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martedì 2 aprile 2013

Istanbul, la magia dei minareti al profumo di barbecue

Il volo Turkish Airlines da Venezia a Istanbul

VOLO
Abbiamo viaggiato con Turkish Airlines da Venezia a Istanbul Atatȕrk e di certo non possiamo che esserne soddisfatti. Il giudizio non è perfetto a causa di una mezz’ora di ritardo sia all’andata che al ritorno, ma sulla qualità del volo nulla da eccepire. Cibo decisamente sopra gli standard del settore e al ritorno anche la possibilità di scegliere film, musica e quant’altro con il proprio schermo personale. La tratta, inoltre, dura due ore e mezza, quindi non è affatto lunga. Attenzione, poi, a buttare l’occhio dal finestrino perché se siete fortunati vi ritroverete dal lato che vi permetterà di ammirare dall’alto o la splendida laguna veneziana o il Sulthanamet con i suoi minareti (un lato vede una cosa l’altro l’altra).

AEROPORTO ATATŰRK
L’aeroporto è bello, funzionale, decisamente grande e ben servito. Una volta arrivati dipende dove siete diretti: per Sulthanamet si prende il tram o il metrò, per piazza Taksim, come noi, parte ogni mezz’ora un pullman della compagnia Havatas che porta nel cuore della piazza a 10 lire turche per persona (circa 5 euro).Vi dicono che lo spostamento dura  40 minuti, ma fate i calcoli con il traffico di Istanbul e calcolate almeno un’ora.

La stanza del Ramada Plaza Hotel
RAMADA PLAZA HOTEL
Questo albergo è splendido, noi abbiamo avuto la fortuna di un “upgrade” di camera da standard a superior e, di fatto, avevamo un piccolo appartamentino con tanto di casse della televisione in bagno e altre mille piccole sorprese. Non avevamo la colazione, ma francamente non c’è mai mancata: l’albergo omaggia l’acqua naturale, un bollitore e le bustine di the, caffè e quant’altro. Basta comprarsi due biscotti al discount nella strada che incrocia (esattamente dopo il supermercato normale) e il gioco è fatto. L’ubicazione è forse l’aspetto più delicato perché non è a Sulthanamet, ma a Niskisi ovvero dall’altra parte del ponte. In soldoni significa che per arrivare alla fermata Eminonu del Sulthanamet dovete prendere il bus 74 (mezz’ora l’andata, circa un’ora al ritorno per percorso e traffico) oppure la metro per Taksim, la funicolare per Kabatas e poi il tram che entra a Dilvan, cuore del Sulthanamet (più rapido, ma costa il triplo perché ognuna delle tre tappe va pagata. Tre lire turche il gettone singolo, due se ci si dota della “Istanbul Card”al costo di 7 lire turche e utilizzabile anche da più persone). La fermata del metro dell’albergo è Osmanbey (ci si arriva da Taksim), quella del bus Pangalti.


La Basilica Cisterna
LA BASILICA CISTERNA
La basilica cisterna è spettacolare: un’infilata di colonne nella penombra rese suggestive dai giochi di luce e dall’acqua. L’ingresso costa 10 lire turche e non spaventatevi se vedete coda all’ingresso: è rapida a smaltirsi e di sotto lo spazio è ampio. Perdetevi ad ammirare le  atmosfere, ma anche le enormi carpe che nuotano. Bello, poi, affrontare il mistero delle teste di Medusa che sorreggono solo due colonne delle centinaia. Perché questa scelta? Perché storte?



L'interno di Santa Sofia
 AYA SOFIA
Dentro vale molto più che fuori, anche se già lo spettacolo esterno è di quelli da mozzare il fiato. Anche qui il discorso fila vale come sopra, ovvero non fatevi spaventare perché non si attende molto. All’interno la cupola, i mosaici e le opere artistiche di ogni angolo sapranno sorprendervi. Perdetevi nel particolare e nella sintesi delle due religioni che qui trova il suo culmine. All’interno ci sono le audioguide, ma se vi dotate di tempo e di una buona guida cartacea potete gustarvela con i vostri tempi. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e chiaramente non si tratta più di una moschea consacrata, quindi per l’accesso non sono previste particolari indicazioni.

La cupola di Kucuk Aya Sofia
KUCUK AYA SOFIA
Non è una delle mete tradizionali, ma data la vicinanza con il Sulthanamet e la sua bellezza il vivo consiglio è di visitarla. Si tratta, in sostanza, della piccola Santa Sofia ovvero la vera e propria prova per la grande Aya Sofia, sempre realizzata da Giustiniano. Le vicissitudini storiche la rendono la perfetta simbiosi tra Islam e cristianesimo. Sia chiaro, si tratta di una moschea a tutti gli effetti ma i segni della sua origine sono del tutto evidenti. Soprattutto nelle colonne e nei capitelli si nota il tocco artistico e architettonico che differenzia Kucuk Aya Sofia dalle altre moschee che, per precetti e tradizione, tendono sempre a seguire un certo standard.



