Alla fine è sempre questione di soldi. Pubblici. L’estate altoatesina ha preso più che mai la piega politica delle riflessioni sui massicci investimenti pubblici: un epilogo frutto dei tanti progetti che stanno vedendo la luce negli ultimi mesi. Ci si interroga sui numeri e sulle opportunità e forse una delle conseguenze più lampanti della crisi è proprio questa rinnovata attenzione alla spesa. Il fiocco di una diatriba montante è stato il nuovo carcere di Bolzano che richiederà alle tasche delle amministrazioni locali una cifra intorno ai 77 milioni di euro per un progetto tanto faraonico quanto avveniristico. Ignorata l’alternativa trentina di Spini di Gardolo. In concomitanza, però, ecco uscire le prime cifre ufficiose che dovranno condurre alla convenzione tra Comune di Bolzano e Marcelline per un budget totale di 18 milioni di euro per la ristrutturazione. Considerato che secondo gli ingegneri responsabili le suore non potranno mettere sul tavolo più di 5 milioni va da sé che tra Municipio e Provincia l’operazione costerà almeno 13 milioni di euro per una riqualificazione che vedrà 4 sezioni su 21 aperte al pubblico. A spanne, insomma, si metterà sul piatto il 72% di investimento pubblico per il 19% della disponibilità totale di aule. Il conto continua poi con le decisioni più datate, ma ugualmente capaci di sollevare polveroni lunghi. Il polo bibliotecario e i suoi 70 milioni secondo qualcuno rappresentano un sostanziale sballo delle proporzioni, mentre i 22 milioni per l’ampliamento di un aeroporto decisamente poco frequentato aggiungono scintille al rogo considerando anche la spesa complessiva di 90 milioni dal 1997. Pioggia di denaro anche quella necessaria al termovalorizzatore che, pur essendo decisione datata, rappresenta l’attualità della messa in funzione a ore: siamo intorno ai 140 milioni di euro. Fanno discutere moltissimo anche i 63 milioni stanziati per il parco tecnologico che dovrebbe portare a Bolzano avanguardia e lavoro, ma anche qualche incognita. Più piccola, infine, la cifra stanziata per l’ampliamento dello stadio Druso fermo a sei milioni di euro. Tirando una riga parliamo di una cifra totale di 464 milioni di euro. Ora, secondo il bilancio 2011 l’intera pianta di dipendenti pubblici provinciali consta di 18.500 lavoratori che costano a Palazzo Widmann complessivamente 940 milioni di euro. Basta una semplice operazione per capire che rinunciando a tutto ci si potrebbe concedere addirittura l’assunzione di 9.000 nuovi dipendenti in un tempo di difficile crisi occupazionale. Ovviamente significherebbe lasciare fermo molto dello sviluppo del territorio, ma a certe cifre basterebbe forse rinunciare alle progettazioni faraoniche per garantire qualche certezza in più. Uno stipendio mensile potrebbe aprire qualche sorriso in più di un volo per la Capitale o aiutare a pagare quella retta che difficilmente le suore elimineranno come segno di gratitudine.
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