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mercoledì 28 aprile 2010

Troppi furti, il Vke chiude la casa gioco


BOLZANO. Una protesta clamorosa: ieri gli operatori della Casa Gioco del Vke a Parco Mignone hanno chiuso la struttura. Nessun’iniziativa ricreativa per bambini e ragazzini del rione per dare un segnale forte contro l’ennesimo furto all’interno della casetta. Gli episodi di disagio giovanile crescono in tutta la zona: furti, piccolo spaccio e vandalismi. Prima lo spaccio, poi i furti. Non c’è pace per la zona chiusa tra Piazzetta San Vigilio e il Parco Mignone dove, ieri, ha chiuso i battenti la CasaGioco del Vke per protesta dopo l’ultimo furto avvenuto la settimana scorsa, durante la riunione del personale. Alcune settimane fa, inoltre, vittima di scasso e vandalismo è stata una struttura per la riqualificazione professionale che si affaccia proprio sulla piazzetta teatro dello spaccio. Residenti e commercianti della zona, a questo punto, alzano la voce per chiedere più controlli e non sentirsi, una volta di più, dimenticati dal resto della città. «Abbiamo chiuso per protesta e per la scomparsa della fiducia verso alcune persone», dice un’amareggiata Elena Pugno , coordinatrice del Vke. «Qualche giorno fa, durante una riunione del personale, è stata rubata una borsa di una nostra collaboratrice. Ci siamo rimasti male e abbiamo affisso un cartello in cui s’invitava a restituire perlomeno i documenti entro venerdì. Siccome nulla si è mosso, abbiamo deciso di chiudere per protesta». Una scelta condivisa dalle famiglie: «Mamme e papà hanno capito la nostra situazione e ci appoggiano. E’ un discorso di fiducia e lavorare in un ambiente dove non possiamo mettere la mano sul fuoco per tutti non è bello». Antonio Guerrato , Klaus Frötscher e Nathan Kortleitner , invece, lavorano all’interno di un centro di riqualificazione professionale affacciato sulla piazzetta. «Abbiamo subito due furti, nell’ultimo periodo. Non hanno rubato praticamente niente, ma hanno spaccato tutto. La piazzetta è dimenticata, perennemente vuota e senza uno straccio di iniziativa». Mariano Grizzanti del bar “Lyon’s” è ormai sconsolato: «Ne succedono di tutti i colori, basta guardare. Ormai non perdo nemmeno più il fiato a denunciare tutto». «I ragazzini imbrattano dappertutto con lo spray - attacca Enzo Zanotelli - e non se ne può più di questa situazione. Ci vorrebbero più controlli dei vigili». «Il problema - riprende il nonno vigile Luigi Montesin - sta nell’educazione. Quando ci si trova a punire il delinquente si è già di fronte a un fallimento perché il delinquente non bisogna crearlo. In questo senso bisognerebbe intervenire sull’economia per non spingere nessuno ad “arrotondare” in modo illecito». Nel vicino recinto per i cani, all’interno del Parco, Gianluca Goretti , Alberto Ambrosi e Angela Sclechleitner denunciano che nell’area «si trovare siringhe e preservativi usato nell’erba. Dal Comune stiamo ancora aspettando l’area cani sostitutiva di quella occupata dai Gabrielli in viale Trento. Era promessa per fine aprile, ma ancora non sappiamo nulla». Hans Franceschini , titolare dell’autoscuola “Haslach” distingue tra i giovani. «I maggiorenni che vengono qua sono tutti abbastanza tranquilli, abbassando la fascia d’età, però, aumenta la “vivacità”. Il nostro vero problema, tuttavia, è la mancanza cronica di parcheggi e lo stato di abbandono di via San Vigilio. Non siamo più una strada di transito e tutti ne risentiamo». Manfred Zöggeler , titolare del vicino bar “Peter”, chiude dividendo il quartiere. «Dalla piazzetta verso via Santa Geltrude è tutto molto tranquillo, ma dall’altra parte ci sono dei problemi. Quella zona da anni è considerata una meta dello spaccio cittadino. Le forze dell’ordine dovrebbero farsi vedere di più e il poliziotto di quartiere è per noi una figura sconosciuta». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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