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venerdì 16 aprile 2010

Il liceo Toniolo piange Simone "Ragazzo generoso e semplice"


Alto Adige — 15 aprile 2010 pagina 17 sezione: CRONACA

BOLZANO. «Un ringraziamento a Fabrizio Meoni, volato tra le dune delle stelle». Aveva battuto queste parole la tastiera di Simone Montesso nell’introduzione alla tesina che presentò all’Istituto Toniolo in occasione della maturità nel 2005. Impressionato dalla tragedia del motociclista italiano morto alla Dakar e colpito dalla sua fondazione di solidarietà in Africa, aveva deciso di concentrarsi su di lui per la discussione finale. A farci leggere queste righe è il dirigente della scuola Esio Zaghet, segnato dalla tragedia che in Venezuela ha strappato un ragazzo prediletto dell’Istituto. Simone, infatti, non aveva mai smesso di frequentare l’edificio di via Fago e tornava periodicamente a trovare quelli che da docenti si erano trasformati in amici e dal dirigente che, nel frattempo, era diventato confidente. «Venne pure pochi giorni prima di partire per il Venezuela - ci racconta Zaghet - era entusiasta e con lo sguardo, come sempre, acceso. Desiderava percorrere la strada della solidarietà, ma lo faceva con una fermezza dolce e una naturalezza di chi cerca il bene dell’altro senza volerne guadagnare del proprio. Aveva una qualità fuori dal comune nel mondo del sociale: non sceglieva tra bambini, disabili o anziani, a lui bastava darsi da fare». Lontano dalla retorica, così come vuole ricordarlo chi per anni lo ha visto tutti i giorni: «Generoso, disponibile, certo. Simone, però, era amato da tutti perché viveva con semplicità le sue qualità. Era capace di stringere rapporti di sincero affetto anche con chi, magari, veniva messo in disparte dal resto del gruppo e riusciva ad essere, al contempo, espansivo e riservato, allegro, ma non superficiale». Un ragazzo capace di coltivare più passioni: «Era bravo a scuola, ma senza chiudersi nella torre d’avorio dello studio. Stava attento e immagazzinava, risparmiando tempo per quello che amava». Non solo il mondo del sociale: «No - sorride dolce Zaghet - era un “divoratore” della Gazzetta dello Sport. Per la tesina collaborò con un loro giornalista e riuscì a intervistare la vedova Meoni: non proprio una procedura comune per un maturando. Amava anche la sua Juventus e mi sfotteva per la mia fede milanista, in particolare stimava il calciatore Maresca: anche qui, un ragazzo fuori dai canoni comuni. Un giorno mi disse “vedrai, finirò pure io sulle pagine delle Rosea” e proprio la sua tesina fu citata in un trafiletto del quotidiano sportivo: otteneva quello che prometteva». C’è poi un aneddoto che racconta Simone in tutta la sua genuinità: «Ad udienza veniva personalmente, ma sempre accompagnato dalla nonna. Ci teneva ci fosse anche lei e se la abbracciava in continuazione». «Amava il calcio profondamente - ricorda ancora il suo insegnante di educazione fisica Mario Slanzi - e i primi anni era l’unico maschio in classe. Dieci minuti prima della fine della lezione mandavo le ragazze a cambiarsi ed io rimanevo con lui per il più “classico” degli uno contro uno. Perdeva, ma sempre col sorriso: era un momento importante per lui». Ci sono studenti che entrano nel cuore degli insegnanti: Simone per Slanzi era uno di questi. «Ogni tanto giocavamo a fare la lotta. Ci dicevano: “attenti, prima o poi vi fate male e sono guai” e noi giù a ridere». E’ bello ricordarlo col sorriso, sapendo che tra le dune delle stelle ha trovato un motociclista pronto ad abbracciarlo per primo. A piangere Simone c’è anche la fidanzata messicana, Mina Varrera: si erano conosciuti il 6 aprile dell’anno scorso (tragica fatalità: lo stesso giorno in cui è scomparso Simone), come lei stessa ha ricordato con gioia su Facebook. La ragazza ha saputo attraverso il social network della tragica fine di Simone. Nei giorni scorsi aveva seguito con apprensione lo sviluppo delle ricerche, cercando conferme nelle parole degli amici del ventitreenne. Sono le 20.30 di martedì quando a Mina dicono che non ci sono più speranze e lei chiede cos’è accaduto al suo ragazzo. Poco prima delle 22 gli dedica un dolce ricordo in spagnolo, che si conclude con queste parole: «Ti amo, ti amo, ti amo, così come solo noi sappiamo...». © RIPRODUZIONE RISERVATA - Alan Conti

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