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giovedì 2 febbraio 2012

Caldaro divisa sui campi dell'Alto Adige


Trasloco in vista per l'Alto Adige?
Squadra di calcio accolta con freddezza da chi non vuole si tocchi il bosco. Entusiasmo da parte degli esercenti che colgono nuove opportunità: "Finalmente non si parla solo di Lago".

CALDARO. Attrazione turistica, tutela del bosco e finanziamento totalmente provinciale: sono questi i tre poli che determinano le varie posizioni di residenti ed esercenti di Caldaro sulla discussa costruzione dei campi di allenamento dell’Alto Adige in paese. Un’opera da tre milioni di euro che tra due settimane passerà per lo sbarramento dello studio di fattibilità e su cui pende la spada di Damocle di possibili eccedenze rispetto al progetto. Caldaro tiene il fiato sospeso e, tra curiosità e perplessità, si spacca.
 "L’importante è che il Comune non debba tirare fuori un soldo – rompe il ghiaccio Waltrude Crepaz – perché si tratta di un lavoro di interesse provinciale". Andreas Morandell, titolare del “Rottenburgerkeller", è assai più possibilista: "Si tratta di un’opportunità, quindi credo sia doveroso crederci e sostenerla. Non può essere quel poco bosco a rischio a costituire un problema per un intervento di rilancio che Caldaro attende da parecchio. In passato si era parlato di piscina coperta e campi da golf e non se n’è mai fatto nulla: ora che si intende investire anche al di fuori della zona lago dovremmo essere contenti". Senza dubbi anche Erika Putzer: "Ho due nipoti che giocano a calcio, ben vengano le nuove strutture". Seduto al tavolo di un bar incontriamo l’ex sindaco Hermann Sölva in compagnia della moglie Martha. "Il calcio nella nostra comunità – dicono – ha sempre rivestito un ruolo di grande importanza sociale. La nostra società calcistica vanta un’importante collaborazione con l’Fc Alto Adige e la vicinanza dei campi di allenamento permetterebbe delle buone prospettive per i nostri giovani. Necessario, però, mantenere ben divise le titolarità altrimenti si rischiano futuri litigi gestionali e incomprensioni. Attendiamo, comunque, anche una bella piscina coperta". Diametralmente opposta la visione di Giampietro Lazzarin: "Abbiamo un bellissimo centro e un paesaggio da conservare. Non sono assolutamente d’accordo nel danneggiare una porzione di bosco. La zona del lago è già molto turistica: non c’è motivo di modificare altro". Robert Roschatt è titolare dell’omonimo salone da parrucchiere e rappresenta il più classico dei termometri negli umori della gente. "I compaesani si lamentano molto perché hanno timore si rovini l’ambiente. Dall’altra, però, c’è chi non vorrebbe perdere una simile opportunità: ci si confronta. Personalmente sono abbastanza indifferente, più che altro nutro curiosità di vedere il progetto definitivo". Radicale la posizione di Dora Wierer: "Il bosco non si deve toccare perché queste sono strutture che continuano a espandersi e pretendere di più". Tranchant pure Martin Morandell: "Se paga tutto la Provincia e il Comune non deve scucire un euro per me va bene". Più articolata, invece, la riflessione di Peter Von Hellberg, presidente dell’Associazione Tutela Ambiente e Cultura di Appiano. "Non possiamo piegare tutto al dio denaro perché si rischia di vendersi per una merenda. Il nostro bosco va difeso. Mi risulta, oltretutto, che l’Fc Alto Adige abbia un deficit di un milione di euro e una media spettatori di circa 200 persone: quanto è solido il futuro della società e come si può parlare di capacità di attrazione di un campo di allenamento con questi numeri?". Spostandosi verso “Weinhaus”, infine, la prospettiva torna a farsi possibilista nelle parole della titolare Petra Stich e della dipendente Elisabetta Goicovic: "Dobbiamo essere sinceri e ammettere che quella porzione di bosco non è certo meravigliosa e incontaminata. Tanto vale, quindi, aprirsi a una nuova opportunità che possa aumentare la visibilità di Caldaro in generale. Non è bello nemmeno sentire tante distinzioni tra il paese e la zona lago perché siamo tutti sullo stesso territorio e, anziché competizione, dovrebbero esserci supporto e collaborazione continua". Pari e palla al centro, ora il fischio finale spetta a tecnici e politica.
Alan Conti

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