La moschea blu in tutto il suo splendore
MOSCHEA BLU
Qui, invece, l’esterno vale più che l’interno. L’architettura è fantastica e rapisce gli occhi. Consigliamo di mettersi nello spazio verde che intercorre tra la moschea blu e Aya Sofia e gustarsi tutta la bellezza del momento, meglio ancora se baciati dal sole. Particolarmente emozionante, inoltre, trovarsi in questo posto carico di magia, spiritualità e bellezza durante il canto in arrivo dai minareti. Noi lo abbiamo ascoltato alle 12.20, ma si ripete più volte al giorno. All’interno di questa moschea (che si chiama Sulthan Ahmet Camì dato che moschea blu è solo il nome turistico) affascina per il numero di piastrelle blu, ma l’enorme carico turistico e il grande afflusso le hanno un poco portato via quel fascino spirituale. Se volete prendere in faccia l’Islam arriveremo con qualche consiglio buono più avanti. Lo spettacolo dei sei minareti esterni, comunque, è eccezionale.


Un banco al bazar delle spezie
GRAN BAZAR E BAZAR DELLE SPEZIE
Si tratta dei mercati più suggestivi per colori e tradizione. Bisogna andare a vederli e si può anche spuntare concretamente qualche buon affare. I turchi sono abili venditori, ma non particolarmente insistenti, quindi se individuate qualcosa non fatevi prendere di sorpresa e guardate un po’ di prezzi in giro prima di scegliere dove andare e come contrattare. Non esagerate nel “tirare” il prezzo perché il commerciante turco molla la presa e non insegue fino allo sfinimento come invece può capitare in Egitto. Il bazar delle spezie, invece, merita per profumo e colori, ma è sempre molto pieno di gente. Il consiglio è di visitarlo nelle prime ore del mattino quando è assolutamente più vivibile. Quasi tutte le strade del quartiere centrale, in ogni caso, hanno una spiccatissima anima commerciale.


Veduta sul Bosforo
BOSFORO
Noi non abbiamo fatto la classica crociera con fermate imposte e percorso scelto dalle tante compagnie che lo offrono, ma abbiamo semplicemente usato il battello come mezzo di trasporto pubblico ed è veramente la scelta migliore. Se la giornata è soleggiata la tratta Eminonu-Eyȕp garantisce di vedere tutta la lingua di coste e mare in grande tranquillità e bellezza. Il costo è quello dei mezzi pubblici (3 lire turche, due con la Istanbul Card), il battello del tutto simile a quello delle crociere e, in più, avrete anche la possibilità di scambiare qualche chiacchiera con chi Istanbul la abita e la vive.

In preghiera a Eyup
EYŰP
Ecco, se volete davvero respirare l’Islam turco la meta da cerchiare di rosso è questa. La moschea di questo quartiere (Eyȕp Sultan Camì) è la quarta per importanza di tutto il mondo musulmano. Per dire: vale la cattolica Lourdes. Qui convergono decine di islamici per pregare tutti insieme e rendere omaggio ai resti di un fido amico del profeta Maometto. Si tratta di attimi carichi di importanza e spiritualità per i credenti tanto da essere destinazione dei pellegrinaggi. Ovviamente per entrare è necessario levarsi le scarpe e le donne coprirsi con un foulard. Lungo tutta la collina che sormonta la moschea si trovano le tombe di musulmani illustri, anche recenti, e una splendida vista sul Corno d’Oro. Una gita che vale la pena mettere in preventivo. Da Eminonu in battello sono 40 minuti di viaggio.


L'architettura del palazzo Topkapi
PALAZZO TOPKAPI
Il Palazzo è notissimo e le architetture sono davvero fantastiche. Nelle stanze sono presenti diversi pezzi museali pregiati e di grandissimo interesse. Il costo dell’entrata è di 25 lire turche e attenzione che alle 17 chiude e le cose da vedere moltissime. Calcolate almeno mezza giornata forse più per vederlo in buona parte e il consiglio è di scegliere prima su cosa soffermarsi. Il consiglio personale è di non perdersi la sezione dei gioielli e delle armi, ma di fare tranquillamente a meno della coda davanti alla stanza che ospita alcune reliquie di Maometto e della Kaaba. Delle urne si vede e intuisce poco o nulla. La spiritualità del tutto assente se confrontata all’intensità di Eyȕp, inoltre, la dice lunga anche sulla considerazione religiosa di questi reperti. Splendidi i giardini e alcune stanze.


