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giovedì 8 aprile 2010

Traslocato il liceo Carducci


Alto Adige — 07 aprile 2010 pagina 13 sezione: CRONACA

BOLZANO. La storica scalinata di via Longon affiancata dal cartello intitolato a “Giosuè Carducci” fa un certo effetto. Quello che per i bolzanini è da sempre “il Pascoli”, da ieri è diventata la nuova sede del liceo classico cittadino. Una novità per la città, ma soprattutto per insegnanti, inservienti e studenti del Carducci che dentro l’uovo di Pasqua hanno trovato una nuova sede di studio e lavoro. Il primo impatto, al netto del prevedibile disorientamento iniziale, è comunque buono e la “nuova” scuola promossa da più parti, anche se i ragazzi si dimostrano particolarmente nostalgici per il «vecchio» che si sono lasciati alle spalle. «Il cambio di sede è stato positivo - dichiara la dirigente del liceo, Carmen Siviero - anche perché i ragazzi erano stati preparati nei mesi scorsi a questo passaggio. Non solo, i lavori di riqualificazione dell’edificio, come l’imbiancatura, il cablaggio e l’allestimento di alcune aule speciali sono andati molto bene. Adesso ci troviamo con ventuno classi, un laboratorio di lingue in più rispetto a via Manci e degli spazi più confortevoli. Le palestre, invece, per quest’anno continueranno a essere quelle del vecchio istituto: da settembre, invece, usufruiremo di quella dell’ex liceo pedagogico e di alcune strutture di via Cadorna. Persino il mio ufficio è più spazioso», conclude la dirigente scolastica. Ottimismo condiviso anche dal custode del liceo classico, Fabio Sambugaro, un volto noto a generazioni di studenti: «Sono qui da febbraio a coordinare i lavori - spiega Sambugaro - e, nonostante la fatica, direi che il risultato è ottimo». «Il trasloco - gli fa eco il collega Valeriano Bontado - è stato pesante, ma organizzato perfettamente, tutto si è svolto senza disguidi. Teoricamente questa diventerà la nostra casa per tre anni: possiamo essere soddisfatti». Gli studenti, mentre si alternano nello scrutare le mappe delle aule affisse all’ingresso, si dimostrano i più sentimentali. «Certo, tutto bello - spiega Daniel Palese - ma per noi dell’ultimo anno sostenere l’esame di maturità nella “nostra” sede avrebbe avuto tutto un altro significato». Miriam Conti punta il dito contro le aule: «Forse sono un poco piccole. Nel complesso, però, la struttura mi sembra adeguata e l’aula magna promette bene». In realtà è di poco più piccola rispetto a quella di via Manci. «A essere sinceri - riprende Paola Cossu - in alcune classi si passa a malapena tra i banchi: noi siamo in pochi, forse per questo abbiamo ricevuto una stanza più piccola». Diletta La Rosa e Licia Biotti, poco più in là, corroborano lo scetticismo: «Così così, però abbiamo bisogno anche noi di un po’ di tempo per abituarci». Più positivo, invece, Sasha Vergolini: «Sono molto contento, il nuovo edificio mi piace molto». Più soddisfatti gli insegnanti, come spiega Mariangiola Asson, voce storica del liceo. «I soffitti alti danno più respiro e sembra che la voce arrivi più chiara e nitida a tutta l’aula. La vecchia struttura, fin dai tempi della progettazione, palesava troppe finestre a nord che raffreddavano, vetrate eccessive e una disposizione inadeguata. Il “Pascoli” va molto meglio, ma per me la vera casa del Carducci rimane sempre quella storica di piazza Domenicani. L’affresco di Sernesi? Spero proprio venga salvato, anche se più che un affresco è un dipinto a muro». A chiudere il giro di pensieri ci pensano due voci abituate a battere palmo a palmo scale e corridoi: le inservienti Anna Cappellupo e Giuseppina Velona: «L’edificio, nel complesso, è più grande e più adatto alle attività di una scuola - spiegano - rimane l’affetto per la vecchia sede, ma dopo un primo attimo di trambusto, riprenderemo il solito lavoro e sapremo adattarci anche a questo facilmente». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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