma, la difesa delle istituzioni austriache è più forte, decisa e convincente di quella, flebile, italiana. Anche questo è Euregio baby.

lunedì 22 aprile 2013

Gallo: "Al Gulliver lavori in estate"

“La situazione è nota al Comune e abbiamo in programma di intervenire quest’estate”. Luigi Gallo, assessore ai lavori pubblici, interviene sulla questione delle uscite d’emergenza dell’asilo Gulliver tranquillizzando mamme e insegnanti. “Dobbiamo precisare che si tratta delle fughe destinate ai corridoi, mentre i bambini hanno altre uscite che portano in giardino. In ogni caso si provvederà a tagliare l’aiuola,  eliminando i gradoni e gli altri ostacoli. La sicurezza, così, continuerà ad essere garantita senza problema alcuno”.

Nuova stagione Haydn, un ponte tra due epoche

Scolpita dall'esperienza e dalla tradizione di Gustav Kuhn, perfezionata dall'opera di Daniele Spini. La nuova stagione 2013/2014 dell'orchestra regionale Haydn è frutto di una transizione sintetica tra i due direttori artistici e compone un cartellone di quattordici appuntamenti di grande varietà e ricchezza. Tra l'Auditorium di via Dante a Bolzano e il Santa Chiara di Trento l'orchestra continuerà nella sua perlustrazione dell'Est europeo non scordando, peró, la sua vocazione prettamente continentale enucleata nella grande attenzione al repertorio classico-romantico. Il concerto inaugurale, il 22 ottobre a Bolzano e il 23 a Trento, vedrà salire sul podio Ljubka Biagioni che dal 2012 è full time conductor della Sofia Philarmonic. Spaziatura ampia anche dal punto di vista storico che da Bach arriva fino ad opere dei giorni nostri con due prime assolute, tra cui la "Canticum Ascensionum IV" dell'alto atesino Heinrich Unterhofer. Tradizionale ospite in abbonamento l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano. "Sinceramente nemmeno ricordo cosa sia arrivato da Kuhn e cosa invece sia interamente di mia invenzione - si smarca Spini - quindi ritengo che l'opera di sintesi sia promettente. Dobbiamo aspettarci quattordici grandi concerti con la possibilità di spaziare in lungo e in largo come è giusto che sia per un programma ambizioso come quello della Haydn". Nomi per il successore sul palco di Kuhn ancora non ne escono, ma il profilo è certamente quello di qualcuno che ha già avuto contatto con l'orchestra."Deve certamente essere qualcuno che l'orchestra apprezza e viceversa. Non possiamo sbagliare questa mossa perchè la novità sarà, appunto, un raddoppio di persone tra il responsabile artistico-organizzativo e il direttore d'orchestra. Prima Kuhn esercitava entrambe".Preoccupa nella giusta misura, inoltre, la diminuzione dei fondi. "Il finanziamento economico - conclude Spini - deve sempre essere una delle preoccupazioni per chi gestisce simili organizzazioni. Detto questo non possiamo nemmeno ignorare il momento generale, quindi il nostro compito rimane quello di garantire comunque un'altissima qualità". La Haydn, dunque, è chiamata a una sfida che prevede solo la vittoria: rinnovarsi con successo.




Uscite d'emergenza sbarrate, pericoloso il Gulliver

La scena è quella di un incendio, conla fuga imposta ai genitori dei bambini ospitati alla scuola dell'infanzia Gullver di Passaggio della Memoria in attesa nei corridoi costretti alla fuga. Tra loro, può essere, la presenza di altri bimbi, passeggini o disabili. Nella fretta, forse nel panico, si aprono i portelloni di emergenza, uno qualsiasi dei tre. Bene, non c'è scampo per alcuna via per le carrozzine: da una parte una cancellata a pochi centimetri, dall'altra gradoni. Senza contare che l'esiguo spazio non agevola la fuga nemmeno per gli altri. La questione è stata segnalata agli uffici competenti e alla Circoscrizione, da mesi, forse anni, da Alto Adige nel Cuore. "C'è un problema dell'amministrazione - dichiara Alessandro Urzì - nel rispondere alle esigenze, anche piccole, del suo territorio. Oggettivamente qui l'intervento sarebbe veloce, poco costoso e necessario. Non si può trascinare una simile situazione per anni senza muovere dito". Il problema ha fatto anche qualche passaggio nella Circoscrizione Don Bosco grazie a Francesco Mafrici, ma senza trovare sbocchi immediati. La stessa coordinatrice della struttura Donatella Granata ha segnalato la difficoltà. Chi si trova in quel corridoio, secondo il piano d'evacuazione, ha l'obbligo di prendere quell'uscita che non può schiantare la salvezza su un cancello o un gradone.




Trionfo Kompatscher: tutti i numeri

Bisogna andare a Firenze per trovare un Arno più amato di quel Kompatscher che ieri notte ha scoperto non solo di aver vinto, e se lo aspettava, ma di aver letteralmente mandato gambe all’aria il tavolo dell’Svp. Le primarie della Stella Alpina hanno dato un segnale inequivocabile girando l’82,4% delle proprie preferenze al sindaco di Fiè e lasciando la miseria del 17,6% dei voti allo sfidante Elmar Pichler Rolle. I numeri, dunque, raccontano moltissime cose: anzitutto che alle urne si è recata poco meno della metà dei tesserati, ovvero il 45,98% per un totale di 24.131 degli aventi diritto. 19.219 hanno scelto Kompatscher, 4.104 Pichler Rolle. Il presidente del Consorzio dei Comuni vince in tutti i Comprensori, ma quello dove il divario si mostra più netto è quello della Val d’Isarco dove il punteggio dice 85,4% a 14,5. Più vicine, invece, le posizioni in quella Venosta orfana di Richard Theiner dove Kompatscher la spunta per 60 a 39.

