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domenica 29 giugno 2014

Cartelle cliniche digitali, why not?


BOLZANO. Archiviazione digitale di tutte le cartelle cliniche chiuse.
A un neofita parrebbe la soluzione logica di ogni ospedale o clinica e invece ancora oggi, anche nella nostra provincia, siamo abbastanza lontani da questo traguardo.
Eppure una soluzione ci sarebbe addirittura in casa. Si chiama Syncro-Med, infatti, l’azienda di applicazioni sanitarie che dal 2001 cresce costantemente tanto da essere acquisita da un colosso come Fujifilm nel 2008.
Un’azienda che conta quattordici dipendenti, undici sviluppatori, due responsabili di prodotto e l’amministratore delegato. Per parlare di creazione di lavoro tanto vale andare a scoprirla direttamente sul campo.
“Abbiamo cominciato - spiega Nicola Nardino, ceo di Syncro-Med - realizzando software di lettura, visione e catalogazione di file di attività diagnostica in diversi ambiti. Radiologia e cardiologia tra tutte ci hanno dato una spinta essenziale”.
I programmi dell’azienda bolzanina, dunque, hanno cominciato a diffondersi negli ospedali italiani aprendo una breccia che ha portato allo sviluppo di un prodotto che potrebbe davvero abbattere una buona dose di spese amministrative. “Le strutture sanitarie – premette il project manager Carlo Benvenuti – hanno l’obbligo legale di conservare tutte le cartelle cliniche e i documenti dei pazienti per sempre. Come facile immaginare si tratta di un carico burocratico mastodontico che viene ancora gestito, in larghissima parte, con il supporto cartaceo”. Significa stanze di ampia metratura riservate ai faldoni, risme consumate a pioggia, personale impegnato in ore di catalogazione, stampanti a getto continuo e reperibilità complicata.
“La sfida, a questo punto, era creare un software di catalogazione e archiviazione che fosse totalmente digitale, il che non è per nulla una faccenda semplice con le sue tante implicazioni legali e tecniche. Pensiamo, per esempio, al concetto stesso di firma digitale che autentica e sigilla tutti i faldoni”. Superata la fase di progettazione, però, il prodotto ha catturato diversi enti sparsi per l’Italia tra cui la zona di sanità pubblica della Toscana che comprende Massa, Pisa, Livorno e Lucca. Un bacino sicuramente più ampio di quello altoatesino, ma Syncro Med fatica, almeno nel pubblico, ad essere profeta in patria. “Ci piacerebbe riuscire a creare una collaborazione con la nostra Azienda Sanitaria, ma finora non ci sono stati i presupposti” chiude Nardoni.
Dove, invece, questa sinergia è nata è nella casa di cura Villa Melitta. “Avevamo l’esigenza di abbattere i costi di spazio, lavoro e risorse umane nell’opera di archiviazione” spiega il direttore Rupert Waldner. “La soluzione digitale è stata salutata con un entusiasmo quasi inaspettato dal personale che finalmente è riuscito ad eliminare moltissime mansioni del tutto improduttive. L’ammortamento della spesa è piuttosto veloce e secondo le prime stime contiamo di risparmiare circa 20.000 euro annuali”. La nostra sanità non doveva liberare risorse?
Alan Conti (www.altoadige.it)

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