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giovedì 22 aprile 2010

Bar Resia, cuore tedesco di Don Bosco


Si chiamano Weissensteiner e sono entrati da più di trent’anni nel cuore del cuore italiano della città: via Resia. Era il 1977, infatti, quando Siegfried Weissensteiner decide di lasciare la sua val d’Ega per dirigersi con moglie e prole nel centro di Don Bosco e aprire il bar Resia. Sopra il locale trova un appartamento pronto ad accogliere la famiglia: anni difficili. “All’inizio – racconta la moglie Hedwig Lantschner – non è stato semplice calarsi in questa realtà perché si tratta di un’atmosfera ben diversa dai nostri paesi. Oggi, però, siamo contenti di questa scelta”. Nel ’77 tre biondissime creature giocavano tra i tavoli del bar, oggi due di loro ai tavoli portano il caffè. Heidi e Nadia, infatti, seguono la tradizione familiare e affiancano mamma e zia Maria nel lavoro quotidiano. Dietro il bancone, insomma, si respira aria di casa: “Se si va d’accordo la conduzione familiare è l’ideale – spiegano Heidi e Nadia – anche perché permette migliore elasticità e più stabilità”. E’ proprio questo uno dei segreti della longevità della gestione Weissensteiner in un mondo dove i bar hanno le porte scorrevoli: si apre e si chiude in un batter di ciglia. “Certo, dovessimo fare i conti con più dipendenti sarebbe dura. Bisogna, però, sapersi rinnovare perché il concetto di bar è cambiato in questi anni: prima imperavano le carte da gioco, le chiacchiere, i bicchieri di vino, l’età più avanzata, oggi il futuro sono gli aperitivi, le verande dove poter fumare, il pranzo con un buon primo piatto. Anche per questo abbiamo rimodernato tutto una decina di anni fa e la situazione è di molto migliorata”. Nel loro campo, comunque, sono delle autentiche “maestre”. “Baristi non ci si può improvvisare e in molti, in tempo di licenze libere, ci sbattono il muso. Negli ultimi anni, per esempio, abbiamo deciso di puntare molto sui dolci fatti in casa e la cura della cucina: creano un’atmosfera familiare e rappresentano il futuro”.
Per molti Don Bosco è un quartiere che sta invecchiando, non per chi lo osserva quotidianamente dal bancone. “Leggo anch'io – interviene Hedwig – ma francamente in passato vedevo molti meno giovani tra i clienti”. Il bar Resia, insomma, vanta affezionati clienti del rione, del quartiere, ma anche, sembra incredibile, da Trento e da Mestre. “Vicino abbiamo la Telecom – spiega Heidi – e quando vengono a lavorare qui da altre città ci telefonavano per farci preparare, per esempio, lo strudel”. La conferma arriva da Paolo Boseggia mentre sorseggia il caffè al bancone: “Sono di Trento e quando vengo da voi il bar Resia è tappa fissa, anche più volte al giorno”. Nel tavolo in veranda, intanto, troviamo tre clienti abbonati: Angela Allegro, Rosa Gschler e Arnaldo Boni. “Veniamo qua da sempre per un caffè e qualche parola tra amici. I Weissensteiner? Fantastici, per noi sono parte della famiglia. Abbiamo visto le piccole crescere intorno a questi tavoli e oggi hanno sempre una parola buona per noi. In qualche modo anche loro ci vedono con affetto. Non è facile trovare una simile accoglienza in una città dove i bar sono diventati troppi”.

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