Capitolo affluenza: tutti i vertici del partito si mostrano soddisfatti, ma in realtà non ovunque la partecipazione è stata particolarmente sentita. La percentuale più bassa, per esempio, si è registrata nel Burgraviato dove solo il 34,7% si è recato alle urne. Appena sopra il 35,8% della Venosta, mentre meglio il 46% dell’alta val d’Isarco: ad accumunare questi tre Bezirke l’assenza del voto per i candidati di lista che saranno scelti direttamente dai direttivi. Ottimo, invece, il valore di Bolzano con il 54,2% di partecipazione, ma anche il 53,7% della val d’Isarco. Più in media il 47,5% della Bassa Atesina e 44,4% della Pusteria.
C’è, infine, un ultimo numero che va considerato per capire l’effettiva portata del voto delle primarie oltre ogni carosello. Gli elettori della Stella Alpina alle provinciali 2008 furono 146.555: significa che i 24.131 elettori di ieri sono appena il 16,5% del potenziale bacino del partito di via Brennero. Le scelte che conteranno veramente sono quelle che faranno ad ottobre il restante 83,5%.



giovedì 18 aprile 2013

Cambia il Questore: via La Vigna, arriva Carluccio


Era arrivato da pochissimo, il tempo di prendere contatto con la nuova realtà e le strette di mano di benvenuto si sono ben presto trasformate in quelle di arrivederci. Il questore di Bolzano Leonardo La Vigna, arrivato al vertice del capoluogo altoatesino nell’ottobre dell’anno scorso, è stato chiamato a svolgere il ruolo di dirigente dell’ispettorato di polizia della Camera dei Deputati quindi lascerà la sua posizione bolzanina. Al suo posto, che per anni è stato di Dario Rotondi, è in arrivo da Brescia Lucio Domenico Carluccio. Diventato capo della polizia del centro lombardo nell’agosto 2011, Carluccio ha un curriculum di quelli pesanti: è stato, infatti, dirigente della Dia di Roma, direttore dello Sco (il servizio centrale operativo della polizia di Stato) e capo della Digos di Milano dove ha diretto le Volanti, l’Antiterrorismo e la Mobile. Oltre alle cariche dirigenziali è stato anche uno degli investigatori che hanno svolto le indagini nel celebre rapimento di Alessandra Sgarella tra il dicembre 1997 e il settembre 1998. Ora arriva in una Bolzano che da settimane si interroga sulla sicurezza: l’orientamento della sua esperienza avrà certamente un peso notevole nella discussione.

mercoledì 17 aprile 2013

Pagani: "Dialogo aperto con i lavoratori Sasa"

Niente processi alle intenzioni o giochi sottobanco. Il presidente della Sasa Stefano Pagani non ha nessuna intenzione di vedere messa in discussione la struttura dell'azienda dalle sigle sindacali. Tra le proteste dei lavoratori i ritmi dei tempi di percorrenza, ma anche la richiesta di ricollocazione sicura per le inidoneità e il nuovo codice etico. "Il dialogo con le Rsu su varie questioni è sempre aperto. Le non iodoneità vanno considerate caso per caso perchè io non posso promettere sicure ricollocazioni. Il codice etico mi sorpende sia criticato proprio dalle sigle sindacali visto che va proprio verso un maggiore coinvolgimento sociale. In ogni caso sono pronto ad aprire un tavolo di confronto diretto con grande serenità". Il prossimo passo, dunque, dovrebbe essere l'apertura di un tavolo per provare ad appianare divergenze e contrasti. Parlarsi, in fondo, pare la strada migliore.




lunedì 15 aprile 2013

Durnwalder: "Scissioni in Svp? Tempo d'amore"

“Tempo d’amore”. Dice proprio così il presidente della Provincia Luis Durnwalder per commentare le proposte di nuovi partiti fuoriuscite all’interno della Stella Alpina nelle ultime ore. Il Landeshauptmann liquida la faccenda come una boutade tipicamente pre elettorale, ma far le righe ammette che qualcosa di concreto, in realtà, si è mosso. La proposta di una secessione dalla Stella Alpina, infatti, avrebbe bussato anche alla sua porta, gentilmente declinata.

Intanto la conferenza stampa di oggi è stato anche il motivo per ribadire il proprio appoggio a Romano Prodi nella sua corsa al Quirinale. La contrapposizione proposta, in realtà, era quella con Silvio Berlusconi: non difficile indovinare il campo preferito dal presidente.

Spagnolli: "Terreno qualsiasi per il canile? Imparate come si tengono i cani"

La querelle sul canile proprio non è piaciuta al sindaco Luigi Spagnolli che per smarcarsi con decisione ha usato il suo nuovo profilo Twitter, cominciando a prendere confidenza con il mezzo del social network cinguettante. La piccola discussione nasce con due dichiarazioni lapidare dopo la sigla Sos Canile: “Il Veterinario Provinciale – scrive – dichiara che l’area è fuori legge rispetto alle norme igienico sanitarie. Perché portare le firme al Comune che non ha aree alternative? “. Tre le risposte chi chiede di soprassedere alla burocrazia e chi, come il consigliere Udc Angelo Gennaccaro, ribatte che “il Comune possiede terreni che nemmeno sa di avere” invitando l’amministrazione a darsi una mossa. Piccata la risposta del Primo Cittadino: “Andate dal veterinario provinciale a farvi spiegare come si tengono i cani prima di scrivere cose non vere”. Probabilmente Spagnolli ignora che tra i suoi interlocutori c’è chi ha curato cani per anni senza la necessità di sostegni particolari. In ogni caso il battibecco con Gennaccaro continua con l’esponente scudato che risponde citando un terreno di 200 metri quadri in via Volta che il Comune ha scoperto di possedere dopo 30 anni, ma era occupato. Nuovamente lapidaria la risposta del sindaco: “Caro Angelo, tu non sapevi. In ogni caso non basta un terreno qualsiasi per ospitare un canile a norma di legge”. Le posizioni, insomma, sono completamente divergenti e il nervo decisamente scoperto.

