Lo squalo delle nevi. La tappa altoatesina del Giro d’Italia, l’unica rimasta dopo l’azzoppamento di ieri con la soppressione della frazione che prima fu di Gavia e Stelvio e poi del Tonale, rappresenta la consacrazione di un campione. Vincenzo Nibali, siciliano purissimo, sale sulle Tre Cime di Lavaredo come si sale su un Olimpo sportivo e incide a fuoco il suo nome su quella coppa fioccheggiante che rappresenta la maglia rosa in buca. E’ lui, insomma, il vincitore di un’edizione 2013 funestata dal maltempo e che per il suo epilogo agonistico (domani sarà solo passerella) si sintonizza sul clima che ha accompagnato la carovana tutto il mese. Neve e cielo plumbeo, infatti, pressano Lavaredo ma non scoraggiano i tantissimi appassionati che si sono spinti sin lassù per vederlo in faccia questo ragazzo che ha stroncato la velleità di tutti: prima Wiggins, poi Evans e Uran. Raramente non c’è stata partita come quest’anno. Per la cronaca, comunque, al traguardo Nibali è seguito da Fabio Andres Duarte Arevalo a 17 secondi e Rigoberto Uran a 19. In classifica generale la maglia rosa ha un’eternità di vantaggio: 4 minuti e 43 su Uran, 5 e 52 su Cadel Evans.
Oltre che il Giro per l’Alto Adige, però, oggi è anche stata la giornata dell’Alto Adige per il Giro. Il primo squillo di tromba arriva da Silandro, partenza di tappa, dove gli organizzatori stimano le presenze in 7.000 tifosi. Nell’attesa che l’organizzazione restituisca la tappa della val Martello (difficile nel 2014, probabile nel 2015), tutte le terre altoatesine hanno salutato con entusiasmo il gruppone. Oltre all’arrivo delle Tre Cime per i veri fan, a far la parte del leone ci hanno pensato le città con Bolzano che fin dal mattino ha atteso i ciclisti tra eccitazione e rabbia. Non è mancata, infatti, la pungente polemica sul traffico innescato su una città tagliata in due senza possibilità di comunicazione tra le due parti. Per un paio d’ore, infatti, off limits viale Druso, piazza Verdi, ponte Loreto e via Innsbruck. Il Comandante della polizia municipale ha ribattuto l’assoluta sicurezza necessaria per un simile evento a chi ne chiedeva una maggiore comunicazione e più elasticità. Scaramucce viabilistiche a parte, comunque, rimane la scia rosa e la fortuna di un battesimo importante: la grande vittoria di un campione che potrebbe aprire una carriera tra i grandissimi delle due ruote nazionali. E stavolta la sorpresa finale non la vuole proprio nessuno.
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