Medici di base (foto enpam.it) |
BOLZANO. Quello che ancora non son riusciti a fare l’Azienda Sanitaria e la Provincia potrebbe arrivare con il decreto Balduzzi sulla sanità pronto ad andare in Consiglio dei Ministri venerdì prossimo. La riorganizzazione territoriale dei medici di base, infatti, serve su un piatto d’argento quei maxi ambulatori che qualche settimane fa il direttore del dipartimento sanità Florian Zerzer aveva identificato come via d’uscita agli ingorghi negli ospedali e al pronto soccorso. Zerzer li chiamò “centri di servizio di cure primarie”, il decreto li nomina “strutture con forme organizzative multi professionali”, ma di fatto di tratta di ambulatori composti da 15-20 tra professionisti e medici di base capaci di garantire assistenza 24 ore su 24, compresi festivi e prefestivi. Previsto, per ogni singolo maxi-ambulatorio, un bacino di utenza tra le 20 e le 30mila persone. Non solo, attraverso le diverse specializzazioni questi centri disseminati sul territorio potranno rispondere alle prime emergenze e renderanno, col lavoro “in rete”, più ficcante e articolato il ruolo dei medici di base. Prevista anche la presenza degli infermieri, mentre centrale sarà la figura della guardia medica. In programma, inoltre, il potenziamento della medicina di iniziativa che consiste in avvisi periodici sulle visite di controllo da effettuare ai malati cronici: meccanismo che, in parte, è già adottato nella nostra provincia. In Alto Adige, comunque, potrebbe cambiare qualcosa per i 256 medici di base presenti sul territorio (in Trentino sono ben 397) che dovranno organizzarsi per accorparsi e infittire i rapporti di collaborazione. Per quanto riguarda la trasmissione delle informazioni, infine, Regioni e Province autonome dovranno cominciare a stralciare le classiche cartelle cliniche cartacee in favore di documenti informatici. Anche qui, in parte grazie alla nuova tessera sanitaria, l’Alto Adige parte un passo avanti.
Alan Conti
TCA ALTO ADIGE TV (Nell'edizione odierna del telegiornale)
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