Carabinieri sciatori: 65 denunce e 2 arresti



Bilancio finale per la stagione invernale dei Carabinieri del Servizio Piste in Alto Adige. Sono stati 4.700 gli interventi effettuati con un lavoro quotidiano di 57 militari distribuiti nei 29 comprensori sciistici della provincia. Altri 29 uomini dell’Arma sono stati impiegati nelle giornate di particolare affluenza. Decisivo il loro intervento in diverse occasioni: in 60 casi, infatti, i Carabinieri hanno ritrovato persone segnalate come disperse mentre gli illeciti amministrativi contestati a sciatori gestori dei locali sono stati 124. 65, invece, le persone denunciate tra cui 17 per abuso di alcol. Gli arresti sono stati 2, entrambi per resistenza a pubblico ufficiale, e 18 le segnalazioni per possesso di stupefacenti.

domenica 14 aprile 2013

Bolzano, marocchino vendeva cocaina a un evaso

I classici due piccioni con una fava sono quelli che hanno pescato i Carabinieri della Compagnia di Carabinieri di Bolzano, in collaborazione con i colleghi di Appiano, ieri nella zona di Ponte Loreto. Durante un appostamento, infatti, i militi hanno individuato un marocchino 45enne che stava cedendo della droga, nello specifico cocaina, a un 43enne del luogo. Al momento del loro intervento il secondo non reagiva, mentre il nordafricano si dava alla fuga cercando di gettare un ulteriore involucro di cocaina nel fiume. Ben presto bloccato dagli uomini dell'Arma, l'uomo è stato trovato con 1.200 euro probabile provento dell'attività di spaccio. Una volta in caserma i Carabinieri hanno scoperto anche che l'acquirente era oggetto di un'ordina di custodia agli arresti domiciliari. Gli arresti in flagranza, pertanto, sono stati due: uno per spaccio di cocaina e l'altro per evasione. E' stato attraverso un'indagine condotta tra gli esercizi di "Compro Oro", invece, che i Carabinieri della Stazione di San Leonardo in Passiria sono arrivati a un giovane allevatore che ben quattordici volte nell'ultimo anno aveva ceduto gioielli per una somma complessiva di 6.000 euro. Tra questi ori anche alcuni gioielli di proprietà di una pensionata che aveva subito un furto in casa negli ultimi dieci giorni. La signora è stata chiamato a riconoscere i valori che le sono stati restituiti. Per il ragazzo, invece, è scattata la denuncia a piede libero per il reato di ricettazione.

Biancofiore, su twitter la ricetta dell'Italia rock

Michaela Biancofiore affida ad un tweet la sua visione per un'Italia capace di uscire dalla crisi e dall'empasse governativa di questi mesi. Questo il testo di quanto pubblicato questa mattina sul suo profilo del cinguettante social network: "Ma io insisto, l'Italia si salva con Berlusconi al Quirinale e Renzi presidente del Consiglio. Che Paese rock che sarebbe?". La deputata altoatesina, dunque, prende in prestito un linguaggio reso famoso dal cantante Adriano Celentano che di certo non ha mai manifestato particolari simpatie per l'ex presidente del Consiglio. In ogni caso il tweet testimonia un altro cambio di orizzonte: fino a qualche settimana fa, infatti, l'orientamento dei fedelissimi del Pdl era di puntare a Pierluigi Bersani a Palazzo Chigi per ottenere disco verde al Cavaliere verso il Colle. Ora, evidentemente, le fratture interne al Partito Democratico sono un piatto troppo ricco per non ficcarcisi manifestando un'aperta preferenza per il sindaco fiorentino. Resta da vedere, in caso di nuova campagna elettorale, se questi cinguettii non saranno destinati a diventare ruggiti.

Pichler Rolle e Kompatscher: divisi da Sel e finanziamento ai Comuni

Diversi campi per un derby che mette sul tavolo tutte le questioni delicate dell’Alto Adige del futuro e che appiana anche molte differenze. Elmar Pichler Rolle e Arno Kompatscher stanno spendendo questi gionri in continui faccia a faccia con vari cambi di scenario. Oggi è la volta delle pagine del Corriere dell’Alto Adige, dova dal taccuino di Marco Angelucci emergono programmi e orientamento a sette giorni dal voto delle primarie che stabilirà il capolista alle prossime Provinciali. Per la verità tra i due le differenze non sono poi così marcate, il che non è poi così inusuale per due appartenenti al medesimo partito. Sfumature, per esempio, sulla vicenda Sel dove Kompatscher tifa forte per una soluzione extragiudiziale tra i tanti soggetti pubblici e Pichler Rolle, invece, presenta subito il conto all’attuale presidente e giunta chiamati a trovare subito una soluzione. Di fatto, essendo assessore, prende già in mano la questione senza procrastinare. Sul futuro affidamento ai Comuni della partita energia Kompatscher, date anche le sue origini, è più convinto per una soluzione radicale, mentre l’ex Obmann si limita ad auspicare una separazione dei ruoli tra giocatore e arbitro. Differenze anche tra le priorità: il presidente del Consorzio dei Comuni cercherà subito di allargare i cordoni della democrazia partecipata, mentre Pichler Rolle si focalizza sulla costituzione di una Consulta che entro il 2014 pensi a un nuovo Statuto. Tasto che scotta è anche il finanziamento ai Comuni, se non altro perché la nuova spartizione porta anche la firma del sindaco di Fiè. “Stiamo lavorando a una revisione – le sue parole – ma è un lavoro partito prima di me”. L’assessore all’energia, dal canto suo, rivela tutto il suo essere bolzanino in un laconico “Bolzano ha pesi da sopportare che sono anche difficili da misurare”. Convergenza, infine, sul limite dei mandati per la carica di Landeshauptmann: il tempo dei regni decennali pare tramontare.

