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giovedì 26 giugno 2014

Italia, la delusione nei bar popolari

BOLZANO. Nulla da fare, l’Italia ai Mondiali rimane passione popolare. Anche nella profonda amarezza di un’altra eliminazione ai gironi. Bolzano non sfugge alla regola e vive pulsando l’ultima delicatissima giornata nei feudi dei rioni italiani. Il White Cafè di via Cagliari ha srotolato tricolori enormi già diversi giorni prima l’inizio del mondiale, il bar Romagnolo di piazza Matteotti fa il pieno di appassionati anche per una partita dei gironi di Champions League, figuriamoci la rassegna iridata. L’inno in via Cagliari pare il ruggito di uno stadio e le donne, a sorpresa, trascinano il coro. E’ proprio di una ragazza il primo commento tecnico: “Un minuto e siamo già in difesa”. Sarà profeta. Naturalmente vola anche qualche imprecazione, ma quelle sono decisamente a timbro più mascolino. Tra le sedie dello spiazzo prenotato da giorni dai fedelissimi anche i bambini, persino qualche nonno e nonna. Dalla piccola zona adibita a cucina alcune signore lavorano a pieno ritmo e i piatti di linguine al salmone guizzano tra i tavoli, con particolare giubilo dei bimbi. Verso la fine del primo tempo le gocce dal cielo si fanno insistenti: dire pioggia sarebbe banale perché si scatena un vero e proprio temporale che annaffia ma non spegne la passione. Qualche cappello, un paio di giornali sui capelli e il gioco è fatto e può ricominciare. Clima simile al Romagnolo: davanti ai maxischermi c’è sempre un grappolo di persone appese ai minuti che scorrono. Il rosso a Marchisio gela gli animi e serra le fila. “Ora è durissima” si mormora e qualcuno si dispera ancor prima di vedere la reazione azzurra. Che non c’è. L’arbitro, naturalmente, diventa il punching ball verbale di tifosi preoccupati. Ci si consola con le birre, qualcuno anticipa i tempi e ordina uno dei famosi panini del locale. Il numero 36 resta tra i più quotati mentre i baristi sfoderano la maglietta azzurra con la scritta “Italia” d’ordinanza. Tutti appesi alle mani di Buffon: gatto nel primo tempo e puma nel secondo. L’applauso scroscia spontaneo dentro il locale e sa tanto di sollievo momentaneo. Momentaneo perché poi arriva il morso di Suarez a Chiellini, la testa di Godin e un crinale che risucchia gli azzurri fuori da questo Brasile. Fischio finale: cala il silenzio e si piegano gli umori. In piazza Vittoria, la sera, solo triste e banale pioggia.
Alan Conti

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