Il guaio del Virgolo è che ciascuno, di questo colle, ha un’idea diversa e sono tutti pezzi spigolosi di un puzzle che non trova forma. Così, dopo anni di discussioni, nulla s’è mosso e sopra Oltrisarco rimane un monumento di ruderi allo splendore sociale che fu, una bella porzione naturale e un monte dei desideri.
Per ricapitolare lo stato dell’arte, dunque, non ci sono particolari difficoltà: tutto fermo. Assai più complessa la gestione delle varie posizioni sul futuro del Virgolo.
La prima è un’idea tramontata dietro le ali di un angioletto e un marchio: Thun. Della collina delle fiabe si sa tutto, della chiusura repentina e definitiva di ogni discorso da parte della famiglia imprenditrice rimane ancora qualche interrogativo.
Ruolo decisivo e fondamentale, chiaramente, spetta al Comune che per motivi economici, ma anche di opportunità politica, ha subito messo tronchi nelle ruote della collina angiolesca. Una volta abbandonato il progetto, però, in piazza Municipio è rimasto il bandolo di una matassa difficilmente sbrogliabile e subito è stato individuato il consigliere dei Verdi Rudi Benedikter come responsabile della materia. Benedikter è stato il primo a mettere su uno stesso tavolo tutte le anime della questione ricavandone un documento di apprezzabile sintesi che, però, al momento è come una radiografia ospedaliera che non porta ad alcuna terapia. Il Comune, infatti, senza aiuti non ha la forza economica né la voglia di muoversi e lo stesso Beendikter ha sollecitato la propria maggioranza.
Gli ambientalisti condensati nel comitato “Il nostro Virgolo” sono quelli che maggiormente difendono lo status quo e il loro progetto d’intervento più significativo è legato a una scala capace di portare in cima da Piè di Virgolo.
Terra Nostra, dal canto suo, ha da poco sintetizzato in un unicum due fattori comparsi in ordine sparso anche in altri progetti. Realizzare all’ex hotel Bellavista laboratori e centri d’eccellenza dell’Eurac e ripristinare il collegamento della funivia con stazione proprio alla sede dell’Accademia Europea.
C’è da considerare, infine, la pesante posizione dei proprietari del Virgolo perché il Colle, a scanso i permute, è loro. Da qui si richiede di rispolverare la struttura progettuale di Thun anche per insediamenti pubblici di altro genere abbinandolo a collegamenti efficaci. Robusta, però, la richiesta al Comune di prendere in mano definitivamente la questione.
Tutte proposte, insomma, che rimangono sul tavolo di un Virgolo che è stato sottratto come giardino ad alcune generazioni e che non può comparire nell’immaginario comune degli ultimi giorni solo come una scena del crimine.
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