Lillo, mozione per parlare di sicurezza in Consiglio

Si fa presto a dire telecamere, ma la questione sicurezza va analizzata ad ampio spettro. Enrico Lillo, consigliere comunale del Pdl, all'indomani della costituzione del Comitato per la Sicurezza Cittadini spiega una sua mozione urgente presentata in consiglio comunale. Dalla prevenzione alla punizione il documento è molto articolato e, nelle intenzioni, dovrebbe trasformarsi in aula nella vera resa dei conti su un tema che si è fatto sempre più delicato. "Non vogliamo parlare solo di telecamere - spiega - ma anche affrontare l'aspetto dell'educazione e del senso civico. Nelle scuole, per esempio, molto si può ancora fare". Il sindaco, dal canto suo, ha già chiarito come la città sia già sufficientemente monitorata e come l'orientamento della maggioranza sia di concentrarsi maggiormente su educazione e prevenzione. Una sintesi, comunque, sembra si possa trovare. A patto che non abbiano meglio le logiche di spartizione politica.




mercoledì 10 aprile 2013

Il cane Vagon ferma trafficante di droga

Tutto merito del fiuto di “Vagon”che per primo si è accorto che qualcosa non quadrava nello zainetto trasportato da un cittadino algerino di 35 anni. E’ iniziata così l’operazione dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza nella stazione di Bolzano che ha portato all’arresto per droga dell’uomo nordafricano. Appena sceso dal convoglio, infatti, è stato subito oggetto di una particolare attenzione e nervosismo da parte del cane. Una reazione che ha allarmato l’algerino che è prontamente scappato di corsa abbandonando la zainetto e fuggendo per le vie del Centro cittadino. Un inseguimento a piedi che non ha fiaccato gli uomini della Fiamme Gialle e che si è concluso con la cattura del trentacinquenne. Dentro lo zaino oltre tre chili di hashish confezionati in sei panetti e 2.200 euro probabile provento di spaccio. Non pago il trafficante è stato trovato in possesso di documenti d’identità falsi ed è stato tratto nella Casa Circondariale di via Dante

Auto incendiata nella notte: escluso il dolo

Intervento nella tarda serata di ieri per i vigili del fuoco del corpo permanente di Bolzano. Intorno alle 23, infatti, una Alfa Romeo ha preso fuoco mentre stava transitando in via Achille Grandi a Bolzano. Il conducente ha lanciato l’allarme e immediato è arrivato il soccorso dei pompieri che hanno domato le fiamme. Da escludere, data la dinamica, qualsiasi ipotesi dolosa: molto più plausibile un malfunzionamento tecnico della vettura.

lunedì 8 aprile 2013

Pulizie in casa di riposo: é valzer di cifre

Un valzer di cifre, un balletto di numeri da cui, però, non si capisce quale sia la partenza. In mezzo il destino di un centinaio di addetti alle pulizie in quota alle aziende Mebo Coop eed Euro&Promos oltre alle condizioni di assistenza di migliaia di persone nelle case di riposo. Stamattina è andato in scena l’incontro in Comune tra il sindaco Luigi Spagnolli, l’assessore al sociale Mauro Randi e il rappresentante della commissione competente Guido Margheri con i delegati Cgil Cinzia Turello ed Alfred Ebner. Un confrotno che sulla sponda sindacale ha lasciato più fumo che certezze.

“Secondo il bando ufficiale – spiega Cinzia Turello della Filacams Cgil – la base di partenza sarebbe di 88.000 ore, ma si è passati a parlare di 140.000 e della sua metà a 67.000. Ora, queste ore in più da dove saltano fuori? Chi le ha mai fatte? Noi non possiamo nemmeno ipotizzare un monte ore perché le aziende non ci mostrano i contratti e il Comune ci mette sul tavolo cifre confuse”. E ora quali saranno le prospettive? “La verità è che non lo sappiamo e non lo sapremo finchè non riusciranno a garantirci un quadro preciso. Al momento siamo semplicemente sbigottiti e speriamo vivamente che gli utenti e i loro famigliari che andranno incontro a un servizio scadente se la prendano con i veri responsabili. Non è giusto che siano i lavoratori, poi, a sentirsi le reprimende di scelte che invece sono squisitamente dirigenziali”.
Domani, intanto, l’incontro tra la Cgil e le aziende, ma le perplessità attorno alla vicenda cominciano ad essere troppe. Nei tagli, insomma, non si sa da che punto si parta e si intuisce appena quello dove si vuole arrivare. Si naviga nel buio su una barca che ospita centinaia di famiglie.

Inceneritore: "Quale futuro per la gestione della nuova struttura?"

Un punto di domanda grande come il nuovo inceneritore e che pesa sul futuro di trentotto famiglie bolzanine. I lavoratori di Ecocenter in forza al vecchio impianto chiedono alla politica, sostenuti dalla Cisl, di gettare un fascio di luce su quel che sarà il futuro loro è della struttura. A dicembre, infatti, è segnata la dead line della loro gestione con un bivio: da una parte la conferma e la prosecuzione del lavoro, dall'altra la gara d'appalto internazionale con tutti i rischi del caso.

