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venerdì 10 febbraio 2012

In trecento in fila alle 3: è febbre da Colonia


La Colonia di Cesenatico gestita dalla Fondazione Odar

Notte al ghiaccio per iscrivere bambini e ragazzi alle ferie di Cesenatico organizzate dall'Odar. La responsabile Galli: "E' così da 50 anni, ci vuole meno ansia". Manca, però, il servizio di iscrizione on-line

BOLZANO. Trecento persone in fila in via Cassa di Risparmio alle 3 di una notte tra le più rigide dell’anno. Sembra incredibile eppure è lo scenario che tra giovedì e venerdì ha coinvolto le famiglie desiderose di iscrivere i propri figli alla nota Colonia 12 Stelle di Cesenatico. Colonnina di mercurio di sei o sette gradini sotto lo zero e ragazzi con mamma e papà davanti al portone: una situazione paradossale figlia della scarsa disponibilità di posti per adolescenti in alcuni turni particolarmente quotati, dell’apprensione generale di alcune famiglie e, non ultimo, della mancanza di un servizio di iscrizione on-line. Un posto al sole della Romagna tra il 26 luglio e il 10 agosto, dunque, vale una notte all’addiaccio e un raffreddore pressochè assicurato. Una scena che, secondo i vertici Odar, si ripete ogni anno, ma che con simili proporzioni è forse un ulteriore specchio di una crisi che impone alle famiglie di sfruttare formule di vacanze low cost per i propri figli.
 Il vero bandolo della matassa, però, sembra essere legato agli adolescenti maschi: per i nati tra il ’97 e il ’98, infatti, l’Odar prevede per tutta la provincia 20 posti per turno, un totale di 80 su quattro turni. Una miseria che ha però motivazioni di ordine pedagogico e disciplinare. La corsa al turno migliore, quindi, genera la presenza di alcuni ragazzini fin dalle 3 del mattino, ma l’incredibile numero di 300 persone si tocca anche per una sorta di psicosi diffusa. Si teme, infatti, di perdere pure i posti per tutte le altre età, eventualità categoricamente smentita dalla Fondazione che gestisce la Colonia. Oltre a questo, però, qualche bolzanino mette il dito su una certa carenza tecnologica della Caritas. "Mi chiedo come sia possibile – dichiara Carlo Benvenuti, in coda dalle 5 – che nell’era dell’ipertecnologia non si sia in grado di prevedere a un sistema di iscrizione on-line alla Colonia. E’ incomprensibile stare in coda in piena notte nei giorni più freddi dell’anno perché ci troviamo di fronte a un sistema inadeguato ai tempi moderni. Evidentemente la Colonia, oltre alla struttura e all’organizzazione della giornata, ha mantenuto anche i metodi di iscrizione del Ventennio nella quale è nata. Se intende continuare in questo modo, consiglio all’Odar di distribuire perlomeno piatti caldi e coperte ai suoi clienti".
 Pronta la replica della responsabile Odar Lucia Galli. "E’ dagli anni ’50 che ogni volta si verifica questa situazione durante il primo giorno di iscrizioni, ma non dipende dalla nostra volontà. Non riusciamo a predisporre l’iscrizione on-line semplicemente perché non troviamo un contenitore adatto. Non solo, i genitori non scelgono sempre in maniera definitiva il turno, quindi diventerebbe molto complesso gestire le varie opzioni o le modifiche". Obbligare da subito le famiglie a una scelta definitiva potrebbe essere una soluzione, ma rimane l’esigua offerta per gli adolescenti maschi. "Qualche anno fa prevedevamo un turno interamente dedicato da 80 posti, poi abbiamo deciso di spalmarli in 4 tornate. Sappiamo tutti che concentrare troppi ragazzi di quell’età può crearci dei problemi di ordine disciplinare, quindi riteniamo si tratti del massimo della quota controllabile. Le femmine, invece, possono ambire a 40 posti e i bambini completano le 280 iscrizioni di ogni turno". Se i numeri non mentono, però, ci sono anche queste categorie a rimpinguare la fila notturna: "Esatto, ma qui entriamo nel campo dell’apprensione delle famiglie. Per gli adolescenti è indubbia la necessità di essere tra i primi, ma gli altri sanno perfettamente di poter aspettare eppure hanno comunque timore di non trovare spazio. Così si spiega la fila mattutina e le “staffette” tra i ragazzi che tengono il posto poi vanno a scuola e i genitori che li sostituiscono. Noi, comunque, avevamo avvertito le famiglie dei bambini di non farsi prendere dalla fretta". Dopo 50 anni, però, è il caso di studiare un sistema alternativo. Sempre che i contributi pubblici non condannino la Colonia. "Questo lo smentisco categoricamente – chiude Galli – perché non è vero che le nostre attività dipendono dai finanziamenti. Anzi, sarebbe grave il contrario. Posso assicurare che non dipendiamo esclusivamente dalla mano pubblica".
Alan Conti 

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