Mentre a Bolzano ci accapigliamo sulle questioni del bidoncino basta spostare un poco lo sguardo percorrendo la statale 12 in direzione Salorno per fare un soprassalto. Uno dei muri di separazione della discarica tra Egna e Laghettu , gestita da Südtirol Recycling, è completamente crollato e l'interno del cortile, composto interamente da rifiuti compattati, degrada nettamente verso il prato sottostante. Oltre al prato, peró, tutto punta decisamente su un ruscelletto che confluisce, come spiegano alcuni residenti, direttamente nell'Adige alcuni chilometri più avanti. Evidente dalle immagini come non esista alcun tipo di protezione per evitare che non solo il percolato, ma proprio il rifiuto solido, piombi nelle acque o fuoriesca incontrollato. Poco oltre ecco i campi di alcuni contadini, in larga parte meleti, letteralmente sconsolati per una situazione che a loro dire si trascina da anni senza soluzione. Circumnavigando la struttura, cui lo stesso Comune di Egna si appoggia per lo smaltimento dei grandi rifiuti, si scopre che cartacce e stralci di rifiuto trasbordano praticamente lungo tutto il perimetro. Taniche di detersivi per lavastoviglie, traspiranti di uso pittorico e idraulici liquidi fanno bella mostra di sè a due passi da mele rotonde e lucide. Sotto l'erba secca, d'un tratto, ecco spuntare un bell'imballaggio di plastica di quelli che se si sotteranno non li trovi più, ma fanno tanto male per secoli. "È il vento - tornano a spiegarci i contadini che per ovvi motivi preferiscono fare a meno di un microfono sotto il naso - che sparpaglia tutta questa sporcizia e noi non sappiamo più come fare. Anche i rifiuti che vedete ai bordi sono tutti provenienti da lì perché vi assicuriamo che nessuno si accanisce a buttare le proprie cartacce in questo punto e d'altronde la pulizia dei filari limitrofi lo dimostra ampiamente. Non conosciamo esattamente la norma, ma riteniamo praticamente impossibile che se un camion o una discarica perdono immondizia in giro siano autorizzati a lasciarla in giro". Spostando lo sguardo ecco interi vasconi di cartone abbandonati, scoperti, sotto il sole a picco. Sarà pensar male, ma è sufficiente immaginarsi una lente, un orologio o una qualsiasi fonte riflettente per appiccare una fiamma che potrebbe essere devastante per tutta la Bassa Atesina, ma anche Bolzano. Lo stato critico del sito, come detto, si nota direttamente dalla statale e stupisce che nessuno degli attenti movimenti ambientalisti locali ne abbia fatto una questione di bandiera. D'un tratto un adesivo: ti aiutiamo a tenere pulita la tua città. A prima vista pare esattamente il contrario...
Alan Conti
Nel telegiornale di oggi tutte le immagini
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