“La nostra non è una protesta – chiarisce Maurizio Albrigo della Cisl – ma solo una richiesta di chiarezza. Sei mesi non sono un lasso di tempo così lungo per la politica e questi lavoratori hanno il diritto di sapere. La continuità, chiaramente, sarebbe la soluzione più gradita e con meno incognite, mentre il bando aprirebbe anche la pericolosa porta dei privati”. Le conseguenze, secondo Albrigo, sono facilmente immaginabili: “Nessuna garanzia di occupazione, possibilità di tagli nel personale e qualità da verificare. Qui possiamo contare su un’esperienza e una professionalità decennale, ma nessuno ci assicura che sia altrettanto anche da chi, per esempio, potrebbe arrivare da molto lontano. Ricordiamoci che l’inceneritore è una struttura delicata nell’economia di tutta la città di Bolzano: questi lavoratori sono bolzanini e chiaramente hanno a cuore l’interesse della nostra città. Non è un mistero, infine, che certi bandi facciano gola a moltissimi competitor: lo vediamo in svariati esempi analoghi in Italia e non”.
Sei mesi sotto certi aspetto sono uno schioccar di dita e a Natale si fa presto ad arrivare. Meglio evitare che sia bollente.

giovedì 4 aprile 2013

Gallo: "Così riformerei le Circoscrizioni"

È' l'anno zero delle Circoscrizioni. Nei prossimi mesi il Comune dovrà decidere se e come mantenerli e stabilire vari fattori affatto secondari: numero di consiglieri, costi, competenze e composizione. L'assessore competente Luigi Gallo propone la sua ricetta andando in contrapposizione con quanto promosso dal sindaco Luigi Spagnolli che vedrebbe di buon occhio un semplice reclutamento tra le fila del consiglio comunale.

“Non mi piace molto l’idea di incaricare consiglieri comunali che già hanno i loro compiti. Va preservata anzitutto la capacità di penetrazione territoriale che hanno le Circoscrizioni. Non penso si tratti di una questione di maggiori competenze gestionali dato che già esistono gli uffici comunali che svolgono al meglio questi compiti”. Anche il discorso sui costi parrebbe, in realtà, meno complesso del previsto. “Parliamo di 70.000 euro l’anno e 30 euro di gettone a seduta per consigliere. Va bene che l’asticella del populismo si è alzata e che in periodo di crisi si può analizzare qualsiasi spesa, ma non parliamo di esborsi pesanti. Sarebbe bello, invece, che le Circoscrizioni potessero continuare ad esercitare il ruolo di palestra, anche e soprattutto per i giovani, che hanno sempre avuto”.
Gallo vuole chiudere entro l'estate, ma ci sarà un ulteriore aspetto da considerare: la suddivisione per zone. Da capire, insomma, non solo se le Circoscrizioni salveranno la faccia, ma anche quale faccia avranno.

Urzì consegna le firme per la sicurezza a Don Bosco, sindaco assente

Don Bosco si sente insicura e ci ha messo la firma. Questo almeno il messaggio che Alessandro Urzì e Alto Adige nel Cuore hanno voluto consegnare al Comune di Bolzano assieme alle 184 firme raccolte nel referendum artigianale condotto in via Parma nei giorni scorsi. Note le soluzioni caldeggiate dal Movimento, a cominciare dalle telecamere. A ritirare il plico le dipendenti della segreteria data l'assenza del sindaco Luigi Spagnolli.

“Abbiamo semplicemente fatto da connettore tra le istituzioni e i cittadini – le parole di Urzì – registrando le loro perplessità e la loro grande voglia di misure come la videosorveglianza. Speravamo di parlarne direttamente con la massima autorità cittadina, ma purtroppo è assente. Lo stesso questore, comunque, in passato ha sottolineato come la situazione, in riferimento allo spaccio, sia da valutare con la massima attenzione”.
Il primo cittadino, dal canto suo, ha declinato la possibilità di rispondere direttamente al microfono, ma ha inviato un messaggio personale ad Alessandro Urzì. Nel testo l'impegno ad esaminare il documento, ma anche l'appunto istituzionale della necessità del movimento di presentarsi prima in Circoscrizione. Resta in sospeso il se e cosa sia necessario alla sicurezza di Don Bosco.

Gli enigmi di Varna, tra coincidenza e scelta

Una rogatoria internazionale per cercare di capire qualcosa in più di un delitto dove coincidenza  e scelta si compenetrano e confondono. Il corpo ritrovato a Varna dell’immobiliarista ceco 72enne Petru Vlachovi continua a portare con sé troppi enigmi, tanto che il procuratore Daniela Pol ha chiesto una rogatoria internazionale per poter interrogare tutti e cinque i componenti della banda ceca protagonisti dell’omicidio. Da chiarire, per esempio, perché il tutto sia avvenuto proprio a Varna in un punto ben specifico della strada adeguatamente nascosto. Coincidenza nel ritrovarsi sul percorso oppure scelta seguita dalla conoscenza del territorio di qualche componente che già aveva frequentato l’Alto Adige, magari come lavoratore occasionale? Per quale motivo freddare Vlachovi che apparentemente non aveva alcun rapporto con le ombre della malavita? Il movente, infatti, rimane un altro enigma che di fisso ha solo l’elemento del denaro e tutto il resto è variabile. Intanto l’unica certezza è che sulla salma, ancora all’ospedale di Bolzano, non verrà effettuata alcuna autopsia tanto sono chiari i fori d’entrata e uscita. Tutto il resto rimane sospeso tra scelta e coincidenza.

