L'immagine simbolo del gruppo Fb |
Sul social network nasce un gruppo in difesa della statua nella piazza centrale. Un tempo fontana e luogo di sosta, oggi vittima di bancarelle e fioriere.
BOLZANO. Riconsegnare Walther von der Vogelweide al suo semplice destino di fontana. E’ questa l’idea che sta alla base del neonato gruppo “Free Walther” creato su Facebook dalla bolzanina Federica Cumer. Una pagina tra il serio e il faceto che, effettivamente, si pone il problema di un simbolo della città ridotto sempre più a comparsa in funzione di qualche altra manifestazione. Eccolo, per esempio, fare da valletto a centinaia di zucche per l’omonima festa o ridursi a punto di riferimento per un pascolo di pecore blu, per non parlare del contorno di speck, birre o del giardinetto che ormai la divide perennemente dalla popolazione. Non è passato tanto tempo, infatti, da quando ai piedi del Walther ci si poteva sedere o, con un po’ di coraggio, dissetare nell’arsura estiva bevendo l’acqua zampillante da alcune delle bocche della statua. Oggi il massimo dell’onore concesso al Minnesänger più famoso della città è una costosissima replica da realizzare nel nuovo rione di Casanova.
Emblematici, comunque, gli ancora pochi documenti raccolti sulla pagina del social network aperta dall’appello della fondatrice Cumer: "Liberate Walther. Si sente così solo". Seguono una serie di scatti che ritraggono la statua della piazza centrale nel suo percorso da monumento avvicinabile a bunker di vario genere. Spunta, per esempio, la “rosa” di bancarelle che attorniano Walther seguendo la disposizione del Mercatino di Natale in voga ormai da qualche anno. "Prigioniero. Nessuno si può avvicinare" la didascalia tranchant di Federica Cumer per un monumento che in dicembre è possibile percepire nella sua interezza solo con un’improbabile visita dai tetti della piazza. Altri due scatti sono riservati al giardino abituale che “tutela” Walther da possibili vandalismi in assenza di particolari feste e a una cornice delle immancabili zucche autunnali.
Nonostante il forte senso di umorismo e il divertimento nell’attendere gli scatti dei bolzanini con il “poeta imprigionato”, la pagina si riallaccia a una polemica mai sopita attorno al salotto buono del Centro. In molti, tra cittadini ed esercenti, hanno espresso in passato il desiderio di rendere piazza Walther meno simile a un padiglione fieristico, dove si susseguono decine di manifestazioni, alcune delle quali dal ritorno di immagine quantomeno discutibile. Il tutto senza considerare che a pochi metri di distanza, con piazza Domenicani come primo esempio, c’è chi farebbe carte false per ospitare qualcuna di queste iniziative. La sintesi più efficace, quindi, arriva dal commento lasciato da Ferruccio Cumer: "Aderite al gruppo Free Walther come liberazione della piazza dalle piazzate". Ridiamo, ma non troppo.
Alan Conti
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