Il razzismo, la violenza e la maleducazione sono la faccia
brutta del calcio che ogni tanto si prende la copertina sporcandola. Questo
sport, però, è anche condivisione, unione e solidarietà: la faccia bella che la
Consulta Immigrati del Comune di Bolzano ha voluto spolverare per un torneo
particolarmente significativo. E’ andato in scena ieri allo Sport City di Maso
della Pieve, infatti, il torneo “Siamo tutti nella stessa squadra” di calcio a
5 con squadre miste composte da componenti delle diverse istituzioni cittadine
e dai membri delle associazioni comunali e provinciali che si occupano di
immigrazione. Una vera e propria festa per il decennale della Consulta
all’insegna della quintessenza degli sport di squadra dove ci si spoglia dei
propri ruoli sociali per remare, tutti uguali, verso un unico obiettivo. Una
giornata baciata dal sole e dalla partecipazione di pubblico curioso nonostante
una formula un po’ ingarbugliata dalle tante presenze, ma dalla filosofia
sicuramente appropriata. L’iscrizione, infatti, è stata completamente gratuita
e ha visto comparire rappresentanti di Consiglio Provinciale, Coordinamento
all’integrazione della Provincia, Consiglio Comunale di Bolzano, Assessorati
alla Partecipazione e Pari Opportunità, Consulta Giovani, Circoscrizioni,
Intendenza Scolastica, Caritas, Curia, Lub ed Eurac. Un plateau importante
senza considerare l’elenco a cascata delle associazioni provenienti da tutto il
territorio e disseminate su diversi ambiti. Al di là della bellezza del gioco è
stata anche l’occasione per vedersi, conoscersi e apprezzarsi un poco di più lasciando da parte
i vincoli della vita quotidiana. Il calcetto, di per sé, crea dei modelli di
interazione tra i compagni che si potrebbe cercare di traslare anche nelle
dinamiche della società e la partecipazione istituzionale ha chiaramente questa
finalità pratica e simbolica. “Nella vita reale i partiti politici scrivono le
regole del gioco e, volente o nolente, hanno il potere di determinare i
titolari e le riserve della società – scrivono i rappresentanti della Consulta
nel documento di presentazione – ma spesso capita che chi entra dalla panchina
è colui che poi risolve la partita”. Un torneo, insomma, del tutto particolare:
senza primi, ma nemmeno ultimi.
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