Tris di delegati per il voto del Colle: è valzer di nomi

Un tris con il pesante mandato di mettere il proprio voto per il prossimo Capo dello Stato. Martedì prossimo il consiglio regionale è chiamato a scegliere i propri rappresentanti per l’elezione del Presidente della Repubblica. La carica del Colle, infatti, viene affidate dalle Camere congiunte ma anche da 58 delegati territoriali, tre per regione. In tutto 1007 voti di cui nei primi due scrutini sarà necessaria la maggioranza dei due terzi (672) e dal quarto quella assoluta (504). La prassi, come spiega Marco Angelucci sul Corriere dell’Alto Adige, sarebbe quella di inviare a Roma il presidente del consiglio regionale, il vice e il rappresentante dell’opposizione nell’ufficio presidenza. Il rapporto è di due rappresentanti della maggioranza e uno della minoranza. Tutte, però, regole non scritte e gentlement agreement che non possono dare per scontato un terzetto che così ragionando sarebbe composto da Rosa Thaler Zelger, il trentino Marco De Paoli e Donato Seppi. Il presidente del consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti, infatti, ha proposto una compagnia formata sempre da Thaler Zelger, ma accompagnata anche dai due presidenti del consiglio provinciali ovvero lui stesso e Maurizio Vezzali. Alessandro Urzì, dal canto suo, chiede che per il ruolo di rappresentante dell’opposizione si tenga conto del numero di preferenze e la stessa leghista Franca Penasa si concederebbe volentieri un viaggio sotto il Cupolone. C’è da stare certi, inoltre, che Seppi non mollerà facilmente la presa ora che il valzer toccherebbe a lui. Intanto continua  ad impazzare il toto nome per il Colle: Bonino, Marini, Prodi, D’Alema, Amato. Ciascuno ha il suo. Il solito stucchevole teatrino delle marionette che sembra sempre dimenticare che dietro al palco ci sono le chiavi del Paese.

mercoledì 3 aprile 2013

Malossini: "Ferretti nella storia"

Un personaggio che ha scritto sulla pergamena della storia altoatesina e che in questi giorni raccoglie i saluti affettuosi. La camera ardente di Remo Ferretti allestita oggi e domani nella Sala di Rappresentanza del Comune raccoglie importanti testimonianze di chi ha trascorso importanti pezzi di storia umana e politica con lui come il presidente della Commissione dei Dodici Mario Malossini: "Ha contribuito ad avvicinare Bolzano e Trento ed è stato fondamentale nella concretizzazione del Secondo Statuto" Camera ardente anche domani, mentre il funerale è in programma venerdì alle 14 alla chiesa di Gries




martedì 2 aprile 2013

Istanbul, la magia dei minareti al profumo di barbecue

Il volo Turkish Airlines da Venezia a Istanbul

VOLO
Abbiamo viaggiato con Turkish Airlines da Venezia a Istanbul Atatȕrk e di certo non possiamo che esserne soddisfatti. Il giudizio non è perfetto a causa di una mezz’ora di ritardo sia all’andata che al ritorno, ma sulla qualità del volo nulla da eccepire. Cibo decisamente sopra gli standard del settore e al ritorno anche la possibilità di scegliere film, musica e quant’altro con il proprio schermo personale. La tratta, inoltre, dura due ore e mezza, quindi non è affatto lunga. Attenzione, poi, a buttare l’occhio dal finestrino perché se siete fortunati vi ritroverete dal lato che vi permetterà di ammirare dall’alto o la splendida laguna veneziana o il Sulthanamet con i suoi minareti (un lato vede una cosa l’altro l’altra).

AEROPORTO ATATŰRK
L’aeroporto è bello, funzionale, decisamente grande e ben servito. Una volta arrivati dipende dove siete diretti: per Sulthanamet si prende il tram o il metrò, per piazza Taksim, come noi, parte ogni mezz’ora un pullman della compagnia Havatas che porta nel cuore della piazza a 10 lire turche per persona (circa 5 euro).Vi dicono che lo spostamento dura  40 minuti, ma fate i calcoli con il traffico di Istanbul e calcolate almeno un’ora.

La stanza del Ramada Plaza Hotel
RAMADA PLAZA HOTEL
Questo albergo è splendido, noi abbiamo avuto la fortuna di un “upgrade” di camera da standard a superior e, di fatto, avevamo un piccolo appartamentino con tanto di casse della televisione in bagno e altre mille piccole sorprese. Non avevamo la colazione, ma francamente non c’è mai mancata: l’albergo omaggia l’acqua naturale, un bollitore e le bustine di the, caffè e quant’altro. Basta comprarsi due biscotti al discount nella strada che incrocia (esattamente dopo il supermercato normale) e il gioco è fatto. L’ubicazione è forse l’aspetto più delicato perché non è a Sulthanamet, ma a Niskisi ovvero dall’altra parte del ponte. In soldoni significa che per arrivare alla fermata Eminonu del Sulthanamet dovete prendere il bus 74 (mezz’ora l’andata, circa un’ora al ritorno per percorso e traffico) oppure la metro per Taksim, la funicolare per Kabatas e poi il tram che entra a Dilvan, cuore del Sulthanamet (più rapido, ma costa il triplo perché ognuna delle tre tappe va pagata. Tre lire turche il gettone singolo, due se ci si dota della “Istanbul Card”al costo di 7 lire turche e utilizzabile anche da più persone). La fermata del metro dell’albergo è Osmanbey (ci si arriva da Taksim), quella del bus Pangalti.