Pescatori sul Bosforo
TAKSIM-SULTHANAMET
Da piazza Taksim alla moschea blu a piedi ci vogliono circa 45 minuti, ma molto piacevoli. Meglio avventurarcisi dopo qualche giorno in modo da conoscere alcune strade perché a Istanbul perdersi è molto facile: non sempre i nomi delle vie sono scritti in bella evidenza, la pianta è intricata e i nomi non proprio familiari. In ogni caso il tragitto è facile e permette di vedere insieme la rinomata Istiklal Caddesi, autentico crocevia del commercio e della modernità, lo splendido edificio del liceo Galatasaray (sì, quello dove è stata fondata la squadra di calcio), la torre e il ponte di Galata. La prima è sicuramente un bell’edificio genovese, ma nulla più. Il secondo, invece, con i suoi pescatori sul Bosforo e la sua vista vale sicuramente una passeggiata. Attenzione perché quando passano i tram il ponte ondeggia in modo molto evidente: noi, per dire, abbiamo addirittura pensato ci girasse fortissimo la testa tanta era l’oscillazione.


TRASPORTI
I trasporti di Istanbul funzionano: difficile aspettare a una fermata. Il problema, semmai, è il traffico per cui tratte anche brevi diventano temporalmente lunghe. Comprare subito la Istanbul Card è consigliabile: costa sette lire turche, ma ne fa risparmiare una a persona per ogni tratta e si può utilizzare per più persone contemporaneamente. Si ricarica semplicemente mettendo le banconote in una macchinetta e si acquista presso tutte le stazioni. Fate i vostri calcoli secondo quante tratte pensate di fare con i mezzi (tenendo presente che, a differenza dell’Italia dove esistono dei margini temporali della timbratura, a Istanbul ogni cambio di mezzo costa tariffa piena) e decidete. Ulteriore dettaglio: è anche un bel souvenir da portarsi indietro.


TRAFFICO
Leggerete prima di partire del proverbiale traffico di Istanbul, ma di certo un’idea si può avere solo vivendolo. E’ davvero impressionante, soprattutto dovuto alla enorme presenza di taxi e mezzi pubblici. Di certo la guida dei turchi non è svizzera ed è importante avere antenne belle dritte quando attraversate perché il fatto che ci siano delle strisce non implica che gli automobilisti si fermino. In più punti la circolazione si paralizza e si procede a passo di lumaca, ma dal punto di vista turistico può anche essere un’occasione per guardarsi intorno in quartieri meno di richiamo. In questo modo, per esempio, abbiamo più volte scoperto Besiktas e alcune zone di Galata.


Ricco piatto del locale Nfis
CIBO
Sfatiamo subito un mito: a Istanbul non si mangia particolarmente speziato, anzi. La cucina, per quanto riguarda la nostra esperienza, è ottima e a buon mercato a patto di essere un poco furbi. Altra considerazione preliminare: il kebab come lo intendiamo noi in realtà è il döner, nel panino döner durum. Ne esistono sempre di due tipi: agnello e pollo. Praticamente sempre i “rulli” sono in bella vista in vetrina: guardandoli avrete già un’indicazione importante. Se sono belli, infatti, la carne è solitamente proporzionalmente buona. Ci sono, poi, i piatti veri e propri dove a dominare sono sempre carne e verdure, il più delle volte grigliate. Istanbul, poi, profuma davvero di barbecue perché praticamente a ogni angolo qualcosa abbrustolisce: il più delle volte castagne e pannocchie. Quando vi trovate al Sulthanamet fate attenzione perché, come ogni posto turistico, nell’ordine vi spennano e vi propinano piatti di non eccelsa qualità. Tenete presente che con 52 lire turche nei ristoranti “normali” mangiate come dei sultani assoluti: fate le vostre comparazioni. Troverete anche una pizza turca (pida) che è di forma talvolta differente dalla nostra: è più unta, spessa, ma comunque buona. Menzione doverosa per un locale che si chiama “NFis”: fermata della metro Osmanbey, pochi passi in direzione opposta a piazza Taksim. Piatti giganteschi, carne squisita, grande disponibilità e atmosfera piacevole. Capitolo bevande: provate l’Ayran, uno yoghurt da bere con aggiunta di acqua e un pizzico di sale. Detto così mette un po’ di nausea, ma dopo qualche sorso lo troverete più che piacevole. Assolutamente da prendere, invece, l’acqua minerale aromatizzata alla mela: squisita e introvabile in Italia. Immancabile, invece, il the: il consiglio è di provare quello alla mela. Nonostante la massiccia presenza turistica, infine, i precetti musulmani vengono seguiti in modo rigoroso: praticamente impossibile trovare carne di maiale, molto difficile trovare alcolici e anche solo la birra nei ristoranti. Non solo, gli alcolici hanno tutti prezzi vertiginosi e vengono proposti solo in locali e negozi appositi. 
Alan Conti (foto mie e di Irene D'Agostino)

2 commenti:

  1. Complimenti! Mi è piaciuto molto leggere un diario di viaggio impostato in questo modo! Adesso sono riuscita a farmi un'idea molto più chiara di Istanbul! Ora programmeró il mio prossimo viaggio per Istanbul portandomi il vostro diario di viaggio appresso! Ciao Cristina!

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  2. Hallo!
    Mir hat eure Reisebeschreibung auch sehr gut gefallen :-)
    Danke euch allen für die vielen wertvollen Tipps.
    Istanbul ist wirklich eine Reise wert!!
    Freue mich schon!!!!
    lg

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