Cerca nel blog

mercoledì 22 maggio 2013

Il direttore del Salone del libro di Torino: "Ottimo il polo bibliotecario"

Bolzano si accapiglia sulla nuova cattedrale del libro individuata nel polo bibliotecario, ma da Torino, fresco di un Salone che ha fatto del libro un evento nazionale, il direttore generale Ernesto Ferrero plaude alle nostre amministrazioni. I padiglioni della fiera del capoluogo piemontese hanno registrato il solito pienone, con una carrellata di avvenimenti degni di nota e la cifra monstre di 340.000 visitatori conferma di un amore piuttosto incondizionato per l’oggetto libro. Chi meglio di Ferrero, dunque, può concedere una radiografia del fenomeno statistico di un servizio bibliotecario in crescita con evidenti riflessi culturali?


“Le vostre amministrazioni fanno benissimo – le sue parole – a investire in una struttura simile. I dati indicano una contrazione delle vendite delle librerie, ma le biblioteche al contrario stanno salendo ed è sicuramente un segnale sintomatico di quanto ci sia voglia di frequentarle. A Torino sono state fatte delle spese in questo senso, penso per esempio a Settimo Torinese, e il territorio ne sta godendo i benefici. Certo, lo spazio deve garantire servizi multimediali e porsi davvero come centro culturale e sociale, ma non c’è dubbio alcuno che un Paese civile debba credere in questi progetti con grande forza”.

A Bolzano, ma anche a Torino, le grandi librerie delle catene stanno lentamente mangiando i piccoli librai di bottega di una volta. Si può sperare che la biblioteca torni a riempire questo buco che si sta creando?

“Paradossalmente le vendite delle grandi marche sono più in calo delle librerie indipendenti, pur con evidenti forze economiche differenti. Questo accade perché i franchising puntano spesso su dipendenti a basso costo, il più delle volte impreparati a fornire informazioni e approfondimenti di questo tipo. Le indipendenti, invece, giocano moltissimo su questo genere di fidelizzazione e presentano dietro la cassa personale che conosce perfettamente quello che sta proponendo. Ecco, la biblioteca può e deve certamente seguire la traccia della competenza perché la tendenza è chiara”.

I numeri del Salone testimoniano un successo concreto e in crescita. Quanto amore c’è ancora per il libro inteso come oggetto in una società ormai assalita dalla digitalizzazione imperante?

“Moltissimo, oserei dire che questo amore è ancora assolutamente maggioritario considerando che il digitale occupa sì e no il 2% della quota settoriale. Il libro, in fondo, è un prodotto geniale nel suo essere trasportabile e continuo senza bisogno di batterie o caricamenti vari. Attenzione, però, a non considerare le due opzioni come alternative e in competizione perché si tratta semplicemente di supporti in grado di integrarsi e interagire. Io stesso posseggo all’interno del mio tablet una biblioteca essenziale, ma non per questo, evidentemente, tolgo qualcosa al fascino del libro.

Il polo bibliotecario di via Longon, dunque, dopo la scontata difesa del sindaco di Bolzano Luigi Spagnolli incassa l’appoggio pesante di uno dei massimi responsabili di settore a livello nazionale. Le cifre, d’altronde, ricalcano il modello tratteggiato da Ferrero con 11.000 metri quadri di superficie, 1,2 milioni di unità media con proiezioni di 400.000 visitatori l’anno per un totale di 600.000 prestiti e 200.000 informazioni specialistiche. L’aspetto dell’ambiente sociale, poi, dovrebbe avere a Bolzano anche un dettaglio in più: avvicinare italiani e tedeschi in un alveo culturale. Da Torino il pollice è alto.

Nessun commento:

Posta un commento