La Basilica Cisterna
LA BASILICA CISTERNA
La basilica cisterna è spettacolare: un’infilata di colonne nella penombra rese suggestive dai giochi di luce e dall’acqua. L’ingresso costa 10 lire turche e non spaventatevi se vedete coda all’ingresso: è rapida a smaltirsi e di sotto lo spazio è ampio. Perdetevi ad ammirare le  atmosfere, ma anche le enormi carpe che nuotano. Bello, poi, affrontare il mistero delle teste di Medusa che sorreggono solo due colonne delle centinaia. Perché questa scelta? Perché storte?



L'interno di Santa Sofia
 AYA SOFIA
Dentro vale molto più che fuori, anche se già lo spettacolo esterno è di quelli da mozzare il fiato. Anche qui il discorso fila vale come sopra, ovvero non fatevi spaventare perché non si attende molto. All’interno la cupola, i mosaici e le opere artistiche di ogni angolo sapranno sorprendervi. Perdetevi nel particolare e nella sintesi delle due religioni che qui trova il suo culmine. All’interno ci sono le audioguide, ma se vi dotate di tempo e di una buona guida cartacea potete gustarvela con i vostri tempi. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e chiaramente non si tratta più di una moschea consacrata, quindi per l’accesso non sono previste particolari indicazioni.

La cupola di Kucuk Aya Sofia
KUCUK AYA SOFIA
Non è una delle mete tradizionali, ma data la vicinanza con il Sulthanamet e la sua bellezza il vivo consiglio è di visitarla. Si tratta, in sostanza, della piccola Santa Sofia ovvero la vera e propria prova per la grande Aya Sofia, sempre realizzata da Giustiniano. Le vicissitudini storiche la rendono la perfetta simbiosi tra Islam e cristianesimo. Sia chiaro, si tratta di una moschea a tutti gli effetti ma i segni della sua origine sono del tutto evidenti. Soprattutto nelle colonne e nei capitelli si nota il tocco artistico e architettonico che differenzia Kucuk Aya Sofia dalle altre moschee che, per precetti e tradizione, tendono sempre a seguire un certo standard.



La moschea blu in tutto il suo splendore
MOSCHEA BLU
Qui, invece, l’esterno vale più che l’interno. L’architettura è fantastica e rapisce gli occhi. Consigliamo di mettersi nello spazio verde che intercorre tra la moschea blu e Aya Sofia e gustarsi tutta la bellezza del momento, meglio ancora se baciati dal sole. Particolarmente emozionante, inoltre, trovarsi in questo posto carico di magia, spiritualità e bellezza durante il canto in arrivo dai minareti. Noi lo abbiamo ascoltato alle 12.20, ma si ripete più volte al giorno. All’interno di questa moschea (che si chiama Sulthan Ahmet Camì dato che moschea blu è solo il nome turistico) affascina per il numero di piastrelle blu, ma l’enorme carico turistico e il grande afflusso le hanno un poco portato via quel fascino spirituale. Se volete prendere in faccia l’Islam arriveremo con qualche consiglio buono più avanti. Lo spettacolo dei sei minareti esterni, comunque, è eccezionale.


Un banco al bazar delle spezie
GRAN BAZAR E BAZAR DELLE SPEZIE
Si tratta dei mercati più suggestivi per colori e tradizione. Bisogna andare a vederli e si può anche spuntare concretamente qualche buon affare. I turchi sono abili venditori, ma non particolarmente insistenti, quindi se individuate qualcosa non fatevi prendere di sorpresa e guardate un po’ di prezzi in giro prima di scegliere dove andare e come contrattare. Non esagerate nel “tirare” il prezzo perché il commerciante turco molla la presa e non insegue fino allo sfinimento come invece può capitare in Egitto. Il bazar delle spezie, invece, merita per profumo e colori, ma è sempre molto pieno di gente. Il consiglio è di visitarlo nelle prime ore del mattino quando è assolutamente più vivibile. Quasi tutte le strade del quartiere centrale, in ogni caso, hanno una spiccatissima anima commerciale.


Veduta sul Bosforo
BOSFORO
Noi non abbiamo fatto la classica crociera con fermate imposte e percorso scelto dalle tante compagnie che lo offrono, ma abbiamo semplicemente usato il battello come mezzo di trasporto pubblico ed è veramente la scelta migliore. Se la giornata è soleggiata la tratta Eminonu-Eyȕp garantisce di vedere tutta la lingua di coste e mare in grande tranquillità e bellezza. Il costo è quello dei mezzi pubblici (3 lire turche, due con la Istanbul Card), il battello del tutto simile a quello delle crociere e, in più, avrete anche la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con chi Istanbul la abita e la vive.

In preghiera a Eyup
EYŰP
Ecco, se volete davvero respirare l’Islam turco la meta da cerchiare di rosso è questa. La moschea di questo quartiere (Eyȕp Sultan Camì) è la quarta per importanza di tutto il mondo musulmano. Per dire: vale la cattolica Lourdes. Qui convergono decine di islamici per pregare tutti insieme e rendere omaggio ai resti di un fido amico del profeta Maometto. Si tratta di attimi carichi di importanza e spiritualità per i credenti tanto da essere destinazione dei pellegrinaggi. Ovviamente per entrare è necessario levarsi le scarpe e le donne coprirsi con un foulard. Lungo tutta la collina che sormonta la moschea si trovano le tombe di musulmani illustri, anche recenti, e una splendida vista sul Corno d’Oro. Una gita che vale la pena mettere in preventivo. Da Eminonu in battello sono 40 minuti di viaggio.


