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martedì 3 giugno 2014

Torneo dell'integrazione: il calcio che unisce


Il razzismo, la violenza e la maleducazione sono la faccia brutta del calcio che ogni tanto si prende la copertina sporcandola. Questo sport, però, è anche condivisione, unione e solidarietà: la faccia bella che la Consulta Immigrati del Comune di Bolzano ha voluto spolverare per un torneo particolarmente significativo. E’ andato in scena ieri allo Sport City di Maso della Pieve, infatti, il torneo “Siamo tutti nella stessa squadra” di calcio a 5 con squadre miste composte da componenti delle diverse istituzioni cittadine e dai membri delle associazioni comunali e provinciali che si occupano di immigrazione. Una vera e propria festa per il decennale della Consulta all’insegna della quintessenza degli sport di squadra dove ci si spoglia dei propri ruoli sociali per remare, tutti uguali, verso un unico obiettivo. Una giornata baciata dal sole e dalla partecipazione di pubblico curioso nonostante una formula un po’ ingarbugliata dalle tante presenze, ma dalla filosofia sicuramente appropriata. L’iscrizione, infatti, è stata completamente gratuita e ha visto comparire rappresentanti di Consiglio Provinciale, Coordinamento all’integrazione della Provincia, Consiglio Comunale di Bolzano, Assessorati alla Partecipazione e Pari Opportunità, Consulta Giovani, Circoscrizioni, Intendenza Scolastica, Caritas, Curia, Lub ed Eurac. Un plateau importante senza considerare l’elenco a cascata delle associazioni provenienti da tutto il territorio e disseminate su diversi ambiti. Al di là della bellezza del gioco è stata anche l’occasione per vedersi, conoscersi e  apprezzarsi un poco di più lasciando da parte i vincoli della vita quotidiana. Il calcetto, di per sé, crea dei modelli di interazione tra i compagni che si potrebbe cercare di traslare anche nelle dinamiche della società e la partecipazione istituzionale ha chiaramente questa finalità pratica e simbolica. “Nella vita reale i partiti politici scrivono le regole del gioco e, volente o nolente, hanno il potere di determinare i titolari e le riserve della società – scrivono i rappresentanti della Consulta nel documento di presentazione – ma spesso capita che chi entra dalla panchina è colui che poi risolve la partita”. Un torneo, insomma, del tutto particolare: senza primi, ma nemmeno ultimi. 

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