La crisi edilizia e il turbolento addio di Norbert Lantschner potevano essere i classici dardi capaci di stendere un toro, ma l’agenzia CasaClima è riuscita a superarli senza troppe conseguenze e, anzi, presentandosi anche con il, vestito buono alla relazione dell’attività 2012. La prima cifra che permette di guardare al futuro con una certa tranquillità è senz’altro quella legato al passivo che scende da 387.000 euro a 58.000 euro.
Nel dettaglio i ricavi totali sono pari a 2,8 milioni di euro (-11,3% rispetto all’anno scorso) con un valore aggiunto cresciuto da 1,3 milioni 1 ,45 milioni di euro. La Provincia, controllante dell’agenzia al 100%, eroga 500mila euro al mese e 200mila per l’affitto della sede di via Macello, mentre i rimanenti 2,3 milioni di euro sono frutto di entrate proprio collegate all’attività propria di Casaclima.
Core business, chiaramente, sono le certificazioni che pagano in parte la difficile congiuntura della crisi edilizia con gli edifici certificati che sono passati dai 733 del 2011 ai 662 del 2012, mentre il 13 giugno di procederà al documento numero 3.000. In Alto Adige, dove CasaClima è obbligatorio, si è passati da 568 a 517, nel resto d’Italia da 165 a 146. La nuova frontiera, quella del risanamento con CasaClimaR, centra una promettente quota 745.
Nel futuro, intanto, prende sempre più spazio la ricerca e il raggio più incoraggiante sono i 400mila euro in arrivo dall’Unione Europea per i prossimi 4 anni. CasaClima ha resistito a spallate potenti: ora arriva l’attesa della crescita.
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