Acchiappafantasmi. Non si scompongono se li chiami così,
anzi sorridono. “Sì, però noi non li acchiappiamo mica. Non siamo in grado, non
ci interessa quello”. La cosa bella è che queste persone sono in arrivo a
Bolzano per un’operazione che la Bolzano moderna non conosce da tempo: la
rilevazione di fenomeni inspiegabili, misteriosi. Lo diciamo? Paranormali. Si
farebbe presto, però, a dipingere tutto come un teatrino di fanatici e invece
ci si accorge che il 10 giugno nel capoluogo altoatesino arriverà un qualcosa
di molto curioso. “Il nostro nome è National Ghost Uncover, siamo nati nel
gennaio 2010, abbiamo un’ottantina di collaboratori e ci occupiamo di rilevare
e controllare tutte queste segnalazioni avvolte dal mistero” spiega Massimo
Merendi, presidente dell’associazione. Appassionati, verrebbe da pensare,
magari un po’ fissati. “Assolutamente no. Per scelta siamo un’associazione
composta per metà da persone che credono a questi fenomeni e per metà da chi le
rifiuta. A tutti chiediamo l’onestà intellettuale di non farsi influenzare
dalle convinzioni. Non solo, non chiediamo soldi a nessuno, ci autofinanziamo
tra di noi e non effettuiamo alcuna opera di disinfestazione, seduta spiritica
o quant’altro”. Per quanto paradossale “National Ghost Cover” cerca un paradigma
quasi scientifico nel mondo più lontano dalla scienza. “Sì, l’orientamento è
quello, con un protocollo ben preciso”.
Quale, dunque, questa
procedura? Immaginiamo nessuno zainetto o Slimer per amico. “No – sorride –
quando riceviamo una segnalazione procediamo con una verifica accurata
chiedendo la fotocopia del documento pur rispettando l’anonimato se lo si
desidera. Poi arriviamo con il sopralluogo”. Da brivido? “No, abbiamo un totem
che rileva moltissimi fattori di possibile incidenza empirica. Rilevatori di onde
elettromagnetiche, di umidità, temperatura, raggi gamma, foto molto dettagliate,
telecamere fisse agli infrarossi e sensori acustici”. Metodi appropriati per
un’analisi ingarbugliata che vi attirerà addosso molti curiosi? “Cerchiamo di
farla con il massimo riserbo. La popolazione e i media vengono poi invitati
nella terza fase quando torniamo con una squadra di 4 persone, gli strumenti e
due testimoni: uno che crede e uno che non crede. Al termine cerchiamo di dare
un giudizio empirico, ma non sempre ci riusciamo”. Sono 1.800 le segnalazioni
ricevute in questi anni, non tutte attendibili o interessanti, ma molte dal
Trentino e dall’Alto Adige. E’ qui, infatti, che sfrigola il fascino: cosa è
accaduto alle nostre latitudini? “Siamo nella fase del sopralluogo e non
possiamo ancora svelare molto. La vostra è una terra con molti spunti.
Decisamente stimolante”. Va bene l’amore per il mistero, ma proviamo a dare
qualche dettaglio in più. “Sicuramente la segnalazione nella vostra città è una
di quelle in assoluto più interessanti perché ha a che fare con un personaggio
storico. A volte ci segnalano la presenza, a volte addirittura delle parole. Da
voi è successo qualcosa di simile in una zona centralissima”. Impossibile
scoprire qualcosa di più, ma l’appuntamento per curiosi, scettici o
appassionati è per martedì 10 giugno alle 15 davanti al bar Walther’s. Un
pomeriggio col brivido.
Alan Conti
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