L'architettura del palazzo Topkapi
PALAZZO TOPKAPI
Il Palazzo è notissimo e le architetture sono davvero fantastiche. Nelle stanze sono presenti diversi pezzi museali pregiati e di grandissimo interesse. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e attenzione che alle 17 chiude e le cose da vedere moltissime. Calcolate almeno mezza giornata forse più per vederlo in buona parte e il consiglio è di scegliere prima su cosa soffermarsi. Il consiglio personale è di non perdersi la sezione dei gioielli e delle armi, ma di fare tranquillamente a meno della coda davanti alla stanza che ospita alcune reliquie di Maometto e della Kaaba. Delle urne si vede e intuisce poco o nulla. La spiritualità del tutto assente se confrontata all’intensità di Eyȕp, inoltre, la dice lunga anche sulla considerazione religiosa di questi reperti. Splendidi i giardini e alcune stanze.


Pescatori sul Bosforo
TAKSIM-SULTHANAMET
Da piazza Taksim alla moschea blu a piedi ci vogliono circa 45 minuti, ma molto piacevoli. Meglio avventurarcisi dopo qualche giorno in modo da conoscere alcune strade perché a Istanbul perdersi è molto facile: non sempre i nomi delle vie sono scritti in bella evidenza, la pianta è intricata e i nomi non proprio familiari. In ogni caso il tragitto è facile e permette di vedere insieme la rinomata Istiklal Caddesi, autentico crocevia del commercio e della modernità, lo splendido edificio del liceo Galatasaray (sì, quello dove è stata fondata la squadra di calcio), la torre e il ponte di Galata. La prima è sicuramente un bell’edificio genovese, ma nulla più. Il secondo, invece, con i suoi pescatori sul Bosforo e la sua vista vale sicuramente una passeggiata. Attenzione perché quando passano i tram il ponte ondeggia in modo molto evidente: noi, per dire, abbiamo addirittura pensato ci girasse fortissimo la testa tanta era l’oscillazione.


TRASPORTI
I trasporti di Istanbul funzionano: difficile aspettare a una fermata. Il problema, semmai, è il traffico per cui tratte anche brevi diventano temporalmente lunghe. Comprare subito la Istanbul Card è consigliabile: costa sette lire turche, ma ne fa risparmiare una a persona per ogni tratta e si può utilizzare per più persone contemporaneamente. Si ricarica semplicemente mettendo le banconote in una macchinetta e si acquista presso tutte le stazioni. Fate i vostri calcoli secondo quante tratte pensate di fare con i mezzi (tenendo presente che, a differenza dell’Italia dove esistono dei margini temporali della timbratura, a Istanbul ogni cambio di mezzo costa tariffa piena) e decidete. Ulteriore dettaglio: è anche un bel souvenir da portarsi indietro.


TRAFFICO
Leggerete prima di partire del proverbiale traffico di Istanbul, ma di certo un’idea si può avere solo vivendolo. E’ davvero impressionante, soprattutto dovuto alla enorme presenza di taxi e mezzi pubblici. Di certo la guida dei turchi non è svizzera ed è importante avere antenne belle dritte quando attraversate perché il fatto che ci siano delle strisce non implica che gli automobilisti si fermino. In più punti la circolazione si paralizza e si procede a passo di lumaca, ma dal punto di vista turistico può anche essere un’occasione per guardarsi intorno in quartieri meno di richiamo. In questo modo, per esempio, abbiamo più volte scoperto Besiktas e alcune zone di Galata.


Ricco piatto del locale Nfis
CIBO
Sfatiamo subito un mito: a Istanbul non si mangia particolarmente speziato, anzi. La cucina, per quanto riguarda la nostra esperienza, è ottima e a buon mercato a patto di essere un poco furbi. Altra considerazione preliminare: il kebab come lo intendiamo noi in realtà è il döner, nel panino döner durum. Ne esistono sempre di due tipi: agnello e pollo. Praticamente sempre i “rulli” sono in bella vista in vetrina: guardandoli avrete già un’indicazione importante. Se sono belli, infatti, la carne è solitamente proporzionalmente buona. Ci sono, poi, i piatti veri e propri dove a dominare sono sempre carne e verdure, il più delle volte grigliate. Istanbul, poi, profuma davvero di barbecue perché praticamente a ogni angolo qualcosa abbrustolisce: il più delle volte castagne e pannocchie. Quando vi trovate al Sulthanamet fate attenzione perché, come ogni posto turistico, nell’ordine vi spennano e vi propinano piatti di non eccelsa qualità. Tenete presente che con 52 lire turche nei ristoranti “normali” mangiate come dei sultani assoluti: fate le vostre comparazioni. Troverete anche una pizza turca (pida) che è di forma talvolta differente dalla nostra: è più unta, spessa, ma comunque buona. Menzione doverosa per un locale che si chiama “NFis”: fermata della metro Osmanbey, pochi passi in direzione opposta a piazza Taksim. Piatti giganteschi, carne squisita, grande disponibilità e atmosfera piacevole. Capitolo bevande: provate l’Ayran, uno yoghurt da bere con aggiunta di acqua e un pizzico di sale. Detto così mette un po’ di nausea, ma dopo qualche sorso lo troverete più che piacevole. Assolutamente da prendere, invece, l’acqua minerale aromatizzata alla mela: squisita e introvabile in Italia. Immancabile, invece, il the: il consiglio è di provare quello alla mela. Nonostante la massiccia presenza turistica, infine, i precetti musulmani vengono seguiti in modo rigoroso: praticamente impossibile trovare carne di maiale, molto difficile trovare alcolici e anche solo la birra nei ristoranti. Non solo, gli alcolici hanno tutti prezzi vertiginosi e vengono proposti solo in locali e negozi appositi. 
Alan Conti (foto mie e di Irene D'Agostino)